Carlo Rosselli: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "’" con "'"
m (Sostituzione testo - "ò " con "ò ")
m (Sostituzione testo - "’" con "'")
Riga 9: Riga 9:
Laureatosi in Scienze Sociali nel [[1921]] con una tesi sul [[sindacalismo]], [[Nello Rosselli|Nello]] gli presenta [[Gaetano Salvemini]], noto intellettuale [[antifascismo|antifascista]] ed in seguito tra i fondatori negli [[USA]] della [[Mazzini Society]]. Per Salvemini, con cui Carlo partecipa all'intensa attività  del "Circolo di cultura fiorentina", la tesi di laurea di Rosselli era un modo di ricercare una forma di [[socialismo]] che potesse inglobare le idee liberali. In quel periodo conosce anche [[Piero Gobetti]], Luigi Einaudi, Pasquale Jannacone e Achille Loria.
Laureatosi in Scienze Sociali nel [[1921]] con una tesi sul [[sindacalismo]], [[Nello Rosselli|Nello]] gli presenta [[Gaetano Salvemini]], noto intellettuale [[antifascismo|antifascista]] ed in seguito tra i fondatori negli [[USA]] della [[Mazzini Society]]. Per Salvemini, con cui Carlo partecipa all'intensa attività  del "Circolo di cultura fiorentina", la tesi di laurea di Rosselli era un modo di ricercare una forma di [[socialismo]] che potesse inglobare le idee liberali. In quel periodo conosce anche [[Piero Gobetti]], Luigi Einaudi, Pasquale Jannacone e Achille Loria.


Dopo il XIX congresso del partito socialista ([[1922]]), che decreta l’espulsione dei riformisti di Treves, Turati e Matteotti, Carlo Rosselli si schiera con la corrente riformista che sancirà  la nascita del partito socialista unitario, a cui si iscriverà  dopo il barbaro assassinio di Matteotti.  
Dopo il XIX congresso del partito socialista ([[1922]]), che decreta l'espulsione dei riformisti di Treves, Turati e Matteotti, Carlo Rosselli si schiera con la corrente riformista che sancirà  la nascita del partito socialista unitario, a cui si iscriverà  dopo il barbaro assassinio di Matteotti.  


Laureatosi anche in legge, con tesi ''Prime linee di una teoria economica dei sindacati'', si trasferisce a Londra qualche mese per approfondire i suoi studi.
Laureatosi anche in legge, con tesi ''Prime linee di una teoria economica dei sindacati'', si trasferisce a Londra qualche mese per approfondire i suoi studi.
Riga 17: Riga 17:


