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Molto spesso la parte di società religiosa, crede che alla base dell'ateismo ci sia un movimento culturale e che gli atei per esser tali debbano rispettare certi canoni. Questo concetto viene usato ad appannaggio della [[religione]] perché (sempre secondo i religiosi) questo dimostra come gli atei si contraddicano poiché «credono nel non credere» e che rispettino un certo tipo di canoni o leggi, e che quindi credono in esse. | Molto spesso la parte di società religiosa, crede che alla base dell'ateismo ci sia un movimento culturale e che gli atei per esser tali debbano rispettare certi canoni. Questo concetto viene usato ad appannaggio della [[religione]] perché (sempre secondo i religiosi) questo dimostra come gli atei si contraddicano poiché «credono nel non credere» e che rispettino un certo tipo di canoni o leggi, e che quindi credono in esse. | ||
Ma in realtà non esistendo morale o legge atea, non può appunto, esistere una cultura. Una cultura ha bisogno di punti di riferimento e di "amministratori" di essa, ma nell'ateismo ogni persona è padrona di se stessa e non deve rispondere né ad un dio né ad un suo ministro. Ciò che unisce gli atei, infatti, è solo la non credenza nell'esistenza di Dio. Proprio per questo motivo l'ateo andrà alla ricerca della propria [[etica]], e spesso questa è la spinta che porta ad assumersi le propria responsabilità , senza fuggire nel confortevole conformismo delle morali imposte. | Ma in realtà non esistendo morale o legge atea, non può appunto, esistere una cultura. Una cultura ha bisogno di punti di riferimento e di "amministratori" di essa, ma nell'ateismo ogni persona è padrona di se stessa e non deve rispondere né ad un dio né ad un suo ministro. Ciò che unisce gli atei, infatti, è solo la non credenza nell'esistenza di Dio. Proprio per questo motivo l'ateo andrà alla ricerca della propria [[etica]], e spesso questa è la spinta che porta ad assumersi le propria responsabilità, senza fuggire nel confortevole conformismo delle morali imposte. | ||
Altra cosa data per scontata è il fatto che gli atei siano solo un gruppo ristretto della società , che in poca percentuale, decide di dissentire alle religioni. Infatti, al contrario di quello che le religioni vogliono far credere, l'ateismo è in continua crescita nel mondo ed è pari al 17% circa della popolazione mondiale, invece la percentuale che si dichiara "non credente" è pari al 25%. Il paese dove c'è una maggiore percentuale di atei è la [[Cina]] (47%); seguono [[Giappone]] (31%), [[Repubblica Ceca]] (30%) e [[Francia]] (29%) e [[Italia]] (18%). Nei paesi occidentali della top ten, quali [[Germania]], [[Olanda]], [[Austria]], [[Islanda]], [[Australia]] e [[Irlanda]], si aggira intorno al 10-15%. | Altra cosa data per scontata è il fatto che gli atei siano solo un gruppo ristretto della società, che in poca percentuale, decide di dissentire alle religioni. Infatti, al contrario di quello che le religioni vogliono far credere, l'ateismo è in continua crescita nel mondo ed è pari al 17% circa della popolazione mondiale, invece la percentuale che si dichiara "non credente" è pari al 25%. Il paese dove c'è una maggiore percentuale di atei è la [[Cina]] (47%); seguono [[Giappone]] (31%), [[Repubblica Ceca]] (30%) e [[Francia]] (29%) e [[Italia]] (18%). Nei paesi occidentali della top ten, quali [[Germania]], [[Olanda]], [[Austria]], [[Islanda]], [[Australia]] e [[Irlanda]], si aggira intorno al 10-15%. | ||
