Scritti vari di E. Malatesta: differenze tra le versioni

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Nel numero di oggi del Messaggero leggo che anche in una riunione tenuta a Senigallia, si interpretò variamente quello che io dissi in proposito, in una conferenza a Napoli.
Nel numero di oggi del Messaggero leggo che anche in una riunione tenuta a Senigallia, si interpretò variamente quello che io dissi in proposito, in una conferenza a Napoli.
Ora è manifesto che non importa punto sapere come io la pensi: importa invece moltissimo sapere quale delle due opinioni - quella favorevole o quella contraria alla partecipazione alle elezioni - sia la vera. E questo è quello che io vorrei discutere una volta per sempre per tutti.
Ora è manifesto che non importa punto sapere come io la pensi: importa invece moltissimo sapere quale delle due opinioni - quella favorevole o quella contraria alla partecipazione alle elezioni - sia la vera. E questo è quello che io vorrei discutere una volta per sempre per tutti.
È risaputo che i socialisti in lotta con i repubblicani e coi democratici, hanno sostenuto per molti anni, e molti di essi sostengono tuttavia, che le forme politiche sono di nessun valore, che tanto vale la monarchia quanto la repubblica, e che le libertà  sancite dagli Statuti sono una lustra, perchè chi è povero è schiavo.
È risaputo che i socialisti in lotta con i repubblicani e coi democratici, hanno sostenuto per molti anni, e molti di essi sostengono tuttavia, che le forme politiche sono di nessun valore, che tanto vale la monarchia quanto la repubblica, e che le libertà  sancite dagli Statuti sono una lustra, perché chi è povero è schiavo.
La questione sociale - si è detto - è tutta nella dipendenza economica degli operai dai padroni: scalziamo questa e la libertà  verrà  da sè.
La questione sociale - si è detto - è tutta nella dipendenza economica degli operai dai padroni: scalziamo questa e la libertà  verrà  da sè.
Questa è una grande verità. Le libertà  politiche sono, ma chi pon mano ad esse? Chi può esercitarle davvero sotto il regime attuale? Non può essere politicamente libero il popolo che è economicamente schiavo. Ma, se le libertà  politiche e costituzionali hanno minor valore che generalmente non si creda, non segue che esse non servano affatto. Servono tantochè il governo ce le strappa, con intendimento di ritardare l'emancipazione della classe operaia.
Questa è una grande verità. Le libertà  politiche sono, ma chi pon mano ad esse? Chi può esercitarle davvero sotto il regime attuale? Non può essere politicamente libero il popolo che è economicamente schiavo. Ma, se le libertà  politiche e costituzionali hanno minor valore che generalmente non si creda, non segue che esse non servano affatto. Servono tantochè il governo ce le strappa, con intendimento di ritardare l'emancipazione della classe operaia.
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E queste libertà  si difendono non solo in Parlamento (il Parlamento, disse una volta il Lemoine, somiglia a un certo giocattolo da bambini, che fa molto strepito senza alcun frutto), ma si difendono sopratutto fuori del Parlamento, lottando ogni qualvolta il potere esecutivo commette un arbitrio o una prepotenza contro una classe di cittadini od anche contro un solo individuo, siccome usa in altri paesi, dove anche senza tenere rappresentanti al Parlamento, il popolo sa imporre al governo il rispetto delle sue libertà.
E queste libertà  si difendono non solo in Parlamento (il Parlamento, disse una volta il Lemoine, somiglia a un certo giocattolo da bambini, che fa molto strepito senza alcun frutto), ma si difendono sopratutto fuori del Parlamento, lottando ogni qualvolta il potere esecutivo commette un arbitrio o una prepotenza contro una classe di cittadini od anche contro un solo individuo, siccome usa in altri paesi, dove anche senza tenere rappresentanti al Parlamento, il popolo sa imporre al governo il rispetto delle sue libertà.
Con questo non voglio dire che la lotta per la libertà  - e fino a un certo punto anche quella per il socialismo - non si possa e debba fare anche durante le elezioni e nel Parlamento.
Con questo non voglio dire che la lotta per la libertà  - e fino a un certo punto anche quella per il socialismo - non si possa e debba fare anche durante le elezioni e nel Parlamento.
Io credo che noi combattendo a oltranza, come abbiamo fatto, il parlamentarismo, ci si sia data la zappa sui piedi: perchè abbiamo contribuito a creare quest'orribile indifferenza del pubblico per il sistema parlamentare non solo, ma anche per le libertà  costituzionali, sì che il governo ha potuto impunemente violarle, senza che un grido solo di protesta siasi levato dai figli di coloro che dettero la vita per conquistarle.
Io credo che noi combattendo a oltranza, come abbiamo fatto, il parlamentarismo, ci si sia data la zappa sui piedi: perché abbiamo contribuito a creare quest'orribile indifferenza del pubblico per il sistema parlamentare non solo, ma anche per le libertà  costituzionali, sì che il governo ha potuto impunemente violarle, senza che un grido solo di protesta siasi levato dai figli di coloro che dettero la vita per conquistarle.
Il parlamentarismo non è la fenice dei sistemi politici: tutt'altro! Ma per pessimo che sia, è sempre migliore dell'assolutismo, al quale noi a grandi passi ci incamminiamo.
Il parlamentarismo non è la fenice dei sistemi politici: tutt'altro! Ma per pessimo che sia, è sempre migliore dell'assolutismo, al quale noi a grandi passi ci incamminiamo.
Dunque, oggi come oggi, al partito socialista (nel quale comprendo anche gli anarchici non individualisti) incombe la difesa della libertà.
Dunque, oggi come oggi, al partito socialista (nel quale comprendo anche gli anarchici non individualisti) incombe la difesa della libertà.
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Per conto mio, per quanto mi dispiaccia separarmi in una questione tanto importante da un uomo del valore di Merlino ed al quale mi legano tanti vincoli d'affetto, sento il dovere di dichiarare che, a parer mio, la tattica preconizzata da Merlino è nefasta, e menerebbe fatalmente alla rinunzia di tutto intero il programma socialista anarchico. E credo poter affermare che così la pensano tutti, o quasi tutti gli anarchici.
Per conto mio, per quanto mi dispiaccia separarmi in una questione tanto importante da un uomo del valore di Merlino ed al quale mi legano tanti vincoli d'affetto, sento il dovere di dichiarare che, a parer mio, la tattica preconizzata da Merlino è nefasta, e menerebbe fatalmente alla rinunzia di tutto intero il programma socialista anarchico. E credo poter affermare che così la pensano tutti, o quasi tutti gli anarchici.
Gli anarchici restano, come sempre, avversari decisi del parlamentarismo e della tattica parlamentare.
Gli anarchici restano, come sempre, avversari decisi del parlamentarismo e della tattica parlamentare.
Avversari del parlamentarismo, perchè credono che il socialismo debba e possa solo realizzarsi mediante la libera federazione delle associazioni di produzione e di consumo, e che qualsiasi governo, quello parlamentare compreso, non solo è impotente a risolvere la questione sociale e armonizzare e soddisfare gl'interessi di tutti, ma costituisce per se stesso una classe privilegiata con idee, passioni ed interessi contrari a quelli del popolo che ha modo di opprimere con le forze del popolo stesso. Avversari della lotta parlamentare, perchè credono che essa, lungi dal favorire lo sviluppo della coscienza popolare, tenda a disabituare il popolo dalla cura diretta dei propri interessi ed è scuola agli uni di servilismo, agli altri d'intrighi e menzogne.
Avversari del parlamentarismo, perché credono che il socialismo debba e possa solo realizzarsi mediante la libera federazione delle associazioni di produzione e di consumo, e che qualsiasi governo, quello parlamentare compreso, non solo è impotente a risolvere la questione sociale e armonizzare e soddisfare gl'interessi di tutti, ma costituisce per se stesso una classe privilegiata con idee, passioni ed interessi contrari a quelli del popolo che ha modo di opprimere con le forze del popolo stesso. Avversari della lotta parlamentare, perché credono che essa, lungi dal favorire lo sviluppo della coscienza popolare, tenda a disabituare il popolo dalla cura diretta dei propri interessi ed è scuola agli uni di servilismo, agli altri d'intrighi e menzogne.
Noi siam lontani dal disconoscere l'importanza delle libertà  politiche. Ma le libertà  politiche non si ottengono se non quando il popolo si mostra deciso a volerle; nè, ottenute, durano ed han valore se non quando i governi sentono che il popolo non ne sopporterebbe la soppressione.
Noi siam lontani dal disconoscere l'importanza delle libertà  politiche. Ma le libertà  politiche non si ottengono se non quando il popolo si mostra deciso a volerle; nè, ottenute, durano ed han valore se non quando i governi sentono che il popolo non ne sopporterebbe la soppressione.
Abituare il popolo a delegare ad altri la conquista e la difesa dei suoi diritti, è il modo più sicuro di lasciar libero corso all'arbitrio dei governanti.
Abituare il popolo a delegare ad altri la conquista e la difesa dei suoi diritti, è il modo più sicuro di lasciar libero corso all'arbitrio dei governanti.
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So bene che Merlino dà  alle elezioni una importanza minima e vuole, come noi, che la lotta vera si faccia nel paese e col paese. Ma purtroppo i due metodi di lotta non vanno insieme, e chi li accetta tutti e due, finisce fatalmente col sacrificare all'interesse elettorale ogni altra considerazione. L'esperienza lo prova, e il natural amore del quieto vivere lo spiega.
So bene che Merlino dà  alle elezioni una importanza minima e vuole, come noi, che la lotta vera si faccia nel paese e col paese. Ma purtroppo i due metodi di lotta non vanno insieme, e chi li accetta tutti e due, finisce fatalmente col sacrificare all'interesse elettorale ogni altra considerazione. L'esperienza lo prova, e il natural amore del quieto vivere lo spiega.
E Merlino mostra di ben comprendere il pericolo quando dice che i socialisti-anarchici non hanno bisogno di presentar candidati propri, poichè essi non aspirano al potere e non sanno che farsene.
E Merlino mostra di ben comprendere il pericolo quando dice che i socialisti-anarchici non hanno bisogno di presentar candidati propri, poichè essi non aspirano al potere e non sanno che farsene.
Ma è questa una posizione sostenibile? Se nel Parlamento si può far del bene, perchè gli altri e non noi, che crediamo aver più ragione degli altri?
Ma è questa una posizione sostenibile? Se nel Parlamento si può far del bene, perché gli altri e non noi, che crediamo aver più ragione degli altri?
Se noi non aspiriamo al potere, perchè aiutare quelli che vi aspirano? Se noi non sappiamo che fare del potere, che cosa se ne farebbero gli altri, se non lo esercitano a danno del popolo?
Se noi non aspiriamo al potere, perché aiutare quelli che vi aspirano? Se noi non sappiamo che fare del potere, che cosa se ne farebbero gli altri, se non lo esercitano a danno del popolo?
Stia sicuro di questo il Merlino: se oggi noi dicessimo alla gente di andare a votare, domani diremmo di votare per noi. E saremmo logici. Io, in tutti i casi, se dovessi consigliare di votare per qualcuno, consiglierei subito di votare per me, poichè credo (e in questo probabilmente ho torto, ma è torto umano) di valere quanto un altro, e mi sento sicuro della mia onestà  e della mia fermezza.
Stia sicuro di questo il Merlino: se oggi noi dicessimo alla gente di andare a votare, domani diremmo di votare per noi. E saremmo logici. Io, in tutti i casi, se dovessi consigliare di votare per qualcuno, consiglierei subito di votare per me, poichè credo (e in questo probabilmente ho torto, ma è torto umano) di valere quanto un altro, e mi sento sicuro della mia onestà  e della mia fermezza.
Non ho, per certo, colle precedenti considerazioni, detto tutto quello che vi sarebbe da dire, ma temo di abusare troppo del vostro spazio. Mi spiegherò più ampiamente in apposito scritto; nè mancherà, lo spero, un atto collettivo del partito che riaffermi i principi antiparlamentari e la tattica astensionista dei socialisti-anarchici.
Non ho, per certo, colle precedenti considerazioni, detto tutto quello che vi sarebbe da dire, ma temo di abusare troppo del vostro spazio. Mi spiegherò più ampiamente in apposito scritto; nè mancherà, lo spero, un atto collettivo del partito che riaffermi i principi antiparlamentari e la tattica astensionista dei socialisti-anarchici.
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'''Ulteriore intervento di Merlino, questa volta sull'Avanti! del 9 marzo 1897'''. Il titolo dell'articolo è: ''"Gli anarchici e le elezioni".''
'''Ulteriore intervento di Merlino, questa volta sull'Avanti! del 9 marzo 1897'''. Il titolo dell'articolo è: ''"Gli anarchici e le elezioni".''
        
        
Una mia dichiarazione nel Messaggero del 29 gennaio in favore della lotta politica parlamentare come mezzo e stimolo ad una vasta e feconda agitazione popolare, ha dato luogo ad una polemica, che dalle colonne di quel giornale si è spostata sulla stampa socialista e anarchica. Io non ho risposto che a uno solo dei miei contraddittori, il Malatesta, amico mio da molti anni, col quale ho finito sempre, benchè differissimo temporaneamente - e spero di finire anche stavolta - col trovarmi d'accordo. Ad altri rispondo ora collettivamente, perchè mi preme di dire tutto il mio pensiero e di chiudere, per conto mio, una polemica alquanto ingrata.
Una mia dichiarazione nel Messaggero del 29 gennaio in favore della lotta politica parlamentare come mezzo e stimolo ad una vasta e feconda agitazione popolare, ha dato luogo ad una polemica, che dalle colonne di quel giornale si è spostata sulla stampa socialista e anarchica. Io non ho risposto che a uno solo dei miei contraddittori, il Malatesta, amico mio da molti anni, col quale ho finito sempre, benchè differissimo temporaneamente - e spero di finire anche stavolta - col trovarmi d'accordo. Ad altri rispondo ora collettivamente, perché mi preme di dire tutto il mio pensiero e di chiudere, per conto mio, una polemica alquanto ingrata.
Si afferma che la lotta politica parlamentare sia contraria ai principi socialisti anarchici. L'asserzione è una di quelle che, avventate da qualcuno, passano di bocca in bocca e si ripetono fino a diventare assiomatiche in un dato circolo di persone, senza che nessuno le abbia ponderate.
Si afferma che la lotta politica parlamentare sia contraria ai principi socialisti anarchici. L'asserzione è una di quelle che, avventate da qualcuno, passano di bocca in bocca e si ripetono fino a diventare assiomatiche in un dato circolo di persone, senza che nessuno le abbia ponderate.
Intendiamoci. Quello che è contrario ai principi nostri è il partecipare al governo come ministri, come impiegati, come poliziotti, come giudici, magari come legislatori... Sì, anche come legislatori, perchè io sostengo che il deputato o socialista o operaio o rivoluzionario dev'essere non un legislatore, bensì un agitatore. Ma non è contrario ai nostri principi che il popolo eserciti un'ingerenza, per quanto indiretta e di poco valore, nell'amministrazione della cosa pubblica. Noi possiamo e dobbiamo dolerci che quest'ingerenza oggi sia minima; che la sovranità  popolare duri il quarto d'ora delle elezioni; che poi gli elettori, tornati a casa - il contadino all'aratro, l'operaio all'officina - gli eletti rimangano arbitri della cosa pubblica e dispongano a loro talento dei più gravi interessi del Paese. Questo è il male, non la partecipazione di una parte del popolo all'elezione dei deputati e di alcuni pubblici amministratori.
Intendiamoci. Quello che è contrario ai principi nostri è il partecipare al governo come ministri, come impiegati, come poliziotti, come giudici, magari come legislatori... Sì, anche come legislatori, perché io sostengo che il deputato o socialista o operaio o rivoluzionario dev'essere non un legislatore, bensì un agitatore. Ma non è contrario ai nostri principi che il popolo eserciti un'ingerenza, per quanto indiretta e di poco valore, nell'amministrazione della cosa pubblica. Noi possiamo e dobbiamo dolerci che quest'ingerenza oggi sia minima; che la sovranità  popolare duri il quarto d'ora delle elezioni; che poi gli elettori, tornati a casa - il contadino all'aratro, l'operaio all'officina - gli eletti rimangano arbitri della cosa pubblica e dispongano a loro talento dei più gravi interessi del Paese. Questo è il male, non la partecipazione di una parte del popolo all'elezione dei deputati e di alcuni pubblici amministratori.
Ora a questo male non si rimedia astenendosi dalle urne; ma bensì inducendo il popolo anzitutto ad esercitare con coscienza e vigore quella poca autorità  che ha, poi a reclamarne una maggiore; abituandolo a lottare e prolungando la lotta oltre il breve periodo elettorale.
Ora a questo male non si rimedia astenendosi dalle urne; ma bensì inducendo il popolo anzitutto ad esercitare con coscienza e vigore quella poca autorità  che ha, poi a reclamarne una maggiore; abituandolo a lottare e prolungando la lotta oltre il breve periodo elettorale.
La lotta politica deve svolgersi nel Parlamento e fuori del Parlamento. Qui sta la differenza fra il mio modo d'intenderla e quello dei politicanti e purtroppo anche di taluni socialisti e di molti democratici.
La lotta politica deve svolgersi nel Parlamento e fuori del Parlamento. Qui sta la differenza fra il mio modo d'intenderla e quello dei politicanti e purtroppo anche di taluni socialisti e di molti democratici.
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D'accordo: ma io ripeto, si può andare al Parlamento o al Consiglio comunale non a governare, bensì a combattere il governo; non a far leggi, ma a dimostrare l'ingiustizia delle leggi che ci sono; non a mettere la mano nel sacco. ma a gridare ai ladri. Si può andare al Parlamento come un operaio, delegato dai suoi compagni, va in un'adunanza di padroni a discutere le condizioni di lavoro; o come un imputato o il suo difensore va in tribunale a dire le sue ragioni o quelle del suo cliente, anche quando non riconosce l'autorità  dei giudici. Fino a che vige l'attuale sistema, l'imputato si deve difendere, l'operaio deve sforzarsi di ottenere condizioni meno dure dal padrone, e il popolo deve schermirsi dalla tirannide, mettendo bastoni fra le ruote del governo.
D'accordo: ma io ripeto, si può andare al Parlamento o al Consiglio comunale non a governare, bensì a combattere il governo; non a far leggi, ma a dimostrare l'ingiustizia delle leggi che ci sono; non a mettere la mano nel sacco. ma a gridare ai ladri. Si può andare al Parlamento come un operaio, delegato dai suoi compagni, va in un'adunanza di padroni a discutere le condizioni di lavoro; o come un imputato o il suo difensore va in tribunale a dire le sue ragioni o quelle del suo cliente, anche quando non riconosce l'autorità  dei giudici. Fino a che vige l'attuale sistema, l'imputato si deve difendere, l'operaio deve sforzarsi di ottenere condizioni meno dure dal padrone, e il popolo deve schermirsi dalla tirannide, mettendo bastoni fra le ruote del governo.
Per poco che valgano le elezioni, valgono a strappare qualche concessione al governo o ad imporgli un certo riguardo per l'opinione pubblica. E per poco che valga la presenza di socialisti o di rivoluzionari al Parlamento, vale qualche volta ad impedire una grave ingiustizia. E per poco che valgano le immunità  parlamentari, non si può negare che molte riunioni si tengono grazie alla presenza di deputati. Oh! il governo restringerebbe volentieri l'elettorato, il numero dei deputati e le immunità  che essi godono: e sarebbe felicissimo se potesse far senza addirittura di deputati e di elezioni.
Per poco che valgano le elezioni, valgono a strappare qualche concessione al governo o ad imporgli un certo riguardo per l'opinione pubblica. E per poco che valga la presenza di socialisti o di rivoluzionari al Parlamento, vale qualche volta ad impedire una grave ingiustizia. E per poco che valgano le immunità  parlamentari, non si può negare che molte riunioni si tengono grazie alla presenza di deputati. Oh! il governo restringerebbe volentieri l'elettorato, il numero dei deputati e le immunità  che essi godono: e sarebbe felicissimo se potesse far senza addirittura di deputati e di elezioni.
Gli stessi anarchici astensionisti riconoscono che qualche frutto si può ricavare dalle elezioni; e qui a Roma hanno deliberato di proporre il Galleani per liberarlo dal domicilio coatto. Ottima idea, anche perchè il Galleani è giovane intelligente, sincero ed energico, tre qualità  che non si trovano riunite in molti uomini. Ma, dico io, supponete che riesca, rinunzierà  egli poi per tornare forse al domicilio coatto - donde voi dovreste trarlo fuori con una nuova elezione - e così di seguito?
Gli stessi anarchici astensionisti riconoscono che qualche frutto si può ricavare dalle elezioni; e qui a Roma hanno deliberato di proporre il Galleani per liberarlo dal domicilio coatto. Ottima idea, anche perché il Galleani è giovane intelligente, sincero ed energico, tre qualità  che non si trovano riunite in molti uomini. Ma, dico io, supponete che riesca, rinunzierà  egli poi per tornare forse al domicilio coatto - donde voi dovreste trarlo fuori con una nuova elezione - e così di seguito?
E se non è contrario ai principi votare per liberare un coatto politico, sarà  contrario ai principi votare per impedire al governo di fare di noi altrettanti coatti politici?
E se non è contrario ai principi votare per liberare un coatto politico, sarà  contrario ai principi votare per impedire al governo di fare di noi altrettanti coatti politici?
Il governo annunzia per la prossima legislatura il rimaneggiamento della legge sul domicilio coatto, una restrizione dell'elettorato e il prosieguo degli scioglimenti di associazioni e delle proibizioni di riunioni; i suoi candidati sono disposti ad approvare tutto questo, e magari nuovi stati d'assedio e nuovi massacri di moltitudini affamate.
Il governo annunzia per la prossima legislatura il rimaneggiamento della legge sul domicilio coatto, una restrizione dell'elettorato e il prosieguo degli scioglimenti di associazioni e delle proibizioni di riunioni; i suoi candidati sono disposti ad approvare tutto questo, e magari nuovi stati d'assedio e nuovi massacri di moltitudini affamate.
Riga 133: Riga 133:
Mi si dirà: Questi a cui avete accennato, sono i vantaggi della lotta elettorale. Ad essi si contrappongono danni di gran lunga maggiori: la corruzione, le ambizioni, i compromessi coi partiti affini. Potrei rispondere che danni di questo genere si verificano in ogni opera nostra: sono il tributo che si deve pagare all'imperfezione dell'umana natura.
Mi si dirà: Questi a cui avete accennato, sono i vantaggi della lotta elettorale. Ad essi si contrappongono danni di gran lunga maggiori: la corruzione, le ambizioni, i compromessi coi partiti affini. Potrei rispondere che danni di questo genere si verificano in ogni opera nostra: sono il tributo che si deve pagare all'imperfezione dell'umana natura.
Se noi impiantiamo un giornale, ecco sorgere ambizioni, invidie, gelosie e magari (se il giornale prospera) un interesse economico in questo o in quello dei suoi redattori od amministratori. Rinunceremo noi, per questo inconveniente, a propagare le nostre idee per mezzo della stampa?
Se noi impiantiamo un giornale, ecco sorgere ambizioni, invidie, gelosie e magari (se il giornale prospera) un interesse economico in questo o in quello dei suoi redattori od amministratori. Rinunceremo noi, per questo inconveniente, a propagare le nostre idee per mezzo della stampa?
E non dirò che l'ambizione può essere utile, perchè non tutti gli uomini che lottano per un'idea, son mossi ad agire dalla pura convinzione della giustizia della loro causa. Molti eroi delle passate rivoluzioni furono spinti al sacrificio dal desiderio di far parlare di sè, da gelosia, da angustie finanziarie in cui versavano: e possiamo ammettere che anche oggi gli uomini praticano il bene per una varietà  di motivi buoni, mediocri e cattivi.
E non dirò che l'ambizione può essere utile, perché non tutti gli uomini che lottano per un'idea, son mossi ad agire dalla pura convinzione della giustizia della loro causa. Molti eroi delle passate rivoluzioni furono spinti al sacrificio dal desiderio di far parlare di sè, da gelosia, da angustie finanziarie in cui versavano: e possiamo ammettere che anche oggi gli uomini praticano il bene per una varietà  di motivi buoni, mediocri e cattivi.
In talune località  il partito socialista è sorto perchè taluni vi hanno scorto un mezzo di andare al Consiglio comunale o al Parlamento. Meglio che sia sorto così che non sorgesse affatto. Man mano si verrà  depurando; perchè la forza del socialismo sta in ciò, che esso risponde ai grandi interessi della grande maggioranza del popolo; e quando questo si fa innanzi, le ambizioni e le vanità  individuali devono cedere e scomparire.
In talune località  il partito socialista è sorto perché taluni vi hanno scorto un mezzo di andare al Consiglio comunale o al Parlamento. Meglio che sia sorto così che non sorgesse affatto. Man mano si verrà  depurando; perché la forza del socialismo sta in ciò, che esso risponde ai grandi interessi della grande maggioranza del popolo; e quando questo si fa innanzi, le ambizioni e le vanità  individuali devono cedere e scomparire.
Ma è poi vero che le elezioni siano niente altro che una scuola di corruzione? Quelli che vanno a votare per il candidato socialista o operaio o rivoluzionano, sfidando ire governative e ire padronali e rimettendoci qualche soldo, non mi pare che si corrompano; al contrario si appassionano per la Causa, e lo stesso ardore che mettono nella lotta elettorale, posson metterlo in altro genere di lotta. Non credo che i ferventi elezionisti debbano essere necessariamente tiepidi rivoluzionari.
Ma è poi vero che le elezioni siano niente altro che una scuola di corruzione? Quelli che vanno a votare per il candidato socialista o operaio o rivoluzionano, sfidando ire governative e ire padronali e rimettendoci qualche soldo, non mi pare che si corrompano; al contrario si appassionano per la Causa, e lo stesso ardore che mettono nella lotta elettorale, posson metterlo in altro genere di lotta. Non credo che i ferventi elezionisti debbano essere necessariamente tiepidi rivoluzionari.
Ma la lotta elettorale ci obbliga a compromessi. Anche qui potrei rispondere che compromessi ne facciamo tutti i giorni, lavorando per un padrone od esercitando una professione, un commercio, notificando alla polizia le riunioni pubbliche da noi indette, mandando al procuratore del re la prima copia dei nostri giornali, ricorrendo ad avvocati che ci difendano avanti ai tribunali, intendendoci con altri partiti per date agitazioni. E se domani, fatta la rivoluzione, dovessimo attuare il socialismo, dico e sostengo che saremmo costretti a fare dei compromessi, se pure non volessimo imporre le nostre idee agli altri o sottometterci alle altrui.
Ma la lotta elettorale ci obbliga a compromessi. Anche qui potrei rispondere che compromessi ne facciamo tutti i giorni, lavorando per un padrone od esercitando una professione, un commercio, notificando alla polizia le riunioni pubbliche da noi indette, mandando al procuratore del re la prima copia dei nostri giornali, ricorrendo ad avvocati che ci difendano avanti ai tribunali, intendendoci con altri partiti per date agitazioni. E se domani, fatta la rivoluzione, dovessimo attuare il socialismo, dico e sostengo che saremmo costretti a fare dei compromessi, se pure non volessimo imporre le nostre idee agli altri o sottometterci alle altrui.
Ma i compromessi elettorali possono cadere sui voti, non debbono cadere sui principi: si capisce che compromessi che offendano i principi, non si debbono accettare.
Ma i compromessi elettorali possono cadere sui voti, non debbono cadere sui principi: si capisce che compromessi che offendano i principi, non si debbono accettare.
D'altra parte, se la nostra partecipazione alle elezioni non producesse altro vantaggio che quello di avvicinarci ai partiti affini, facendoci riconoscere ciò che vi può essere di giusto nei loro programmi - e di avvicinare i partiti affini a noi, facendoli convenire in una parte almeno delle nostre rivendicazioni - di accostare tutti al popolo e indurci a tener conto dei veri bisogni e sentimenti e delle vere aspirazioni di esso, solo per questo sarebbe da approvare.
D'altra parte, se la nostra partecipazione alle elezioni non producesse altro vantaggio che quello di avvicinarci ai partiti affini, facendoci riconoscere ciò che vi può essere di giusto nei loro programmi - e di avvicinare i partiti affini a noi, facendoli convenire in una parte almeno delle nostre rivendicazioni - di accostare tutti al popolo e indurci a tener conto dei veri bisogni e sentimenti e delle vere aspirazioni di esso, solo per questo sarebbe da approvare.
In Germania, in Francia, nel Belgio l'interesse elettorale ha spinto i socialisti a consacrare una parte delle loro forze alla propaganda nelle campagne, per guadagnare i contadini alla causa del socialismo. Basterebbe questo fatto a giustificare la tattica elettorale; perchè chi è che non vegga che senza il concorso dei contadini una rivoluzione socialista non è possibile, e pure scoppiando, terminerebbe in un disastro.
In Germania, in Francia, nel Belgio l'interesse elettorale ha spinto i socialisti a consacrare una parte delle loro forze alla propaganda nelle campagne, per guadagnare i contadini alla causa del socialismo. Basterebbe questo fatto a giustificare la tattica elettorale; perché chi è che non vegga che senza il concorso dei contadini una rivoluzione socialista non è possibile, e pure scoppiando, terminerebbe in un disastro.
Io non sono profeta, ma ho predetto ai miei amici astensionisti che (dove non ricorrano al ripiego del candidato protesta) essi non faranno neppure la propaganda astensionista.
Io non sono profeta, ma ho predetto ai miei amici astensionisti che (dove non ricorrano al ripiego del candidato protesta) essi non faranno neppure la propaganda astensionista.
Le elezioni si faranno, tutti i partiti si affermeranno: di voi e dei vostri principi e degli interessi che vi stanno a cuore, non si parlerà. Sarete dimenticati.
Le elezioni si faranno, tutti i partiti si affermeranno: di voi e dei vostri principi e degli interessi che vi stanno a cuore, non si parlerà. Sarete dimenticati.
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E i pochissimi che resistono a queste persecuzioni, il governo li conta, li sorveglia, li aggredisce e li sbaraglia in un momento.
E i pochissimi che resistono a queste persecuzioni, il governo li conta, li sorveglia, li aggredisce e li sbaraglia in un momento.
Un partito veramente rivoluzionario deve stendere le sue propaggini fra il popolo, e questo non può farlo se non con un'azione che non sia esposta a troppi pericoli in tempi ordinari. La lotta elettorale risponde appunto a questa condizione; e non si può negare che, per averla adottata, il partito socialista è riuscito a riunire un gran numero di operai nelle sue file.
Un partito veramente rivoluzionario deve stendere le sue propaggini fra il popolo, e questo non può farlo se non con un'azione che non sia esposta a troppi pericoli in tempi ordinari. La lotta elettorale risponde appunto a questa condizione; e non si può negare che, per averla adottata, il partito socialista è riuscito a riunire un gran numero di operai nelle sue file.
Viceversa, gli anarchici hanno veduto diradare le loro, appunto perchè si son voluti ostinare nella loro tattica astensionista; ed io non dubito che, se continueranno ad ostinarsi, cesseranno addirittura di esistere come partito; e di essi non si parlerà, come già  non se ne parla, se non quando al governo piaccia di perseguitarli per sfogare su di essi la sua libidine di persecuzione.
Viceversa, gli anarchici hanno veduto diradare le loro, appunto perché si son voluti ostinare nella loro tattica astensionista; ed io non dubito che, se continueranno ad ostinarsi, cesseranno addirittura di esistere come partito; e di essi non si parlerà, come già  non se ne parla, se non quando al governo piaccia di perseguitarli per sfogare su di essi la sua libidine di persecuzione.
Riepilogando, senza credere che la questione sociale possa essere risolta per mezzo di leggi e di decreti, io sono per la lotta elettorale e parlamentare:
Riepilogando, senza credere che la questione sociale possa essere risolta per mezzo di leggi e di decreti, io sono per la lotta elettorale e parlamentare:
perchè non è contrario ai principi socialisti e anarchici che il popolo faccia valere la sua volontà  e i suoi interessi in tutti i modi possibili;
perché non è contrario ai principi socialisti e anarchici che il popolo faccia valere la sua volontà  e i suoi interessi in tutti i modi possibili;
perchè è necessario sottrarre le classi lavoratrici alla loro dipendenza ereditaria da proprietari e da padroni, impedire che siano tratte alle elezioni come gregge, ed esercitarle alla vita pubblica e alla vita politica;
perché è necessario sottrarre le classi lavoratrici alla loro dipendenza ereditaria da proprietari e da padroni, impedire che siano tratte alle elezioni come gregge, ed esercitarle alla vita pubblica e alla vita politica;
perchè le elezioni offrono opportunità  di propaganda, di agitazione e di protesta contro gli arbitrii e le prepotenze del perchè nel momento attuale sono la quasi unica affermazione che ci è consentita, e il governo vuole contenderci anche questa, e sarebbe insensatezza cedergli;
perché le elezioni offrono opportunità  di propaganda, di agitazione e di protesta contro gli arbitrii e le prepotenze del perché nel momento attuale sono la quasi unica affermazione che ci è consentita, e il governo vuole contenderci anche questa, e sarebbe insensatezza cedergli;
perchè, in generale, noi abbiamo il dovere di non abbandonare le libertà  che i nostri padri conquistarono combattendo, ma di difenderle energicamente e accrescerle;
perché, in generale, noi abbiamo il dovere di non abbandonare le libertà  che i nostri padri conquistarono combattendo, ma di difenderle energicamente e accrescerle;
perchè, senza credere molto efficace l'opera dei deputati socialisti, operai o rivoluzionari alla Camera, è invece utilissima l'azione che essi possono e devono spiegare a pro della causa fuori del Parlamento;
perché, senza credere molto efficace l'opera dei deputati socialisti, operai o rivoluzionari alla Camera, è invece utilissima l'azione che essi possono e devono spiegare a pro della causa fuori del Parlamento;
perchè l'esperienza ha dimostrato che erano esagerati i nostri timori per l'influenza corruttrice dello ambiente parlamentare sugli eletti del nostro partito; anzi il contrasto fra gli uomini di carattere e disinteressati che il socialismo pone innanzi come suoi rappresentanti e i rappresentanti corrotti e versipelle della borghesia, non può che conquistare alla nostra causa la simpatia della parte sana della popolazione;
perché l'esperienza ha dimostrato che erano esagerati i nostri timori per l'influenza corruttrice dello ambiente parlamentare sugli eletti del nostro partito; anzi il contrasto fra gli uomini di carattere e disinteressati che il socialismo pone innanzi come suoi rappresentanti e i rappresentanti corrotti e versipelle della borghesia, non può che conquistare alla nostra causa la simpatia della parte sana della popolazione;
perchè, infine, noi dobbiamo partecipare a tutte le lotte e agitazioni popolari, e spiegare la nostra azione in mezzo alla massa, non nei piccoli conciliaboli del partito.
perché, infine, noi dobbiamo partecipare a tutte le lotte e agitazioni popolari, e spiegare la nostra azione in mezzo alla massa, non nei piccoli conciliaboli del partito.
Possano queste ragioni convincere i miei amici e indurli a uscire dal riserbo che si sono imposti, e a portare il contributo delle loro forze nell'attuale campagna elettorale contro il governo e per la difesa della Libertà  e della Giustizia. Quanto a me, ripeto che il mio scopo, nel combattere la sterile tattica astensionista, non è stato di soddisfare una mia ambizione personale e accrescere di uno il numero dei deputati socialisti al Parlamento.
Possano queste ragioni convincere i miei amici e indurli a uscire dal riserbo che si sono imposti, e a portare il contributo delle loro forze nell'attuale campagna elettorale contro il governo e per la difesa della Libertà  e della Giustizia. Quanto a me, ripeto che il mio scopo, nel combattere la sterile tattica astensionista, non è stato di soddisfare una mia ambizione personale e accrescere di uno il numero dei deputati socialisti al Parlamento.
        
