Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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===Teatro Polivalente Occupato (TPO)===
===Teatro Polivalente Occupato (TPO)===
Il [[6 novembre]] [[1995]] alcuni gruppi artistici, in particolare teatranti, occuparono un teatro parte del complesso dell'Accademia di Belle Arti di Bologna in via Irnerio, dando vita al Teatro Polivalente occupato. L'edificio, di proprietà del [[Ministero delle Finanze]] in corso di trasferimento all'Accademia delle Belle Arti <ref>Secondo Marco Morri, esponente del Tpo, l'Accademia delle Belle Arti avrebbe voluto trasformare la struttura in aule, progetto contro il quale nel 1967 si era espresso il Genio Civile per problemi tecnici della struttura cfr. [http://archive.is/nT4x Intervista a Marco Morri del Teatro Polivalente Occupato], Stradanove, Andrea Grilli, 16 marzo 1998</ref>, era stato progettato e costruito nei primi anni 1960 per divenire un teatro, ma non era mai stato completato ed utilizzato <ref>[http://archive.is/ZxJ2 Teatro Polivalente Occupato, Una breve storia], di Andrea Grilli, 16 marzo 1998, Stradanove</ref>.  
Il [[6 novembre]] [[1995]] alcuni gruppi artistici, in particolare teatranti, occuparono un teatro parte del complesso dell'Accademia di Belle Arti di Bologna in via Irnerio, dando vita al Teatro Polivalente occupato. L'edificio, di proprietà del [[Ministero delle Finanze]] in corso di trasferimento all'Accademia delle Belle Arti <ref>Secondo Marco Morri, esponente del Tpo, l'Accademia delle Belle Arti avrebbe voluto trasformare la struttura in aule, progetto contro il quale nel 1967 si era espresso il Genio Civile per problemi tecnici della struttura cfr. [http://archive.is/nT4x Intervista a Marco Morri del Teatro Polivalente Occupato], Stradanove, Andrea Grilli, 16 marzo 1998</ref>, era stato progettato e costruito nei primi anni 1960 per divenire un teatro, ma non era mai stato completato ed utilizzato <ref>[http://archive.is/ZxJ2 Teatro Polivalente Occupato, Una breve storia], di Andrea Grilli, 16 marzo 1998, Stradanove</ref>.  
Gli occupanti eseguirono autonomamente i lavori di adattamento realizzando uno spazio che avrebbe ospitato negli anni seguenti innumerevoli esperienze artistiche (oltre agli spettacoli teatrali da segnalare importanti rassegne di musica [[jazz]]), laboratori di produzione artigianale e realtà politiche. Tra i gruppi più significativi che si stabilirono al Tpo vi furono la sezione locale della rete zapatista ¡Ya basta! ed il nodo principale di [[Indymedia]] Italia <ref>[http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=29 Culture underground e movimenti di opposizione sociale in Italia], conferenza di Antonio Caronia, Milano, ottobre 2003</ref>.
Gli occupanti eseguirono autonomamente i lavori di adattamento realizzando uno spazio che avrebbe ospitato negli anni seguenti innumerevoli esperienze artistiche (oltre agli spettacoli teatrali da segnalare importanti rassegne di musica [[jazz]]), laboratori di produzione artigianale e realtà politiche. Tra i gruppi più significativi che si stabilirono al Tpo vi furono la sezione locale della rete zapatista ¡Ya basta! ed il nodo principale di [[Indymedia]] Italia <ref>[http://archive.is/d8oLH Culture underground e movimenti di opposizione sociale in Italia], conferenza di Antonio Caronia, Milano, ottobre 2003</ref>.
Negli anni seguenti iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale per il trasferimento del Tpo ad altra sede. Nel [[2000]] si trovò un accordo per l'assegnazione temporanea dell'ex Euraquarium di via Lenin, struttura di ben 6500 m² ma posta in un quartiere periferico <ref>''Un acquario per il Tpo'', Repubblica Bologna 5-9-2000, di Andrea Chiarini</ref>. Il [[21 agosto]] [[2000]] venne sgomberato lo spazio in via Irnerio, ufficialmente per motivi di agibilità della struttura, e poco dopo con un grande corteo i collettivi presero possesso della nuova struttura.  
Negli anni seguenti iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale per il trasferimento del Tpo ad altra sede. Nel [[2000]] si trovò un accordo per l'assegnazione temporanea dell'ex Euraquarium di via Lenin, struttura di ben 6500 m² ma posta in un quartiere periferico <ref>''Un acquario per il Tpo'', Repubblica Bologna 5-9-2000, di Andrea Chiarini</ref>. Il [[21 agosto]] [[2000]] venne sgomberato lo spazio in via Irnerio, ufficialmente per motivi di agibilità della struttura, e poco dopo con un grande corteo i collettivi presero possesso della nuova struttura.  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso <ref>[http://archive.is/nO14#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso <ref>[http://archive.is/nO14#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
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