Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso <ref>[http://archive.is/nO14#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso <ref>[http://archive.is/nO14#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
Il [[20 febbraio]] [[2002]] anche il Tpo fu coinvolto nelle maxi-perquisizioni e sequestri di materiali informatici operati dalla polizia presso le "sedi" di Indymedia e nel giugno dello stesso anno ospitò l'edizione del [[2002]] dell'[[Hackmeeting]].
Il [[20 febbraio]] [[2002]] anche il Tpo fu coinvolto nelle maxi-perquisizioni e sequestri di materiali informatici operati dalla polizia presso le "sedi" di Indymedia e nel giugno dello stesso anno ospitò l'edizione del [[2002]] dell'[[Hackmeeting]].
In seguito a molteplici dissidi che si protraevano da anni alcune delle componenti del centro si sciolsero o abbandonarono la struttura. Tra questi i gruppi ''H20'', ''Sexi shock'', alcuni collettivi teatrali ed altri gruppi politici. Nel frattempo proseguirono le trattative per l'assegnazione comunale di una nuova sede, avviate già a partire dal trasferimento "provvisorio" in via Lenin con la giunta Guazzaloca e poi continuate con quella Cofferati, alla sola area facente riferimento dei Disobbedienti che era rimasta nello spazio. Nell'autunno del [[2007]] si trovò un accordo per la cessione in affitto per otto anni di una struttura appartenuta alle Ferrovie dello Stato in via Casarini, decisamente più piccola dell'ex Euraquarium ma posta in una zona centrale di Bologna, ed in novembre ci fu il trasferimento <ref>[https://www.globalproject.info:51006/print-13961.html Entro in Centro! - il TpO migra] Comunicato del Tpo, Bologna, novembre 2007</ref>.
In seguito a molteplici dissidi che si protraevano da anni alcune delle componenti del centro si sciolsero o abbandonarono la struttura. Tra questi i gruppi ''H20'', ''Sexi shock'', alcuni collettivi teatrali ed altri gruppi politici. Nel frattempo proseguirono le trattative per l'assegnazione comunale di una nuova sede, avviate già a partire dal trasferimento "provvisorio" in via Lenin con la giunta Guazzaloca e poi continuate con quella Cofferati, alla sola area facente riferimento dei Disobbedienti che era rimasta nello spazio. Nell'autunno del [[2007]] si trovò un accordo per la cessione in affitto per otto anni di una struttura appartenuta alle Ferrovie dello Stato in via Casarini, decisamente più piccola dell'ex Euraquarium ma posta in una zona centrale di Bologna, ed in novembre ci fu il trasferimento <ref>Comunicato del Tpo, Bologna, novembre 2007</ref>.


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