Condannato insieme a Ferruccio Parri nel [[1927]] a 5 anni di confino a Lipari per aver organizzato l'espatrio di Filippo Turati, riesce ad organizzare la propria fuga insieme ad [[Emilio Lussu]], <ref> «Emilio Lussu inizialmente considerò di scarsa importanza i fascisti, ma ben presto cambiò idea [...] fu sempre consapevole che la vittoria sarebbe stata raggiunta (come in effetti fu) soltanto militarmente: da qui l'organizzazione degli [[Arditi del Popolo]] contro gli squadristi fascisti; la progettazione di un'insurrezione [[antifascismo|antifascista]] e repubblicana in Sardegna; l'intervento nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione di Spagna]] con le Brigate internazionali e la partecipazione alla lotta di liberazione nel Partito_d'azione.» ([http://www.emiliolussu.it/pagine/articolo_dettaglio.asp?categoria=biografia Centro Studi Emilio Lussu]) </ref> <ref>Emilio Lussu scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea…
Condannato insieme a Ferruccio Parri nel [[1927]] a 5 anni di confino a Lipari per aver organizzato l'espatrio di Filippo Turati, riesce ad organizzare la propria fuga insieme ad [[Emilio Lussu]], <ref> «Emilio Lussu inizialmente considerò di scarsa importanza i fascisti, ma ben presto cambiò idea [...] fu sempre consapevole che la vittoria sarebbe stata raggiunta (come in effetti fu) soltanto militarmente: da qui l'organizzazione degli [[Arditi del Popolo]] contro gli squadristi fascisti; la progettazione di un'insurrezione [[antifascismo|antifascista]] e repubblicana in Sardegna; l'intervento nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione di Spagna]] con le Brigate internazionali e la partecipazione alla lotta di liberazione nel Partito_d'azione.» ([http://www.emiliolussu.it/pagine/articolo_dettaglio.asp?categoria=biografia Centro Studi Emilio Lussu]) </ref> <ref>Emilio Lussu scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea…
«Per capire la contraddittorietà , ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che [[Impresa di Fiume|la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani]]!… Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell’esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un’ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l’esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria…» (Intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagiaferri, autore di ''Morte alla morte'' e profondo conoscitore della storia degli [[Arditi del Popolo]]] </ref>[[Francesco Fausto Nitti]], futuro comandante nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] della [[centuria Errico Malatesta]], e [[Gioacchino Dolci]]. Giunti a Parigi nel luglio [[1929]], Rosselli riprende la sua attività  politica nell'ambito del "fuoriuscitismo" [[antifascismo|antifascista]].<ref>[http://www.periodicoliberopensiero.it/recensioni/recensioni_franzinelli_rosselli.htm recensione di Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli, 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico]</ref> Nel novembre [[1929]] è tra i fondatori del [[rivoluzione|movimento rivoluzionario]] [[antifascismo|antifascista]] [[Giustizia e Libertà ]], che unisce democratici, socialisti e repubblicani <ref>[http://www.circolorossellimilano.org/MaterialePDF/nascita_di_giustizia_e_liberta.pdf Nascita di GL]</ref>. Carlo Rosselli, insieme ad [[Alberto Tarchiani]], descrive su «Stampa Libera» il cosiddetto "volo di Bassanesi" <ref name="volo">L'11 luglio 1930 Giovanni Bassanesi volò su Milano lanciando volantini inneggianti alla rivolta contro il regime.  Fonte: [http://www.ps-ticino.ch/sonvico/mondo/pubblicazioni/bassanesi/bassanesi.htmm]</ref> ed edita in lingua francese il testo ''Socialismo liberale''. Nel biennio [1930]-[[1932|32]] Carlo e Nello si occupano delle pubblicazioni [[antifascismo|antifasciste]], in particolare dei «Quaderni di Giustizia e Libertà ».
«Per capire la contraddittorietà , ma anche la sincerità  di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che [[Impresa di Fiume|la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani]]!… Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell'esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un'ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l'esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria…» (Intervista di [http://www.fumettidicarta.it/RealLife/OriginiAntifascismo/Morte_alla_Morte_Arditi_del_Popolo.htm Ivan Tagiaferri, autore di ''Morte alla morte'' e profondo conoscitore della storia degli [[Arditi del Popolo]]] </ref>[[Francesco Fausto Nitti]], futuro comandante nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione spagnola]] della [[centuria Errico Malatesta]], e [[Gioacchino Dolci]]. Giunti a Parigi nel luglio [[1929]], Rosselli riprende la sua attività  politica nell'ambito del "fuoriuscitismo" [[antifascismo|antifascista]].<ref>[http://www.periodicoliberopensiero.it/recensioni/recensioni_franzinelli_rosselli.htm recensione di Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli, 9 giugno 1937. Anatomia di un omicidio politico]</ref> Nel novembre [[1929]] è tra i fondatori del [[rivoluzione|movimento rivoluzionario]] [[antifascismo|antifascista]] [[Giustizia e Libertà ]], che unisce democratici, socialisti e repubblicani <ref>[http://www.circolorossellimilano.org/MaterialePDF/nascita_di_giustizia_e_liberta.pdf Nascita di GL]</ref>. Carlo Rosselli, insieme ad [[Alberto Tarchiani]], descrive su «Stampa Libera» il cosiddetto "volo di Bassanesi" <ref name="volo">L'11 luglio 1930 Giovanni Bassanesi volò su Milano lanciando volantini inneggianti alla rivolta contro il regime.  Fonte: [http://www.ps-ticino.ch/sonvico/mondo/pubblicazioni/bassanesi/bassanesi.htmm]</ref> ed edita in lingua francese il testo ''Socialismo liberale''. Nel biennio [1930]-[[1932|32]] Carlo e Nello si occupano delle pubblicazioni [[antifascismo|antifasciste]], in particolare dei «Quaderni di Giustizia e Libertà ».


