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Nel [[1951]] tiene la prima mostra personale alla ''Galleria San Fedele'' di Milano, dove espone opere informali. Nel [[1952]], insieme a Sergio Dangelo, firma il ''Manifesto della Pittura Nucleare'' e, nel [[1954]], insieme ad Asger Jorn, fonda il ''Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste'', schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel [[1957]] firma il ''Manifesto Contro lo Stile'', che vuole affermare l'irripetibilità dell’opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein. | Nel [[1951]] tiene la prima mostra personale alla ''Galleria San Fedele'' di Milano, dove espone opere informali. Nel [[1952]], insieme a Sergio Dangelo, firma il ''Manifesto della Pittura Nucleare'' e, nel [[1954]], insieme ad Asger Jorn, fonda il ''Mouvement international pour un Bauhaus Imaginiste'', schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte. Nel [[1957]] firma il ''Manifesto Contro lo Stile'', che vuole affermare l'irripetibilità dell’opera d'arte. Per Baj sono anni di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein. | ||
Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica, contrassegnata da un forte impegno civile che si esprime nei | Nella sua ricerca artistica, che si esprime attraverso collage polimaterici e policromatici, si possono distinguere due tendenze: una più ludica e ironica, in cui prevale il piacere di fare pittura con ogni sorta di materiale, e una più sarcastica, contrassegnata da un forte impegno civile che si esprime nei «'''generali'''» e nelle '''parate militari''' degli anni Sessanta, e ancor più nelle opere degli anni Settanta, come '''''I funerali dell'anarchico Pinelli''''' ([[1972]]) e l'''Apocalisse'' ([[1979]]). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte. Nella serie ''Metamorfosi Metafore'' ([[1988]]) Baj sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura odierna. Degli anni Novanta sono i cicli delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem", che vogliono esprimere il primitivismo moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano. | ||
Numerosi furono i rapporti dell'artista con poeti e letterati italiani e stranieri, che portarono a varie collaborazioni e alla realizzazione di diversi libri d'artista, corredati di stampe o multipli originali. | Numerosi furono i rapporti dell'artista con poeti e letterati italiani e stranieri, che portarono a varie collaborazioni e alla realizzazione di diversi libri d'artista, corredati di stampe o multipli originali. |