Chiesa cattolica: differenze tra le versioni

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La Repubblica Italiana ha esentato la Chiesa dal pagamento dell'Ici (dal [[2013]] pagherà in parte l'Imu, che di fatto sostituisce l'Ici), dell'Irap, dell'Ires. Unendo gli oneri dello [[Stato]] per le mancate tasse sul clero e per l'Otto per Mille, è stato calcolato che la Chiesa costa ai cittadini ben quattro miliardi di euro. Sfidando la decenza, nel [[2005]] la Cei spese ben 9 milioni di euro per farsi campagna pubblicitaria e devolvette solo 3 milioni di euro per i paesi devastati dallo tsunami (lo 0,3% dell'8x1000 totale).
La Repubblica Italiana ha esentato la Chiesa dal pagamento dell'Ici (dal [[2013]] pagherà in parte l'Imu, che di fatto sostituisce l'Ici), dell'Irap, dell'Ires. Unendo gli oneri dello [[Stato]] per le mancate tasse sul clero e per l'Otto per Mille, è stato calcolato che la Chiesa costa ai cittadini ben quattro miliardi di euro. Sfidando la decenza, nel [[2005]] la Cei spese ben 9 milioni di euro per farsi campagna pubblicitaria e devolvette solo 3 milioni di euro per i paesi devastati dallo tsunami (lo 0,3% dell'8x1000 totale).
== Privilegi ecclesiastici del XXI secolo ==
[[Image:Vauro.jpg|thumb|right|300px|L'Otto per Mille in una vignetta di Vauro.]]
Analizzato uno dei più osceni privilegi ecclesiastici (l'otto per mille), è bene soffermarsi su altri vantaggi che lo [[Stato]] italiano consente alle [[La proprietà |proprietà]] ecclesiastiche. Tra queste vi sono - oltre luoghi di culto e sedi di ordini religiosi - anche scuole, musei, biblioteche, università (ben 140!), ospedali. Tuttavia, la Chiesa è proprietaria anche di parecchie attività commerciali collegate alle attività religiose, quali: alberghi, librerie, ristoranti. Secondo un'inchiesta della rivista [[liberale]] «Il Mondo» il patrimonio immobiliare nazionale appartiene alla Chiesa per un quinto. È certo invece che l'erario italiano non abbia mai censito le proprietà clericali, le quali sono amministrate dall'Apsa <ref name="Amministrazione">Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica</ref> guidata oggi dal cardinal Domenico Calcagno e creata nel [[1967]] da Paolo VI. Le attività cattoliche sono sgravate dal pagamento dell'Ici (Imposta comunale sugli immobili), riuscendo così ad avere uno scorretto vantaggio rispetto agli altri privati. Inoltre, l'Anci <ref name="Associazione">Associazione Nazionale Comuni Italiani</ref> ha denunciato una perdita di ben 400 milioni di euro a causa dell'esenzione Ici degli immobili della Santa Sede.
La Repubblica italiana decise di esentare i beni clericali dall'Ici dal [[1992]]; il [[governo]] Amato varò il decreto legislativo 504 istituente la tassa e già prevedente l'esenzione da essa per «i fabbricati di proprietà della Santa Sede». Poco dopo però la Corte Costituzionale si pronunciò per modificare la legge per non far gravare l'imposta sugli «enti non commerciali, per gli immobili ad esclusivo utilizzo finalizzato alla svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, religiose o di culto».
Nel [[2005]] il governo Berlusconi fece un decreto, ribaltante la parola della Corte, che ha ripristinato l'esenzione totale Ici per tutti i beni ecclesiastici. Un anno dopo il governo Prodi, con un cavillo inserito nei decreti Bersani, stabilì che l'Ici non deve essere pagata dagli immobili ad uso «non esclusivamente commerciale». Ciò vuol dire, secondo l'Anci, che solo il 10% delle proprietà cattoliche paga l'imposta. Secondo il giornalista di “Repubblica” Curzio Maltese basterebbe che in una qualsiasi attività commerciale ci sia una cappella o un qualcosa di sacro affinché si possa usufruire dell'esenzione. Nel marzo [[2006]] un gruppo di commercianti, albergatori e ristoratori romani si rivolsero alla commissione per la concorrenza di Bruxelles per denunciare la concorrenza sleale della Chiesa e una violazione in materia di “aiuti di Stato”. L'Unione Europea ha già richiamato l'Italia due volte. Inoltre, le attività cattoliche con l'utilizzo di lavoratori volontari quali preti e suore, aggira le imposte sul lavoro dipendente.
