Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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===A.U.L.A.===
===A.U.L.A.===
Aula della Facoltà di Economia occupata di piazza Scaravilli in zona universitaria, occupata<ref>[http://uniboom.gnumerica.org/vogliamotutto.html#2610:_Aula_Occupata_in_Piazza :uN((i))b00m:<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> da più collettivi nell'ottobre 2005 viene sgomberata a distanza di quattro settimane<ref>[http://uniboom.gnumerica.org/vogliamotutto.html#2311:_SGOMBERATA_LA.U.L.A._OCCUPATA :uN((i))b00m:<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Aula della Facoltà di Economia occupata di piazza Scaravilli in zona universitaria, occupata <ref>[http://uniboom.gnumerica.org/vogliamotutto.html#2610:_Aula_Occupata_in_Piazza :uN((i))b00m:<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> da più collettivi nell'ottobre 2005 viene sgomberata a distanza di quattro settimane<ref>[http://uniboom.gnumerica.org/vogliamotutto.html#2311:_SGOMBERATA_LA.U.L.A._OCCUPATA :uN((i))b00m:<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.


===Aula C===
===Aula C===
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===Community Center Santa Insolvenza===
===Community Center Santa Insolvenza===
Occupato da precari e studenti nella giornata di mobilitazione dell'11 novembre 2011 promossa<ref>[http://www.facebook.com/events/179186642163285/ 11.11.11 Occupy The Streets. Occupy The World. | Facebook<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>dalla rete di protesta aggregatasi negli [[Usa]] attorno a [[Occupy Wall Street]], e partecipato anche dagli attivisti della rete TimeOut (costituita<ref name=autogenerato1>[http://vag61.noblogs.org/post/2011/05/06/time-out-tempo-di-sciopero-tempi-di-vita/ Time Out!: tempo di sciopero, tempi di vita | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> a maggio 2011 tra [[#Bartleby|Bartleby]], [[#Vag61|Vag61]], [[#Atlantide|Laboratorio Smaschieramenti]] e gli studenti del collettivo Utopia) ha rappresentato un luogo di democrazia diretta ed ha portato alla nascita di diversi laboratori sulla crisi economica e sul debito. Ubicato in pieno centro a Bologna, presso l'ex Cinema Arcobaleno di Piazza Re Enzo, subisce a distanza di cinque giorni uno sgombero di Polizia<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/16/bologna-sgombero-forzato-indignati-avevano-occupato-vecchio-cinema/171047/ Bologna, sgombero all'alba per 200 indignati: avevano occupato un cinema (video) | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Durante i giorni di occupazione, il cinema è stato riattivando, proiettando documentari e cortometraggi.
Occupato da precari e studenti nella giornata di mobilitazione dell'11 novembre 2011 promossa <ref>[http://www.facebook.com/events/179186642163285/ 11.11.11 Occupy The Streets. Occupy The World. | Facebook<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>dalla rete di protesta aggregatasi negli [[Usa]] attorno a [[Occupy Wall Street]], e partecipato anche dagli attivisti della rete TimeOut (costituita<ref name=autogenerato1>[http://vag61.noblogs.org/post/2011/05/06/time-out-tempo-di-sciopero-tempi-di-vita/ Time Out!: tempo di sciopero, tempi di vita | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> a maggio 2011 tra [[#Bartleby|Bartleby]], [[#Vag61|Vag61]], [[#Atlantide|Laboratorio Smaschieramenti]] e gli studenti del collettivo Utopia) ha rappresentato un luogo di democrazia diretta ed ha portato alla nascita di diversi laboratori sulla crisi economica e sul debito. Ubicato in pieno centro a Bologna, presso l'ex Cinema Arcobaleno di Piazza Re Enzo, subisce a distanza di cinque giorni uno sgombero di Polizia <ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/16/bologna-sgombero-forzato-indignati-avevano-occupato-vecchio-cinema/171047/ Bologna, sgombero all'alba per 200 indignati: avevano occupato un cinema (video) | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Durante i giorni di occupazione, il cinema è stato riattivando, proiettando documentari e cortometraggi.
Gli occupanti si dichiaravano devoti a [[Santa Insolvenza]], immaginaria protettrice di chi non vuole pagare debiti privati né sovrani<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/11/preghiera-santa-insolvenza/169737/ La preghiera di Santa Insolvenza | San Precario | Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Gli occupanti si dichiaravano devoti a [[Santa Insolvenza]], immaginaria protettrice di chi non vuole pagare debiti privati né sovrani<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/11/preghiera-santa-insolvenza/169737/ La preghiera di Santa Insolvenza | San Precario | Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>


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Circolo [[anarchismo|anarchico]] posizionato dentro il cassero di Porta Santo Stefano (nella metà opposta a quella dove si trova ''Atlantide''). La sede venne concessa ad un affitto simbolico dal Comune di Bologna come risarcimento per l'esproprio avvenuto in epoca fascista della sede dell'[[Unione Sindacale Italiana|USI]], presso la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame<ref>[http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm Biografia di Libero Fantazzini], Tomaso Marabini, Roberto Zani, 24 aprile 2003</ref>. Grazie anche al sostegno dell'[[ANPI]], con cui avevano mantenuto buoni rapporti, i militanti anarchici bolognesi, tra cui [[Libero Fantazzini]] e [[Elio Xerri]], riuscirono ad ottenere l'edificio ed inaugurare la sede il [[5 agosto]] [[1972]]. Il circolo, che fu intitolato a [[Camillo Berneri]], andò ad affiancare l'altra sede anarchica bolognese "''Cafiero''" di via Paglietta.  