        
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I nostri compagni di Roma portano candidato lo amico nostro Luigi Galleani, domiciliato coatto, ed altre candidature protesta pare sieno state messe in altri posti. È difficile e penoso per noi dire franca e schietta la nostra opinione. Quando degli uomini che noi stimiamo ed amiamo e che molto han fatto e più faranno ancora per la causa nostra, stanno in galera o al domicilio coatto e si propone un mezzo per farli mettere fuori, come si fa a dire, per quanto cattivo sia il mezzo: no, lasciateli dentro!
I nostri compagni di Roma portano candidato lo amico nostro Luigi Galleani, domiciliato coatto, ed altre candidature protesta pare sieno state messe in altri posti. È difficile e penoso per noi dire franca e schietta la nostra opinione. Quando degli uomini che noi stimiamo ed amiamo e che molto han fatto e più faranno ancora per la causa nostra, stanno in galera o al domicilio coatto e si propone un mezzo per farli mettere fuori, come si fa a dire, per quanto cattivo sia il mezzo: no, lasciateli dentro!
Nullameno faremo forza a noi stessi ed apriremo intero l'animo nostro. Se altri ci troverà  troppo intransigenti, ce lo perdoni in considerazione del fatto che in carcere ed al coatto ci siamo stati anche noi, che siamo sempre esposti a tornarci e che possiamo permetterci di essere severi con gli altri perchè abbiamo la coscienza che sapremmo essere severi con noi stessi. In quanto agli amici candidati essi ce lo perdoneranno di certo perchè sapranno apprezzare i nostri motivi: anzi di alcuni di loro sappiamo che sono completamente d'accordo con noi sull'argomento. La candidatura protesta, specialmente quando si è sicuri che l'eletto non vorrà  a nessun costo fare il deputato, non è per se stessa contraria ai nostri principi e nemmeno alla nostra tattica; ma è nullameno una porta aperta all'equivoco ed alle transazioni. È il primo passo su di un pendio sdrucciolevole sul quale difficile è l'arrestarsi.
Nullameno faremo forza a noi stessi ed apriremo intero l'animo nostro. Se altri ci troverà  troppo intransigenti, ce lo perdoni in considerazione del fatto che in carcere ed al coatto ci siamo stati anche noi, che siamo sempre esposti a tornarci e che possiamo permetterci di essere severi con gli altri perché abbiamo la coscienza che sapremmo essere severi con noi stessi. In quanto agli amici candidati essi ce lo perdoneranno di certo perché sapranno apprezzare i nostri motivi: anzi di alcuni di loro sappiamo che sono completamente d'accordo con noi sull'argomento. La candidatura protesta, specialmente quando si è sicuri che l'eletto non vorrà  a nessun costo fare il deputato, non è per se stessa contraria ai nostri principi e nemmeno alla nostra tattica; ma è nullameno una porta aperta all'equivoco ed alle transazioni. È il primo passo su di un pendio sdrucciolevole sul quale difficile è l'arrestarsi.
Già  se si vuol votare per un candidato di protesta, bisogna essere elettore; quindi bisogna iscriversi, e chi non si iscrive è un negligente che non prepara i mezzi per raggiungere i suoi fini. Un passo ancora, un piccolo passo, e diremo anche noi, imitando i socialisti: Non è buon anarchico chi non si iscrive elettore. E quando si è iscritti e non si ha sotto mano un candidato protesta, forte è la tentazione di andare a votare lo stesso... per favorire un amico o per far dispetto ad un avversario. Siamo uomini tutti e costa tanto poco l'andare a mettere una scheda dentro un'urna. L'esperienza insegni.
Già  se si vuol votare per un candidato di protesta, bisogna essere elettore; quindi bisogna iscriversi, e chi non si iscrive è un negligente che non prepara i mezzi per raggiungere i suoi fini. Un passo ancora, un piccolo passo, e diremo anche noi, imitando i socialisti: Non è buon anarchico chi non si iscrive elettore. E quando si è iscritti e non si ha sotto mano un candidato protesta, forte è la tentazione di andare a votare lo stesso... per favorire un amico o per far dispetto ad un avversario. Siamo uomini tutti e costa tanto poco l'andare a mettere una scheda dentro un'urna. L'esperienza insegni.
Poi viene la questione della condotta dell'eletto. Sentite Merlino? egli già  mette il cuneo nel fesso del ragionamento e vi dice: Quando avrete cavato Galleani dal domicilio coatto nominandolo deputato, dovrà  egli dimettersi perchè sia mandato di nuovo al coatto e voi vi divertiate a cavarvelo ancora?
Poi viene la questione della condotta dell'eletto. Sentite Merlino? egli già  mette il cuneo nel fesso del ragionamento e vi dice: Quando avrete cavato Galleani dal domicilio coatto nominandolo deputato, dovrà  egli dimettersi perché sia mandato di nuovo al coatto e voi vi divertiate a cavarvelo ancora?
Noi siamo sicuri che Galleani, se fosse eletto, a Montecitorio non ci andrebbe o ci andrebbe solo un momento per sputar in viso ai deputati il suo disprezzo, ma la ragione resta lo stesso, questa volta, dalla parte di Merlino. E poi, avrebbero tutti la forza d'animo che noi conosciamo nel Galleani?
Noi siamo sicuri che Galleani, se fosse eletto, a Montecitorio non ci andrebbe o ci andrebbe solo un momento per sputar in viso ai deputati il suo disprezzo, ma la ragione resta lo stesso, questa volta, dalla parte di Merlino. E poi, avrebbero tutti la forza d'animo che noi conosciamo nel Galleani?
Le candidature protesta ci han ridato qualche compagno e noi ce ne rallegriamo di cuore. Ma non possiamo nasconderci che esse han fatto al nostro partito un torto grandissimo.
Le candidature protesta ci han ridato qualche compagno e noi ce ne rallegriamo di cuore. Ma non possiamo nasconderci che esse han fatto al nostro partito un torto grandissimo.
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'''Esauriente risposta a Merlino. Malatesta la pubblica sull'Agitazione del 14 marzo 1897 col titolo "Anarchia e Parlamentarismo: risposta a Saverio Merlino".'''
'''Esauriente risposta a Merlino. Malatesta la pubblica sull'Agitazione del 14 marzo 1897 col titolo "Anarchia e Parlamentarismo: risposta a Saverio Merlino".'''
        