Il governo guidato da Mario Monti ha introdotto un nuovo regime fiscale, che dovrebbe costringere la Chiesa, a partire dal [[2013]], a pagare l'Imu (Imposta Municipale Unica), la tassa sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici. L'Imu dovrà essere pagata solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" attività no-profit, per gli immobili con utilizzazione mista occorrerà distinguere i metri quadrati dove si fanno commercio e guadagni e dove no.  Quindi, la nuova normativa elaborata è talmente complessa da diventare un vero e proprio rebus per “addetti ai lavori” che apre la strada a possibili "scorciatoie" che potranno limitare gli esborsi della chiesa.
Merita attenzione anche il turismo religioso, il quale porta nelle casse della Santa Sede ben 4,5 miliardi di euro l'anno. In [[Italia]] gli utili del turismo sono amministrati dall'«Opera Romana Pellegrinaggi» la quale elude il fisco italiano avendo sede in Città del Vaticano. Emblema del business ecclesiastico è di certo San Giovanni Rotondo, in cui vi sono ben 200 alberghi; 100 ristoranti; una chiesa da 50000 posti; l'ospedale, fondato da Padre Pio, Casa Sollievo dalla Sofferenza (ampio ben 10.0000 mq, con 1.000 posti letto e 2.000 dipendenti); Casa cenacolo Sant'Andrea; Casa per anziani Padre Pio; Centro riabilitazione motoria; Centro accoglienza Santa Maria delle Grazie. Tutti questi beni elencati ricevono sovvenzioni statali.
Non citiamo tutti gli immobili clericali di Roma, ma ricordiamo l'inchiesta de «Il Mondo» secondo cui ben un quarto della città apparterrebbe alla Santa Sede. Il comune di Roma fornisce la Città del Vaticano di 5 milioni di metri cubi d'acqua; ovviamente gratis: il Vaticano non riconosce tassazioni imposte ad essa da stati terzi.
A proposito di sovvenzioni pubbliche ai beni cattolici, si noti come non poche istituzioni locali italiane abbiano preso la spregevole iniziativa. Il comune di Milano devolve 3 milioni agli oratori cattolici; Roma, 2 milioni; la Regione Piemonte, 4 milioni; la Lombardia, 10 milioni; la Puglia, 12 milioni. Ma la palma d'oro andrebbe assegnata di certo alla Regione Sicilia, la quale dona a proprietà di enti cattolici l'80% dei fondi europei, ricevuti da Bruxelles.
Infine, ricordiamo anche che la Chiesa ha il privilegio dell'ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche. Oltre l'[[Italia]], in Europa, solo [[Irlanda]] e [[Cipro]] prevedono tale insegnamento; per il resto si insegna storia delle religioni. Gli insegnanti di [[religione]], pur nominati dal vescovo, sono pagati dallo Stato il quale versa loro ben 950 milioni di euro.
Inoltre, riguardo la scuola, non dimentichiamo i finanziamenti alle scuole cattoliche. Essi sono iniziati nel 2000 con il ministro dell'istruzione Berlinguer, sotto il governo D'Alema, con la legge 62/2000. Questa ha dato 300 miliardi di lire alle scuole private riconosciute paritarie (che sono in maggioranza cattoliche). Tuttavia, questo provvedimento è contrario alla Costituzione, la quale afferma nell'articolo 33: «enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».