Circolo [[anarchismo|anarchico]] posizionato dentro il cassero di Porta Santo Stefano (nella metà opposta a quella dove si trova ''Atlantide''). La sede venne concessa ad un affitto simbolico dal Comune di Bologna come risarcimento per l'esproprio avvenuto in epoca fascista della sede dell'[[Unione Sindacale Italiana|USI]], presso la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame<ref>[http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm Biografia di Libero Fantazzini], Tomaso Marabini, Roberto Zani, 24 aprile 2003</ref>. Grazie anche al sostegno dell'[[ANPI]], con cui avevano mantenuto buoni rapporti, i militanti anarchici bolognesi, tra cui [[Libero Fantazzini]] e [[Elio Xerri]], riuscirono ad ottenere l'edificio ed inaugurare la sede il [[5 agosto]] [[1972]]. Il circolo, che fu intitolato a [[Camillo Berneri]], andò ad affiancare l'altra sede anarchica bolognese "''Cafiero''" di via Paglietta.  
Attorno al circolo ''Berneri'' ruotarono le principali esperienze della Bologna anarchica degli anni successivi: la ''libreria del Picchio'', la ''libreria-osteria dell'Onagro'', l'''osteria-music hall della Talpa'' (in seguito ''Punkreas''), i ''Nuclei Libertari di Fabbrica'', i ''Nuclei Liberari degli studenti'', il ''Nucleo Anarchico Universitario'', i gruppi "''Pensiero e Azione''", "''Azione Anarchica''", "''Autogestione''" fino alla costituzione della ''Federazione Anarchica Bolognese'' nel [[1975]]<ref>[http://libreriailpicchio.blogspot.com/2006/12/blog-post_21.html Se trent'anni vi sembran pochi... Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"]</ref>.  
Attorno al circolo ''Berneri'' ruotarono le principali esperienze della Bologna anarchica degli anni successivi: la ''libreria del Picchio'', la ''libreria-osteria dell'Onagro'', l'''osteria-music hall della Talpa'' (in seguito ''Punkreas''), i ''Nuclei Libertari di Fabbrica'', i ''Nuclei Liberari degli studenti'', il ''Nucleo Anarchico Universitario'', i gruppi "''Pensiero e Azione''", "''Azione Anarchica''", "''Autogestione''" fino alla costituzione della ''Federazione Anarchica Bolognese'' nel [[1975]]<ref>[http://libreriailpicchio.blogspot.com/2006/12/blog-post_21.html Se trent'anni vi sembran pochi... Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"]</ref>.  
Negli [[anni 1990]] a Bologna si è andata delineando una spaccatura tra i militanti anarchici legati alla [[Federazione Anarchica Italiana]], alla quale è sempre stato legato il Circolo Berneri, e gruppi anarchici non organizzati, spesso definiti dai [[media]] «[[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalisti]]». Nella notte del [[31 agosto]] [[1996]] un episodio sancisce la rottura: una festa di protesta organizzata dai gruppi autonomi al circolo Berneri, prestato per l'occasione, degenera a causa di alcuni militanti ubriachi che richiedono soldi alle auto che transitano. Intervengono le forze dell'ordine che assediano fino al mattino i partecipanti all'iniziativa barricati dentro al Berneri ed un centinaio di militanti del circolo e delle realtà di movimento bolognesi che tentano di frapporsi tra polizia e assediati, mentre dal tetto dell'edificio vengono lanciate tegole e vengono contestati anche i militanti sopraggiunti. Il circolo Berneri e la [[FAI]] condannarono «certi atti teppistici e provocatori, lontani dall'etica anarchica, che hanno messo a repentaglio l'incolumità della sede», provocando la rottura definitiva<ref>[http://squat.net/tmc/msg02445.html Repubblica on-line del 13-1-2002]<br />[http://www.tmcrew.org/news/cassero.htm Assediato il Cassero Anarchico]<br />''Pacchi bomba, indagini a Bologna'', Sara Menafra, Il Manifesto, 14 gennaio 2004</ref>.
Negli [[anni 1990]] a Bologna si è andata delineando una spaccatura tra i militanti anarchici legati alla [[Federazione Anarchica Italiana]], alla quale è sempre stato legato il Circolo Berneri, e gruppi anarchici non organizzati, spesso definiti dai [[media]] «[[anarco-insurrezionalismo|anarco-insurrezionalisti]]». Nella notte del [[31 agosto]] [[1996]] un episodio sancisce la rottura: una festa di protesta organizzata dai gruppi autonomi al circolo Berneri, prestato per l'occasione, degenera a causa di alcuni militanti ubriachi che richiedono soldi alle auto che transitano. Intervengono le forze dell'ordine che assediano fino al mattino i partecipanti all'iniziativa barricati dentro al Berneri ed un centinaio di militanti del circolo e delle realtà di movimento bolognesi che tentano di frapporsi tra polizia e assediati, mentre dal tetto dell'edificio vengono lanciate tegole e vengono contestati anche i militanti sopraggiunti. Il circolo Berneri e la [[FAI]] condannarono «certi atti teppistici e provocatori, lontani dall'etica anarchica, che hanno messo a repentaglio l'incolumità della sede», provocando la rottura definitiva <ref>[http://squat.net/tmc/msg02445.html Repubblica on-line del 13-1-2002]<br />[http://www.tmcrew.org/news/cassero.htm Assediato il Cassero Anarchico]<br />''Pacchi bomba, indagini a Bologna'', Sara Menafra, Il Manifesto, 14 gennaio 2004</ref>.