        
I parlamentaristi sono in festa: a sentir loro astensionisti non ve ne sono più, perchè... Merlino si è convertito alle lotte elettorali. Essi credono che gli anarchici seguano ciecamente, come bene e spesso succede tra loro, questo o quell'uomo; noi invece riteniamo che Merlino resterà  solo e dovrà  cercare i suoi collaboratori fuori del campo anarchico, perchè i principii anarchici mal si conciliano con la fatica da lui sostenuta. Consta intanto che finora nessun anarchico che si sappia ha fatto adesione alle idee del Merlino.
I parlamentaristi sono in festa: a sentir loro astensionisti non ve ne sono più, perché... Merlino si è convertito alle lotte elettorali. Essi credono che gli anarchici seguano ciecamente, come bene e spesso succede tra loro, questo o quell'uomo; noi invece riteniamo che Merlino resterà  solo e dovrà  cercare i suoi collaboratori fuori del campo anarchico, perché i principii anarchici mal si conciliano con la fatica da lui sostenuta. Consta intanto che finora nessun anarchico che si sappia ha fatto adesione alle idee del Merlino.
Merlino nega (vedi l'Avanti! del 9 marzo) che la lotta politica parlamentare sia contraria ai principi socialisti-anarchici.
Merlino nega (vedi l'Avanti! del 9 marzo) che la lotta politica parlamentare sia contraria ai principi socialisti-anarchici.
Intendiamoci bene. Quello che è contrario ai nostri principi è il parlamentarismo, in tutte le sue forme e tutte le sue gradazioni. E noi riteniamo che la lotta elettorale e parlamentare educa al parlamentarismo e finisce col trasformare in parlamentaristi coloro che la praticano.
Intendiamoci bene. Quello che è contrario ai nostri principi è il parlamentarismo, in tutte le sue forme e tutte le sue gradazioni. E noi riteniamo che la lotta elettorale e parlamentare educa al parlamentarismo e finisce col trasformare in parlamentaristi coloro che la praticano.
Merlino, che pare si dica ancora anarchico e pare vada facendo continue riserve sull'abolizione piena ed intera del parlamentarismo ed accampa la fede nuovissima nella possibilità  di un governo che sia servitore del popolo e si possa congedare quando non faccia il suo dovere o non si abbia più bisogno dell'opera sua, dovrebbe innanzi tutto spiegarci che cosa sarebbe questa sua anarchia parlamentare. Finora il socialismo anarchico alla fin fine, non è stato che il socialismo antiparlamentare; perchè allora continuare a chiamarlo anarchico?
Merlino, che pare si dica ancora anarchico e pare vada facendo continue riserve sull'abolizione piena ed intera del parlamentarismo ed accampa la fede nuovissima nella possibilità  di un governo che sia servitore del popolo e si possa congedare quando non faccia il suo dovere o non si abbia più bisogno dell'opera sua, dovrebbe innanzi tutto spiegarci che cosa sarebbe questa sua anarchia parlamentare. Finora il socialismo anarchico alla fin fine, non è stato che il socialismo antiparlamentare; perché allora continuare a chiamarlo anarchico?
L'astensione degli anarchici non è da confrontare con quella, per esempio, dei repubblicani. Per questi l'astensione è una semplice questione di tattica: si astengono quando credono imminente la rivoluzione e non vogliono distrarre forze della preparazione rivoluzionaria; votano quando non hanno di meglio da fare, ed il loro meglio è molto ristretto poichè rifuggono per ragioni di classe dalle agitazioni sovvertitrici degli ordini sociali. In realtà  essi stanno sempre sul buon cammino: essi vogliono un governo parlamentare e gli elettori che conquistano adesso sono sempre buoni per mandarli Per noi invece, l'astensione si collega strettamente con le finalità  del nostro partito. Quando verrà  la rivoluzione (fra mille anni, s'intende, ci badi il procuratore del re) noi vogliamo rifiutarci a riconoscere i nuovi governi che tenteranno d'impiantarsi, noi non vogliamo dare a nessuno un mandato legislativo e quindi abbiamo bisogno che il popolo abbia ripugnanza delle elezioni, si rifiuti a delegare ad altri l'organizzazione del nuovo stato di cose, e quindi si trovi nella necessità  di fare da sè.
L'astensione degli anarchici non è da confrontare con quella, per esempio, dei repubblicani. Per questi l'astensione è una semplice questione di tattica: si astengono quando credono imminente la rivoluzione e non vogliono distrarre forze della preparazione rivoluzionaria; votano quando non hanno di meglio da fare, ed il loro meglio è molto ristretto poichè rifuggono per ragioni di classe dalle agitazioni sovvertitrici degli ordini sociali. In realtà  essi stanno sempre sul buon cammino: essi vogliono un governo parlamentare e gli elettori che conquistano adesso sono sempre buoni per mandarli Per noi invece, l'astensione si collega strettamente con le finalità  del nostro partito. Quando verrà  la rivoluzione (fra mille anni, s'intende, ci badi il procuratore del re) noi vogliamo rifiutarci a riconoscere i nuovi governi che tenteranno d'impiantarsi, noi non vogliamo dare a nessuno un mandato legislativo e quindi abbiamo bisogno che il popolo abbia ripugnanza delle elezioni, si rifiuti a delegare ad altri l'organizzazione del nuovo stato di cose, e quindi si trovi nella necessità  di fare da sè.
Noi dobbiamo far sì che gli operai si abituino, fin da ora, per quanto è possibile, nelle associazioni di ogni genere, a regolare da loro i propri affari, e non già  incoraggiarli nella tendenza a rimettersene in altri.
Noi dobbiamo far sì che gli operai si abituino, fin da ora, per quanto è possibile, nelle associazioni di ogni genere, a regolare da loro i propri affari, e non già  incoraggiarli nella tendenza a rimettersene in altri.
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Egli col suo temperamento di uomo attivo si deciderà  certamente, e noi crediamo, e ce ne addoloriamo davvero, che si deciderà  col buttare a mare ogni reminiscenza anarchica e diventare un semplice parlamentarista. Già  non mancano i sintomi che preannunziano la sua decisione definitiva.
Egli col suo temperamento di uomo attivo si deciderà  certamente, e noi crediamo, e ce ne addoloriamo davvero, che si deciderà  col buttare a mare ogni reminiscenza anarchica e diventare un semplice parlamentarista. Già  non mancano i sintomi che preannunziano la sua decisione definitiva.
Nella sua prima lettera al Messaggero la lotta parlamentare era un semplice episodio di scarsa importanza. Nella sua seconda le associazioni di resistenza, le cooperative ed il resto riescono a male e non si può far altro che andare al parlamento. Nella sua prima lettera gli anarchici dovevano mandare gli altri al parlamento, ma non andarci loro; nell'articolo sull'Avanti! già  si dice che i deputati possono fare tante belle cose che sarebbe veramente un tradimento il rifiutarci a fare anche noi la nostra parte. E poi si parla di farsi arrestare col popolo. Come perdere la bella occasione di sacrificarsi per il popolo?
Nella sua prima lettera al Messaggero la lotta parlamentare era un semplice episodio di scarsa importanza. Nella sua seconda le associazioni di resistenza, le cooperative ed il resto riescono a male e non si può far altro che andare al parlamento. Nella sua prima lettera gli anarchici dovevano mandare gli altri al parlamento, ma non andarci loro; nell'articolo sull'Avanti! già  si dice che i deputati possono fare tante belle cose che sarebbe veramente un tradimento il rifiutarci a fare anche noi la nostra parte. E poi si parla di farsi arrestare col popolo. Come perdere la bella occasione di sacrificarsi per il popolo?
Merlino, ne siamo convinti perchè lo conosciamo, è sincero quando dice di non volere andare al parlamento. Ma la logica della posizione sarà  più forte di lui, ed egli al parlamento ci andrà... se vorranno mandarcelo.
Merlino, ne siamo convinti perché lo conosciamo, è sincero quando dice di non volere andare al parlamento. Ma la logica della posizione sarà  più forte di lui, ed egli al parlamento ci andrà... se vorranno mandarcelo.
Tutta la forza dell'argomentazione di Merlino consiste in un equivoco. Egli pone in contrapposto da una parte la lotta elettorale e dall'altra l'inerzia, l'indifferenza e l'acquiescenza supina alle prepotenze del governo e dei padroni; ed è chiaro che il vantaggio resta alla lotta elettorale.
Tutta la forza dell'argomentazione di Merlino consiste in un equivoco. Egli pone in contrapposto da una parte la lotta elettorale e dall'altra l'inerzia, l'indifferenza e l'acquiescenza supina alle prepotenze del governo e dei padroni; ed è chiaro che il vantaggio resta alla lotta elettorale.
A questa stregua sarebbe facile il dimostrare che è una buona cosa andare a messa ed aspettare ogni bene dalla divina provvidenza, poichè l'uomo che crede nell'efficacia della preghiera è sempre superiore all'idiota che nulla desidera, nulla spera e nulla teme.
A questa stregua sarebbe facile il dimostrare che è una buona cosa andare a messa ed aspettare ogni bene dalla divina provvidenza, poichè l'uomo che crede nell'efficacia della preghiera è sempre superiore all'idiota che nulla desidera, nulla spera e nulla teme.
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La questione è tutt'altra. Si tratta di cercare qual'è il mezzo più efficace di resistenza popolare, qual'è la via che, mentre soddisfa ai bisogni del momento, conduce più direttamente ai destini futuri dell'umanità, qual'è il modo più utile d'impiegare le forze socialiste.
La questione è tutt'altra. Si tratta di cercare qual'è il mezzo più efficace di resistenza popolare, qual'è la via che, mentre soddisfa ai bisogni del momento, conduce più direttamente ai destini futuri dell'umanità, qual'è il modo più utile d'impiegare le forze socialiste.
Non è vero che senza il parlamento mancano i mezzi per far pressione sul Governo e metter freno ai suoi eccessi. Al contrario. Quando in Italia non v'era il suffragio popolare, v'era una libertà  che oggi ci sembrerebbe grande; e le violenze governative, molto minori di quelle di Crispi e Di Rudini, provocavano un'indignazione e una reazione popolare di cui oggi non si ha più l'idea. Lo stesso suffragio, di cui fan tanto caso, è stato naturalmente ottenuto quando il suffragio non v'era; ed ora che v'è, minacciano di toglierlo... effetto miracoloso della sua efficacia!
Non è vero che senza il parlamento mancano i mezzi per far pressione sul Governo e metter freno ai suoi eccessi. Al contrario. Quando in Italia non v'era il suffragio popolare, v'era una libertà  che oggi ci sembrerebbe grande; e le violenze governative, molto minori di quelle di Crispi e Di Rudini, provocavano un'indignazione e una reazione popolare di cui oggi non si ha più l'idea. Lo stesso suffragio, di cui fan tanto caso, è stato naturalmente ottenuto quando il suffragio non v'era; ed ora che v'è, minacciano di toglierlo... effetto miracoloso della sua efficacia!
Merlino dice che Malatesta ha scritto che il despotismo è da preferire all'ibrido sistema attuale. Se la memoria non ci falla, scrisse Malatesta che al parlamentarismo accettato e vantato è da preferirsi il despotismo subito per forza e coll'animo intento alla rivolta. È una cosa ben differente, ed in quella differenza sta la ragione della nostra tattica. Se il governo riducesse l'Italia allo stato politico della Russia, noi non dovremmo riprincipiare la lotta per il costituzionalismo, perchè sappiamo già  quanto valgono le costituzioni e troveremmo modo di lottare per i nostri ideali anche senza quelle larve di libertà  che servono piuttosto ad illudere le masse che a favorirne il progresso.
Merlino dice che Malatesta ha scritto che il despotismo è da preferire all'ibrido sistema attuale. Se la memoria non ci falla, scrisse Malatesta che al parlamentarismo accettato e vantato è da preferirsi il despotismo subito per forza e coll'animo intento alla rivolta. È una cosa ben differente, ed in quella differenza sta la ragione della nostra tattica. Se il governo riducesse l'Italia allo stato politico della Russia, noi non dovremmo riprincipiare la lotta per il costituzionalismo, perché sappiamo già  quanto valgono le costituzioni e troveremmo modo di lottare per i nostri ideali anche senza quelle larve di libertà  che servono piuttosto ad illudere le masse che a favorirne il progresso.
I socialisti parlamentari invece, imperniando tutta la loro attività  intorno alla lotta elettorale, si condannano ad un lavoro di Sisifo; ed ogni volta che al governo piace di menomare le libertà  politiche e le garanzie costituzionali, essi debbono mettere da parte il programma socialista e ridiventare costituzionalisti. A prova "La lega della libertà " dei tempi crispini, in cui Turati, Cavallotti e Di Rudinì eran diventati commilitoni e fratelli.
I socialisti parlamentari invece, imperniando tutta la loro attività  intorno alla lotta elettorale, si condannano ad un lavoro di Sisifo; ed ogni volta che al governo piace di menomare le libertà  politiche e le garanzie costituzionali, essi debbono mettere da parte il programma socialista e ridiventare costituzionalisti. A prova "La lega della libertà " dei tempi crispini, in cui Turati, Cavallotti e Di Rudinì eran diventati commilitoni e fratelli.
D'altronde il fatto è questo; se nel paese v'è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extracostituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà, tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull'azione parlamentare e che la cosa che più gli dà  noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l'immunità.
D'altronde il fatto è questo; se nel paese v'è coscienza e forza di resistenza, se vi sono partiti extracostituzionali che minacciano lo Stato, allora il governo rispetta lo Statuto, allarga il suffragio, concede libertà, tanto per aprire delle valvole di sicurezza alla crescente pressione; ed in Parlamento i deputati borghesi tuonano contro i ministri, tanto per farsi popolari. Se invece il governo vede che i partiti popolari fondano le loro speranze sull'azione parlamentare e che la cosa che più gli dà  noia sono i deputati socialisti, allora respinge il suffragio, tien chiuso il parlamento, viola lo Statuto; e se i deputati hanno il nerbo, cosa rara, di resistere più che per burla, vanno in prigione malgrado il medaglino e l'immunità.
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Servirsi dell'esistenza di una tale tendenza per attribuirla a tutti gli anarchici e darsi così l'aria di aver ragione, può essere un abile espediente di polemica, ma non è degno di chi cerca e vuol propagare la verità.
Servirsi dell'esistenza di una tale tendenza per attribuirla a tutti gli anarchici e darsi così l'aria di aver ragione, può essere un abile espediente di polemica, ma non è degno di chi cerca e vuol propagare la verità.
Quella tendenza quietista, per il fatto ch'essa aveva trovato simpatia in qualche uomo d'ingegno e di fama, è stata certamente una fra le cause che avevano arrestato lo sviluppo del movimento anarchico. Merlino, e noi, e tanti altri abbiamo combattuto quella tendenza; e se egli avesse continuato per la strada di prima, continuerebbe ad averci a compagno. Ma Merlino, proprio quando gli anarchici accennano ad uscire dalla crisi ed a ripigliare un lavoro fecondo, rinnega tutto ciò che egli stesso aveva detto; e, senza accampare una sola ragione nuova che non fosse stata già  le mille volte detta dai legalitari e da lui stesso confutata, vorrebbe che noi lo seguissimo.
Quella tendenza quietista, per il fatto ch'essa aveva trovato simpatia in qualche uomo d'ingegno e di fama, è stata certamente una fra le cause che avevano arrestato lo sviluppo del movimento anarchico. Merlino, e noi, e tanti altri abbiamo combattuto quella tendenza; e se egli avesse continuato per la strada di prima, continuerebbe ad averci a compagno. Ma Merlino, proprio quando gli anarchici accennano ad uscire dalla crisi ed a ripigliare un lavoro fecondo, rinnega tutto ciò che egli stesso aveva detto; e, senza accampare una sola ragione nuova che non fosse stata già  le mille volte detta dai legalitari e da lui stesso confutata, vorrebbe che noi lo seguissimo.
Oggi le critiche ch'egli può fare degli errori in cui son caduti gli anarchici non hanno più efficacia. Non sono più le osservazioni di un commilitone fatte negli interessi della causa comune ma gli attacchi di un avversario, che rischiano di non essere presi in considerazione, perchè ritenuti sospetti.
Oggi le critiche ch'egli può fare degli errori in cui son caduti gli anarchici non hanno più efficacia. Non sono più le osservazioni di un commilitone fatte negli interessi della causa comune ma gli attacchi di un avversario, che rischiano di non essere presi in considerazione, perché ritenuti sospetti.
        
        
        
        
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La cosa è vera, nè le mie idee sono oggi diverse da quelle espresse nello scritto di cui si tratta. Ma Merlino, riportando una mia frase staccata per sostenere una tesi diversa da quella che sostenevo io, lascia nell'ombra e nell'equivoco quello che io veramente intendevo.
La cosa è vera, nè le mie idee sono oggi diverse da quelle espresse nello scritto di cui si tratta. Ma Merlino, riportando una mia frase staccata per sostenere una tesi diversa da quella che sostenevo io, lascia nell'ombra e nell'equivoco quello che io veramente intendevo.
Ecco: v'erano a quell'epoca molti anarchici, e ve n'è ancora un poco, che scambiando la forma colla sostanza e badando più alle parole che alle cose, si erano formati una specie di "rituale del vero anarchico" che inceppava la loro azione, e li trascinava a sostenere cose assurde e grottesche.
Ecco: v'erano a quell'epoca molti anarchici, e ve n'è ancora un poco, che scambiando la forma colla sostanza e badando più alle parole che alle cose, si erano formati una specie di "rituale del vero anarchico" che inceppava la loro azione, e li trascinava a sostenere cose assurde e grottesche.
Così essi, partendo dal principio che la maggioranza non ha il diritto d'imporre la sua volontà  alla minoranza, ne conchiudevano che nulla si dovesse mai fare se non approvato all'unanimità  dei concorrenti. Confondendo il voto politico, che serve a nominarsi dei padroni con il voto quando è mezzo per esprimere in modo spiccio la propria opinione, ritenevano anti-anarchica ogni specie di votazione. Così, si convocava un comizio per protestare contro una violenza governativa o padronale, o per mostrare la simpatia popolare per un dato avvenimento; la gente veniva, ascoltava i discorsi dei promotori, ascoltava quelli dei contraddittori, e poi se ne andava senza esprimere la propria opinione, perchè il solo mezzo per esprimerla era la votazione sui vari ordini del giorno... e votare non era anarchico. Un circolo voleva fare un manifesto: v'erano diverse redazioni proposte che dividevano i pareri dei soci; si discuteva a non finire, ma non si riusciva mai a sapere l'opinione predominante, perchè era proibito il votare, e quindi o il manifesto non si pubblicava, o alcuni pubblicavano per conto loro quello che preferivano; il circolo si scindeva quando non v'era in realtà  nessun dissenso reale e si trattava solo di una questione di stile. E una conseguenza di questi usi, che dicevano essere garanzie di libertà, era che solo alcuni, meglio dotati di facoltà  oratorie, facevano e disfacevano, mentre quelli che non sapevano o non osavano parlare in pubblico, e che sono sempre la grande maggioranza, non contavano proprio nulla. Mentre poi l'altra conseguenza più grave e veramente mortale per il movimento anarchico, era che gli anarchici non si credevano legati dalla solidarietà  operaia, ed in tempo di sciopero andavano a lavorare, perchè lo sciopero era stato votato a maggioranza e contro il loro parere. E giungevano fino a non osare di biasimare dei farabutti, sedicenti anarchici, che domandavano e ricevevano denari dai padroni - potrei citare i nomi occorrendo - per combattere uno sciopero in nome dell'anarchia.
Così essi, partendo dal principio che la maggioranza non ha il diritto d'imporre la sua volontà  alla minoranza, ne conchiudevano che nulla si dovesse mai fare se non approvato all'unanimità  dei concorrenti. Confondendo il voto politico, che serve a nominarsi dei padroni con il voto quando è mezzo per esprimere in modo spiccio la propria opinione, ritenevano anti-anarchica ogni specie di votazione. Così, si convocava un comizio per protestare contro una violenza governativa o padronale, o per mostrare la simpatia popolare per un dato avvenimento; la gente veniva, ascoltava i discorsi dei promotori, ascoltava quelli dei contraddittori, e poi se ne andava senza esprimere la propria opinione, perché il solo mezzo per esprimerla era la votazione sui vari ordini del giorno... e votare non era anarchico. Un circolo voleva fare un manifesto: v'erano diverse redazioni proposte che dividevano i pareri dei soci; si discuteva a non finire, ma non si riusciva mai a sapere l'opinione predominante, perché era proibito il votare, e quindi o il manifesto non si pubblicava, o alcuni pubblicavano per conto loro quello che preferivano; il circolo si scindeva quando non v'era in realtà  nessun dissenso reale e si trattava solo di una questione di stile. E una conseguenza di questi usi, che dicevano essere garanzie di libertà, era che solo alcuni, meglio dotati di facoltà  oratorie, facevano e disfacevano, mentre quelli che non sapevano o non osavano parlare in pubblico, e che sono sempre la grande maggioranza, non contavano proprio nulla. Mentre poi l'altra conseguenza più grave e veramente mortale per il movimento anarchico, era che gli anarchici non si credevano legati dalla solidarietà  operaia, ed in tempo di sciopero andavano a lavorare, perché lo sciopero era stato votato a maggioranza e contro il loro parere. E giungevano fino a non osare di biasimare dei farabutti, sedicenti anarchici, che domandavano e ricevevano denari dai padroni - potrei citare i nomi occorrendo - per combattere uno sciopero in nome dell'anarchia.
Contro queste e simili aberrazioni era diretto lo scritto che io mandai a Chicago.
Contro queste e simili aberrazioni era diretto lo scritto che io mandai a Chicago.
Io sostenevo che non ci sarebbe vita sociale possibile se davvero non si dovesse fare mai nulla insieme se non quando tutti sono unanimemente d'accordo. Che le idee e le opinioni sono in continua evoluzione e si differenziano per gradazioni insensibili, mentre le realizzazioni pratiche cambiano a salti bruschi; e che, se arrivasse un giorno in cui tutti fossero perfettamente d'accordo sui vantaggi di una data cosa, ciò significherebbe che in quella data cosa ogni progresso possibile è esaurito. Così, per esempio, se si trattasse di fare una ferrovia, vi sarebbero certamente mille opinioni diverse sul tracciato della linea, sul materiale, sul tipo di macchine e di vagoni, sul posto delle stazioni, ecc., e queste opinioni andrebbero cambiando di giorno in giorno: ma se la ferrovia si vuol fare bisogna pure scegliere fra le opinioni esistenti, nè si potrebbe ogni giorno modificare il tracciato, traslocare le stazioni e cambiare le macchine. E poichè di scegliere si tratta è meglio che siano contenti i più che i meno, salvo naturalmente a dare ai meno tutta la libertà  e tutti i mezzi possibili per propagare e sperimentare le loro idee e cercare di diventare la maggioranza.
Io sostenevo che non ci sarebbe vita sociale possibile se davvero non si dovesse fare mai nulla insieme se non quando tutti sono unanimemente d'accordo. Che le idee e le opinioni sono in continua evoluzione e si differenziano per gradazioni insensibili, mentre le realizzazioni pratiche cambiano a salti bruschi; e che, se arrivasse un giorno in cui tutti fossero perfettamente d'accordo sui vantaggi di una data cosa, ciò significherebbe che in quella data cosa ogni progresso possibile è esaurito. Così, per esempio, se si trattasse di fare una ferrovia, vi sarebbero certamente mille opinioni diverse sul tracciato della linea, sul materiale, sul tipo di macchine e di vagoni, sul posto delle stazioni, ecc., e queste opinioni andrebbero cambiando di giorno in giorno: ma se la ferrovia si vuol fare bisogna pure scegliere fra le opinioni esistenti, nè si potrebbe ogni giorno modificare il tracciato, traslocare le stazioni e cambiare le macchine. E poichè di scegliere si tratta è meglio che siano contenti i più che i meno, salvo naturalmente a dare ai meno tutta la libertà  e tutti i mezzi possibili per propagare e sperimentare le loro idee e cercare di diventare la maggioranza.
Dunque in tutte quelle cose che non ammettono parecchie soluzioni contemporanee, o nelle quali le differenze d'opinione non sono di tale importanza che valga la pena di dividersi ed agire ogni frazione a modo suo, o in cui il dovere di solidarietà  impone l'unione, è ragionevole, giusto, necessario che la minoranza ceda alla maggioranza.
Dunque in tutte quelle cose che non ammettono parecchie soluzioni contemporanee, o nelle quali le differenze d'opinione non sono di tale importanza che valga la pena di dividersi ed agire ogni frazione a modo suo, o in cui il dovere di solidarietà  impone l'unione, è ragionevole, giusto, necessario che la minoranza ceda alla maggioranza.
Ma questo cedere della minoranza deve essere effetto della libera volontà, determinata dalla coscienza della necessità; non deve essere un principio, una legge, che s'applica per conseguenza in tutti i casi, anche quando la necessità  realmente non c'è. Ed in questo consiste la differenza tra l'anarchia e una forma di governo qualunque. Tutta la vita sociale è piena di queste necessità  in cui uno deve cedere le proprie preferenze per non offendere i diritti degli altri. Entro in un caffè, trovo occupato il posto che piace a me e vado tranquillamente a sedermi in un altro, dove magari c'è una corrente d'aria che mi fa male. Vedo delle persone che parlano in modo da far capire che non vogliono essere ascoltate, ed io mi tengo lontano, magari con incomodo mio, per non incomodar loro. Ma questo io lo fo perchè me lo impongono il mio istinto d'uomo sociale, la mia abitudine di vivere in mezzo agli uomini ed il mio interesse a non farmi trattar male se io facessi altrimenti; quelli che io incomoderei, mi farebbero presto sentire in un modo o in un altro il danno che v'è ad essere uno zotico. Non voglio che dei legislatori vengano a prescrivermi qual'è il modo col quale io debbo comportarmi in un caffè, nè credo che essi varrebbero ad insegnarmi quell'educazione che io non avessi saputo apprendere dalla società  in mezzo a cui vivo.
Ma questo cedere della minoranza deve essere effetto della libera volontà, determinata dalla coscienza della necessità; non deve essere un principio, una legge, che s'applica per conseguenza in tutti i casi, anche quando la necessità  realmente non c'è. Ed in questo consiste la differenza tra l'anarchia e una forma di governo qualunque. Tutta la vita sociale è piena di queste necessità  in cui uno deve cedere le proprie preferenze per non offendere i diritti degli altri. Entro in un caffè, trovo occupato il posto che piace a me e vado tranquillamente a sedermi in un altro, dove magari c'è una corrente d'aria che mi fa male. Vedo delle persone che parlano in modo da far capire che non vogliono essere ascoltate, ed io mi tengo lontano, magari con incomodo mio, per non incomodar loro. Ma questo io lo fo perché me lo impongono il mio istinto d'uomo sociale, la mia abitudine di vivere in mezzo agli uomini ed il mio interesse a non farmi trattar male se io facessi altrimenti; quelli che io incomoderei, mi farebbero presto sentire in un modo o in un altro il danno che v'è ad essere uno zotico. Non voglio che dei legislatori vengano a prescrivermi qual'è il modo col quale io debbo comportarmi in un caffè, nè credo che essi varrebbero ad insegnarmi quell'educazione che io non avessi saputo apprendere dalla società  in mezzo a cui vivo.
Come fa il Merlino a cavare da questo che un resto di parlamentarismo vi dovrà  essere anche nella società  che noi vagheggiamo?
Come fa il Merlino a cavare da questo che un resto di parlamentarismo vi dovrà  essere anche nella società  che noi vagheggiamo?
Il parlamentarismo è una forma di governo nella quale gli eletti del popolo, riuniti in corpo legislativo fanno, a maggioranza di voti, le leggi che a loro piace e le impongono al popolo con tutti i mezzi coercitivi di cui possono disporre.
Il parlamentarismo è una forma di governo nella quale gli eletti del popolo, riuniti in corpo legislativo fanno, a maggioranza di voti, le leggi che a loro piace e le impongono al popolo con tutti i mezzi coercitivi di cui possono disporre.
È un avanzo di questa bella roba, che Merlino vorrebbe conservata anche in Anarchia? Oppure, poichè in Parlamento si parla, e si discute e si delibera, e questo si farà  sempre in qualsiasi società  possibile, Merlino chiama questo un avanzo di parlamentarismo?
È un avanzo di questa bella roba, che Merlino vorrebbe conservata anche in Anarchia? Oppure, poichè in Parlamento si parla, e si discute e si delibera, e questo si farà  sempre in qualsiasi società  possibile, Merlino chiama questo un avanzo di parlamentarismo?
Ma ciò sarebbe davvero giuocar sulle parole, e Merlino è capace di altri e ben più seri procedimenti di discussione.
Ma ciò sarebbe davvero giuocar sulle parole, e Merlino è capace di altri e ben più seri procedimenti di discussione.
Non si ricorda il Merlino quando polemizzando insieme contro quegli anarchici che sono avversi ad ogni congresso perchè appunto ritengono i congressi una forma di parlamentarismo, noi sostenevamo che l'essenza del parlamentarismo sta nel fatto che i parlamenti fanno ed impongono leggi, mentre un congresso anarchico non fa che discutere e proporre delle risoluzioni, che non hanno valore esecutivo se non dopo l'approvazione dei mandanti e solo per coloro che le approvano? O che le parole hanno cambiato di significato ora che Merlino ha cambiato d'idee?
Non si ricorda il Merlino quando polemizzando insieme contro quegli anarchici che sono avversi ad ogni congresso perché appunto ritengono i congressi una forma di parlamentarismo, noi sostenevamo che l'essenza del parlamentarismo sta nel fatto che i parlamenti fanno ed impongono leggi, mentre un congresso anarchico non fa che discutere e proporre delle risoluzioni, che non hanno valore esecutivo se non dopo l'approvazione dei mandanti e solo per coloro che le approvano? O che le parole hanno cambiato di significato ora che Merlino ha cambiato d'idee?
        
