Io non voglio essere schiavo! (di Ricardo Flores Magon): differenze tra le versioni

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'''''Io non voglio essere schiavo !''''' è un articolo del [[1° giugno]] [[1912]] firmato dall'anarchico messicano [[Ricardo Flores Magon]].
'''''Io non voglio essere schiavo !''''' è un articolo del [[1° giugno]] [[1912]] firmato dall'anarchico messicano [[Ricardo Flores Magon]].
== Io non voglio essere schiavo! ==
== Io non voglio essere schiavo! ==
Compagni, Io non voglio essere schiavo ! grida il Messicano, e, prendendo il fucile, offre al mondo il grandioso spettacolo di una vera rivoluzione, una trasformazione sociale che sta scuotendo le fondamenta stesse dell'oscuro edificio dell'Autorità  e del Clero.
Compagni, Io non voglio essere schiavo! grida il Messicano, e, prendendo il fucile, offre al mondo il grandioso spettacolo di una vera rivoluzione, una trasformazione sociale che sta scuotendo le fondamenta stesse dell'oscuro edificio dell'Autorità  e del Clero.


Questa rivoluzione non è la meschina rivolta dell'ambizioso affamato di potere, ricchezza e comando. Questa è la rivoluzione di quelli che stanno in basso; questo è il movimento dell'uomo che dalle tenebre della miniera sentì un'idea schizzargli in testa e gridò: «Questo metallo è mio!»; è il movimento di quel contadino, chino sul solco, esausto col sudore sulla fronte e le lacrime della sua disgrazia, sentì la sua coscienza illuminarsi e gridò: «Questa terra mi appartiene, ed anche i frutti che produce!»; è il movimento del lavoratore che, contemplando tappeti, vestiti, case, si rese conto che tutto è stato fatto con le sue mani ed esclamò eccitato: «Questo è mio!»; è il movimento del proletariato, è la rivoluzione sociale.
Questa rivoluzione non è la meschina rivolta dell'ambizioso affamato di potere, ricchezza e comando. Questa è la rivoluzione di quelli che stanno in basso; questo è il movimento dell'uomo che dalle tenebre della miniera sentì un'idea schizzargli in testa e gridò: «Questo metallo è mio!»; è il movimento di quel contadino, chino sul solco, esausto col sudore sulla fronte e le lacrime della sua disgrazia, sentì la sua coscienza illuminarsi e gridò: «Questa terra mi appartiene, ed anche i frutti che produce!»; è il movimento del lavoratore che, contemplando tappeti, vestiti, case, si rese conto che tutto è stato fatto con le sue mani ed esclamò eccitato: «Questo è mio!»; è il movimento del proletariato, è la rivoluzione sociale.
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