===CCA Peace Maker (Imola)===
===CCA Peace Maker (Imola)===
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===Fabbrika===
===Fabbrika===
Ex fabbrica occupata nel [[1990]], in via Sebastiano Serlio dietro la stazione di Bologna<ref>Cfr. [http://www.ngvision.org/mediabase/781 documento video] sulle occupazioni bolognesi dei primi anni 90' dal sito ngvision.org</ref>. Autogestita da extracomunitari, studenti, homeless e lavoratori. Si trattava di un'area di oltre 3 ettari con molto spazio verde e diversi edifici: teatro, piccionaia/stalla, centro sociale, x90, etc., ognuno con una funzione culturale, politica o residenziale. Il centro sociale vero e proprio nacque a seguito di una serie di cruenti conflitti interni e riporto' all'interno dello spazio i principi dell'autogestione. In seguito dalla collaborazione tra le diverse anime e la comunita migrante nacque il comitato senza frontiere che si impegno' in decine di occupazioni residenziali tra cui quella di via stalingrado. Oltre all'attività politica, tra cui va segnalata l'organizzazione un grande corteo di migranti per il diritto alla casa, numerose furono le manifestazioni teatrali ed artistiche che ebbero luogo presso il centro sociale. Il [[28 dicembre]] 1990 venne attuata la decisione presa dall'amministrazione con il ''piano antioccupazioni'': all'alba decine di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa coadiuvati da operai di un'impresa edile emiliana col volto travisato entrarono nell'ex area industriale; in poche ore tutti i capannoni del complesso vennero demoliti.
Ex fabbrica occupata nel [[1990]], in via Sebastiano Serlio dietro la stazione di Bologna <ref>Cfr. [http://www.ngvision.org/mediabase/781 documento video] sulle occupazioni bolognesi dei primi anni 90' dal sito ngvision.org</ref>. Autogestita da extracomunitari, studenti, homeless e lavoratori. Si trattava di un'area di oltre 3 ettari con molto spazio verde e diversi edifici: teatro, piccionaia/stalla, centro sociale, x90, etc., ognuno con una funzione culturale, politica o residenziale. Il centro sociale vero e proprio nacque a seguito di una serie di cruenti conflitti interni e riporto' all'interno dello spazio i principi dell'autogestione. In seguito dalla collaborazione tra le diverse anime e la comunita migrante nacque il comitato senza frontiere che si impegno' in decine di occupazioni residenziali tra cui quella di via stalingrado. Oltre all'attività politica, tra cui va segnalata l'organizzazione un grande corteo di migranti per il diritto alla casa, numerose furono le manifestazioni teatrali ed artistiche che ebbero luogo presso il centro sociale. Il [[28 dicembre]] 1990 venne attuata la decisione presa dall'amministrazione con il ''piano antioccupazioni'': all'alba decine di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa coadiuvati da operai di un'impresa edile emiliana col volto travisato entrarono nell'ex area industriale; in poche ore tutti i capannoni del complesso vennero demoliti.


===Hobo===
===Hobo===
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La storia del Lazzaretto è dunque fatta di tante storie che confluiscono l'una nell'altra, ognuna andrebbe raccontata e nessuna di queste, certamente, verrà dimenticata.
La storia del Lazzaretto è dunque fatta di tante storie che confluiscono l'una nell'altra, ognuna andrebbe raccontata e nessuna di queste, certamente, verrà dimenticata.
Alla fine del [[2009]] Via del Lazzaretto viene abbandonata per cause di forza maggiore: un progetto enorme e dispendioso, finanziato dal Comune e da enti privati, prevede l'abbattimento del casolare.
Alla fine del [[2009]] Via del Lazzaretto viene abbandonata per cause di forza maggiore: un progetto enorme e dispendioso, finanziato dal Comune e da enti privati, prevede l'abbattimento del casolare.
La ricerca spasmodica di una nuova soluzione che garantisca la continuità della nostra incredibile avventura ci porta, in seguito a un accordo con il Comune, a gestire un piccolo spazio in Via Mattei, a patto della transitorietà della permanenza<ref>[http://radio.rcdc.it/archives/nuova-casa-temporanea-per-il-lazzaretto-40354/ Nuova casa temporanea per il Lazzaretto | Città del capo - Radio metropolitana | RCDC.IT<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.  
La ricerca spasmodica di una nuova soluzione che garantisca la continuità della nostra incredibile avventura ci porta, in seguito a un accordo con il Comune, a gestire un piccolo spazio in Via Mattei, a patto della transitorietà della permanenza <ref>[http://radio.rcdc.it/archives/nuova-casa-temporanea-per-il-lazzaretto-40354/ Nuova casa temporanea per il Lazzaretto | Città del capo - Radio metropolitana | RCDC.IT<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.  
Le trattative continuano anche durante le tormentate vicende politiche che portano al commissariamento della città e, nel maggio-giugno 2010, in seguito a una proposta avanzata dal Lazzaretto, si ottiene in concessione la struttura di Via del Battirame.
Le trattative continuano anche durante le tormentate vicende politiche che portano al commissariamento della città e, nel maggio-giugno 2010, in seguito a una proposta avanzata dal Lazzaretto, si ottiene in concessione la struttura di Via del Battirame.