Disciolta nel [[1934]] la Concentrazione [[antifascismo|antifascista]] parigina a causa di dissidi anche con [[Giustizia e Libertà ]], denuncia le occupazioni coloniali italiane (''Perché siamo contro la guerra d’Africa?'', [[1935]]) e poi parte volontario in [[Spagna]] per combattere nelle fila del [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|fronte rivoluzionario]] antifranchista.  
Disciolta nel [[1934]] la Concentrazione [[antifascismo|antifascista]] parigina a causa di dissidi anche con [[Giustizia e Libertà ]], denuncia le occupazioni coloniali italiane (''Perché siamo contro la guerra d'Africa?'', [[1935]]) e poi parte volontario in [[Spagna]] per combattere nelle fila del [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|fronte rivoluzionario]] antifranchista.  


L'opera dei fratelli Rosselli evidentemente infastidisce non poco il regime fascista: Carlo e [[Nello Rosselli]] vengono assassinati il [[9 giugno]] [[1937]] a Bagnoles-de-l’Orne ([[Francia]]) da affiliati dell’organizzazione terroristica di destra "La Cagoule" ('''vedere paragrafo seguente''').
L'opera dei fratelli Rosselli evidentemente infastidisce non poco il regime fascista: Carlo e [[Nello Rosselli]] vengono assassinati il [[9 giugno]] [[1937]] a Bagnoles-de-l'Orne ([[Francia]]) da affiliati dell'organizzazione terroristica di destra "La Cagoule" ('''vedere paragrafo seguente''').


I fratelli Rosselli sono inizialmente sepolti nel cimitero monumentale parigino di Père Lachaise, ma  i familiari nel [[1951]] ne traslarono le salme al cimitero di Trespiano (Firenze).
I fratelli Rosselli sono inizialmente sepolti nel cimitero monumentale parigino di Père Lachaise, ma  i familiari nel [[1951]] ne traslarono le salme al cimitero di Trespiano (Firenze).
Riga 44: Riga 44:
: «O accettare la lotta di classe e chiamare gli operai al mito libertario od accontentarsi del fascismo, palingenesi collaborazionista e morale socialdemocratica.»
: «O accettare la lotta di classe e chiamare gli operai al mito libertario od accontentarsi del fascismo, palingenesi collaborazionista e morale socialdemocratica.»