== Il «sistema Becciu» <ref>Fonte principale: ''[https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_07/becciu-storia-affari-scandalo-che-ha-sconvolto-vaticano-bb666d28-0876-11eb-ab0e-c425b38361b4.shtml Caso Becciu, la storia e gli affari dello scandalo che ha sconvolto il Vaticano: cosa è successo]''</ref> ==
== Il «sistema Becciu» <ref>Fonte principale: ''[https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_07/becciu-storia-affari-scandalo-che-ha-sconvolto-vaticano-bb666d28-0876-11eb-ab0e-c425b38361b4.shtml Caso Becciu, la storia e gli affari dello scandalo che ha sconvolto il Vaticano: cosa è successo]''</ref> ==
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=== La dama del cardinale e i fondi alla società slovena ===
=== La dama del cardinale e i fondi alla società slovena ===
Ad aggravare la posizione di Becciu è intervenuta la vicenda della «superconsulente vaticana» Cecilia Marogna <ref>[https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_07/cecilia-marogna-bonifici-cardinale-becciu-usata-come-pacco-bomba-fondi-mai-fatto-fattura-9295d9f4-0805-11eb-a1db-10b0d3200beb.shtml Cecilia Marogna e i bonifici del cardinale Becciu: «Usata come un pacco bomba. I fondi? Mai fatto una fattura»]</ref>, alla quale Becciu ha fatto bonificare tramite monsignor Perlasca 500.000 euro per non meglio precisate «missioni diplomatiche» in Africa, al fine di evitare i rischi di attentati a Nunziature e Missioni. Soldi fluiti sui conti Unicredit di una società slovena la cui attività appare quanto meno opaca.
Ad aggravare la posizione di Becciu è intervenuta la vicenda della «superconsulente vaticana» Cecilia Marogna <ref>[https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_07/cecilia-marogna-bonifici-cardinale-becciu-usata-come-pacco-bomba-fondi-mai-fatto-fattura-9295d9f4-0805-11eb-a1db-10b0d3200beb.shtml Cecilia Marogna e i bonifici del cardinale Becciu: «Usata come un pacco bomba. I fondi? Mai fatto una fattura»]</ref>, alla quale Becciu ha fatto bonificare tramite monsignor Perlasca 500.000 euro per non meglio precisate «missioni diplomatiche» in Africa, al fine di evitare i rischi di attentati a Nunziature e Missioni. Soldi fluiti sui conti Unicredit di una società slovena la cui attività appare quanto meno opaca.
== Privilegi ecclesiastici del XXI secolo ==
[[Image:Vauro.jpg|thumb|right|300px|L'Otto per Mille in una vignetta di Vauro.]]
Analizzato uno dei più osceni privilegi ecclesiastici (l'otto per mille), è bene soffermarsi su altri vantaggi che lo [[Stato]] italiano consente alle [[La proprietà |proprietà]] ecclesiastiche. Tra queste vi sono - oltre luoghi di culto e sedi di ordini religiosi - anche scuole, musei, biblioteche, università (ben 140!), ospedali. Tuttavia, la Chiesa è proprietaria anche di parecchie attività commerciali collegate alle attività religiose, quali: alberghi, librerie, ristoranti. Secondo un'inchiesta della rivista [[liberale]] «Il Mondo» il patrimonio immobiliare nazionale appartiene alla Chiesa per un quinto. È certo invece che l'erario italiano non abbia mai censito le proprietà clericali, le quali sono amministrate dall'Apsa <ref name="Amministrazione">Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica</ref> guidata oggi dal cardinal Domenico Calcagno e creata nel [[1967]] da Paolo VI. Le attività cattoliche sono sgravate dal pagamento dell'Ici (Imposta comunale sugli immobili), riuscendo così ad avere uno scorretto vantaggio rispetto agli altri privati. Inoltre, l'Anci <ref name="Associazione">Associazione Nazionale Comuni Italiani</ref> ha denunciato una perdita di ben 400 milioni di euro a causa dell'esenzione Ici degli immobili della Santa Sede.
La Repubblica italiana decise di esentare i beni clericali dall'Ici dal [[1992]]; il [[governo]] Amato varò il decreto legislativo 504 istituente la tassa e già prevedente l'esenzione da essa per «i fabbricati di proprietà della Santa Sede». Poco dopo però la Corte Costituzionale si pronunciò per modificare la legge per non far gravare l'imposta sugli «enti non commerciali, per gli immobili ad esclusivo utilizzo finalizzato alla svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, religiose o di culto».