I lavori di recupero del bene comunale in Via del Battirame iniziano il [[26 gennaio]] [[2011]], fino al luglio [[2011]], quando il neo-sindaco Merola, in occasione di un incontro con Cna, rifiuta in maniera repentina e ingiustificata la sede di Via del Battirame al Lazzaretto<ref>[http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/14-luglio-2011/merola-il-lazzaretto-non-andra-roveri-1901091090211.shtml Merola: «Il Lazzaretto non andrà alle Roveri» - Corriere di Bologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
I lavori di recupero del bene comunale in Via del Battirame iniziano il [[26 gennaio]] [[2011]], fino al luglio [[2011]], quando il neo-sindaco Merola, in occasione di un incontro con Cna, rifiuta in maniera repentina e ingiustificata la sede di Via del Battirame al Lazzaretto<ref>[http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/14-luglio-2011/merola-il-lazzaretto-non-andra-roveri-1901091090211.shtml Merola: «Il Lazzaretto non andrà alle Roveri» - Corriere di Bologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
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===Teatro Polivalente Occupato (TPO)===
===Teatro Polivalente Occupato (TPO)===
Il [[6 novembre]] [[1995]] alcuni gruppi artistici, in particolare teatranti, occuparono un teatro parte del complesso dell'Accademia di Belle Arti di Bologna in via Irnerio, dando vita al Teatro Polivalente occupato. L'edificio, di proprietà del [[Ministero delle Finanze]] in corso di trasferimento all'Accademia delle Belle Arti<ref>Secondo Marco Morri, esponente del Tpo, l'Accademia delle Belle Arti avrebbe voluto trasformare la struttura in aule, progetto contro il quale nel 1967 si era espresso il Genio Civile per problemi tecnici della struttura cfr. [http://www.stradanove.net/news/testi/novita/ngri1603980.html Intervista a Marco Morri del Teatro Polivalente Occupato], Stradanove, Andrea Grilli, 16 marzo 1998</ref>, era stato progettato e costruito nei primi anni 1960 per divenire un teatro, ma non era mai stato completato ed utilizzato<ref>[http://www.stradanove.net/news/testi/novita/ngri1603981.html Teatro Polivalente Occupato, Una breve storia], di Andrea Grilli, 16 marzo 1998, Stradanove</ref>.  
Il [[6 novembre]] [[1995]] alcuni gruppi artistici, in particolare teatranti, occuparono un teatro parte del complesso dell'Accademia di Belle Arti di Bologna in via Irnerio, dando vita al Teatro Polivalente occupato. L'edificio, di proprietà del [[Ministero delle Finanze]] in corso di trasferimento all'Accademia delle Belle Arti<ref>Secondo Marco Morri, esponente del Tpo, l'Accademia delle Belle Arti avrebbe voluto trasformare la struttura in aule, progetto contro il quale nel 1967 si era espresso il Genio Civile per problemi tecnici della struttura cfr. [http://www.stradanove.net/news/testi/novita/ngri1603980.html Intervista a Marco Morri del Teatro Polivalente Occupato], Stradanove, Andrea Grilli, 16 marzo 1998</ref>, era stato progettato e costruito nei primi anni 1960 per divenire un teatro, ma non era mai stato completato ed utilizzato<ref>[http://www.stradanove.net/news/testi/novita/ngri1603981.html Teatro Polivalente Occupato, Una breve storia], di Andrea Grilli, 16 marzo 1998, Stradanove</ref>.  
Gli occupanti eseguirono autonomamente i lavori di adattamento realizzando uno spazio che avrebbe ospitato negli anni seguenti innumerevoli esperienze artistiche (oltre agli spettacoli teatrali da segnalare importanti rassegne di musica [[jazz]]), laboratori di produzione artigianale e realtà politiche. Tra i gruppi più significativi che si stabilirono al Tpo vi furono la sezione locale della rete zapatista ¡Ya basta! ed il nodo principale di [[Indymedia]] Italia<ref>[http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=29 Culture underground e movimenti di opposizione sociale in Italia], conferenza di Antonio Caronia, Milano, ottobre 2003</ref>.
Gli occupanti eseguirono autonomamente i lavori di adattamento realizzando uno spazio che avrebbe ospitato negli anni seguenti innumerevoli esperienze artistiche (oltre agli spettacoli teatrali da segnalare importanti rassegne di musica [[jazz]]), laboratori di produzione artigianale e realtà politiche. Tra i gruppi più significativi che si stabilirono al Tpo vi furono la sezione locale della rete zapatista ¡Ya basta! ed il nodo principale di [[Indymedia]] Italia <ref>[http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=29 Culture underground e movimenti di opposizione sociale in Italia], conferenza di Antonio Caronia, Milano, ottobre 2003</ref>.
Negli anni seguenti iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale per il trasferimento del Tpo ad altra sede. Nel [[2000]] si trovò un accordo per l'assegnazione temporanea dell'ex Euraquarium di via Lenin, struttura di ben 6500 m² ma posta in un quartiere periferico<ref>''Un acquario per il Tpo'', Repubblica Bologna 5-9-2000, di Andrea Chiarini</ref>. Il [[21 agosto]] [[2000]] venne sgomberato lo spazio in via Irnerio, ufficialmente per motivi di agibilità della struttura, e poco dopo con un grande corteo i collettivi presero possesso della nuova struttura.  
Negli anni seguenti iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale per il trasferimento del Tpo ad altra sede. Nel [[2000]] si trovò un accordo per l'assegnazione temporanea dell'ex Euraquarium di via Lenin, struttura di ben 6500 m² ma posta in un quartiere periferico<ref>''Un acquario per il Tpo'', Repubblica Bologna 5-9-2000, di Andrea Chiarini</ref>. Il [[21 agosto]] [[2000]] venne sgomberato lo spazio in via Irnerio, ufficialmente per motivi di agibilità della struttura, e poco dopo con un grande corteo i collettivi presero possesso della nuova struttura.  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso<ref>[http://www.bologna.social-forum.org/bsf/cs/cpt_via_mattei_smontato.htm#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
Il nuovo Tpo si avvicinò progressivamente negli anni successivi al movimento definito delle [[Tute bianche]] e poi dei [[Disobbedienti]], divenendone uno dei centri più rilevanti. Il [[25 gennaio]] [[2001]] i militanti del centro sociale diedero vita ad una manifestazione contro il [[Centro di permanenza temporanea]] in via di apertura in via Mattei. Si tenne un grosso presidio con la partecipazione di militanti di tutti i movimenti radicali bolognesi che si concluse con lo "smontaggio" dello stesso<ref>[http://www.bologna.social-forum.org/bsf/cs/cpt_via_mattei_smontato.htm#Anchor-Comunicato-3800 Smontato il CPT di Via Mattei], comunicati dei movimenti dal sito del Bologna Social Forum. Sito consultato il 10-5-2008</ref>. In seguito all'invasione della struttura ed agli scontri seguiti da diverse cariche della polizia furono rinviate a giudizio 47 persone, tra cui: alcuni esponenti dell'area dei Disobbedienti come [[Luca Casarini]], Carlo Bottos, Domenico Mucignat e Gianmarco De Pieri; il segretario bolognese di [[Rifondazione Comunista]] Tiziano Loreti ed altri esponenti del suo partito, l'assessore Antonio Amorosi ed alcuni esponenti dei Verdi con accuse di diverso grado, da "manifestazione non autorizzate ad invasione di edificio" a "danneggiamento". <ref>Adnkronos, 18 gennaio 2007</ref>. Il processo è attualmente ancora nella fase di apertura del dibattimento (marzo 2008).  