        
        
        
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Osvaldo Gnocchi Viani, parlando nella "Lotta di Classe" della discussione fra me e Merlino a proposito della lotta elettorale, dice che noi, Merlino ed io, "ci siamo staccati dallo stipite anarchico-individualista ed abbiamo fatto un'evoluzione verso il metodo dell'organizzazione e dell'azione politica" e quindi conchiude che Merlino ed io abbiamo fatto un'evoluzione dello stesso genere, e che solo differiamo perchè l'uno ha corso più dell'altro, ed io non so e non voglio "lasciarmi andare fin là " cioè fino ad accettare la tattica elettorale.
Osvaldo Gnocchi Viani, parlando nella "Lotta di Classe" della discussione fra me e Merlino a proposito della lotta elettorale, dice che noi, Merlino ed io, "ci siamo staccati dallo stipite anarchico-individualista ed abbiamo fatto un'evoluzione verso il metodo dell'organizzazione e dell'azione politica" e quindi conchiude che Merlino ed io abbiamo fatto un'evoluzione dello stesso genere, e che solo differiamo perché l'uno ha corso più dell'altro, ed io non so e non voglio "lasciarmi andare fin là " cioè fino ad accettare la tattica elettorale.
Tutti questi spropositi si capirebbero in uno che fosse completamente ignaro della storia del movimento nostro in Italia; ma in Gnocchi Viani fan meraviglia davvero, e fan vedere come il partito preso può ottenebrare il giudizio anche negli uomini meglio informati, e, d'ordinario, più sereni ed equanimi.
Tutti questi spropositi si capirebbero in uno che fosse completamente ignaro della storia del movimento nostro in Italia; ma in Gnocchi Viani fan meraviglia davvero, e fan vedere come il partito preso può ottenebrare il giudizio anche negli uomini meglio informati, e, d'ordinario, più sereni ed equanimi.
Staccati dallo stipite anarchico-indidualista! Ma quando mai Merlino ed io siamo stati individualisti? E che cosa è mai questo stipite anarchico-individualista? In Italia per molto tempo tutti gli anarchici furono socialisti, anzi il socialismo vi è nato anarchico, or sono già  quasi trent'anni. Gnocchi Viani se ne deve ricordare. L'individualismo cosiddetto anarchico venne molto più tardi e ci ebbe sempre avversari, tanto Merlino che io.
Staccati dallo stipite anarchico-indidualista! Ma quando mai Merlino ed io siamo stati individualisti? E che cosa è mai questo stipite anarchico-individualista? In Italia per molto tempo tutti gli anarchici furono socialisti, anzi il socialismo vi è nato anarchico, or sono già  quasi trent'anni. Gnocchi Viani se ne deve ricordare. L'individualismo cosiddetto anarchico venne molto più tardi e ci ebbe sempre avversari, tanto Merlino che io.
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Merlino dice senza dubbio molte cose giustissime e che diciamo anche noi; ma nell'affermare delle idee generali, sulle necessità  della vita sociale, perde di vista, a parer nostro, la differenza tra autoritarismo ed anarchismo e le ragioni della differenza. Così che tutto il suo argomentare potrebbe servire benissimo per sostenere la necessità  di un governo, e quindi l'impossibilità  dell'anarchia.
Merlino dice senza dubbio molte cose giustissime e che diciamo anche noi; ma nell'affermare delle idee generali, sulle necessità  della vita sociale, perde di vista, a parer nostro, la differenza tra autoritarismo ed anarchismo e le ragioni della differenza. Così che tutto il suo argomentare potrebbe servire benissimo per sostenere la necessità  di un governo, e quindi l'impossibilità  dell'anarchia.
Stabiliamo subito quali sono i punti in cui siamo d'accordo, acciò nè il Merlino nè altri, cui piaccia polemizzare con noi, perda il tempo a combattere in noi idee che non sono nostre, e riesca così a sfondare delle porte aperte.
Stabiliamo subito quali sono i punti in cui siamo d'accordo, acciò nè il Merlino nè altri, cui piaccia polemizzare con noi, perda il tempo a combattere in noi idee che non sono nostre, e riesca così a sfondare delle porte aperte.
Noi pensiamo che in molti casi la minoranza anche se convinta di aver ragione, deve cedere alla maggioranza, perchè altrimenti non vi sarebbe vita sociale possibile - e fuori della società  è impossibile ogni vita umana. E sappiamo benissimo che le cose in cui non si può raggiungere l'unanimità  ed in cui è necessario che la minoranza ceda non sono le cose di poco momento; ma anche, e specialmente, quelle di importanza vitale per l'economia della collettività.
Noi pensiamo che in molti casi la minoranza anche se convinta di aver ragione, deve cedere alla maggioranza, perché altrimenti non vi sarebbe vita sociale possibile - e fuori della società  è impossibile ogni vita umana. E sappiamo benissimo che le cose in cui non si può raggiungere l'unanimità  ed in cui è necessario che la minoranza ceda non sono le cose di poco momento; ma anche, e specialmente, quelle di importanza vitale per l'economia della collettività.
Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino, sempre, la ragione ed il progresso. Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà  dire che hanno ragione perchè son diventati minoranza. Del resto, se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri.
Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino, sempre, la ragione ed il progresso. Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà  dire che hanno ragione perché son diventati minoranza. Del resto, se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri.
Così pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè, e che, se anche fosse possibile, ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti. Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri.
Così pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè, e che, se anche fosse possibile, ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti. Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri.
E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società, poichè crediamo che la società  umana e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che se l'uomo cessasse dall'esercitare la sua volontà  cosciente e si abbandonasse alla natura, ricadrebbe presto nella animalità  e nella lotta brutale.
E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società, poichè crediamo che la società  umana e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che se l'uomo cessasse dall'esercitare la sua volontà  cosciente e si abbandonasse alla natura, ricadrebbe presto nella animalità  e nella lotta brutale.
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Io invece prendo l'Anarchia in un senso meno assoluto. Non metto l'aut aut che mettete voi. L'idea Anarchica per me si comincerà  ad attuare molto prima che gli uomini raggiungano lo stato di perfezione, per cui, compenetrati dei vantaggi dell'associazione, essi cedano volontariamente gli uni agli altri. Essa ci deve suggerire fin da ora dei modi di provvedere ai comuni interessi e di risolvere i conflitti che possano nascere, senza autorità, senza accentramento, senza un potere costituito in mezzo alla società, capace d'imporre la volontà  propria ed i proprii interessi alla moltitudine dei soggetti.
Io invece prendo l'Anarchia in un senso meno assoluto. Non metto l'aut aut che mettete voi. L'idea Anarchica per me si comincerà  ad attuare molto prima che gli uomini raggiungano lo stato di perfezione, per cui, compenetrati dei vantaggi dell'associazione, essi cedano volontariamente gli uni agli altri. Essa ci deve suggerire fin da ora dei modi di provvedere ai comuni interessi e di risolvere i conflitti che possano nascere, senza autorità, senza accentramento, senza un potere costituito in mezzo alla società, capace d'imporre la volontà  propria ed i proprii interessi alla moltitudine dei soggetti.
Questa è l'unica Anarchia attuabile ed è un'Anarchia prossimamente attuabile: di essa soltanto vale la pena di occuparsi.
Questa è l'unica Anarchia attuabile ed è un'Anarchia prossimamente attuabile: di essa soltanto vale la pena di occuparsi.
Prendiamo gli esempi addotti da voi. Voi dite: in una società  anarchica non vi può essere polizia. Ma perchè non vi sia polizia, bisogna che gli uomini si rispettino a vicenda, che un galantuomo possa camminare per le vie senza la paura di essere aggredito, od almeno, nella sicurezza di essere difeso dai vicini e dai viandanti se aggredito da uno più forte di lui. Se i deboli avessero a temere di essere accoppati per le vie, essi invocherebbero una polizia che li proteggesse, e l'Anarchia se ne andrebbe a gambe all'aria.
Prendiamo gli esempi addotti da voi. Voi dite: in una società  anarchica non vi può essere polizia. Ma perché non vi sia polizia, bisogna che gli uomini si rispettino a vicenda, che un galantuomo possa camminare per le vie senza la paura di essere aggredito, od almeno, nella sicurezza di essere difeso dai vicini e dai viandanti se aggredito da uno più forte di lui. Se i deboli avessero a temere di essere accoppati per le vie, essi invocherebbero una polizia che li proteggesse, e l'Anarchia se ne andrebbe a gambe all'aria.
Cosicchè voi ponete il dilemma: o nessuna forma di difesa sociale o collettiva dal delitto - tranne la difesa fortuita della folla - oppure la polizia, il governo, l'ordine di cose attuale.
Cosicchè voi ponete il dilemma: o nessuna forma di difesa sociale o collettiva dal delitto - tranne la difesa fortuita della folla - oppure la polizia, il governo, l'ordine di cose attuale.
Io invece credo che tra il sistema attuale e quello che presuppone la cessazione del delitto ci sia posto per forme intermedie - per una difesa sociale che non sia la funzione di un Governo, ma che si eserciti, in ciascuna località, sotto gli occhi e il controllo dei cittadini come un qualunque servizio pubblico, d'igiene, di trasporto ecc. - quindi non possa degenerare in un mezzo di oppressione e di dominazione.
Io invece credo che tra il sistema attuale e quello che presuppone la cessazione del delitto ci sia posto per forme intermedie - per una difesa sociale che non sia la funzione di un Governo, ma che si eserciti, in ciascuna località, sotto gli occhi e il controllo dei cittadini come un qualunque servizio pubblico, d'igiene, di trasporto ecc. - quindi non possa degenerare in un mezzo di oppressione e di dominazione.
Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altre simili è appunto il compito dei socialisti anarchici. Ma questo compito non lo eseguiranno se essi diranno: l'anarchia non è possibile che allorquando la società  non avrà  più bisogno di garantirsi dal delitto - perchè non si commetteranno più delitti.
Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altre simili è appunto il compito dei socialisti anarchici. Ma questo compito non lo eseguiranno se essi diranno: l'anarchia non è possibile che allorquando la società  non avrà  più bisogno di garantirsi dal delitto - perché non si commetteranno più delitti.
Nelle relazioni fra popoli voi dite: - gli Stati oggi fanno pace e guerre, osservano certe norme di giustizia nei loro rapporti (diritto delle genti, ecc.) senza un governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Governo dei Governi c'è, ed è di quella Potenza o di quelle Potenze che hanno il maggior numero di cannoni ed il maggior numero di uomini per caricarli e difenderli? E come non v'accorgete che i rapporti attuali fra popoli sono embrionali, i trattati di commercio, le convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ed il cosiddetto diritto delle genti, accennando a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari, sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà  sempre più sviluppando dopo che gli Stati attuali avranno cessato di esistere?
Nelle relazioni fra popoli voi dite: - gli Stati oggi fanno pace e guerre, osservano certe norme di giustizia nei loro rapporti (diritto delle genti, ecc.) senza un governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Governo dei Governi c'è, ed è di quella Potenza o di quelle Potenze che hanno il maggior numero di cannoni ed il maggior numero di uomini per caricarli e difenderli? E come non v'accorgete che i rapporti attuali fra popoli sono embrionali, i trattati di commercio, le convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ed il cosiddetto diritto delle genti, accennando a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari, sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà  sempre più sviluppando dopo che gli Stati attuali avranno cessato di esistere?
Noi dobbiamo adoperarci perchè questa organizzazione sia fatta in forma federativa e libertaria; non negarne la necessità  e l'utilità. A me pare francamente che voi rimaniate a mezza via tra l'individualismo e il socialismo.
Noi dobbiamo adoperarci perché questa organizzazione sia fatta in forma federativa e libertaria; non negarne la necessità  e l'utilità. A me pare francamente che voi rimaniate a mezza via tra l'individualismo e il socialismo.
Ed ora lasciatemi tornare dalla questione di principii a quella di tattica.
Ed ora lasciatemi tornare dalla questione di principii a quella di tattica.
Nell'articolo di fondo del numero 3 voi vi occupate delle recenti elezioni e dite:
Nell'articolo di fondo del numero 3 voi vi occupate delle recenti elezioni e dite:
"Francamente e grandemente ci rallegriamo del trionfo de' socialisti, perchè, per quanto ecc., dimostra pur sempre che l'idea del Socialismo si avanza, che cresce il numero di coloro che si ribellano agli ordini del padrone, del prete e del carabiniere e che questa Italia non è poi davvero quella terra di morti che è sembrata in questi ultimi anni".
"Francamente e grandemente ci rallegriamo del trionfo de' socialisti, perché, per quanto ecc., dimostra pur sempre che l'idea del Socialismo si avanza, che cresce il numero di coloro che si ribellano agli ordini del padrone, del prete e del carabiniere e che questa Italia non è poi davvero quella terra di morti che è sembrata in questi ultimi anni".
Preziosa confessione che in realtà  mi ha meravigliato. Voi astensionisti - che predicate che un popolo che vota abdica la sua sovranità  nelle mani di pochi, ora invece vedete niente meno nel voto recente degli elettori italiani una ribellione agli ordini del padrone, del prete e dell'autorità  - un'affermazione tanto importante dei diritti e delle aspirazioni del popolo, che esclamate giulivi che per queste elezioni è rimasto provato non essere l'Italia quella terra dei morti che è sembrata in questi ultimi anni.
Preziosa confessione che in realtà  mi ha meravigliato. Voi astensionisti - che predicate che un popolo che vota abdica la sua sovranità  nelle mani di pochi, ora invece vedete niente meno nel voto recente degli elettori italiani una ribellione agli ordini del padrone, del prete e dell'autorità  - un'affermazione tanto importante dei diritti e delle aspirazioni del popolo, che esclamate giulivi che per queste elezioni è rimasto provato non essere l'Italia quella terra dei morti che è sembrata in questi ultimi anni.
E vi par poco questa dimostrazione? Mettete pure sul conto del parlamentarismo i compromessi, l'annacquamento dei programmi, la corruzione, ecc. Questi mali non potranno giammai far contrappeso all'immenso vantaggio di avere sentito battere l'anima di un popolo che, come voi dite, pareva morto e rassegnato all'inerzia della tomba.
E vi par poco questa dimostrazione? Mettete pure sul conto del parlamentarismo i compromessi, l'annacquamento dei programmi, la corruzione, ecc. Questi mali non potranno giammai far contrappeso all'immenso vantaggio di avere sentito battere l'anima di un popolo che, come voi dite, pareva morto e rassegnato all'inerzia della tomba.
Ora poi, se a voi è permesso di dire dopo le elezioni che esse sono riuscite una splendida affermazione del Socialismo, non poteva esser vietato a me di dire prima delle elezioni che bisognava fare in modo che riescissero una siffatta affermazione. Se non osta ai principii anarchici che voi vi congratuliate del trionfo dei socialisti, non deve neppure ostare che io dichiari che lo desideravo. Le vostre congratulazioni non sarebbero venute se qualcuno non avesse lavorato per il trionfo del Socialismo nelle elezioni. Ed io non ho torto se mi ostino a sostenere che gli anarchici possono fare assai meglio che stare a guardare e congratularsi del trionfo degli altri.  
Ora poi, se a voi è permesso di dire dopo le elezioni che esse sono riuscite una splendida affermazione del Socialismo, non poteva esser vietato a me di dire prima delle elezioni che bisognava fare in modo che riescissero una siffatta affermazione. Se non osta ai principii anarchici che voi vi congratuliate del trionfo dei socialisti, non deve neppure ostare che io dichiari che lo desideravo. Le vostre congratulazioni non sarebbero venute se qualcuno non avesse lavorato per il trionfo del Socialismo nelle elezioni. Ed io non ho torto se mi ostino a sostenere che gli anarchici possono fare assai meglio che stare a guardare e congratularsi del trionfo degli altri.  
Al Governo non basta per continuare ad esistere la forza materiale delle baionette: gli ci vuole anche una forza morale che esso chiede alle elezioni - una apparenza di consentimento popolare. E l'acquisto di questa forza morale noi dobbiamo contendergli: perchè ridotto alla sola forza materiale, noi potremo combatterlo con successo alla prima occasione.
Al Governo non basta per continuare ad esistere la forza materiale delle baionette: gli ci vuole anche una forza morale che esso chiede alle elezioni - una apparenza di consentimento popolare. E l'acquisto di questa forza morale noi dobbiamo contendergli: perché ridotto alla sola forza materiale, noi potremo combatterlo con successo alla prima occasione.
Un'ultima parola. Voi dite che tutti gli anarchici sono astensionisti. Oh! quanto v'ingannate! Gli astensionisti più accaniti votano ora pei repubblicani, ora pei socialisti, ora per amici personali senza parlare degli Azzaretti che non sono pochi! Quello che si guadagna con la tattica astensionista è di partecipare alle elezioni, non in nome dei nostri principi ma sotto falso nome e a beneficio di altri partiti.
Un'ultima parola. Voi dite che tutti gli anarchici sono astensionisti. Oh! quanto v'ingannate! Gli astensionisti più accaniti votano ora pei repubblicani, ora pei socialisti, ora per amici personali senza parlare degli Azzaretti che non sono pochi! Quello che si guadagna con la tattica astensionista è di partecipare alle elezioni, non in nome dei nostri principi ma sotto falso nome e a beneficio di altri partiti.
        