Nel [[2005]] il governo Berlusconi fece un decreto, ribaltante la parola della Corte, che ha ripristinato l'esenzione totale Ici per tutti i beni ecclesiastici. Un anno dopo il governo Prodi, con un cavillo inserito nei decreti Bersani, stabilì che l'Ici non deve essere pagata dagli immobili ad uso «non esclusivamente commerciale». Ciò vuol dire, secondo l'Anci, che solo il 10% delle proprietà cattoliche paga l'imposta. Secondo il giornalista di “Repubblica” Curzio Maltese basterebbe che in una qualsiasi attività commerciale ci sia una cappella o un qualcosa di sacro affinché si possa usufruire dell'esenzione. Nel marzo [[2006]] un gruppo di commercianti, albergatori e ristoratori romani si rivolsero alla commissione per la concorrenza di Bruxelles per denunciare la concorrenza sleale della Chiesa e una violazione in materia di “aiuti di Stato”. L'Unione Europea ha già richiamato l'Italia due volte. Inoltre, le attività cattoliche con l'utilizzo di lavoratori volontari quali preti e suore, aggira le imposte sul lavoro dipendente.
Il governo guidato da Mario Monti ha introdotto un nuovo regime fiscale, che dovrebbe costringere la Chiesa, a partire dal [[2013]], a pagare l'Imu (Imposta Municipale Unica), la tassa sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici. L'Imu dovrà essere pagata solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" attività no-profit, per gli immobili con utilizzazione mista occorrerà distinguere i metri quadrati dove si fanno commercio e guadagni e dove no.  Quindi, la nuova normativa elaborata è talmente complessa da diventare un vero e proprio rebus per “addetti ai lavori” che apre la strada a possibili "scorciatoie" che potranno limitare gli esborsi della chiesa.
Merita attenzione anche il turismo religioso, il quale porta nelle casse della Santa Sede ben 4,5 miliardi di euro l'anno. In [[Italia]] gli utili del turismo sono amministrati dall'«Opera Romana Pellegrinaggi» la quale elude il fisco italiano avendo sede in Città del Vaticano. Emblema del business ecclesiastico è di certo San Giovanni Rotondo, in cui vi sono ben 200 alberghi; 100 ristoranti; una chiesa da 50000 posti; l'ospedale, fondato da Padre Pio, Casa Sollievo dalla Sofferenza (ampio ben 10.0000 mq, con 1.000 posti letto e 2.000 dipendenti); Casa cenacolo Sant'Andrea; Casa per anziani Padre Pio; Centro riabilitazione motoria; Centro accoglienza Santa Maria delle Grazie. Tutti questi beni elencati ricevono sovvenzioni statali.
Non citiamo tutti gli immobili clericali di Roma, ma ricordiamo l'inchiesta de «Il Mondo» secondo cui ben un quarto della città apparterrebbe alla Santa Sede. Il comune di Roma fornisce la Città del Vaticano di 5 milioni di metri cubi d'acqua; ovviamente gratis: il Vaticano non riconosce tassazioni imposte ad essa da stati terzi.
A proposito di sovvenzioni pubbliche ai beni cattolici, si noti come non poche istituzioni locali italiane abbiano preso la spregevole iniziativa. Il comune di Milano devolve 3 milioni agli oratori cattolici; Roma, 2 milioni; la Regione Piemonte, 4 milioni; la Lombardia, 10 milioni; la Puglia, 12 milioni. Ma la palma d'oro andrebbe assegnata di certo alla Regione Sicilia, la quale dona a proprietà di enti cattolici l'80% dei fondi europei, ricevuti da Bruxelles.
Infine, ricordiamo anche che la Chiesa ha il privilegio dell'ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche. Oltre l'[[Italia]], in Europa, solo [[Irlanda]] e [[Cipro]] prevedono tale insegnamento; per il resto si insegna storia delle religioni. Gli insegnanti di [[religione]], pur nominati dal vescovo, sono pagati dallo Stato il quale versa loro ben 950 milioni di euro.
Inoltre, riguardo la scuola, non dimentichiamo i finanziamenti alle scuole cattoliche. Essi sono iniziati nel 2000 con il ministro dell'istruzione Berlinguer, sotto il governo D'Alema, con la legge 62/2000. Questa ha dato 300 miliardi di lire alle scuole private riconosciute paritarie (che sono in maggioranza cattoliche). Tuttavia, questo provvedimento è contrario alla Costituzione, la quale afferma nell'articolo 33: «enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato».


== Chiesa e pedofilia ==
== Chiesa e pedofilia ==
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