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===Vag61===
===Vag61===
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€. <ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Vag61 nacque con l'occupazione del ex Dopolavoro dei Monopoli di Stato in Via Azzo Gardino 61 il [[6 dicembre]] [[2003]], allo scopo di creare un ''media center''. Dopo le proteste dei proprietari dello stabile, i Monopoli di Stato, e nonostante un appello con migliaia di firmatari per la salvaguardia del Vag, il centro fu sgomberato il [[29 dicembre]] successivo<ref>[http://www.vag61.info/vag61/indices/index_43.html Un Media Center per la città. Un po' di storia...] dal sito del Vag61</ref>. Iniziarono le trattative con l'amministrazione comunale, in particolare tramite ''Valerio Monteventi'', consigliere comunale dal [[1990]] e rieletto nel [[2004]] come indipendente nelle liste di [[Rifondazione Comunista]], attivista del centro, per ottenere una nuova sede. Fu così assegnato al Vag l'edificio in via Paolo Fabbri 110, archivio della Procura della Repubblica del Tribunale in via di smantellamento. Dopo la ristrutturazione dello stabile il [[9 ottobre]] [[2004]] riaprì nella nuova sede, per la quale corrisponde al comune un affitto annuo di 14.000€. <ref>[http://urp.comune.bologna.it/AlboPretorio/Albo.nsf/2e18b8b75084251541256b030063b599/fee6b5d5b39a4a1ac1256eb100254257?OpenDocument Comune di Bologna, Deliberazioni di giunta e consiglio n.231/2004 del 10/06/2004]</ref>.  Nel 2008 i pagamenti vennero sospesi per qualche tempo, in risposta <ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2397.html Vag61 di nuovo sotto attacco<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ad un'ordinanza comunale che autorizza la Polizia Giudiziaria a porre i sigilli allo stabile qualora venissero somministrati cibi o bevande o riprodotta musica senza le dovute autorizzazioni. La convenzione è scaduta nell'agosto 2010 e non è ancora stata rinnovata. A novembre 2010 il centro sociale rese nota l'intenzione del Comune di Bologna, allora amministrato dal Commissario [[Anna Maria Cancellieri]] di trasferire la sede altrove. Ci furono proteste<ref>[http://vag61.noblogs.org/post/2010/11/29/vag61-ancora-sotto-tiro-ma-lanomalia-non-si-arrende/ VAG61 ANCORA SOTTO TIRO, MA L'ANOMALIA NON SI ARRENDE (comunicato) | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e l'amministrazione commissariale tornò sui suoi passi
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra<ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Il '' progetto media center'' si propone di fornire libero accesso alla comunicazione indipendente alla cittadinanza, e in particolare ai migranti, studenti, minoranze, associazioni no-profit. Hanno inoltre sede nel centro sociale il ''Centro di documentazione dei Movimenti Francesco Lorusso/Carlo Giuliani'', il ''Collettivo studenti medi Utòpia''<ref>[http://vag61.noblogs.org/utopia/ Utopia | Vag61 Spazio Libero Autogestito<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, il ''Gruppo video Occhiovago'', le autoproduzioni musicali ''Studio61'', la ''Brigata cucinieri della Cirenaica'', un mercato settimanale dei produttori biologici organizzato dall'associazione Campiaperti<ref>[http://www.campiaperti.org/Mercati.htm Campiaperti.org]</ref>, la redazione del giornale cartaceo e online ''Zic.it - Zero in Condotta''<ref>[http://www.zic.it/chi-siamo/ Chi siamo]</ref>, il progetto di produzioni di spettacolo per adolescenti a rischio del quartiere Pilastro ''Katun Party''. Vag61 è stato in passato anche sede della ''Rete Universitaria'', collettivo studentesco attivo dal novembre 2003, fino al suo scioglimento nel febbraio 2007<ref>[http://reteuniversitariabologna.noblogs.org/post/2006/12/22/chisiamo Chi siamo | reteuniversitariabologna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dell'emittente ''Radio Città Fujiko'', che trasmetteva dal primo piano dello stabile, e che ha traslocato in una nuova sede nel 2008 a seguito di dissidi sulla trasmissione di spot elettorali di estrema destra <ref>[http://www.vag61.info/vag61/articles/art_2511.html Vag61 sugli spot elettorali fascisti su Radiocittà fujiko<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e di altre realtà come il ''network della comunicazione antagonista Malabocca'' (attivo per circa un anno nel 2007-2008), il ''Bologna Free Software Forum'', il progetto informatico ''Comodino'', l'''UFO - unione fotografi organizzati''.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Nel maggio [[2011]], con altri collettivi e centri sociali cittadini, Vag61 costituisce la Rete ''TimeOut''<ref name=autogenerato1 />, che a sua volta si riconosce, a livello nazionale, negli ''Stati generali della precarietà '', di cui a settembre proprio negli spazi di via Paolo Fabbri viene ospitata la quarta assemblea nazionale<ref>[http://www.scioperoprecario.org/2011/09/bologna-25-settembre-costituente-dello-sciopero-precario/ BOLOGNA, 25 SETTEMBRE: COSTITUENTE DELLO SCIOPERO PRECARIO » Sciopero Precario<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.