        
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Ma se "un pugno di farabutti o di nevrotici o anche un solo individuo si ostina nel dir no, allora non è possibile l'anarchia?" Diavolo! Non sofistichiamo. Questi individui sono ben liberi di dire no, ma non potranno impedire agli altri di far sì - e quindi dovranno adattarsi il meglio che possono. - Chè se poi "i farabutti o i nevrotici" fossero tanti da poter disturbare sul serio la società  ed impedirle di funzionare pacificamente, allora... purtroppo, non saremmo ancora in anarchia.
Ma se "un pugno di farabutti o di nevrotici o anche un solo individuo si ostina nel dir no, allora non è possibile l'anarchia?" Diavolo! Non sofistichiamo. Questi individui sono ben liberi di dire no, ma non potranno impedire agli altri di far sì - e quindi dovranno adattarsi il meglio che possono. - Chè se poi "i farabutti o i nevrotici" fossero tanti da poter disturbare sul serio la società  ed impedirle di funzionare pacificamente, allora... purtroppo, non saremmo ancora in anarchia.
Noi non facciamo dell'anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche.
Noi non facciamo dell'anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche.
Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall'autorità, perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall'oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l'estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall'autorità, perché un cambiamento di sistema sociale possa, dall'oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l'estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
Noi crediamo che l'anarchia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già  negl'istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà. E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d'interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo - ma la libertà  la quale, quando ha a base l'uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.
Noi crediamo che l'anarchia prossimamente attuabile, perché crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già  negl'istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà. E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d'interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo - ma la libertà  la quale, quando ha a base l'uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.
Noi non aspettiamo per volere attuata l'anarchia che il delitto, o la possibilità  del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perchè crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già  costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l'uomo per meglio dar la caccia al cervo - e Merlino sa bene che menzogna sia "il controllo dei cittadini", quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!
Noi non aspettiamo per volere attuata l'anarchia che il delitto, o la possibilità  del delitto, sia sparita dai fenomeni sociali; ma non vogliamo la polizia, perché crediamo che essa, mentre è impotente a prevenire il delitto, o ripararne le conseguenze, è poi per se stessa fonte di mille mali e pericolo costante per la società; e se per difendersi vi fosse bisogno di armarsi, vogliamo essere armati tutti e non già  costituire in mezzo a noi un corpo di pretoriani. Noi ci ricordiamo troppo della favola del cavallo che si fece mettere il morso e montare in groppa l'uomo per meglio dar la caccia al cervo - e Merlino sa bene che menzogna sia "il controllo dei cittadini", quando i controllati sono quelli che hanno in mano la forza!
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità  di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
Inesatto pure è Merlino quando si serve del nostro esempio del "Concerto europeo". Noi non abbiam detto che nei rapporti attuali tra gli Stati vi sia eguaglianza e giustizia, nè abbiam negato la necessità  di una organizzazione, federativa e libertaria, degl'interessi internazionali. Noi abbiam detto solamente che alla prepotenza ed all'ingiustizia che prevalgono oggi nei rapporti tra gli Stati, non sarebbe rimedio un Governo ed un Parlamento internazionale. La Grecia subisce oggi la posizione delle Grandi Potenze, e vi resiste: se essa avesse un rappresentante in un Parlamento internazionale e si fosse impegnata a rispettare le risoluzioni della maggioranza di detto Parlamento, essa subirebbe un'eguale e maggiore prepotenza e non avrebbe il diritto di resistervi.  
E poi, che intende Merlino quando dice che noi siamo a mezza strada tra l'individualismo ed il Socialismo?
E poi, che intende Merlino quando dice che noi siamo a mezza strada tra l'individualismo ed il Socialismo?
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Merlino si meraviglia che noi ci siamo rallegrati del trionfo dei socialisti. La meraviglia ci sembra strana davvero.
Merlino si meraviglia che noi ci siamo rallegrati del trionfo dei socialisti. La meraviglia ci sembra strana davvero.
Noi ci rallegriamo quando i socialisti democratici trionfano sui borghesi, come ci rallegreremmo di un trionfo dei repubblicani sopra i monarchici, ed anche di uno dei monarchici liberali sopra i clericali.
Noi ci rallegriamo quando i socialisti democratici trionfano sui borghesi, come ci rallegreremmo di un trionfo dei repubblicani sopra i monarchici, ed anche di uno dei monarchici liberali sopra i clericali.
Se avessimo potuto convertire all'anarchismo coloro che hanno votato pei socialisti ed ottenere che questi non avessero avuto nemmeno un voto, ne saremmo stati felicissimi. Ma nel caso concreto, se i centomila e tanti elettori che han votato pei socialisti non lo avessero fatto, non è perchè sarebbero stati degli anarchici, ma è perchè sarebbero stati o dei conservatori di vari gradi, oppure gente che si asteneva per indifferenza, o che indifferentemente votava per chi pagava o prometteva o minacciava di più. E Merlino si meraviglia che noi preferiamo saperli socialisti, o mezzi socialisti?
Se avessimo potuto convertire all'anarchismo coloro che hanno votato pei socialisti ed ottenere che questi non avessero avuto nemmeno un voto, ne saremmo stati felicissimi. Ma nel caso concreto, se i centomila e tanti elettori che han votato pei socialisti non lo avessero fatto, non è perché sarebbero stati degli anarchici, ma è perché sarebbero stati o dei conservatori di vari gradi, oppure gente che si asteneva per indifferenza, o che indifferentemente votava per chi pagava o prometteva o minacciava di più. E Merlino si meraviglia che noi preferiamo saperli socialisti, o mezzi socialisti?
Il bene e il male sono cose relative; ed un partito per quanto reazionario può rappresentare il progresso di fronte ad uno più reazionario ancora.
Il bene e il male sono cose relative; ed un partito per quanto reazionario può rappresentare il progresso di fronte ad uno più reazionario ancora.
Noi ci rallegriamo sempre quando vediamo un clericale che diventa liberale, un monarchico che diventa repubblicano, un indifferente che diventa qualche cosa; ma da ciò non deriva che dobbiam farci monarchici, liberali o repubblicani noi, che crediamo di star più avanti.
Noi ci rallegriamo sempre quando vediamo un clericale che diventa liberale, un monarchico che diventa repubblicano, un indifferente che diventa qualche cosa; ma da ciò non deriva che dobbiam farci monarchici, liberali o repubblicani noi, che crediamo di star più avanti.
Per esempio, visto lo stato presente delle province meridionali, sarebbe stato un ottimo sintomo se avessero trionfato sopra larga scala non fosse altro che i cavallottiani; e noi ce ne saremmo rallegrati, come crediamo se ne sarebbero rallegrati anche i socialisti democratici. Ma non per questo socialisti ed anarchici avrebbero dovuto nel Mezzogiorno difendere i cavallottiani. Al contrario, i socialisti mettono dappertutto le candidature loro, anche se questo debba diminuire la probabilità  di riuscita del candidato meno reazionario - e noi predichiamo dappertutto l'astensione cosciente, senza preoccuparci se essa possa favorire un candidato o l'altro. Per noi non è il candidato che importa, perchè tanto non crediamo nell'utilità  di avere dei "buoni deputati"; quel che importa è la manifestazione dello stato d'animo del pubblico; e fra i tanti curiosi stati d'animo in cui può trovarsi un elettore, il migliore è quello che gli fa comprendere la inutilità  ed i danni della deputazione al Parlamento e lo spinge a lavorare per quel che desidera, direttamente, associandosi a tutti quelli che hanno gli stessi suoi desideri.
Per esempio, visto lo stato presente delle province meridionali, sarebbe stato un ottimo sintomo se avessero trionfato sopra larga scala non fosse altro che i cavallottiani; e noi ce ne saremmo rallegrati, come crediamo se ne sarebbero rallegrati anche i socialisti democratici. Ma non per questo socialisti ed anarchici avrebbero dovuto nel Mezzogiorno difendere i cavallottiani. Al contrario, i socialisti mettono dappertutto le candidature loro, anche se questo debba diminuire la probabilità  di riuscita del candidato meno reazionario - e noi predichiamo dappertutto l'astensione cosciente, senza preoccuparci se essa possa favorire un candidato o l'altro. Per noi non è il candidato che importa, perché tanto non crediamo nell'utilità  di avere dei "buoni deputati"; quel che importa è la manifestazione dello stato d'animo del pubblico; e fra i tanti curiosi stati d'animo in cui può trovarsi un elettore, il migliore è quello che gli fa comprendere la inutilità  ed i danni della deputazione al Parlamento e lo spinge a lavorare per quel che desidera, direttamente, associandosi a tutti quelli che hanno gli stessi suoi desideri.
Infine, perchè mai Merlino ha voluto chiudere la sua lettera con delle insinuazioni, che, viste le relazioni in cui in questo momento egli si trova con gli anarchici, sono almeno di cattivo gusto? Merlino si dice sempre anarchico e si sforza per farci concepire l'anarchia come l'intende lui e per farci accettare la tattica sua; ed è suo diritto. Ma perchè piglia un tono che si può forse usare coll'avversario che non ci importa di offendere, ma non conviene con compagni che si vuole convincere ed attirare?
Infine, perché mai Merlino ha voluto chiudere la sua lettera con delle insinuazioni, che, viste le relazioni in cui in questo momento egli si trova con gli anarchici, sono almeno di cattivo gusto? Merlino si dice sempre anarchico e si sforza per farci concepire l'anarchia come l'intende lui e per farci accettare la tattica sua; ed è suo diritto. Ma perché piglia un tono che si può forse usare coll'avversario che non ci importa di offendere, ma non conviene con compagni che si vuole convincere ed attirare?
Già  tempo fa, rispondendo nel Messaggero al Malatesta che aveva parlato della "incipiente riorganizzazione" del partito anarchico, Merlino ne faceva le beffe, quando egli sapeva che gli anarchici si riorganizzavano davvero, ed avevano già  ottenuto dei risultati modesti sì, ma ben reali. Ora poi viene a tirar fuori gli anarchici che si dicono astensionisti e votano, e ci butta sul viso l'Azzaretti, che noi stessi abbiamo denunziato in queste colonne.
Già  tempo fa, rispondendo nel Messaggero al Malatesta che aveva parlato della "incipiente riorganizzazione" del partito anarchico, Merlino ne faceva le beffe, quando egli sapeva che gli anarchici si riorganizzavano davvero, ed avevano già  ottenuto dei risultati modesti sì, ma ben reali. Ora poi viene a tirar fuori gli anarchici che si dicono astensionisti e votano, e ci butta sul viso l'Azzaretti, che noi stessi abbiamo denunziato in queste colonne.
Ebbene se vi sono degli "astensionisti" che votano - e sappiamo che ve ne sono di fatto - ciò vuol dire o che non hanno coscienza completa delle opinioni che professano, oppure che non trovano in mezzo agli anarchici la forza sufficiente per resistere alle influenze dal di fuori: ed il rimedio non è di rinunziare tutti al programma, o di aumentare le cause di confusione e di debolezza ma di accrescere la coscienza degl'individui e di rinforzare l'organizzazione del partito.
Ebbene se vi sono degli "astensionisti" che votano - e sappiamo che ve ne sono di fatto - ciò vuol dire o che non hanno coscienza completa delle opinioni che professano, oppure che non trovano in mezzo agli anarchici la forza sufficiente per resistere alle influenze dal di fuori: ed il rimedio non è di rinunziare tutti al programma, o di aumentare le cause di confusione e di debolezza ma di accrescere la coscienza degl'individui e di rinforzare l'organizzazione del partito.
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Merlino ci scrive di nuovo e si lamenta del "tono poco amichevole" del nostro articolo. Ma nel farlo prende tale un tono che impedisce a noi, che vogliamo restar calmi davvero, di pubblicare integralmente la sua risposta. Ci sforzeremo del resto di riportare, con le sue stesse parole, tutti i suoi argomenti.
Merlino ci scrive di nuovo e si lamenta del "tono poco amichevole" del nostro articolo. Ma nel farlo prende tale un tono che impedisce a noi, che vogliamo restar calmi davvero, di pubblicare integralmente la sua risposta. Ci sforzeremo del resto di riportare, con le sue stesse parole, tutti i suoi argomenti.
Merlino è offeso perchè dicemmo ch'egli aveva fatto delle insinuazioni. Insinuazione non sempre significa bugia; e noi d'altronde avvertivamo che sapevam vero quello che Merlino diceva. Ma lamentavamo ch'egli venisse con accuse generali e impersonali a turbare la serenità  della discussione.
Merlino è offeso perché dicemmo ch'egli aveva fatto delle insinuazioni. Insinuazione non sempre significa bugia; e noi d'altronde avvertivamo che sapevam vero quello che Merlino diceva. Ma lamentavamo ch'egli venisse con accuse generali e impersonali a turbare la serenità  della discussione.
Ora poi Merlino ci viene a parlare di gente che ha "lavorato" per Zuccari in mezzo agli anarchici, di uno che ha preso cento lire da un candidato monarchico e d'altre porcherie. Noi conosciamo troppo Merlino per avere la più lontana idea ch'egli menta; ma che significa questo suo venire a gettare il sospetto fra noi, quando poi non mette fuori i nomi e non ci mette in grado di poter distinguere i buoni dai falsi compagni, i convinti dai vacillanti? Ci mandi Merlino fatti e nomi; ci autorizzi a pubblicarli sotto la sua responsabilità, e noi gliene saremo gratissimi. Noi vogliamo anzitutto essere un partito di gente pulita.
Ora poi Merlino ci viene a parlare di gente che ha "lavorato" per Zuccari in mezzo agli anarchici, di uno che ha preso cento lire da un candidato monarchico e d'altre porcherie. Noi conosciamo troppo Merlino per avere la più lontana idea ch'egli menta; ma che significa questo suo venire a gettare il sospetto fra noi, quando poi non mette fuori i nomi e non ci mette in grado di poter distinguere i buoni dai falsi compagni, i convinti dai vacillanti? Ci mandi Merlino fatti e nomi; ci autorizzi a pubblicarli sotto la sua responsabilità, e noi gliene saremo gratissimi. Noi vogliamo anzitutto essere un partito di gente pulita.
Ma quel che è poi strano davvero è che Merlino trova che questo fango elettorale, che manda i suoi schizzi fino in mezzo a noi sia la conseguenza della tattica... astensionista!!! A noi pare invece una ragione di più per fare dell'astensionismo elettorale un punto importante del nostro programma, ed è per questo che siamo ostili anche alle candidature di protesta. E passiamo oltre.
Ma quel che è poi strano davvero è che Merlino trova che questo fango elettorale, che manda i suoi schizzi fino in mezzo a noi sia la conseguenza della tattica... astensionista!!! A noi pare invece una ragione di più per fare dell'astensionismo elettorale un punto importante del nostro programma, ed è per questo che siamo ostili anche alle candidature di protesta. E passiamo oltre.
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Tra le funzioni che, secondo noi, non si possono affidare senza gravi inconvenienti ad una classe speciale d'individui vi sono quelle in cui potrebbe esserci bisogno di adoperare la forza fisica contro un essere umano.
Tra le funzioni che, secondo noi, non si possono affidare senza gravi inconvenienti ad una classe speciale d'individui vi sono quelle in cui potrebbe esserci bisogno di adoperare la forza fisica contro un essere umano.
Così per esempio, potrebbe, non lo neghiamo, esservi un vantaggio tecnico ad avere un corpo di specialisti incaricati di diagnosticare la follia pericolosa e di portare i matti al manicomio, ma, che volete? Noi abbiam paura che quei signori dottori ed infermieri giudicherebbero matti tutti quelli che non la pensano come loro. Lombroso insegni, che ci rinchiuderebbe tutti, Merlino compreso! Per la polizia propriamente detta, peggio di peggio: addestrate un uomo a dar la caccia agli uomini ed avrete, tecnicamente parlando, un buon agente di polizia; ma nello stesso tempo avrete spento in lui ogni sentimento di simpatia umana, avrete spento l'uomo e non troverete più che lo sbirro.
Così per esempio, potrebbe, non lo neghiamo, esservi un vantaggio tecnico ad avere un corpo di specialisti incaricati di diagnosticare la follia pericolosa e di portare i matti al manicomio, ma, che volete? Noi abbiam paura che quei signori dottori ed infermieri giudicherebbero matti tutti quelli che non la pensano come loro. Lombroso insegni, che ci rinchiuderebbe tutti, Merlino compreso! Per la polizia propriamente detta, peggio di peggio: addestrate un uomo a dar la caccia agli uomini ed avrete, tecnicamente parlando, un buon agente di polizia; ma nello stesso tempo avrete spento in lui ogni sentimento di simpatia umana, avrete spento l'uomo e non troverete più che lo sbirro.
E non ci estendiamo sul soggetto perchè, polemizzando col Merlino, noi non intendevamo discutere sui modi migliori di soddisfare ai diversi bisogni della società, ma sulla questione specifica delle elezioni e del parlamentarismo. I vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale possono essere risoluti, bene o male, in modi diversi. La questione che trattavamo era piuttosto il modo di risolverli: autorità  o libertà, delegazione di potere o delegazione di lavoro, governo parlamentare o anarchia - e su questa questione ci pare che Merlino, malgrado la protesta stizzosa che ci manda in contrario, abbia scivolato.
E non ci estendiamo sul soggetto perché, polemizzando col Merlino, noi non intendevamo discutere sui modi migliori di soddisfare ai diversi bisogni della società, ma sulla questione specifica delle elezioni e del parlamentarismo. I vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale possono essere risoluti, bene o male, in modi diversi. La questione che trattavamo era piuttosto il modo di risolverli: autorità  o libertà, delegazione di potere o delegazione di lavoro, governo parlamentare o anarchia - e su questa questione ci pare che Merlino, malgrado la protesta stizzosa che ci manda in contrario, abbia scivolato.
Merlino continua:
Merlino continua:
"La divergenza tra noi è sul modo d'intendere l'Anarchia."
"La divergenza tra noi è sul modo d'intendere l'Anarchia."
"Voi dite: l'anarchia sarà  quando gli uomini sapranno vivere d'accordo. Quando?"
"Voi dite: l'anarchia sarà  quando gli uomini sapranno vivere d'accordo. Quando?"
"Io dico: l'Anarchia sarà  quando gl'interessi collettivi della società  saranno organizzati, non già  assolutamente senza coazione; ma, sia pure con quel po' di coazione morale, economica o fisica che è inevitabile - senza quel potere costituito in mezzo alla società, armato di leggi e di baionette e arbitro della roba e della vita dei cittadini che si chiama governo".
"Io dico: l'Anarchia sarà  quando gl'interessi collettivi della società  saranno organizzati, non già  assolutamente senza coazione; ma, sia pure con quel po' di coazione morale, economica o fisica che è inevitabile - senza quel potere costituito in mezzo alla società, armato di leggi e di baionette e arbitro della roba e della vita dei cittadini che si chiama governo".
Vale a dire che Merlino non credendo possibile ora l'Anarchia completa - l'organizzazione senza coazione - vorrebbe accostarvisi il più che si può. E sta bene: noi abbiamo già  detto che non essendo noi tutta l'umanità  non possiamo - e appunto perchè anarchici non pretendiamo - far da noi soli tutta la storia umana.
Vale a dire che Merlino non credendo possibile ora l'Anarchia completa - l'organizzazione senza coazione - vorrebbe accostarvisi il più che si può. E sta bene: noi abbiamo già  detto che non essendo noi tutta l'umanità  non possiamo - e appunto perché anarchici non pretendiamo - far da noi soli tutta la storia umana.
L'umanità  cammina secondo la risultante delle mille forze che in vari sensi la sollecitano. Noi non siamo che una di queste forze. La questione da discutersi è se, possibilizzando il nostro programma, noi otterremmo un risultato più vantaggioso, vale a dire più pronto e più vicino al nostro ideale, che combattendo per l'attuazione del programma pieno ed intero.
L'umanità  cammina secondo la risultante delle mille forze che in vari sensi la sollecitano. Noi non siamo che una di queste forze. La questione da discutersi è se, possibilizzando il nostro programma, noi otterremmo un risultato più vantaggioso, vale a dire più pronto e più vicino al nostro ideale, che combattendo per l'attuazione del programma pieno ed intero.
Noi crediamo di no.
Noi crediamo di no.
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Noi non abbiamo bisogno di ripetere quel che pensiamo del parlamentarismo e di tutto ciò che ad esso si riferisce, e quanto deploriamo che Merlino si sia messo su quella via.
Noi non abbiamo bisogno di ripetere quel che pensiamo del parlamentarismo e di tutto ciò che ad esso si riferisce, e quanto deploriamo che Merlino si sia messo su quella via.
Ma non per questo lasceremo che si presenti sotto una falsa luce l'influenza benefica che Merlino ha avuto sul movimento anarchico; e che, nello spiegare la sua evoluzione, si prenda per causa quello che è stato effetto e viceversa.
Ma non per questo lasceremo che si presenti sotto una falsa luce l'influenza benefica che Merlino ha avuto sul movimento anarchico; e che, nello spiegare la sua evoluzione, si prenda per causa quello che è stato effetto e viceversa.
Non è vero che Merlino abbia cercato di mettere il movimento anarchico su una via pratica perchè voleva arrivare alla tattica parlamentare. Invece egli ha accettato, con più o meno riserve, questa tattica perchè gli anarchici col loro esclusivismo si erano ridotti all'inazione ed all'impotenza.
Non è vero che Merlino abbia cercato di mettere il movimento anarchico su una via pratica perché voleva arrivare alla tattica parlamentare. Invece egli ha accettato, con più o meno riserve, questa tattica perché gli anarchici col loro esclusivismo si erano ridotti all'inazione ed all'impotenza.
Merlino, di cui nessuno che lo conosce vorrà  mettere in dubbio la profonda sincerità  e la grande buona volontà, ha secondo noi commesso un errore grandissimo compromettendo i risultati della sua propaganda antecedente col tentativo di farci accettare la lotta elettorale. Ma non bisogna nasconderci l'errore collettivo che ha fatto sì che degli uomini di valore, vedendoci perduti nelle astrazioni e non riuscendo, così presto come avrebbero voluto, a riportarci nel mondo della realtà, han cercato altrove la via all'azione feconda... e hanno sbagliato strada.
Merlino, di cui nessuno che lo conosce vorrà  mettere in dubbio la profonda sincerità  e la grande buona volontà, ha secondo noi commesso un errore grandissimo compromettendo i risultati della sua propaganda antecedente col tentativo di farci accettare la lotta elettorale. Ma non bisogna nasconderci l'errore collettivo che ha fatto sì che degli uomini di valore, vedendoci perduti nelle astrazioni e non riuscendo, così presto come avrebbero voluto, a riportarci nel mondo della realtà, han cercato altrove la via all'azione feconda... e hanno sbagliato strada.
Sappiamo essere un partito vivente, sappiamo esercitare un'azione efficace sul movimento sociale, ed allora non avremo a temere altre defezioni che quelle, benvenute, dei deboli e dei traditori, e potremo sperare che coloro che ci hanno abbandonato con la speranza sincera di poter essere più utili alla causa, torneranno a combattere insieme a noi.
Sappiamo essere un partito vivente, sappiamo esercitare un'azione efficace sul movimento sociale, ed allora non avremo a temere altre defezioni che quelle, benvenute, dei deboli e dei traditori, e potremo sperare che coloro che ci hanno abbandonato con la speranza sincera di poter essere più utili alla causa, torneranno a combattere insieme a noi.
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Dunque esaminiamo la questione della conciliazione fra collettivismo, comunismo, democrazia socialista ed anarchismo, senza il partito preso di non riescirvi.
Dunque esaminiamo la questione della conciliazione fra collettivismo, comunismo, democrazia socialista ed anarchismo, senza il partito preso di non riescirvi.
Voi dite che la "sintesi e conciliazione tra comunismo e collettivismo, per gli anarchici si può dire un fatto compiuto", tanto vero che essi si chiamano oggi, in gran parte, anarchici-socialisti. Dunque siamo d'accordo.
Voi dite che la "sintesi e conciliazione tra comunismo e collettivismo, per gli anarchici si può dire un fatto compiuto", tanto vero che essi si chiamano oggi, in gran parte, anarchici-socialisti. Dunque siamo d'accordo.
Io però vi fo notare che molti anarchici si chiamano oggi socialisti e non comunisti nè collettivisti, non perchè siano convinti, come son convinto io, che comunismo e collettivismo non possono star da sè, ma devono completarsi a vicenda, ma piuttosto perchè o sono incerti, o pur essendo comunisti e collettivisti in pectore, non credono la questione tanto importante da doverne fare un casus belli. Per essi è una questione di tolleranza reciproca: io invece parto dalla critica del collettivismo e del comunismo per arrivare ad un terzo sistema, o sistema misto. Voi vedete la differenza.
Io però vi fo notare che molti anarchici si chiamano oggi socialisti e non comunisti nè collettivisti, non perché siano convinti, come son convinto io, che comunismo e collettivismo non possono star da sè, ma devono completarsi a vicenda, ma piuttosto perché o sono incerti, o pur essendo comunisti e collettivisti in pectore, non credono la questione tanto importante da doverne fare un casus belli. Per essi è una questione di tolleranza reciproca: io invece parto dalla critica del collettivismo e del comunismo per arrivare ad un terzo sistema, o sistema misto. Voi vedete la differenza.
Ad ogni modo voi riconoscete che la discussione che io ho fatta in proposito nell'articolo della Revue Socialiste è interessante ed utile. Ma ecco che la preoccupazione di confondervi coi socialisti-democratici vi assale, e voi soggiungete: "ma (la questione) non ha nulla a vedere colle differenze che dividono democratici ed anarchici". Come se io nel mio articolo mi fossi proposto di trattare soltanto di queste divergenze!
Ad ogni modo voi riconoscete che la discussione che io ho fatta in proposito nell'articolo della Revue Socialiste è interessante ed utile. Ma ecco che la preoccupazione di confondervi coi socialisti-democratici vi assale, e voi soggiungete: "ma (la questione) non ha nulla a vedere colle differenze che dividono democratici ed anarchici". Come se io nel mio articolo mi fossi proposto di trattare soltanto di queste divergenze!
Ma il collettivismo dei socialisti democratici - voi dite - più che un sistema di distribuzione dei prodotti del lavoro, è il sistema dell'organizzazione socialista per opera dello Stato. È un'asserzione, ne converrete con me, un po' troppo cruda, e che mette in un fascio i socialisti-democratici coi socialisti di Stato. I socialisti democratici respingono e combattono il socialismo di stato, e bisogna tener loro conto, almeno della buona intenzione.
Ma il collettivismo dei socialisti democratici - voi dite - più che un sistema di distribuzione dei prodotti del lavoro, è il sistema dell'organizzazione socialista per opera dello Stato. È un'asserzione, ne converrete con me, un po' troppo cruda, e che mette in un fascio i socialisti-democratici coi socialisti di Stato. I socialisti democratici respingono e combattono il socialismo di stato, e bisogna tener loro conto, almeno della buona intenzione.
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Sarà  organizzata a stato? Sarà  una semplice federazione di associazioni? Quali saranno le attribuzioni e quale sarà  la composizione dell'amministrazione collettiva?
Sarà  organizzata a stato? Sarà  una semplice federazione di associazioni? Quali saranno le attribuzioni e quale sarà  la composizione dell'amministrazione collettiva?
Qui sta la questione, ma un'amministrazione generale degli interessi collettivi e indivisibili - voi ne avete convenuto altra volta - ci ha da essere. I socialisti democratici hanno il torto, secondo me, di accreditare il sospetto che essi vogliano nè più nè meno che un grande stato - come quando dimostrano la loro gioia per ogni nuovo acquisto od intrapresa che fa lo stato.
Qui sta la questione, ma un'amministrazione generale degli interessi collettivi e indivisibili - voi ne avete convenuto altra volta - ci ha da essere. I socialisti democratici hanno il torto, secondo me, di accreditare il sospetto che essi vogliano nè più nè meno che un grande stato - come quando dimostrano la loro gioia per ogni nuovo acquisto od intrapresa che fa lo stato.
Quando una rete di ferrovie, per es. passa da una società  privata allo stato, essi battono le mani; perchè dicono che dallo stato alla collettività  socialistica è poi breve il varco. Ora questo può essere, come io ritengo, un errore, ma è tutt'altra cosa dal dire che lo stato debba organizzare esso definitivamente la produzione e attuare il socialismo.
Quando una rete di ferrovie, per es. passa da una società  privata allo stato, essi battono le mani; perché dicono che dallo stato alla collettività  socialistica è poi breve il varco. Ora questo può essere, come io ritengo, un errore, ma è tutt'altra cosa dal dire che lo stato debba organizzare esso definitivamente la produzione e attuare il socialismo.
Siamo sempre lì. Voi vi sforzate (involontariamente sempre) di far apparire i socialisti-democratici il più che potete reazionari, per accrescere la distanza tra essi e voi e poter dire che essi sono agli antipodi da voi, o almeno dovrebbero. Questo partito preso si vede anche più chiaramente nella confutazione che voi fate della seconda parte del mio articolo.
Siamo sempre lì. Voi vi sforzate (involontariamente sempre) di far apparire i socialisti-democratici il più che potete reazionari, per accrescere la distanza tra essi e voi e poter dire che essi sono agli antipodi da voi, o almeno dovrebbero. Questo partito preso si vede anche più chiaramente nella confutazione che voi fate della seconda parte del mio articolo.
Io sostenevo - e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico - che insomma la libertà  non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività  con la libertà  dell'individuo. Il referendum, il sindacato pubblico e la revocabilità  degli amministratori, ecc. possono essere un modo di tenere gli amministratori soggetti agli amministrati, impedendo la formazione di un potere governante: studiamo dunque queste modalità  e attuiamo, per così dire, l'anarchia per mezzo della democrazia.
Io sostenevo - e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico - che insomma la libertà  non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività  con la libertà  dell'individuo. Il referendum, il sindacato pubblico e la revocabilità  degli amministratori, ecc. possono essere un modo di tenere gli amministratori soggetti agli amministrati, impedendo la formazione di un potere governante: studiamo dunque queste modalità  e attuiamo, per così dire, l'anarchia per mezzo della democrazia.
Voi anche questa volta non negate che la questione della modalità  dell'organizzazione degl'interessi collettivi è importantissima e merita di essere approfondita; ma ad un tratto rivive in voi il vecchio Adamo, - l'anarchico che cerca a tutti i costi il socialista-autoritario da combattere - e voi dite che "bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole... e questa è: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o volontarietà ".
Voi anche questa volta non negate che la questione della modalità  dell'organizzazione degl'interessi collettivi è importantissima e merita di essere approfondita; ma ad un tratto rivive in voi il vecchio Adamo, - l'anarchico che cerca a tutti i costi il socialista-autoritario da combattere - e voi dite che "bisogna rimontare alla differenza sostanziale che divide le due scuole... e questa è: autorità  o libertà, coazione o consenso, obbligatorietà  o volontarietà ".
Ora io torno a quello che dissi altra volta, in certe cose d'interesse comune e indivisibile l'obbligatorietà  è inevitabile. Volontarietà, libertà, consenso, sono principii incompleti, che non ci possono dare da sè soli, nè ora, nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale. D'altra parte non è esatto che i socialisti-democratici siano fautori di autorità, di coazione, di obbligatorietà  su tutta la linea, che non riconoscano il gran valore del principio di libertà. - Non è dunque vero che voi rappresentiate un principio e i socialisti-democratici rappresentino il principio opposto: voi tutta la libertà, essi tutta l'autorità. La questione è di più e di meno, o piuttosto dei modi di applicazione; ed ecco perchè io vorrei tirarvi giù dalle empiree sfere dei principii astratti ed indurvi a discutere le modalità  dell'organizzazione sociale, sicuro come sono che su questo terreno tutti i socialisti tacitamente s'intenderebbero. Ma voi ricalcitrate, perchè, come ho detto fin da principio ritenete che la vostra missione è di combattere la futura tirannia socialistica, invece di prevenirla.
Ora io torno a quello che dissi altra volta, in certe cose d'interesse comune e indivisibile l'obbligatorietà  è inevitabile. Volontarietà, libertà, consenso, sono principii incompleti, che non ci possono dare da sè soli, nè ora, nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale. D'altra parte non è esatto che i socialisti-democratici siano fautori di autorità, di coazione, di obbligatorietà  su tutta la linea, che non riconoscano il gran valore del principio di libertà. - Non è dunque vero che voi rappresentiate un principio e i socialisti-democratici rappresentino il principio opposto: voi tutta la libertà, essi tutta l'autorità. La questione è di più e di meno, o piuttosto dei modi di applicazione; ed ecco perché io vorrei tirarvi giù dalle empiree sfere dei principii astratti ed indurvi a discutere le modalità  dell'organizzazione sociale, sicuro come sono che su questo terreno tutti i socialisti tacitamente s'intenderebbero. Ma voi ricalcitrate, perché, come ho detto fin da principio ritenete che la vostra missione è di combattere la futura tirannia socialistica, invece di prevenirla.
Voi dite: supposto che il popolo domani abbia il sopravvento sul governo, i socialisti-democratici vorranno fargli nominare un potere costituente che farà  la legge e organizzerà  le cose a suo talento. Noi, socialisti-anarchici, dovremo, potendo, impedire tutto ciò e far sorgere la nuova organizzazione sociale "dal basso all'alto per opera di tutti gli uomini di buona volontà ".
Voi dite: supposto che il popolo domani abbia il sopravvento sul governo, i socialisti-democratici vorranno fargli nominare un potere costituente che farà  la legge e organizzerà  le cose a suo talento. Noi, socialisti-anarchici, dovremo, potendo, impedire tutto ciò e far sorgere la nuova organizzazione sociale "dal basso all'alto per opera di tutti gli uomini di buona volontà ".
Ma anche per il periodo rivoluzionario vale la regola che ci vuole un'organizzazione, il più possibile libertaria, a base di volontà  popolare, ma pur capace di dar corpo e vita all'ammasso informe di volontà, d'interessi e di desideri che si agiteranno sopratutto in tale momento. Un potere costituente dispotico non solo provocherebbe discordie e reazioni, ma neppure riuscirebbe ad organizzare la vasta e complicata economia sociale. Ma tanto meno vi riuscirebbe il popolo in massa, adunato casualmente nei clubs e per le strade.
Ma anche per il periodo rivoluzionario vale la regola che ci vuole un'organizzazione, il più possibile libertaria, a base di volontà  popolare, ma pur capace di dar corpo e vita all'ammasso informe di volontà, d'interessi e di desideri che si agiteranno sopratutto in tale momento. Un potere costituente dispotico non solo provocherebbe discordie e reazioni, ma neppure riuscirebbe ad organizzare la vasta e complicata economia sociale. Ma tanto meno vi riuscirebbe il popolo in massa, adunato casualmente nei clubs e per le strade.
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'''Risposta di Malatesta, sull'Agitazione del 19 agosto 1897, con la quale viene postillato il precedente articolo del Merlino.'''
'''Risposta di Malatesta, sull'Agitazione del 19 agosto 1897, con la quale viene postillato il precedente articolo del Merlino.'''
   