In realtà c'è una vera e propria difficoltà nel creare delle statistiche, in primis perché spesso queste statistiche vengono fatte da istituzioni religione, che ovviamente manipolano le stesse. Per esempio nello stato del Vaticano la percentuale di credenti viene indicata al 100%, ma in un altra statica fatta dal calendario De Agostini viene indicata una percentuale pari al 95%, chiara prova che i dati vengono manipolati. Poi c'è il problema delle persone che hanno paura o comunque timore a dichiararsi atei, spesso per via della società che li circonda. | In realtà c'è una vera e propria difficoltà nel creare delle statistiche, in primis perché spesso queste statistiche vengono fatte da istituzioni religione, che ovviamente manipolano le stesse. Per esempio nello stato del Vaticano la percentuale di credenti viene indicata al 100%, ma in un altra statica fatta dal calendario De Agostini viene indicata una percentuale pari al 95%, chiara prova che i dati vengono manipolati. Poi c'è il problema delle persone che hanno paura o comunque timore a dichiararsi atei, spesso per via della società che li circonda. | ||
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Gli atei possono citare le opere di filosofi o di scienziati perché spiegano bene certi concetti o sono stati i primi a mettere a fuoco certe spiegazioni, ma non li indicano come autori che non possono essere messi in discussione. Gli atei credono nella capacità dell'uomo di fare scelte responsabili. Non credono che i principi morali di base siano delle semplici preferenze personali o che possano variare molto nello spazio o nel tempo: gli atei non sono relativisti, anche se, non essendo legati a regole o ad [[autorità ]] auto-referenziali, vengono spesso criticati per incoerenza o relativismo morale. | Gli atei possono citare le opere di filosofi o di scienziati perché spiegano bene certi concetti o sono stati i primi a mettere a fuoco certe spiegazioni, ma non li indicano come autori che non possono essere messi in discussione. Gli atei credono nella capacità dell'uomo di fare scelte responsabili. Non credono che i principi morali di base siano delle semplici preferenze personali o che possano variare molto nello spazio o nel tempo: gli atei non sono relativisti, anche se, non essendo legati a regole o ad [[autorità ]] auto-referenziali, vengono spesso criticati per incoerenza o relativismo morale. | ||
Gli atei risponderebbero a queste critiche affermando che c'è una differenza tra flessibilità dei principi (il cosiddetto [[situazionismo]]) e relativismo e che la ragione, l'esperienza e l'empatia li aiutano a scegliere cosa è giusto nelle differenti situazioni. Gli atei tengono in massima considerazione la conoscenza, la felicità , la [[libertà ]] e la giustizia, e sono spinti dal desiderio di aumentare questi valori in modo da rendere il mondo un posto migliore. Tengono in considerazione le idee basate su prove evidenti, e tutte le cose dentro di noi e attorno a noi che rendono la vita degna di essere vissuta. Gli atei credono che sia giusto godere delle cose belle della vita, se è possibile farlo senza danneggiare gli altri o l'ambiente. Pensano che tutti noi dovremmo provare a vivere una vita piena e felice, e che un ottimo modo per farlo è aiutare gli altri a fare lo stesso. | Gli atei risponderebbero a queste critiche affermando che c'è una differenza tra flessibilità dei principi (il cosiddetto [[situazionismo]]) e relativismo e che la ragione, l'esperienza e l'empatia li aiutano a scegliere cosa è giusto nelle differenti situazioni. Gli atei tengono in massima considerazione la conoscenza, la felicità, la [[libertà ]] e la giustizia, e sono spinti dal desiderio di aumentare questi valori in modo da rendere il mondo un posto migliore. Tengono in considerazione le idee basate su prove evidenti, e tutte le cose dentro di noi e attorno a noi che rendono la vita degna di essere vissuta. Gli atei credono che sia giusto godere delle cose belle della vita, se è possibile farlo senza danneggiare gli altri o l'ambiente. Pensano che tutti noi dovremmo provare a vivere una vita piena e felice, e che un ottimo modo per farlo è aiutare gli altri a fare lo stesso. | ||
===Giusto o sbagliato?=== | ===Giusto o sbagliato?=== |