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===Libera===
===Libera===
{{vedi|Libera}}
{{vedi|Libera}}
Il collettivo anarchico degli "''agitati''", che dal [[26 settembre]] [[1998]] gestisce la biblioteca "''Unidea''" a Modena, ha occupato nel giugno del [[2000]] un casolare nella campagna modenese, vicino a Marzaglia. Dal [[2003]] si profila la volontà dell'amministrazione comunale di procedere allo sgombero, in quanto l'edificio si trova nell'area sulla quale dovrebbe sorgere un nuovo autodromo. Libera, assieme alle associazioni ecologiste, inizia una battaglia contro la pista, che andrebbe a distruggere un'area di 25 ettari di verde. Contro di essa e contro le cave di ghiaia che mettono a rischio le falde acquifere della zona negli anni successivi vengono organizzate dal centro sociale numerose iniziative, tra cui sei cortei a Modena<ref>[http://www.senzagoverno.org/n1/pdf/lottadilibera.pdf La lotta di Libera], Pdf consultato il 23-2-2008</ref>. Le amministrazioni locali si sono offerte di trovare un nuovo spazio per il centro sociale<ref>[http://www.ainfos.ca/04/sep/ainfos00417.html Comunicato di Libera del 23-9-2004] Sito consultato il 23-2-2008</ref>, ma l'opposizione al progetto è continuata, rivendicando un preesistente vincolo nel lascito dei terreni interessati che dovrebbero essere usati per "impianti sportivi, ricreativi ad uso pubblico"<ref>[http://archive.is/OlG3 4 NO all'Autodromo di Marzaglia] Consultato il 23-2-2008</ref>. Nel gennaio del [[2008]] il progetto ha ricevuto una valutazione di impatto ambientale positiva<ref>[http://www.modena2000.it/modules.php?name=News&file=article&sid=68052&mode=thread&order=1 Valutazione impatto ambientale pista Marzaglia], Modena 2000, 15-01-2008</ref> ed i lavori dovrebbero partire nei mesi seguenti.  
Il collettivo anarchico degli "''agitati''", che dal [[26 settembre]] [[1998]] gestisce la biblioteca "''Unidea''" a Modena, ha occupato nel giugno del [[2000]] un casolare nella campagna modenese, vicino a Marzaglia. Dal [[2003]] si profila la volontà dell'amministrazione comunale di procedere allo sgombero, in quanto l'edificio si trova nell'area sulla quale dovrebbe sorgere un nuovo autodromo. Libera, assieme alle associazioni ecologiste, inizia una battaglia contro la pista, che andrebbe a distruggere un'area di 25 ettari di verde. Contro di essa e contro le cave di ghiaia che mettono a rischio le falde acquifere della zona negli anni successivi vengono organizzate dal centro sociale numerose iniziative, tra cui sei cortei a Modena <ref>[http://www.senzagoverno.org/n1/pdf/lottadilibera.pdf La lotta di Libera], Pdf consultato il 23-2-2008</ref>. Le amministrazioni locali si sono offerte di trovare un nuovo spazio per il centro sociale<ref>[http://www.ainfos.ca/04/sep/ainfos00417.html Comunicato di Libera del 23-9-2004] Sito consultato il 23-2-2008</ref>, ma l'opposizione al progetto è continuata, rivendicando un preesistente vincolo nel lascito dei terreni interessati che dovrebbero essere usati per "impianti sportivi, ricreativi ad uso pubblico"<ref>[http://archive.is/OlG3 4 NO all'Autodromo di Marzaglia] Consultato il 23-2-2008</ref>. Nel gennaio del [[2008]] il progetto ha ricevuto una valutazione di impatto ambientale positiva <ref>[http://www.modena2000.it/modules.php?name=News&file=article&sid=68052&mode=thread&order=1 Valutazione impatto ambientale pista Marzaglia], Modena 2000, 15-01-2008</ref> ed i lavori dovrebbero partire nei mesi seguenti.  


Peculiarità del centro sociale anarchico è stato negli anni l'impegno all'autoproduzione: gran parte delle necessità per la vita del centro vengono soddisfatte dall'orto, frutteto, dai pannelli solari autocostruiti, dall'impianto di fito-depurazione per l'acqua. Viene inoltre prodotto il giornale informativo "''Stellanera''" ed è in corso un'operazione di rimboschimento del vicino boschetto minacciato dall'autodromo.
Peculiarità del centro sociale anarchico è stato negli anni l'impegno all'autoproduzione: gran parte delle necessità per la vita del centro vengono soddisfatte dall'orto, frutteto, dai pannelli solari autocostruiti, dall'impianto di fito-depurazione per l'acqua. Viene inoltre prodotto il giornale informativo "''Stellanera''" ed è in corso un'operazione di rimboschimento del vicino boschetto minacciato dall'autodromo.
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===Mario Lupo [SGOMBERATO]===
===Mario Lupo [SGOMBERATO]===
{{approff|Mario Lupo}}
{{approff|Mario Lupo}}
Lo stabile dell'ex Macello in piazzale Allende venne occupato nel [[1977]] da un insieme di gruppi politici di varia natura<ref>[http://www.parmantifascista.org/images/stories/intro.pdf Dossier sulla storia del Mario Lupo – Dicembre 2006]</ref>. Negli anni seguenti la diffusione dell'[[eroina]] distrusse in gran parte il movimento parmense e nel [[1979]] il comune ristrutturò l'edificio per farne un centro sociale. L'ex macello divenne un'osteria con un comitato di gestione, a cui è affidato dal Consiglio di Quartiere. Il locale continua ad essere molto frequentato da tossicodipendenti, e nel [[1981]] si allontana dal centro l'ultima componente politica. Nei primi [[anni 1980]] il circolo venne intitolato alla memoria di [[Mario Lupo (militante comunista)|Mario Lupo]], militante di [[Lotta continua]] ucciso a coltellate nel [[1972]] da alcuni [[Neofascismo|neofascisti]].  
