Aldino Felicani: differenze tra le versioni

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A seguito dell'arresto di [[Maria Rygier]], giornalista di «[[Rompete le file!]]» causato dalla polemica per il caso [[Augusto Masetti]] (soldato che nel novembre [[1911]] sparò al suo colonnello in segno di protesta per il conflitto libico), Felicani si fece promotore di una campagna a sostegno di Rygier e Masetti contro l'impresa Tripolina. Ne conseguì che venne incriminato per reati di stampa, ricercato nel [[1914]] fuggì in [[Svizzera]] poi in [[Francia]] ed infine trovò rifugio a Cleveland, negli [[Stati Uniti]].  
A seguito dell'arresto di [[Maria Rygier]], giornalista di «[[Rompete le file!]]» causato dalla polemica per il caso [[Augusto Masetti]] (soldato che nel novembre [[1911]] sparò al suo colonnello in segno di protesta per il conflitto libico), Felicani si fece promotore di una campagna a sostegno di Rygier e Masetti contro l'impresa Tripolina. Ne conseguì che venne incriminato per reati di stampa, ricercato nel [[1914]] fuggì in [[Svizzera]] poi in [[Francia]] ed infine trovò rifugio a Cleveland, negli [[Stati Uniti]].  


A Cleveland il [[23 aprile]] [[1914]] fondò il settimanale «La Gioventù Libertaria», ma solamente dopo tre edizioni chiuse i battenti a causa di continue divergenze con i finanziatori anarchici americani, si spostò a New York dove lanciò il periodico «[[La Questione Sociale]]» ed infine a Boston dove si stabilì definitivamente. Nel Massachusetts curò numerose riviste fra le quali «L'Agitazione» e «[[La Protesta Umana]]» legando il suo nome in modo indissolubile alla tragica vicenda che coinvolse i due immigrati anarchici italiani [[Nicola Sacco]] e [[Bartolomeo Vanzetti]]. Diventato promotore del comitato a loro difesa insieme a personaggi di spicco del mondo intellettuale americano, tramite gli articoli de «L'Agitazione» il caso diventò internazionale suscitando polemiche, campagne e manifestazioni in tutto il mondo. Ogni sforzo fu vano e il [[9 aprile]] [[1927]] i due anarchici furono condannati a morte e successivamente giustiziati sulla sedia elettrica.
A Cleveland il [[23 aprile]] [[1914]] fondò il settimanale «La Gioventù Libertaria», ma solamente dopo tre edizioni chiuse i battenti a causa di continue divergenze con i finanziatori anarchici americani, si spostò a New York dove lanciò il periodico «[[La Questione Sociale (New York)|La Questione Sociale]]» ed infine a Boston dove si stabilì definitivamente. Nel Massachusetts curò numerose riviste fra le quali «L'Agitazione» e «[[La Protesta Umana]]» legando il suo nome in modo indissolubile alla tragica vicenda che coinvolse i due immigrati anarchici italiani [[Nicola Sacco]] e [[Bartolomeo Vanzetti]]. Diventato promotore del comitato a loro difesa insieme a personaggi di spicco del mondo intellettuale americano, tramite gli articoli de «L'Agitazione» il caso diventò internazionale suscitando polemiche, campagne e manifestazioni in tutto il mondo. Ogni sforzo fu vano e il [[9 aprile]] [[1927]] i due anarchici furono condannati a morte e successivamente giustiziati sulla sedia elettrica.


Nonostante la loro condanna, Felicani continuò a sostenere la loro innocenza tramite la stampa e successivamente si dedicò a campagne [[antifascismo|antifasciste]], acquistando nel [[1925]] una piccola azienda tipografa, fondò «L'Aurora» nel [[1929]] e nel [[1938]] «La Controcorrente» a cui collaborarono l'amico Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e Piero Calamandrei. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fino al [[1966]] anno di chiusura definitiva della rivista «Controcorrente» continuò ad interessarsi delle vicende italiane, pubblicando soprattutto biografie dei combattenti della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]].
Nonostante la loro condanna, Felicani continuò a sostenere la loro innocenza tramite la stampa e successivamente si dedicò a campagne [[antifascismo|antifasciste]], acquistando nel [[1925]] una piccola azienda tipografa, fondò «L'Aurora» nel [[1929]] e nel [[1938]] «La Controcorrente» a cui collaborarono l'amico Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi e Piero Calamandrei. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fino al [[1966]] anno di chiusura definitiva della rivista «Controcorrente» continuò ad interessarsi delle vicende italiane, pubblicando soprattutto biografie dei combattenti della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]].
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