Antonin Artaud: differenze tra le versioni

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Nel [[1926]] fonda con altri il '''''Teatro Alfred Jarry''''', che ha però breve vita. Nel luglio [[1931]] assiste, durante ''L'Exposition Coloniale Internationale de Paris'', a uno spettacolo di danzatori dell'isola di Bali, che segna una tappa decisiva nella successiva elaborazione della sua poetica teatrale. Nel [[1934]] pubblica '''''Eliogabalo o l'anarchico incoronato''''' (''Héliogabale ou l'anarchiste couronné''). Nel [[1935]] inaugura il nuovo movimento del '''''Teatro della Crudeltà''''' <ref>Per crudeltà Artaud non intendeva il sadismo, ma la volontà di liberarsi di qualunque elemento non prettamente attinente al testo teatrale. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo e in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola e suscitando nel pubblico una catarsi. Nel teatro Artaud vedeva il luogo della formazione dell'umano e il luogo fondativo di ogni cultura.</ref> (''Théâtre de la Cruauté'') nella sala parigina del ''Théâtre des Folies-Wagram,'' mettendo in scena un suo testo, ''I Cenci'', che però non ha successo.  
Nel [[1926]] fonda con altri il '''''Teatro Alfred Jarry''''', che ha però breve vita. Nel luglio [[1931]] assiste, durante ''L'Exposition Coloniale Internationale de Paris'', a uno spettacolo di danzatori dell'isola di Bali, che segna una tappa decisiva nella successiva elaborazione della sua poetica teatrale. Nel [[1934]] pubblica '''''Eliogabalo o l'anarchico incoronato''''' (''Héliogabale ou l'anarchiste couronné''). Nel [[1935]] inaugura il nuovo movimento del '''''Teatro della Crudeltà''''' <ref>Per crudeltà Artaud non intendeva il sadismo, ma la volontà di liberarsi di qualunque elemento non prettamente attinente al testo teatrale. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo e in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola e suscitando nel pubblico una catarsi. Nel teatro Artaud vedeva il luogo della formazione dell'umano e il luogo fondativo di ogni cultura.</ref> (''Théâtre de la Cruauté'') nella sala parigina del ''Théâtre des Folies-Wagram,'' mettendo in scena un suo testo, ''I Cenci'', che però non ha successo.  


Nel [[1936]], anno di inizio della [[Rivoluzione spagnola]], Artaud si reca in [[Messico]], quasi senza denaro. Nei villaggi indios della Sierra Madre Occidentale (chiamata anche Sierra Tarahumara) matura un totale distacco dal mondo occidentale: lo affascinano il peyote (un fungo allucinogeno), le danze solari e la simbiosi che gli indios manifestano con la terra e il suo doppio notturno (la luna). In in terra messicana Artaud dà vita ad una serie di scritti che verranno pubblicati in buona parte nel [[1970]] nella raccolta '''''Messaggi Rivoluzionari'''''. Si riportano due estratti dall'articolo intitolato '''''Anarchia sociale nell'arte''''':  
Nel [[1936]], anno di inizio della [[Rivoluzione spagnola]], Artaud si reca in [[Messico]], quasi senza denaro. Nei villaggi indios della Sierra Madre Occidentale (chiamata anche Sierra Tarahumara) matura un totale distacco dal mondo occidentale: lo affascinano il peyote (un fungo allucinogeno), le danze solari e la simbiosi che gli indios manifestano con la terra e il suo doppio notturno (la luna). In in terra messicana Artaud dà vita ad una serie di scritti che verranno pubblicati in buona parte nel [[1970]] nella raccolta '''''Messaggi Rivoluzionari'''''. <ref>In una delle conferenze messicane Artaud dichirò di fronte all'uditorio di essere arrivato in [[Messico]] in cerca di uomini politici, nel teatro egli vedeva una possibilità di rinascita culturale che aveva una dimensione eminentemente politica e terapeutica: attraverso una «metafisica sperimentale» si trattava di trovare una cura per la malata civiltà europea.</ref> Si riportano due estratti dall'articolo intitolato '''''Anarchia sociale nell'arte''''':  


:''«L'[[arte]] ha il dovere sociale di dare sfogo alle angosce della propria epoca. Un'artista che non ha accolto nel fondo del suo cuore il cuore della propria epoca, l'artista che ignora d'essere un capro espiatorio, e che il suo dovere è di calamitare, di attirare, di far ricadere su di sé le collere erranti dell'epoca per scaricarla dei suo malessere psicologico, non è un artista. Lo sprezzo dei valori intellettuali è alla radice dei mondo moderno. In realtà, questo disprezzo dissimula una profonda ignoranza della natura di questi valori. Ma non possiamo perdere le forze nel tentativo di farlo capire ad un'epoca che, tra gli intellettuali e gli artisti, ha prodotto traditori in gran numero, e, nel popolo, ha generato una collettività, una massa che non vuole capire che lo spirito, cioè l’intelligenza, deve guidare il corso dei tempo»''.
:''«L'[[arte]] ha il dovere sociale di dare sfogo alle angosce della propria epoca. Un'artista che non ha accolto nel fondo del suo cuore il cuore della propria epoca, l'artista che ignora d'essere un capro espiatorio, e che il suo dovere è di calamitare, di attirare, di far ricadere su di sé le collere erranti dell'epoca per scaricarla dei suo malessere psicologico, non è un artista. Lo sprezzo dei valori intellettuali è alla radice dei mondo moderno. In realtà, questo disprezzo dissimula una profonda ignoranza della natura di questi valori. Ma non possiamo perdere le forze nel tentativo di farlo capire ad un'epoca che, tra gli intellettuali e gli artisti, ha prodotto traditori in gran numero, e, nel popolo, ha generato una collettività, una massa che non vuole capire che lo spirito, cioè l’intelligenza, deve guidare il corso dei tempo»''.
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