Lo stabile dell'ex Macello in piazzale Allende venne occupato nel [[1977]] da un insieme di gruppi politici di varia natura <ref>[http://www.parmantifascista.org/images/stories/intro.pdf Dossier sulla storia del Mario Lupo – Dicembre 2006]</ref>. Negli anni seguenti la diffusione dell'[[eroina]] distrusse in gran parte il movimento parmense e nel [[1979]] il comune ristrutturò l'edificio per farne un centro sociale. L'ex macello divenne un'osteria con un comitato di gestione, a cui è affidato dal Consiglio di Quartiere. Il locale continua ad essere molto frequentato da tossicodipendenti, e nel [[1981]] si allontana dal centro l'ultima componente politica. Nei primi [[anni 1980]] il circolo venne intitolato alla memoria di [[Mario Lupo (militante comunista)|Mario Lupo]], militante di [[Lotta continua]] ucciso a coltellate nel [[1972]] da alcuni [[Neofascismo|neofascisti]].  


Nel maggio del [[1982]] partì la prima iniziativa per rendere il "Mario Lupo" un centro di documentazione, ma le spaccature interne impedirono al progetto di decollare. Dal [[1983]] divenne un circolo [[Arci]], nuovamente funzionante solamente come osteria, comunque punto di riferimento per le esperienze della sinistra extraparlamentare parmense degli anni 80'.  
Nel maggio del [[1982]] partì la prima iniziativa per rendere il "Mario Lupo" un centro di documentazione, ma le spaccature interne impedirono al progetto di decollare. Dal [[1983]] divenne un circolo [[Arci]], nuovamente funzionante solamente come osteria, comunque punto di riferimento per le esperienze della sinistra extraparlamentare parmense degli anni 80'.  
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Dal [[1999]] il centro sociale è quindi la sede dei movimenti contro le guerre del [[Guerra del Kosovo|Kosovo]], [[Invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e [[Guerra d'Iraq|Iraq]], e vari collettivi gestiscono lo spazio. Tra questi le riviste "''Qui e ora''" e "''Non si sa''", il collettivo "''Disgusto totale''", "''Alternativa Marxista''", il collettivo studentesco "''Ortika''" e il collettivo "''Kantiere''", che successivamente darà vita all'occupazione del ''CSOA Paguro''.
Dal [[1999]] il centro sociale è quindi la sede dei movimenti contro le guerre del [[Guerra del Kosovo|Kosovo]], [[Invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e [[Guerra d'Iraq|Iraq]], e vari collettivi gestiscono lo spazio. Tra questi le riviste "''Qui e ora''" e "''Non si sa''", il collettivo "''Disgusto totale''", "''Alternativa Marxista''", il collettivo studentesco "''Ortika''" e il collettivo "''Kantiere''", che successivamente darà vita all'occupazione del ''CSOA Paguro''.


Nel [[2005]] il "''Mario Lupo''" viene sgomberato. Dopo un primo tentativo fallito il [[29 settembre]] lo sgombero riesce il [[7 ottobre]], dopo una notte di assedio e la demolizione di parte dell'edificio per riuscire a far scendere gli ultimi militanti asserragliati sul tetto. Si costituisce l'"''Assemblea permanente del Mario Lupo ''", che porta avanti le attività al di fuori dal centro e organizza mobilitazioni perché il "Mario Lupo" diventi un centro di documentazione [[antifascista]]. Il [[27 gennaio|27]] e [[28 gennaio]] [[2007]] viene rioccupato e sgomberato lo stabile. Tre militanti rimasero sul tetto per due giorni, quindi vennero arrestati e processati per direttissima<ref>http://www.parmantifascista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=78&Itemid=41 Sito consultato il 24/2/2008</ref>.
Nel [[2005]] il "''Mario Lupo''" viene sgomberato. Dopo un primo tentativo fallito il [[29 settembre]] lo sgombero riesce il [[7 ottobre]], dopo una notte di assedio e la demolizione di parte dell'edificio per riuscire a far scendere gli ultimi militanti asserragliati sul tetto. Si costituisce l'"''Assemblea permanente del Mario Lupo ''", che porta avanti le attività al di fuori dal centro e organizza mobilitazioni perché il "Mario Lupo" diventi un centro di documentazione [[antifascista]]. Il [[27 gennaio|27]] e [[28 gennaio]] [[2007]] viene rioccupato e sgomberato lo stabile. Tre militanti rimasero sul tetto per due giorni, quindi vennero arrestati e processati per direttissima <ref>http://www.parmantifascista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=78&Itemid=41 Sito consultato il 24/2/2008</ref>.