   
Abbiamo pubblicato qui sopra la risposta che Merlino ci ha mandato alla critica che noi facemmo di un suo articolo pubblicato nella Revue socialiste, perchè i lettori possano più facilmente farsi un'opinione loro propria.
Abbiamo pubblicato qui sopra la risposta che Merlino ci ha mandato alla critica che noi facemmo di un suo articolo pubblicato nella Revue socialiste, perché i lettori possano più facilmente farsi un'opinione loro propria.
Replicherò il più brevemente possibile, per non cominciare una nuova e lunga polemica, nè per dar fondo ad argomenti sui quali dovremo ritornare continuamente, perchè sono la materia della nostra propaganda, ma semplicemente per rimettere a posto quelle cose, che Merlino, secondo noi, ha spostato.
Replicherò il più brevemente possibile, per non cominciare una nuova e lunga polemica, nè per dar fondo ad argomenti sui quali dovremo ritornare continuamente, perché sono la materia della nostra propaganda, ma semplicemente per rimettere a posto quelle cose, che Merlino, secondo noi, ha spostato.
Premettiamo un'osservazione.
Premettiamo un'osservazione.
Noi non sappiamo bene se Merlino continui o no a chiamarsi anarchico. Il certo è, e ce ne duole, che se egli si dice ancora anarchico, non intende più l'anarchia come l'intendono gli anarchici, fra cui egli militava fino a non molto tempo fa. E, perciò, il noi ed il nostro, che Merlino adopera ancora, va accolto con riserva.
Noi non sappiamo bene se Merlino continui o no a chiamarsi anarchico. Il certo è, e ce ne duole, che se egli si dice ancora anarchico, non intende più l'anarchia come l'intendono gli anarchici, fra cui egli militava fino a non molto tempo fa. E, perciò, il noi ed il nostro, che Merlino adopera ancora, va accolto con riserva.
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Merlino dice che noi ci sforziamo di esagerare il nostro dissenso coi socialisti-democratici.
Merlino dice che noi ci sforziamo di esagerare il nostro dissenso coi socialisti-democratici.
L'accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita. Sono i socialisti democratici che continuamente - e disonestamente - si sforzano di travisare le nostre idee, per poter poi dire che noi non siamo socialisti, e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi. Ancora l'altro giorno l'Avanti! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo, e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l'aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti: così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo, quando protestano e resistono contro il calmiere municipale! E l'Avanti! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico!
L'accusa sarebbe ben altrimenti giusta se fosse invertita. Sono i socialisti democratici che continuamente - e disonestamente - si sforzano di travisare le nostre idee, per poter poi dire che noi non siamo socialisti, e negare la parentela intellettuale e morale che li unisce a noi. Ancora l'altro giorno l'Avanti! negava ogni rapporto tra anarchismo e socialismo, e diceva di noi quello che avrebbe potuto dire di un partito di piccoli borghesi che si rivoltasse violentemente contro l'aumento delle tasse e la concorrenza dei grossi capitalisti: così che uno potrebbe prendere per anarchici i padroni macellai e fornai di Napoli e Palermo, quando protestano e resistono contro il calmiere municipale! E l'Avanti! è ancora uno degli organi meno intolleranti che vanta il partito socialista democratico!
Noi vogliamo essere un Partito separato, non per il piacere di distinguerci dagli altri, ma perchè realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti. E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri. Noi sosteniamo quel che sosteniamo, perchè crediamo che sia la verità, e non per altra ragione. Se ci accorgessimo che nel nostro programma v'è una parte d'errore, noi ci affretteremmo a sbarazzarcene; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi, allora... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo. Ora come ora, le idee sono differenti, ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti.
Noi vogliamo essere un Partito separato, non per il piacere di distinguerci dagli altri, ma perché realmente abbiamo idee e metodi diversi dagli altri partiti esistenti. E respingiamo assolutamente la supposizione che noi esageriamo in un senso per fare equilibrio alle esagerazioni opposte degli altri. Noi sosteniamo quel che sosteniamo, perché crediamo che sia la verità, e non per altra ragione. Se ci accorgessimo che nel nostro programma v'è una parte d'errore, noi ci affretteremmo a sbarazzarcene; e quando anche gli altri modificassero le loro idee in modo da incontrarsi con noi, allora... noi e gli altri costituiremmo naturalmente un partito solo. Ora come ora, le idee sono differenti, ed è giusto e necessario che vi siano Partiti differenti.
Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere: noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti, e pensi da se stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente, senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo, e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza. E se, per mancanza di forza sufficiente, non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo, allora in attesa di divenir più forti, eserciteremmo quell'azione, moderatrice o eccitatrice secondo i casi, che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire. Il consiglio di Merlino, di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire, p. es. monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie. Quest'ultimo consiglio sarebbe giustificato, se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica, come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario. Ma quello non è il caso.
Noi non vogliamo soltanto resistere alla possibile tirannia dei socialisti al potere: noi vogliamo far si che il popolo si rifiuti a nominare o a riconoscere dei nuovi governanti, e pensi da se stesso ad organizzarsi localmente e federalisticamente, senza tener conto delle leggi e di decreti di un nuovo governo, e resistendo colla forza contro ciò che gli si volesse imporre per forza. E se, per mancanza di forza sufficiente, non potessimo raggiungere subito questo nostro scopo, allora in attesa di divenir più forti, eserciteremmo quell'azione, moderatrice o eccitatrice secondo i casi, che esercitano i partiti di opposizione quando non si lasciano corrompere ed assorbire. Il consiglio di Merlino, di entrare nel partito socialista democratico per poter prevenire la tirannia dei socialisti al potere equivale a quello di divenire, p. es. monarchici o repubblicani per evitare che la monarchia o la repubblica fossero troppo reazionarie. Quest'ultimo consiglio sarebbe giustificato, se dato a chi è disposto ad accomodarsi con la monarchia o la repubblica, come sarebbe giustificato quello di Merlino se noi accettassimo il principio di un governo socialista e ci dicessimo anarchici solo allo scopo di prevenire che quel governo fosse troppo autoritario. Ma quello non è il caso.
Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già  comunisti o collettivisti non perchè vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino, ma perchè, o sono incerti o non danno importanza alla questione, o non vogliono farne una ragione di divisione, è vero. Noi stessi siamo propriamente comunisti, alla sola condizione (sottintesa, perchè senza di essa non potrebbe esserci anarchia) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità  di vivere secondo altri sistemi. Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch'esso (necessariamente, se no non sarebbe anarchico) sottoposto alla stessa condizione, la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi, e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi. Questo però, come dicemmo, non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici, che sono quelle che qui c'interessano.
Quel che dice Merlino che molti anarchici si dicono oggi genericamente socialisti e non già  comunisti o collettivisti non perché vogliono un sistema misto quale lo desidera Merlino, ma perché, o sono incerti o non danno importanza alla questione, o non vogliono farne una ragione di divisione, è vero. Noi stessi siamo propriamente comunisti, alla sola condizione (sottintesa, perché senza di essa non potrebbe esserci anarchia) che il comunismo sia volontario ed organizzato in modo che ammetta la possibilità  di vivere secondo altri sistemi. Ma siccome il collettivismo dei collettivisti anarchici è anch'esso (necessariamente, se no non sarebbe anarchico) sottoposto alla stessa condizione, la differenza si riduce ad una questione di organizzazione pratica che deve esser risolta mediante accordi, e non può dar luogo alla costituzione di due partiti separati ed avversi. Questo però, come dicemmo, non ha nulla da fare colle differenze tra anarchici e democratici, che sono quelle che qui c'interessano.
Il "collettivismo" dei socialisti democratici, a differenza del collettivismo dell'Internazionale, non pregiudica la questione del modo di distribuzione dei prodotti, poichè vi sono molti democratici che si dicono collettivisti, e vogliono che detta distribuzione sia fatta in ragione dei bisogni.
Il "collettivismo" dei socialisti democratici, a differenza del collettivismo dell'Internazionale, non pregiudica la questione del modo di distribuzione dei prodotti, poichè vi sono molti democratici che si dicono collettivisti, e vogliono che detta distribuzione sia fatta in ragione dei bisogni.
Merlino dice che noi confondiamo i socialisti democratici con i socialisti di Stato, e noi infatti crediamo che tali essi siano, quantunque non li confondiamo certo con quei borghesi che si chiamano anche socialisti di Stato e vogliono fare solamente un po' di "socialismo" a scopo fiscale, o a scopo di allontanare o scongiurare il pericolo del socialismo vero. I socialisti democratici combattono questa specie di falso socialismo; e se, per evitare equivoci, respingono (e non tutti) il nome di socialisti di Stato, ciò non toglie che essi vogliono che la nuova società  sia organizzata e diretta dallo Stato, vale a dire dal governo.
Merlino dice che noi confondiamo i socialisti democratici con i socialisti di Stato, e noi infatti crediamo che tali essi siano, quantunque non li confondiamo certo con quei borghesi che si chiamano anche socialisti di Stato e vogliono fare solamente un po' di "socialismo" a scopo fiscale, o a scopo di allontanare o scongiurare il pericolo del socialismo vero. I socialisti democratici combattono questa specie di falso socialismo; e se, per evitare equivoci, respingono (e non tutti) il nome di socialisti di Stato, ciò non toglie che essi vogliono che la nuova società  sia organizzata e diretta dallo Stato, vale a dire dal governo.
Merlino ha un modo curioso di conciliare le opinioni. Esprime quello che dovremmo pensar noi e quello che dovrebbero pensare i socialisti democratici, ed arriva facilmente all'accordo, poichè in realtà  egli dice ciò che pensa lui secondo che si piazza da differenti punti di vista, e non già  quello che pensiamo noi o i democratici.
Merlino ha un modo curioso di conciliare le opinioni. Esprime quello che dovremmo pensar noi e quello che dovrebbero pensare i socialisti democratici, ed arriva facilmente all'accordo, poichè in realtà  egli dice ciò che pensa lui secondo che si piazza da differenti punti di vista, e non già  quello che pensiamo noi o i democratici.
Così egli dice che "i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono nè più nè meno che un grande Stato", ecc.. Ma è proprio soltanto un sospetto? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici.
Così egli dice che "i socialisti democratici hanno il torto di accreditare il sospetto che essi vogliono nè più nè meno che un grande Stato", ecc.. Ma è proprio soltanto un sospetto? Noi ameremmo sentirlo dire dai socialisti democratici autentici.
È così pure, egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà, perchè egli (Merlino) crede che "volontarietà, libertà, consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli, nè ora nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale". Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo, sta bene; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo, che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo, perchè egli le crede sbagliate, è di una logica singolare. Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l'organizzazione possa e debba - ora, non tra molti secoli - uscire dalla libertà, e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera, fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto, e fatto abbandonare il programma anarchico. Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici, a misura che aumenta fra Merlino e noi.
È così pure, egli dice che noi non rappresentiamo il principio di libertà, perché egli (Merlino) crede che "volontarietà, libertà, consenso sono principii incompleti che non ci possono dare da sè soli, nè ora nè per molti secoli avvenire, tutta l'organizzazione sociale". Fino a che egli dice che noi ci sbagliamo, sta bene; ma dire che noi non pensiamo in quel dato modo, che noi non rappresentiamo le idee che difendiamo, perché egli le crede sbagliate, è di una logica singolare. Il fatto è che noi crediamo appunto che tutta l'organizzazione possa e debba - ora, non tra molti secoli - uscire dalla libertà, e che quindi la differenza tra noi ed i democratici resta intera, fino a quando Merlino non ci abbia persuasi che abbiamo torto, e fatto abbandonare il programma anarchico. Per ora la differenza diminuisce solo fra Merlino ed i democratici, a misura che aumenta fra Merlino e noi.
Bisogna che gl'interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati: siamo d'accordo. La questione sta nel modo come quest'amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno, e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà. Per i democratici è la legge, fatta dai deputati eletti a suffragio universale, quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl'interessi collettivi; per noi è il libero patto tra gl'interessati, o, all'occasione, la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti. Noi non solo non vogliamo, ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio, che non sia nè l'azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando, nè l'azione dittatoriale di un governo forte.
Bisogna che gl'interessi collettivi indivisibili siano collettivamente amministrati: siamo d'accordo. La questione sta nel modo come quest'amministrazione può esser condotta senza ledere il diritto eguale di ciascuno, e senza servire di pretesto e di occasione per costituire un potere che imponga a tutti la propria volontà. Per i democratici è la legge, fatta dai deputati eletti a suffragio universale, quella che deve provvedere alla necessaria amministrazione degl'interessi collettivi; per noi è il libero patto tra gl'interessati, o, all'occasione, la libera acquiescenza alle iniziative che i fatti mostrano utili a tutti. Noi non solo non vogliamo, ma non crediamo possibile un metodo di ricostruzione sociale intermedio, che non sia nè l'azione libera delle associazioni che si vanno man mano accordando e federando, nè l'azione dittatoriale di un governo forte.
Ma Merlino c'invita a scendere dalle "empiree sfere dei principii astratti" e discutere le modalità  della organizzazione sociale. Noi non domandiamo di meglio, e perciò volevamo cominciare dall'assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione: l'elezione di una Costituente, o la negazione di ogni potere costituente delegato? La "conquista dei pubblici poteri", o la loro abolizione?
Ma Merlino c'invita a scendere dalle "empiree sfere dei principii astratti" e discutere le modalità  della organizzazione sociale. Noi non domandiamo di meglio, e perciò volevamo cominciare dall'assodare quale deve essere praticamente il punto di partenza della nuova organizzazione: l'elezione di una Costituente, o la negazione di ogni potere costituente delegato? La "conquista dei pubblici poteri", o la loro abolizione?
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poichè voi mi domandate (e non per la prima volta) se io mi dica anarchico, sento il dovere di dichiarare che io preferisco chiamarmi "socialista libertario".
poichè voi mi domandate (e non per la prima volta) se io mi dica anarchico, sento il dovere di dichiarare che io preferisco chiamarmi "socialista libertario".
S'intende che non posso impedire che molti anarchici mi ritengano dei loro, perchè non sono iscritto al partito socialista democratico e non potrei sottoscriverne interamente il programma; e alcuni socialisti mi ritengano quasi dei loro, o almeno mi veggano di buon occhio, perchè non sono interamente d'accordo con gli anarchici. Io mi adopero per la causa a modo mio, lieto di contribuire in qualche modo a rintuzzare in tutti lo spirito settario.
S'intende che non posso impedire che molti anarchici mi ritengano dei loro, perché non sono iscritto al partito socialista democratico e non potrei sottoscriverne interamente il programma; e alcuni socialisti mi ritengano quasi dei loro, o almeno mi veggano di buon occhio, perché non sono interamente d'accordo con gli anarchici. Io mi adopero per la causa a modo mio, lieto di contribuire in qualche modo a rintuzzare in tutti lo spirito settario.
Non ho l'ambizione di fondare nessun nuovo partito: quelli che ci sono, sono anche troppi, e stentano a reggersi in piedi, circondati come sono dall'apatia generale.
Non ho l'ambizione di fondare nessun nuovo partito: quelli che ci sono, sono anche troppi, e stentano a reggersi in piedi, circondati come sono dall'apatia generale.
Spero di aver soddisfatto la vostra giusta curiosità  e vi stringo la mano.
Spero di aver soddisfatto la vostra giusta curiosità  e vi stringo la mano.
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Bisognerebbe domandare che il Parlamento non fosse mai chiuso, o che almeno fosse facoltà  di un certo numero di deputati di convocarlo direttamente di urgenza, che esso si rinnovasse più spesso, che gli elettori potessero licenziare il deputato fedifrago, che su certe questioni essi fossero chiamati a deliberare direttamente, ecc. ecc..
Bisognerebbe domandare che il Parlamento non fosse mai chiuso, o che almeno fosse facoltà  di un certo numero di deputati di convocarlo direttamente di urgenza, che esso si rinnovasse più spesso, che gli elettori potessero licenziare il deputato fedifrago, che su certe questioni essi fossero chiamati a deliberare direttamente, ecc. ecc..
Insomma bisogna correggere i vizi del sistema ma non privarsi dei suoi vantaggi.
Insomma bisogna correggere i vizi del sistema ma non privarsi dei suoi vantaggi.
Il sistema parlamentare è cattivo, perchè è poco parlamentare, poco rappresentativo, perchè in esso sopravvive ancora troppo del vecchio regime. Il deputato è un despota in faccia ai suoi elettori: il governo è un despota verso i deputati. Bisogna invertire le parti, rendere al popolo le libertà  che gli sono state tolte recentemente e aggiungerne altre. Bisogna perfezionare il sistema, non distruggerlo.
Il sistema parlamentare è cattivo, perché è poco parlamentare, poco rappresentativo, perché in esso sopravvive ancora troppo del vecchio regime. Il deputato è un despota in faccia ai suoi elettori: il governo è un despota verso i deputati. Bisogna invertire le parti, rendere al popolo le libertà  che gli sono state tolte recentemente e aggiungerne altre. Bisogna perfezionare il sistema, non distruggerlo.
E badiamo specialmente in questo quarto d'ora di non lasciarci stordire dalle grida che si levano contro il parlamentarismo dalla parte più conservatrice e più reazionaria del paese.
E badiamo specialmente in questo quarto d'ora di non lasciarci stordire dalle grida che si levano contro il parlamentarismo dalla parte più conservatrice e più reazionaria del paese.
Io sono stato anti-parlamentare quando la "gente per bene" andava in visibilio per il sistema parlamentare. Oggi che essa mostra di volerlo abbandonare per tornare indietro io mi sento portato a difenderlo.
Io sono stato anti-parlamentare quando la "gente per bene" andava in visibilio per il sistema parlamentare. Oggi che essa mostra di volerlo abbandonare per tornare indietro io mi sento portato a difenderlo.
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Questa volta egli ci agita innanzi lo spettro della reazione.
Questa volta egli ci agita innanzi lo spettro della reazione.
I clericali, i borbonici, i partigiani del colpo di Stato, egli dice, combattono le istituzioni parlamentari per ritornare all'assolutismo: dunque uniamoci per difendere quelle istituzioni che, per quanto cattive, valgon sempre meglio dei governi assoluti.
I clericali, i borbonici, i partigiani del colpo di Stato, egli dice, combattono le istituzioni parlamentari per ritornare all'assolutismo: dunque uniamoci per difendere quelle istituzioni che, per quanto cattive, valgon sempre meglio dei governi assoluti.
L'argomento non è nuovo. Per la paura di Crispi, Cavallotti ed i democratici della sua risma appoggiarono Di Rudinì, e non è ben chiaro se non lo appoggiano ancora: per la paura dei clericali tanti “liberali” avevano difeso il Crispi... Ma giusto, perchè non ci mettiamo a difendere la monarchia sabauda, che i preti vogliono abbattere o per lo meno scacciare da Roma? Della Monarchia, diremo parafrasando Merlino, si ha ragione di dire tutto il male possibile: ma questo è certo che essa val meglio del governo dei preti.
L'argomento non è nuovo. Per la paura di Crispi, Cavallotti ed i democratici della sua risma appoggiarono Di Rudinì, e non è ben chiaro se non lo appoggiano ancora: per la paura dei clericali tanti “liberali” avevano difeso il Crispi... Ma giusto, perché non ci mettiamo a difendere la monarchia sabauda, che i preti vogliono abbattere o per lo meno scacciare da Roma? Della Monarchia, diremo parafrasando Merlino, si ha ragione di dire tutto il male possibile: ma questo è certo che essa val meglio del governo dei preti.
Con questa logica si può andare lontano; poichè non v'è istituzione reazionaria, nociva, assurda, che non trovi chi la combatte allo scopo di sostituirvene un'altra peggiore. Quindi bisognerebbe che non vi fossero nè anarchici, nè socialisti, nè repubblicani (salvo nei paesi dove esiste la repubblica), e diventassimo tutti conservatori... per salvarci del pericolo di tornare indietro. Oppure, bisognerebbe che i repubblicani difendessero la monarchia costituzionale per tema di veder tornare l'Austria ed il Papa-re; che i socialisti difendessero la borghesia per garantirsi contro un ritorno al medio evo; che gli anarchici facessero l'apologia del governo parlamentare per paura dell'assolutismo.
Con questa logica si può andare lontano; poichè non v'è istituzione reazionaria, nociva, assurda, che non trovi chi la combatte allo scopo di sostituirvene un'altra peggiore. Quindi bisognerebbe che non vi fossero nè anarchici, nè socialisti, nè repubblicani (salvo nei paesi dove esiste la repubblica), e diventassimo tutti conservatori... per salvarci del pericolo di tornare indietro. Oppure, bisognerebbe che i repubblicani difendessero la monarchia costituzionale per tema di veder tornare l'Austria ed il Papa-re; che i socialisti difendessero la borghesia per garantirsi contro un ritorno al medio evo; che gli anarchici facessero l'apologia del governo parlamentare per paura dell'assolutismo.
O che cuccagna per quelli che detengono il potere politico e l'economico!
O che cuccagna per quelli che detengono il potere politico e l'economico!
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I reazionari profittano della corruzione e dell'impotenza parlamentare per risollevare la bandiera del clericalismo e dell'assolutismo: è vero.
I reazionari profittano della corruzione e dell'impotenza parlamentare per risollevare la bandiera del clericalismo e dell'assolutismo: è vero.
Ma vorrebbe per questo il Merlino che ci mettessimo a tentare quest'opera, tanto impossibile quanto contraria alle nostre convinzioni ed ai nostri interessi di partito, di salvare il parlamento dal disprezzo e dall'odio popolare?
Ma vorrebbe per questo il Merlino che ci mettessimo a tentare quest'opera, tanto impossibile quanto contraria alle nostre convinzioni ed ai nostri interessi di partito, di salvare il parlamento dal disprezzo e dall'odio popolare?
Allora sì che il popolo, vedendo che il parlamento non ha altri nemici che i reazionari, si getterebbe tutto intero nelle loro braccia. Se Boulanger in Francia potè divenire un pericolo serio, fu perchè gli anarchici erano pochi, e la massa dei socialisti, essendo parlamentaristi, partecipavano nel discredito in cui il parlamentarismo è giustamente caduto.
Allora sì che il popolo, vedendo che il parlamento non ha altri nemici che i reazionari, si getterebbe tutto intero nelle loro braccia. Se Boulanger in Francia potè divenire un pericolo serio, fu perché gli anarchici erano pochi, e la massa dei socialisti, essendo parlamentaristi, partecipavano nel discredito in cui il parlamentarismo è giustamente caduto.
La nostra missione invece è quella di mostrare al popolo che, poichè il governo parlamentare, così malefico com'è, è pur tuttavia la meno cattiva delle forme possibili di governo, IL RIMEDIO NON STA NEL CAMBIAR DI GOVERNO, MA NELL'ABOLIRE IL GOVERNO.
La nostra missione invece è quella di mostrare al popolo che, poichè il governo parlamentare, così malefico com'è, è pur tuttavia la meno cattiva delle forme possibili di governo, IL RIMEDIO NON STA NEL CAMBIAR DI GOVERNO, MA NELL'ABOLIRE IL GOVERNO.
Del resto, il miglior mezzo di salvarsi dal pericolo di un ritorno al passato è, ed è stato ognora, quello di rendere l'avvenire sempre più minaccioso per i conservatori e pei reazionari.
Del resto, il miglior mezzo di salvarsi dal pericolo di un ritorno al passato è, ed è stato ognora, quello di rendere l'avvenire sempre più minaccioso per i conservatori e pei reazionari.
Se in Italia non vi fossero repubblicani, socialisti ed anarchici, un colpo di stato avrebbe già  spazzato via questo servitorame di deputati, per quanto piccolo sia l'incomodo che dà  ai ministri; ed i clericali sarebbero ben altrimenti audaci se l'esistenza dei partiti avanzati non facesse temer loro che un'ondata popolare spazzerebbe via, con le altre cose, anche tutta la melma vaticanesca. Non esisterebbero monarchie costituzionali, se i re non avessero avuto paura della repubblica; in Francia non vi sarebbe la repubblica, se la Comune di Parigi non avesse dato da pensare ai partigiani della restaurazione; e se mai in Italia si farà  la repubblica sarà  quando la minaccia crescente del socialismo e dell'anarchismo indurrà  la borghesia a tentare quell'ultimo mezzo per illudere e frenare il popolo.
Se in Italia non vi fossero repubblicani, socialisti ed anarchici, un colpo di stato avrebbe già  spazzato via questo servitorame di deputati, per quanto piccolo sia l'incomodo che dà  ai ministri; ed i clericali sarebbero ben altrimenti audaci se l'esistenza dei partiti avanzati non facesse temer loro che un'ondata popolare spazzerebbe via, con le altre cose, anche tutta la melma vaticanesca. Non esisterebbero monarchie costituzionali, se i re non avessero avuto paura della repubblica; in Francia non vi sarebbe la repubblica, se la Comune di Parigi non avesse dato da pensare ai partigiani della restaurazione; e se mai in Italia si farà  la repubblica sarà  quando la minaccia crescente del socialismo e dell'anarchismo indurrà  la borghesia a tentare quell'ultimo mezzo per illudere e frenare il popolo.
Ma tutto il detto è forse inutile per Merlino. Il “pericolo” reazionario è per lui semplicemente un'occasione ed un pretesto per difendere il parlamentarismo, non come un meno peggio, ma come un'istituzione necessaria della società.
Ma tutto il detto è forse inutile per Merlino. Il “pericolo” reazionario è per lui semplicemente un'occasione ed un pretesto per difendere il parlamentarismo, non come un meno peggio, ma come un'istituzione necessaria della società.
Egli conchiude infatti che “il sistema parlamentare è cattivo perchè è poco parlamentare... e che bisogna perfezionare il sistema, non distruggerlo”.
Egli conchiude infatti che “il sistema parlamentare è cattivo perché è poco parlamentare... e che bisogna perfezionare il sistema, non distruggerlo”.
Questo ci porterebbe a far la critica del sistema parlamentare in sè e a dimostrare che i cattivi effetti che produce non dipendono da abusi ed errori accidentali, ma dalla natura stessa del sistema. Ma Merlino si contenta di affermare senza addurre ragioni, e a noi lo spazio non consente questa volta di tornare sulla questione, che abbiamo già  replicatamente trattata.
Questo ci porterebbe a far la critica del sistema parlamentare in sè e a dimostrare che i cattivi effetti che produce non dipendono da abusi ed errori accidentali, ma dalla natura stessa del sistema. Ma Merlino si contenta di affermare senza addurre ragioni, e a noi lo spazio non consente questa volta di tornare sulla questione, che abbiamo già  replicatamente trattata.
Merlino, oltre il surriferito “pericolo” ha un altro argomento in favore del parlamentarismo, e questo è ad homines, cioè diretto specialmente agli anarchici come individui.
Merlino, oltre il surriferito “pericolo” ha un altro argomento in favore del parlamentarismo, e questo è ad homines, cioè diretto specialmente agli anarchici come individui.
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Le autorità  municipali hanno monopolizzato i servizi pubblici e colla scusa di questi servizi ci opprimono di tasse. Noi non possiamo pagar le tasse e poi essere indifferenti a quello che fa il municipio, aspettando il giorno in cui il popolo potrà  badare da sè ai suoi interessi; e perciò gridiamo e cerchiamo di provocare l'indignazione popolare quando esso municipio per stupida impreveggenza e sordida spilorceria lascia inondare Ancona e tiene una biblioteca in condizioni tali che non serve a nessuno.
Le autorità  municipali hanno monopolizzato i servizi pubblici e colla scusa di questi servizi ci opprimono di tasse. Noi non possiamo pagar le tasse e poi essere indifferenti a quello che fa il municipio, aspettando il giorno in cui il popolo potrà  badare da sè ai suoi interessi; e perciò gridiamo e cerchiamo di provocare l'indignazione popolare quando esso municipio per stupida impreveggenza e sordida spilorceria lascia inondare Ancona e tiene una biblioteca in condizioni tali che non serve a nessuno.
Così è del Parlamento. Esso si è preso il diritto di far le leggi, e noi, che delle leggi siamo le vittime, dobbiamo per forza contar con esso se vogliamo che queste leggi, finchè legge vi sarà, siano il meno oppressive possibile.
Così è del Parlamento. Esso si è preso il diritto di far le leggi, e noi, che delle leggi siamo le vittime, dobbiamo per forza contar con esso se vogliamo che queste leggi, finchè legge vi sarà, siano il meno oppressive possibile.
Ma siccome noi non crediamo nella buona volontà  dei deputati e siccome aspiriamo all'abolizione del Parlamento, come di ogni altro governo, noi non ci proponiamo di nominare dei “buoni” deputati, ma di agire su quelli che vi sono, quali essi siano, agitando il popolo e facendo loro paura. E quando manchi una efficace agitazione popolare, noi faremo anche pressione sui singoli deputati perchè rinfaccino al governo i suoi abusi, ma lo faremo perchè, o essi si presteranno ai nostri desideri, e sarà  fatta chiara la loro impotenza, o non vi si presteranno e si vedrà  la loro malavoglia.
Ma siccome noi non crediamo nella buona volontà  dei deputati e siccome aspiriamo all'abolizione del Parlamento, come di ogni altro governo, noi non ci proponiamo di nominare dei “buoni” deputati, ma di agire su quelli che vi sono, quali essi siano, agitando il popolo e facendo loro paura. E quando manchi una efficace agitazione popolare, noi faremo anche pressione sui singoli deputati perché rinfaccino al governo i suoi abusi, ma lo faremo perché, o essi si presteranno ai nostri desideri, e sarà  fatta chiara la loro impotenza, o non vi si presteranno e si vedrà  la loro malavoglia.
Si rassicuri Merlino, se tant'è che la nostra incoerenza lo affligge. Noi ci rallegriamo se qualche deputato rinfaccia ai ministri la loro infamia; ma non cessiamo perciò di considerare il Parlamento responsabile di ciò che fa il governo, poichè se esso volesse, il ministero dovrebbe ubbidire; nè cessiamo di tenere ciascun deputato in quella mala stima che merita chiunque profitta dell'ignoranza e della pecoraggine degli elettori per farsi delegare un potere, che non può non risultare a danno del popolo.
Si rassicuri Merlino, se tant'è che la nostra incoerenza lo affligge. Noi ci rallegriamo se qualche deputato rinfaccia ai ministri la loro infamia; ma non cessiamo perciò di considerare il Parlamento responsabile di ciò che fa il governo, poichè se esso volesse, il ministero dovrebbe ubbidire; nè cessiamo di tenere ciascun deputato in quella mala stima che merita chiunque profitta dell'ignoranza e della pecoraggine degli elettori per farsi delegare un potere, che non può non risultare a danno del popolo.
        