===CSOA Paguro [SGOMBERATO]===
===CSOA Paguro [SGOMBERATO]===
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===Laboratorio Occupato PAZ===
===Laboratorio Occupato PAZ===
Il [[25 aprile]] [[2001]] fu occupato l'ex ostello della gioventù di Miramare da parte del collettivo ''Squasso''. Nei mesi seguenti si stabilì una trattativa con l'amministrazione comunale di Rimini che si impegnò alla realizzazione in due anni di un centro sociale da destinare all'autogestione in cambio dello sgombero dello stabile, individuando uno spazio in zona ''Grotta Rossa''. In seguito al tagli di luce e acqua la proposta fu accettata dagli occupanti che chiedevano anche uno spazio ove continuare temporaneamente l'attività ma che non ottennero. Gran parte degli attivisti continuò l'attività nel ''Rimini Social Forum'', nato l'anno seguente. Successivamente l'amministrazione comunale decise di dare il via ad un bando pubblico per la gestione dello spazio che stava approntando anziché concederlo in autogestione. Così il [[17 settembre]] [[2004]] un gruppo di persone provenienti dal collettivo ''Squasso'' e dall'occupazione dell'ex ostello diedero vita ad una nuova occupazione in protesta con la decisione. Nacque così il Laboratorio Occupato PAZ, inizialmente presso la scuola abbandonata di Spadarolo. L'edificio fu sgomberato pochi giorni dopo ma gli attivisti occuparono un'altra ex-scuola in via Montevecchio 7<ref>[http://www.autistici.org/lopaz/articles.php?lng=en&pg=281 ''Rimini - Dall'EX Ostello Occupato Autogestito fino al P.A.z.''] di Global Project Rimini</ref>. Iniziò così l'attività del centro sociale, vicino alle posizioni dei [[Disobbedienti]] e alla rete Global Project. Il [[24 settembre]] [[2007]] vennero arrestate undici persone, tra cui alcuni tesserati di [[Forza Nuova]], per ''tentato incendio e tentato sequestro di persona aggravati e con finalità di terrorismo e eversione dell'ordine democratico'' ai danni del L.O. PAZ<ref>[http://www.globalproject.info/art-13324.html ''Rimini: Per il tentato assalto al 'Paz', il Gip convalida gli undici fermi''] di Global Project Rimini</ref>.
Il [[25 aprile]] [[2001]] fu occupato l'ex ostello della gioventù di Miramare da parte del collettivo ''Squasso''. Nei mesi seguenti si stabilì una trattativa con l'amministrazione comunale di Rimini che si impegnò alla realizzazione in due anni di un centro sociale da destinare all'autogestione in cambio dello sgombero dello stabile, individuando uno spazio in zona ''Grotta Rossa''. In seguito al tagli di luce e acqua la proposta fu accettata dagli occupanti che chiedevano anche uno spazio ove continuare temporaneamente l'attività ma che non ottennero. Gran parte degli attivisti continuò l'attività nel ''Rimini Social Forum'', nato l'anno seguente. Successivamente l'amministrazione comunale decise di dare il via ad un bando pubblico per la gestione dello spazio che stava approntando anziché concederlo in autogestione. Così il [[17 settembre]] [[2004]] un gruppo di persone provenienti dal collettivo ''Squasso'' e dall'occupazione dell'ex ostello diedero vita ad una nuova occupazione in protesta con la decisione. Nacque così il Laboratorio Occupato PAZ, inizialmente presso la scuola abbandonata di Spadarolo. L'edificio fu sgomberato pochi giorni dopo ma gli attivisti occuparono un'altra ex-scuola in via Montevecchio 7<ref>[http://www.autistici.org/lopaz/articles.php?lng=en&pg=281 ''Rimini - Dall'EX Ostello Occupato Autogestito fino al P.A.z.''] di Global Project Rimini</ref>. Iniziò così l'attività del centro sociale, vicino alle posizioni dei [[Disobbedienti]] e alla rete Global Project. Il [[24 settembre]] [[2007]] vennero arrestate undici persone, tra cui alcuni tesserati di [[Forza Nuova]], per ''tentato incendio e tentato sequestro di persona aggravati e con finalità di terrorismo e eversione dell'ordine democratico'' ai danni del L.O. PAZ<ref>[http://www.globalproject.info/art-13324.html ''Rimini: Per il tentato assalto al 'Paz', il Gip convalida gli undici fermi''] di Global Project Rimini</ref>.
Dopo un primo tentativo andato a vuoto il [[3 giugno]] 2008<ref>[http://www.globalproject.info/art-16211.html Rimini, PaZ - Le barricate fermano lo sgombero!]</ref>, il Lo Paz è stato sgomberato dalle forze dell'ordine il [[9 giugno]] 2008, proprio un giorno prima della sentenza del Tribunale di Bologna contro [[Forza Nuova]] che vede imputati 13 persone iscritte a questo movimento, fra cui il segretorio provinciale Cesare Bonetti e il vicino di casa del Paz, Camillo Borriello, che durante lo sgombero ha accolto le forze dell'ordine applaudendo dalla finestra di casa<ref>[http://www.globalproject.info/art-16289.html Rimini - Sgomberato il Laboratorio Sociale Paz]</ref>. Dopo tale sentenza per i militanti forzanuovisti è caduta l'accusa di eversione<ref>[http://www.globalproject.info/art-16303.html Rimini - Sentenza su Forza Nuova, cade l'aggravante di eversione. Il Paz davanti al Comune per rilanciare il suo progetto]</ref>.
Dopo un primo tentativo andato a vuoto il [[3 giugno]] 2008<ref>[http://www.globalproject.info/art-16211.html Rimini, PaZ - Le barricate fermano lo sgombero!]</ref>, il Lo Paz è stato sgomberato dalle forze dell'ordine il [[9 giugno]] 2008, proprio un giorno prima della sentenza del Tribunale di Bologna contro [[Forza Nuova]] che vede imputati 13 persone iscritte a questo movimento, fra cui il segretorio provinciale Cesare Bonetti e il vicino di casa del Paz, Camillo Borriello, che durante lo sgombero ha accolto le forze dell'ordine applaudendo dalla finestra di casa <ref>[http://www.globalproject.info/art-16289.html Rimini - Sgomberato il Laboratorio Sociale Paz]</ref>. Dopo tale sentenza per i militanti forzanuovisti è caduta l'accusa di eversione<ref>[http://www.globalproject.info/art-16303.html Rimini - Sentenza su Forza Nuova, cade l'aggravante di eversione. Il Paz davanti al Comune per rilanciare il suo progetto]</ref>.


===Grotta Rossa Spa===
===Grotta Rossa Spa===
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