        
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Ed entrambi si fregano le mani dalla contentezza.
Ed entrambi si fregano le mani dalla contentezza.
E se la gente diventasse partigiana del governo assoluto? O se divenisse ogni giorno più indifferente alla propria libertà  (je m'en foutise, dicono i francesi con una parola intraducibile) e incapace ad esercitarle?
E se la gente diventasse partigiana del governo assoluto? O se divenisse ogni giorno più indifferente alla propria libertà  (je m'en foutise, dicono i francesi con una parola intraducibile) e incapace ad esercitarle?
Qui sta la questione. I miei contraddittori avrebbero dovuto esaminare il fatto da me rilevato e dimostrare che la propaganda reazionaria che si va facendo contro il sistema parlamentare, non costituisce un pericolo, perchè il popolo è pronto a fare la repubblica o l'anarchia.
Qui sta la questione. I miei contraddittori avrebbero dovuto esaminare il fatto da me rilevato e dimostrare che la propaganda reazionaria che si va facendo contro il sistema parlamentare, non costituisce un pericolo, perché il popolo è pronto a fare la repubblica o l'anarchia.
Il Minuti ragiona così:
Il Minuti ragiona così:
Il popolo è disgustato del sistema parlamentare. Facciamo la repubblica.
Il popolo è disgustato del sistema parlamentare. Facciamo la repubblica.
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“I reazionari profittano della corruzione e dell'impotenza parlamentare per risollevare la bandiera del clericalismo e dell'assolutismo: è vero.
“I reazionari profittano della corruzione e dell'impotenza parlamentare per risollevare la bandiera del clericalismo e dell'assolutismo: è vero.
Ma vorrebbe per questo il Merlino che ci mettessimo a tentare quest'opera tanto impossibile quanto contraria alle nostre condizioni e ai nostri interessi di partito, di salvare il Parlamento dal disprezzo e dall'odio popolare?
Ma vorrebbe per questo il Merlino che ci mettessimo a tentare quest'opera tanto impossibile quanto contraria alle nostre condizioni e ai nostri interessi di partito, di salvare il Parlamento dal disprezzo e dall'odio popolare?
Allora sì che il popolo, vedendo che il Parlamento non ha altri nemici che i reazionari, si getterebbe tutt'intero nelle loro braccia. Se Boulanger in Francia potè divenire un pericolo serio, fu perchè gli anarchici erano pochi, e la massa dei socialisti, essendo parlamentaristi, partecipavano del discredito in cui il parlamentarismo è giustamente caduto”.
Allora sì che il popolo, vedendo che il Parlamento non ha altri nemici che i reazionari, si getterebbe tutt'intero nelle loro braccia. Se Boulanger in Francia potè divenire un pericolo serio, fu perché gli anarchici erano pochi, e la massa dei socialisti, essendo parlamentaristi, partecipavano del discredito in cui il parlamentarismo è giustamente caduto”.
La verità  è che parecchi anarchici passarono a militare nelle file dei boulangisti, appunto perchè fuorviati dalla propaganda contro il sistema parlamentare, propaganda puramente negativa. Abolire il Parlamento, abolire il governo, e poi? E poi ognuno farà  quel che vuole, e si vivrà  nel migliore dei mondi possibili.
La verità  è che parecchi anarchici passarono a militare nelle file dei boulangisti, appunto perché fuorviati dalla propaganda contro il sistema parlamentare, propaganda puramente negativa. Abolire il Parlamento, abolire il governo, e poi? E poi ognuno farà  quel che vuole, e si vivrà  nel migliore dei mondi possibili.
“La nostra missione (degli anarchici) è quella di mostrare al popolo che, poichè il governo parlamentare, così malefico com'è, è pur tuttavia la meno cattiva delle forme possibili di governo, il rimedio non sta nel cambiar il governo, ma nell'abolire il governo”.
“La nostra missione (degli anarchici) è quella di mostrare al popolo che, poichè il governo parlamentare, così malefico com'è, è pur tuttavia la meno cattiva delle forme possibili di governo, il rimedio non sta nel cambiar il governo, ma nell'abolire il governo”.
Questo lo dite voi: ma il popolo crede che il governo di uno solo val meglio del governo di pochi, e non concepisce affatto (di questo potete star sicuri) uno stato di cose senza governo di sorta. Il popolo non è convinto che il sistema parlamentare sia la meno cattiva delle forme possibili di governo, e se non ci fosse altro argomento per farlo dubitare di ciò che voi dite, ci sarebbe la propaganda repubblicana, la quale gli suggerisce, a dire del Minuti, “un concetto di governo ove il Parlamento avrà  la sua ragione di essere nel suffragio popolare, e la sua esplicazione in un'assemblea legittima, rappresentante della sovranità  popolare”.
Questo lo dite voi: ma il popolo crede che il governo di uno solo val meglio del governo di pochi, e non concepisce affatto (di questo potete star sicuri) uno stato di cose senza governo di sorta. Il popolo non è convinto che il sistema parlamentare sia la meno cattiva delle forme possibili di governo, e se non ci fosse altro argomento per farlo dubitare di ciò che voi dite, ci sarebbe la propaganda repubblicana, la quale gli suggerisce, a dire del Minuti, “un concetto di governo ove il Parlamento avrà  la sua ragione di essere nel suffragio popolare, e la sua esplicazione in un'assemblea legittima, rappresentante della sovranità  popolare”.
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Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O si incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro posta, o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico, o possono sorgere fra essa pareri diversi? E in questo caso si dovrà  scegliere fra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati dei vari gruppi?
Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O si incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro posta, o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico, o possono sorgere fra essa pareri diversi? E in questo caso si dovrà  scegliere fra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati dei vari gruppi?
Malatesta non è anarchico individualista o amorfista. Egli ammette la necessità  della rappresentanza e del voto di maggioranza in talune cose d'interesse comune indivisibile. Ora che cosa è questo se non il sistema parlamentare corretto e migliorato, non già  abolito?
Malatesta non è anarchico individualista o amorfista. Egli ammette la necessità  della rappresentanza e del voto di maggioranza in talune cose d'interesse comune indivisibile. Ora che cosa è questo se non il sistema parlamentare corretto e migliorato, non già  abolito?
Io ho un dubbio: che tutta questa guerra che si muove al parlamentarismo, sia fatta alla parola. In questo caso essa sarebbe lecita, se non fosse pericolosa. Cominciamo dal dire al popolo che si faccia vivo, che si serva dei diritti che ha (come del resto fa la Agitazione, meno non so perchè, per il diritto elettorale), che ne domandi altri, che lotti, che cominci... per finire dove e come meglio si potrà.
Io ho un dubbio: che tutta questa guerra che si muove al parlamentarismo, sia fatta alla parola. In questo caso essa sarebbe lecita, se non fosse pericolosa. Cominciamo dal dire al popolo che si faccia vivo, che si serva dei diritti che ha (come del resto fa la Agitazione, meno non so perché, per il diritto elettorale), che ne domandi altri, che lotti, che cominci... per finire dove e come meglio si potrà.
        
        
=== MALATESTA, ANCORA DEL PARLAMENTARISMO ===
=== MALATESTA, ANCORA DEL PARLAMENTARISMO ===
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E perciò bisogna lavorare a che la gente diventi anarchica, o almeno che il numero e la potenza d'azione degli anarchici aumentino, ed i sentimenti e le idee del pubblico si accostino quanto più è possibile ai sentimenti ed alle idee degli anarchici.
E perciò bisogna lavorare a che la gente diventi anarchica, o almeno che il numero e la potenza d'azione degli anarchici aumentino, ed i sentimenti e le idee del pubblico si accostino quanto più è possibile ai sentimenti ed alle idee degli anarchici.
E ancora: Merlino dice che il popolo non è convinto che bisogna abolire il governo. E chi pretende il contrario? Se il popolo ne fosse convinto, l'anarchia sarebbe un fatto. Ma noi che ne siamo convinti, abbiamo interesse e dovere di cercare di convincerne anche gli altri.
E ancora: Merlino dice che il popolo non è convinto che bisogna abolire il governo. E chi pretende il contrario? Se il popolo ne fosse convinto, l'anarchia sarebbe un fatto. Ma noi che ne siamo convinti, abbiamo interesse e dovere di cercare di convincerne anche gli altri.
Il popolo non è convinto, per esempio che il cattolicismo è un ammasso di superstizioni, che i preti ed i borghesi lo sostengono perchè ottimo strumento di regno; il popolo non è convinto che si può fare a meno dei padroni; ma non per questo Merlino ci consiglierebbe di metterci a predicare, anzichè la distruzione, la riforma del cattolicismo e del capitalismo.
Il popolo non è convinto, per esempio che il cattolicismo è un ammasso di superstizioni, che i preti ed i borghesi lo sostengono perché ottimo strumento di regno; il popolo non è convinto che si può fare a meno dei padroni; ma non per questo Merlino ci consiglierebbe di metterci a predicare, anzichè la distruzione, la riforma del cattolicismo e del capitalismo.
A parte quest'errore d'interpretazione, col quale mi si fa dare come un fatto quello che io dico che si deve fare, Merlino non risponde agli argomenti del mio articolo, ed io non ho che da rimandare i lettori a quell'articolo.
A parte quest'errore d'interpretazione, col quale mi si fa dare come un fatto quello che io dico che si deve fare, Merlino non risponde agli argomenti del mio articolo, ed io non ho che da rimandare i lettori a quell'articolo.
E invece egli insiste sulla necessità  di una forma di governo e di parlamento, perchè la società  possa vivere e funzionare. “Abolito il municipio, che è un piccolo governo”, egli dice, “chi penserà  alle strade, all'illuminazione, all'arginatura dei fiumi ed a tante altre opere d'interesse comune?”. “Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O s'incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro modo o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico o possono sorgere fra essa pareri diversi? Ed in questo caso si dovrà  scegliere tra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati di vari gruppi?”.
E invece egli insiste sulla necessità  di una forma di governo e di parlamento, perché la società  possa vivere e funzionare. “Abolito il municipio, che è un piccolo governo”, egli dice, “chi penserà  alle strade, all'illuminazione, all'arginatura dei fiumi ed a tante altre opere d'interesse comune?”. “Vi penseranno tutti? Ciascuno a modo suo? O non vi penserà  nessuno? O s'incaricheranno alcuni di provvedere a questi pubblici servizi nel pubblico interesse? E saranno questi incaricati arbitri di agire a loro modo o saranno sottoposti al volere della popolazione? E la popolazione avrà  un volere unico o possono sorgere fra essa pareri diversi? Ed in questo caso si dovrà  scegliere tra l'uno e l'altro? E come? Si riunirà  il popolo in massa per deliberare su ciascuna questione che si presenti? Ovvero si riuniranno soltanto i rappresentanti o delegati di vari gruppi?”.
Ecco: io credo che gl'incaricati dei pubblici servizi saranno le associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; che queste associazioni dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri ed al comodo del pubblico, e che saranno impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica, dai legami di dipendenza reciproca colle altre associazioni e dal diritto di tutti ad entrare nelle singole associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. Credo che non vi sarà  divisione fissa tra chi dirige e chi esegue, e che la direzione del lavoro spetterà  di diritto e di fatto ai lavoratori, i quali per ciascun lavoro si organizzeranno e si divideranno le funzioni nel modo che stimano migliore. Credo che dove v'è bisogno di delegare degl'individui per una data funzione, si darà  loro un mandato determinato, limitato, soggetto sempre al controllo ed all'approvazione del pubblico, e sopratutto che non si darà  mai loro una forza per obbligare la gente, e per compiere il loro mandato contro la volontà  di una frazione qualsiasi del pubblico: il diritto di adoperare la violenza, quando se ne presentasse la dura necessità, dovendo restare sempre a tutto il popolo e non mai esser delegato. Credo che quando sopra una cosa da fare si hanno pareri diversi, se è possibile e conveniente si farà  in modi diversi, e se ciò non è possibile o non è conveniente, si farà  come vuole la maggioranza, salvo tutte le garanzie possibili in favore della minoranza - garanzie che si darebbero sul serio, perchè, non avendo la maggioranza nè il diritto nè la forza di costringere la minoranza all'ubbidienza, bisognerà  bene che guadagni la sua acquiescenza a mezzo di condiscendenze e prove di buona volontà...
Ecco: io credo che gl'incaricati dei pubblici servizi saranno le associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; che queste associazioni dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri ed al comodo del pubblico, e che saranno impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica, dai legami di dipendenza reciproca colle altre associazioni e dal diritto di tutti ad entrare nelle singole associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. Credo che non vi sarà  divisione fissa tra chi dirige e chi esegue, e che la direzione del lavoro spetterà  di diritto e di fatto ai lavoratori, i quali per ciascun lavoro si organizzeranno e si divideranno le funzioni nel modo che stimano migliore. Credo che dove v'è bisogno di delegare degl'individui per una data funzione, si darà  loro un mandato determinato, limitato, soggetto sempre al controllo ed all'approvazione del pubblico, e sopratutto che non si darà  mai loro una forza per obbligare la gente, e per compiere il loro mandato contro la volontà  di una frazione qualsiasi del pubblico: il diritto di adoperare la violenza, quando se ne presentasse la dura necessità, dovendo restare sempre a tutto il popolo e non mai esser delegato. Credo che quando sopra una cosa da fare si hanno pareri diversi, se è possibile e conveniente si farà  in modi diversi, e se ciò non è possibile o non è conveniente, si farà  come vuole la maggioranza, salvo tutte le garanzie possibili in favore della minoranza - garanzie che si darebbero sul serio, perché, non avendo la maggioranza nè il diritto nè la forza di costringere la minoranza all'ubbidienza, bisognerà  bene che guadagni la sua acquiescenza a mezzo di condiscendenze e prove di buona volontà...
E poi credo, anzi son sicuro, che io non ho nè la capacità  nè la missione di fare il profeta. Io voglio combattere perchè il popolo si metta in condizione di fare come vuole: ed ho fiducia ch'esso, pur facendo mille spropositi e dovendo spesso ritornare sui suoi passi, e sperimentando contemporaneamente e successivamente mille forme diverse, preferirà  sempre quelle soluzioni che l'esperienza gli mostrerà  più facili e più vantaggiose.
E poi credo, anzi son sicuro, che io non ho nè la capacità  nè la missione di fare il profeta. Io voglio combattere perché il popolo si metta in condizione di fare come vuole: ed ho fiducia ch'esso, pur facendo mille spropositi e dovendo spesso ritornare sui suoi passi, e sperimentando contemporaneamente e successivamente mille forme diverse, preferirà  sempre quelle soluzioni che l'esperienza gli mostrerà  più facili e più vantaggiose.
Merlino dubita che in fondo si tratti di una questione di parole. Egli si sarebbe accostato più alla verità  (forse gliel'ho avvertito altre volte) se avesse detto che è una questione di metodo.
Merlino dubita che in fondo si tratti di una questione di parole. Egli si sarebbe accostato più alla verità  (forse gliel'ho avvertito altre volte) se avesse detto che è una questione di metodo.
Quali saranno le forme sociali, dell'avvenire nessuno può precisare - e facilmente ci troveremmo d'accordo sui concetti generali che dovranno guidare una società  di liberi e di eguali... dopo che essa sarà  costituita. La questione è del modo come si può arrivare a costituirla. Gli autoritari vogliono imporre dall'alto, per mezzo di leggi, quello che essi credono bene. Gli anarchici invece vogliono, colla propaganda distruggere il principio d'autorità  nelle coscienze, e colla rivoluzione distruggere ogni forza organizzata che possa costringere gli uomini ad agire contrariamente alla loro volontà.
Quali saranno le forme sociali, dell'avvenire nessuno può precisare - e facilmente ci troveremmo d'accordo sui concetti generali che dovranno guidare una società  di liberi e di eguali... dopo che essa sarà  costituita. La questione è del modo come si può arrivare a costituirla. Gli autoritari vogliono imporre dall'alto, per mezzo di leggi, quello che essi credono bene. Gli anarchici invece vogliono, colla propaganda distruggere il principio d'autorità  nelle coscienze, e colla rivoluzione distruggere ogni forza organizzata che possa costringere gli uomini ad agire contrariamente alla loro volontà.
A proposito, vorrà  Merlino rispondere ad una domanda alla quale nessun socialista democratico ha voluto darmi una risposta esplicita? Io vorrei sapere, se, nell'opinione sua, quel tale governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà  avere a sua disposizione una forza armata.
A proposito, vorrà  Merlino rispondere ad una domanda alla quale nessun socialista democratico ha voluto darmi una risposta esplicita? Io vorrei sapere, se, nell'opinione sua, quel tale governo o parlamento che egli crede necessario alla vita sociale, dovrà  avere a sua disposizione una forza armata.
Nel caso che no, allora davvero che la differenza fra noi sarebbe poca cosa, poichè io sopporterei di buona grazia un governo... che non potrebbe obbligarmi a nulla.
Nel caso che no, allora davvero che la differenza fra noi sarebbe poca cosa, poichè io sopporterei di buona grazia un governo... che non potrebbe obbligarmi a nulla.
Merlino non sa comprendere perchè l'Agitazione, che dice al popolo di farsi vivo e di servirsi dei diritti che ha, fa un'eccezione per il diritto elettorale. Noi ne abbiamo spiegato le ragioni varie volte.
Merlino non sa comprendere perché l'Agitazione, che dice al popolo di farsi vivo e di servirsi dei diritti che ha, fa un'eccezione per il diritto elettorale. Noi ne abbiamo spiegato le ragioni varie volte.
Il “diritto” elettorale è il diritto di rinunziare ai propri diritti, e quindi è contrario allo scopo di noi, che vogliamo che il popolo s'abitui a combattere ed a vincere direttamente, colle proprie forze.
Il “diritto” elettorale è il diritto di rinunziare ai propri diritti, e quindi è contrario allo scopo di noi, che vogliamo che il popolo s'abitui a combattere ed a vincere direttamente, colle proprie forze.
È stato detto che il diritto elettorale è il diritto di scegliersi il proprio padrone. In realtà  non è nemmeno questo: ma è il diritto di concorrere per una parte minima alla nomina di una particella del proprio padrone, e di dirsi poi e credersi sovrano.
È stato detto che il diritto elettorale è il diritto di scegliersi il proprio padrone. In realtà  non è nemmeno questo: ma è il diritto di concorrere per una parte minima alla nomina di una particella del proprio padrone, e di dirsi poi e credersi sovrano.
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La risposta sua, la prevedo, è che devo reagire. E se sono debole? Accorrerà  la gente a difendermi. E come farà  la gente accorrendo, durante una rissa, a sapere da quale parte sta la ragione, per mettersi da quella? Ci sarà  probabilmente chi piglia parte per l'uno, chi per l'altro dei contendenti. Quindi il popolo dev'essere tutto in armi a ogni disputa, che si accende tra due individui, e si dividerà  in fazioni, proprio come ai tempi dei Cerchi e dei Donati, dei Bianchi e dei Neri.
La risposta sua, la prevedo, è che devo reagire. E se sono debole? Accorrerà  la gente a difendermi. E come farà  la gente accorrendo, durante una rissa, a sapere da quale parte sta la ragione, per mettersi da quella? Ci sarà  probabilmente chi piglia parte per l'uno, chi per l'altro dei contendenti. Quindi il popolo dev'essere tutto in armi a ogni disputa, che si accende tra due individui, e si dividerà  in fazioni, proprio come ai tempi dei Cerchi e dei Donati, dei Bianchi e dei Neri.
Io ho detto e ripeto che questo modo d'intendere l'Anarchia può esser passato per un momento per la mente di qualcuno, ma non è sostenibile: e più presto lo correggiamo, meglio è.
Io ho detto e ripeto che questo modo d'intendere l'Anarchia può esser passato per un momento per la mente di qualcuno, ma non è sostenibile: e più presto lo correggiamo, meglio è.
Malatesta dice che non fa il mestiere del profeta. Così dicono anche i socialisti democratici, quando si tenta di dimostrare loro gl'inconvenienti del Collettivismo. Dunque demoliamo, e non ci curiamo d'altro. Ma si può demolire, senza sapere che cosa realmente si deve demolire, e perchè? Si può andar innanzi alla cieca? No - tanto vero, che Malatesta ha le sue idee. Egli sa o crede che “incaricate dei pubblici servizi saranno le Associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; le quali dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri e al comodo del pubblico”.
Malatesta dice che non fa il mestiere del profeta. Così dicono anche i socialisti democratici, quando si tenta di dimostrare loro gl'inconvenienti del Collettivismo. Dunque demoliamo, e non ci curiamo d'altro. Ma si può demolire, senza sapere che cosa realmente si deve demolire, e perché? Si può andar innanzi alla cieca? No - tanto vero, che Malatesta ha le sue idee. Egli sa o crede che “incaricate dei pubblici servizi saranno le Associazioni di coloro che lavorano in ciascun servizio; le quali dovranno badare nello stesso tempo al benessere dei loro membri e al comodo del pubblico”.
Dovranno - perchè lo dite voi? Ma voi che spesso notate, e giustamente, che l'Amministrazione collettivistica sarebbe portata ad abusare della sua autorità, e non potrebbe restar democratica, voi dovete anche sapere che un'Associazione incaricata di un pubblico servizio baderebbe prima al proprio interesse e al comodo dei suoi membri, e poi, se mai, a quello del pubblico. Le vostre Associazioni diverrebbero altrettanti corpi burocratici; e come mai potete voi credere che sarebbero nientemeno “impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica”? Come si eserciterebbe questo controllo? Quali forme assumerebbe? Quella forse di un'insurrezione popolare contro ogni Amministrazione che non obbedisse al volere del pubblico? Mettiamo che l'Associazione ferroviaria si rifiutasse di far correre un direttissimo tra Roma e Ancona: sarebbe chiamata a dovere dal popolo tumultuante? E se l'opinione pubblica fosse divisa? Se tutte le località  percorse dal treno ne domandassero la fermata? Se l'Associazione fomentasse ad arte la discordia?
Dovranno - perché lo dite voi? Ma voi che spesso notate, e giustamente, che l'Amministrazione collettivistica sarebbe portata ad abusare della sua autorità, e non potrebbe restar democratica, voi dovete anche sapere che un'Associazione incaricata di un pubblico servizio baderebbe prima al proprio interesse e al comodo dei suoi membri, e poi, se mai, a quello del pubblico. Le vostre Associazioni diverrebbero altrettanti corpi burocratici; e come mai potete voi credere che sarebbero nientemeno “impossibilitate a prevaricare dal controllo dell'opinione pubblica”? Come si eserciterebbe questo controllo? Quali forme assumerebbe? Quella forse di un'insurrezione popolare contro ogni Amministrazione che non obbedisse al volere del pubblico? Mettiamo che l'Associazione ferroviaria si rifiutasse di far correre un direttissimo tra Roma e Ancona: sarebbe chiamata a dovere dal popolo tumultuante? E se l'opinione pubblica fosse divisa? Se tutte le località  percorse dal treno ne domandassero la fermata? Se l'Associazione fomentasse ad arte la discordia?
Ci sarebbero, aggiunge Malatesta “i legami di dipendenza reciproca tra le Associazioni”. Quali legami? E di che specie? Patti, obbligazioni, deliberazioni collettive, Comitati federali, Congressi? Che vi abbia ad essere un Parlamento?
Ci sarebbero, aggiunge Malatesta “i legami di dipendenza reciproca tra le Associazioni”. Quali legami? E di che specie? Patti, obbligazioni, deliberazioni collettive, Comitati federali, Congressi? Che vi abbia ad essere un Parlamento?
E da ultimo ci sarebbe “il diritto di tutti ad entrare nelle singole Associazioni ed usare dei mezzi di produzione, che esse adoperano”.
E da ultimo ci sarebbe “il diritto di tutti ad entrare nelle singole Associazioni ed usare dei mezzi di produzione, che esse adoperano”.
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Io parlai dei legami di dipendenza reciproca tra le Associazioni, e Merlino non intende di che legami io parlo. Ma non è chiaro che il fornaio, per esempio, ha bisogno del mugnaio che gli fornisce la farina, del contadino che fornisce il grano, del muratore che gli fa la casa, del sarto che lo veste e così all'infinito? Non è chiaro che tutti hanno interesse e bisogno di mettersi d'accordo con tutti? Ma come si stabiliranno questi accordi? domanda Merlino. Mediante patti, obbligazioni, Comitati federali, Congressi? Con questi o con altri mezzi, ma non certo, se i lavoratori ci terranno ad esser liberi, mediante Parlamenti che faccian la legge e che la impongano a tutti colla forza.
Io parlai dei legami di dipendenza reciproca tra le Associazioni, e Merlino non intende di che legami io parlo. Ma non è chiaro che il fornaio, per esempio, ha bisogno del mugnaio che gli fornisce la farina, del contadino che fornisce il grano, del muratore che gli fa la casa, del sarto che lo veste e così all'infinito? Non è chiaro che tutti hanno interesse e bisogno di mettersi d'accordo con tutti? Ma come si stabiliranno questi accordi? domanda Merlino. Mediante patti, obbligazioni, Comitati federali, Congressi? Con questi o con altri mezzi, ma non certo, se i lavoratori ci terranno ad esser liberi, mediante Parlamenti che faccian la legge e che la impongano a tutti colla forza.
Io reclamavo infine, come garanzia contro il costituirsi di monopoli a danno del pubblico, il diritto di tutti ad entrare nelle singole Associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. E Merlino risponde immaginando un cantiere invaso da gente che vuol mettere le mani dappertutto, o una farmacia dove dei dilettanti vadano a rimestare e confondere tutto. Non sembra proprio di sentire un parruccone il quale, volendo combattere la proposta di aprire al pubblico un giardino, dicesse che tutta la popolazione vorrebbe entrare contemporaneamente nel giardino e morrebbe pigiata e soffocata? In pratica poi risulta che quando si apre un pubblico giardino il diritto per tutti di andarci a passeggiare basta per impedire il monopolio, ma non produce niente affatto un affollamento che distruggerebbe il piacere di passeggiare. Il mio concetto era chiaro: io parlavo del diritto che deve avere la gente di provvedere da sè ad un dato lavoro, quando coloro i quali lo fanno volessero servirsene come mezzo per sfruttare ed opprimere gli altri; e non già  del diritto degli sfaccendati di andare a disturbare chi lavora.
Io reclamavo infine, come garanzia contro il costituirsi di monopoli a danno del pubblico, il diritto di tutti ad entrare nelle singole Associazioni ed usare dei mezzi di produzione che esse adoperano. E Merlino risponde immaginando un cantiere invaso da gente che vuol mettere le mani dappertutto, o una farmacia dove dei dilettanti vadano a rimestare e confondere tutto. Non sembra proprio di sentire un parruccone il quale, volendo combattere la proposta di aprire al pubblico un giardino, dicesse che tutta la popolazione vorrebbe entrare contemporaneamente nel giardino e morrebbe pigiata e soffocata? In pratica poi risulta che quando si apre un pubblico giardino il diritto per tutti di andarci a passeggiare basta per impedire il monopolio, ma non produce niente affatto un affollamento che distruggerebbe il piacere di passeggiare. Il mio concetto era chiaro: io parlavo del diritto che deve avere la gente di provvedere da sè ad un dato lavoro, quando coloro i quali lo fanno volessero servirsene come mezzo per sfruttare ed opprimere gli altri; e non già  del diritto degli sfaccendati di andare a disturbare chi lavora.
Ma insomma, le idee mie possono essere sbagliate, e, come ho detto, non sarebbe gran male, perchè io non voglio imporle a nessuno. Merlino però, il quale si lamenta che noi non vogliamo fare i profeti e non definiamo abbastanza le nostre idee sull'avvenire, dovrebbe dirci lui che cosa è che vuole.
Ma insomma, le idee mie possono essere sbagliate, e, come ho detto, non sarebbe gran male, perché io non voglio imporle a nessuno. Merlino però, il quale si lamenta che noi non vogliamo fare i profeti e non definiamo abbastanza le nostre idee sull'avvenire, dovrebbe dirci lui che cosa è che vuole.
Non crede nell'”amministrazione” dei socialisti democratici, non nelle associazioni degli anarchici, e tampoco vuole egli demolire il presente senza preoccuparsi dell'avvenire. Che cosa vuole egli dunque?
Non crede nell'”amministrazione” dei socialisti democratici, non nelle associazioni degli anarchici, e tampoco vuole egli demolire il presente senza preoccuparsi dell'avvenire. Che cosa vuole egli dunque?
Criticare le idee degli altri è ottima cosa, ma non basta. Noi sappiamo che tutti i sistemi hanno i loro lati deboli: il nostro come quelli degli altri. Ma per rinunziare al nostro bisognerebbe che ce se ne proponesse uno che abbia meno inconvenienti.
Criticare le idee degli altri è ottima cosa, ma non basta. Noi sappiamo che tutti i sistemi hanno i loro lati deboli: il nostro come quelli degli altri. Ma per rinunziare al nostro bisognerebbe che ce se ne proponesse uno che abbia meno inconvenienti.
Tutto è relativo. Noi siamo anarchici perchè l'Anarchia, nel senso che noi diamo alla parola, ci pare la migliore soluzione del problema sociale. Se Merlino conosce qualche cosa di meglio, ce lo insegni subito.
Tutto è relativo. Noi siamo anarchici perché l'Anarchia, nel senso che noi diamo alla parola, ci pare la migliore soluzione del problema sociale. Se Merlino conosce qualche cosa di meglio, ce lo insegni subito.
        
        


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Queste invettive si capisce bene a che servono - Un proverbio dice: dà  ad uno del cane e potrai sparargli addosso. Malatesta non lo fa ad arte, ma sente che se riesce a farmi credere reazionario da'lettori del suo giornale, egli toglie ogni credito ai miei argomenti, e se anche io ho ragione ed egli torto, tutti daranno torto a me e ragione a lui. Egli quindi mi gratifica ad ogni pie'sospinto dell'epiteto di reazionario. A forza di sentirlo dire e ridire, il lettore si abitua all'idea che io sono diventato un difensore accanito dell'attuale ordine di cose, e finisce per crederci fermamente e per appassionarsi contro di me in guisa tale da non potere più apprezzare serenamente i miei argomenti.
Queste invettive si capisce bene a che servono - Un proverbio dice: dà  ad uno del cane e potrai sparargli addosso. Malatesta non lo fa ad arte, ma sente che se riesce a farmi credere reazionario da'lettori del suo giornale, egli toglie ogni credito ai miei argomenti, e se anche io ho ragione ed egli torto, tutti daranno torto a me e ragione a lui. Egli quindi mi gratifica ad ogni pie'sospinto dell'epiteto di reazionario. A forza di sentirlo dire e ridire, il lettore si abitua all'idea che io sono diventato un difensore accanito dell'attuale ordine di cose, e finisce per crederci fermamente e per appassionarsi contro di me in guisa tale da non potere più apprezzare serenamente i miei argomenti.
Io potrei valermi, verso Malatesta, dello stesso metodo: potrei, se volessi, valendomi di certe recenti sue dichiarazioni intorno alla necessità  di lottare per i miglioramenti attualmente possibili, prendermi il gusto di dipingerlo agli occhi dei suoi amici per un reazionario, od almeno per un rivoluzionario che si avvia a diventare reazionario.
Io potrei valermi, verso Malatesta, dello stesso metodo: potrei, se volessi, valendomi di certe recenti sue dichiarazioni intorno alla necessità  di lottare per i miglioramenti attualmente possibili, prendermi il gusto di dipingerlo agli occhi dei suoi amici per un reazionario, od almeno per un rivoluzionario che si avvia a diventare reazionario.
Preferisco di chiudere la polemica - rimandando il lettore, che abbia la curiosità  di conoscere quale sia la soluzione, non collettivista-autoritaria, nè anarchico-amorfista, che io propongo al problema sociale, ad un volumetto che verrà  pubblicato fra giorni dal Treves. [Si tratta de L'Utopia collettivista - N.d.r.] Quanto al Malatesta, lo avverto che la prima volta che egli pensando con la sua testa dissentirà  da'suoi amici, questi lo tratteranno, se già  taluni non lo trattano, come egli tratta me; ed e gli non potrà  dolersi di loro, perchè saranno stati educati alla sua scuola.
Preferisco di chiudere la polemica - rimandando il lettore, che abbia la curiosità  di conoscere quale sia la soluzione, non collettivista-autoritaria, nè anarchico-amorfista, che io propongo al problema sociale, ad un volumetto che verrà  pubblicato fra giorni dal Treves. [Si tratta de L'Utopia collettivista - N.d.r.] Quanto al Malatesta, lo avverto che la prima volta che egli pensando con la sua testa dissentirà  da'suoi amici, questi lo tratteranno, se già  taluni non lo trattano, come egli tratta me; ed e gli non potrà  dolersi di loro, perché saranno stati educati alla sua scuola.
        
        


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E questo è nel suo diritto. Egli può attaccarci e criticarci quando e dove gli pare; ma però non dovrebbe credersi in diritto di falsare le nostre idee, che egli conosce, poichè non è ancora molto tempo che insieme a noi le professava e difendeva.
E questo è nel suo diritto. Egli può attaccarci e criticarci quando e dove gli pare; ma però non dovrebbe credersi in diritto di falsare le nostre idee, che egli conosce, poichè non è ancora molto tempo che insieme a noi le professava e difendeva.
Nella nota sopraccennata egli dice: “Solo qualche anarchico amorfista può dire con Malatesta: Noi anarchici vogliamo che il popolo conquisti la libertà  e faccia quello che vuole”.
Nella nota sopraccennata egli dice: “Solo qualche anarchico amorfista può dire con Malatesta: Noi anarchici vogliamo che il popolo conquisti la libertà  e faccia quello che vuole”.
Lasciamo stare, perchè non importa alla questione, se si tratta di qualche o di molti o di tutti gli anarchici. Ma perchè mai Merlino ci chiama amorfisti?
Lasciamo stare, perché non importa alla questione, se si tratta di qualche o di molti o di tutti gli anarchici. Ma perché mai Merlino ci chiama amorfisti?
Storicamente, questa parola è stata adoperata o per indicare un modo speciale di concepire le relazioni tra uomini e donne, o, più comunemente, per distinguere i partigiani di certe concezioni individualistiche della vita sociale, che ebbero voga negli anni scorsi fra anarchici e che a noi sembrarono, d'accordo allora col Merlino, delle aberrazioni. E in quel senso l'appellativo di amorfisti, in bocca a Merlino e diretto a noi non è che un gratuito insulto.
Storicamente, questa parola è stata adoperata o per indicare un modo speciale di concepire le relazioni tra uomini e donne, o, più comunemente, per distinguere i partigiani di certe concezioni individualistiche della vita sociale, che ebbero voga negli anni scorsi fra anarchici e che a noi sembrarono, d'accordo allora col Merlino, delle aberrazioni. E in quel senso l'appellativo di amorfisti, in bocca a Merlino e diretto a noi non è che un gratuito insulto.
Etimologicamente poi, amorfista vuol dire che non ammette forme. Che cosa autorizza il Merlino a pensare che noi abbiam perduto il ben dell'intelletto al punto di creder possibile l'esistenza di una società, di una cosa qualunque, che non abbia una qualsiasi forma?
Etimologicamente poi, amorfista vuol dire che non ammette forme. Che cosa autorizza il Merlino a pensare che noi abbiam perduto il ben dell'intelletto al punto di creder possibile l'esistenza di una società, di una cosa qualunque, che non abbia una qualsiasi forma?
Amorfisti, perchè vogliamo che le forme che assumerà  la vita sociale siano il risultato della volontà  popolare, della volontà  di tutti gl'interessati? Ma dunque il Merlino vuole che qualcuno le imponga al popolo contro o senza la volontà  del popolo stesso? E le conservi con la forza anche quando avran cessato di rispondere ai bisogni ed al volere degl'interessati?
Amorfisti, perché vogliamo che le forme che assumerà  la vita sociale siano il risultato della volontà  popolare, della volontà  di tutti gl'interessati? Ma dunque il Merlino vuole che qualcuno le imponga al popolo contro o senza la volontà  del popolo stesso? E le conservi con la forza anche quando avran cessato di rispondere ai bisogni ed al volere degl'interessati?
Discutiamo fin da ora dei vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale e delle varie soluzioni possibili; facciam pure dei progetti sul modo di amministrare gl'interessi generali ed indivisibili del consorzio umano; prepariamo nelle associazioni e federazioni operaie gli elementi della riorganizzazione futura: tutto questo è utile, è indispensabile, perchè il popolo abbia una volontà  illuminata e possa attuarla. Ma insistiamo perchè la riorganizzazione sociale si faccia dal basso all'alto, per il concorso attivo di tutti gl'interessati, senza che nessuno, individuo o gruppo, minoranza o maggioranza, despota o rappresentante, possa imporre con la forza alla gente quello che la gente non vuole accettare.
Discutiamo fin da ora dei vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale e delle varie soluzioni possibili; facciam pure dei progetti sul modo di amministrare gl'interessi generali ed indivisibili del consorzio umano; prepariamo nelle associazioni e federazioni operaie gli elementi della riorganizzazione futura: tutto questo è utile, è indispensabile, perché il popolo abbia una volontà  illuminata e possa attuarla. Ma insistiamo perché la riorganizzazione sociale si faccia dal basso all'alto, per il concorso attivo di tutti gl'interessati, senza che nessuno, individuo o gruppo, minoranza o maggioranza, despota o rappresentante, possa imporre con la forza alla gente quello che la gente non vuole accettare.
Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica.
Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica.
“Bisogna distinguere” egli dice, “le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s'intendono, e, queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni, i cui delegati si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità  dei mandati ricevuti. Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni, costituire Amministrazioni speciali - senza legame gerarchico tra loro - soggette al sindacato popolare”. “Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici; poi questi devono offrire guarentigie di capacità, inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro; infine gl'interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell'opera loro”. “Bisogna, sulla base dell'uguaglianza delle condizioni economiche, elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo”.
“Bisogna distinguere” egli dice, “le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s'intendono, e, queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni, i cui delegati si riunirebbero, come nelle Convenzioni americane, unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità  dei mandati ricevuti. Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni, costituire Amministrazioni speciali - senza legame gerarchico tra loro - soggette al sindacato popolare”. “Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici; poi questi devono offrire guarentigie di capacità, inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro; infine gl'interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell'opera loro”. “Bisogna, sulla base dell'uguaglianza delle condizioni economiche, elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo”.
Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl'interessi collettivi? Ecco per noi la questione importante. Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale, ed imposta a tutti? O deve essere il risultato graduale, sempre modificabile, della vita stessa di una società  d'individui economicamente e politicamente eguali e liberi? Deve il popolo, dopo abbattuto il governo, nominarne un altro, il qual poi dovrebbe, secondo l'utopia dei socialisti democratici, eliminare se stesso; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà?
Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl'interessi collettivi? Ecco per noi la questione importante. Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale, ed imposta a tutti? O deve essere il risultato graduale, sempre modificabile, della vita stessa di una società  d'individui economicamente e politicamente eguali e liberi? Deve il popolo, dopo abbattuto il governo, nominarne un altro, il qual poi dovrebbe, secondo l'utopia dei socialisti democratici, eliminare se stesso; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà?
Questo Merlino non dice, e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici.
Questo Merlino non dice, e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici.
Nella sua conferenza di domenica a Roma, Merlino avrebbe, secondo il resoconto dell'Avanti! combattuto gli anarchici liberisti assoluti (ecco ancora degli appellativi di sapore equivoco), “perchè col loro sistema i prepotenti avrebbero modo di schiacciare i più deboli ed i più docili”.
Nella sua conferenza di domenica a Roma, Merlino avrebbe, secondo il resoconto dell'Avanti! combattuto gli anarchici liberisti assoluti (ecco ancora degli appellativi di sapore equivoco), “perché col loro sistema i prepotenti avrebbero modo di schiacciare i più deboli ed i più docili”.
Dunque Merlino per mettere un freno ai prepotenti vorrebbe... mandarli al potere! O crede egli che al potere vi andrebbero i più deboli, ed i più docili?
Dunque Merlino per mettere un freno ai prepotenti vorrebbe... mandarli al potere! O crede egli che al potere vi andrebbero i più deboli, ed i più docili?
O santa ingenuità!
O santa ingenuità!


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