Per Carlo Rosselli il risorgimento era terminato in maniera incompleta, con un compromesso fallimentare che non aveva portato a termine il processo veramente [[democrazia|democratico]] auspicato, in cui le maggiori colpe erano attribuite alla casa monarchica dei Savoia. Si trattava quindi di portare avanti questo processo di trasformazione sociale, eliminando innanzitutto la monarchia, che restituisse all’[[individuo]] quell’[[autonomia]] che il liberalismo borghese e [[capitalismo|capitalista]] aveva impedito.
Per Carlo Rosselli il risorgimento era terminato in maniera incompleta, con un compromesso fallimentare che non aveva portato a termine il processo veramente [[democrazia|democratico]] auspicato, in cui le maggiori colpe erano attribuite alla casa monarchica dei Savoia. Si trattava quindi di portare avanti questo processo di trasformazione sociale, eliminando innanzitutto la monarchia, che restituisse all'[[individuo]] quell'[[autonomia]] che il liberalismo borghese e [[capitalismo|capitalista]] aveva impedito.
'''La [[libertà ]], quindi, come mezzo e come fine'''. Il suo [[socialismo]] era ben distante dai principi partitici e riformistici del PSI, un "socialismo liberale" inteso in senso "attivistico", in cui l’influenza di Gobetti era evidentissima. Per l’uno e l’altro il "liberalismo" era da intendere non come mero [[individualismo]], bensì come iniziativa di [[individuo|individui]] capace di organizzare e sollevare le masse e di imporre la propria [[volontarismo|volontà ]] allo ''status quo''. Il socialismo di Rosselli e la "rivoluzione liberale" di Gobetti erano di conseguenza entrambi rivoluzionari e per nulla inclini al compromesso.
'''La [[libertà ]], quindi, come mezzo e come fine'''. Il suo [[socialismo]] era ben distante dai principi partitici e riformistici del PSI, un "socialismo liberale" inteso in senso "attivistico", in cui l'influenza di Gobetti era evidentissima. Per l'uno e l'altro il "liberalismo" era da intendere non come mero [[individualismo]], bensì come iniziativa di [[individuo|individui]] capace di organizzare e sollevare le masse e di imporre la propria [[volontarismo|volontà ]] allo ''status quo''. Il socialismo di Rosselli e la "rivoluzione liberale" di Gobetti erano di conseguenza entrambi rivoluzionari e per nulla inclini al compromesso.


Per chiarire meglio le sue idee al riguardo, nel [[1930]] a Parigi pubblica ''Socialismo liberale''. Attraverso questo saggio egli cerca di superare il [[marxismo]] affermando la prevalenza dei fini sui mezzi e proponendo a modello il socialismo del laburismo inglese (antimarxista, antideologico, [[federalismo|federativo]]), come pensiero, e il ''self-government'' (autogoverno) americano, come azione.<ref name="socialismo liberale">[http://www.italialibri.net/opere/socialismoliberale.html Socialismo liberale]</ref>
Per chiarire meglio le sue idee al riguardo, nel [[1930]] a Parigi pubblica ''Socialismo liberale''. Attraverso questo saggio egli cerca di superare il [[marxismo]] affermando la prevalenza dei fini sui mezzi e proponendo a modello il socialismo del laburismo inglese (antimarxista, antideologico, [[federalismo|federativo]]), come pensiero, e il ''self-government'' (autogoverno) americano, come azione.<ref name="socialismo liberale">[http://www.italialibri.net/opere/socialismoliberale.html Socialismo liberale]</ref>
Riga 59: Riga 59:
: «Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano [...] La decisione di ritirarsi dai lavori della Camera non fu un atto volontario diretto a portare battaglia nel paese, ma un atto necessario di chi, non potendone più, si ritira. Ma poiché la retorica vuole la sua parte, così l'Aventino fu presentato alle masse come la decisione energica di gente che passa all'attacco [...] Ma non ci fu verso di fare intendere la realtà  ai capi dell'Aventino. Essi, che concepivano la rivoluzione sotto la forma di dimissioni di due ministri militari, giudicarono quel discorso l'ultimo disperato tentativo di salvataggio di un uomo [Matteotti '''NdR'''] ormai liquidato di cui non valeva la pena di occuparsi.»
: «Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano [...] La decisione di ritirarsi dai lavori della Camera non fu un atto volontario diretto a portare battaglia nel paese, ma un atto necessario di chi, non potendone più, si ritira. Ma poiché la retorica vuole la sua parte, così l'Aventino fu presentato alle masse come la decisione energica di gente che passa all'attacco [...] Ma non ci fu verso di fare intendere la realtà  ai capi dell'Aventino. Essi, che concepivano la rivoluzione sotto la forma di dimissioni di due ministri militari, giudicarono quel discorso l'ultimo disperato tentativo di salvataggio di un uomo [Matteotti '''NdR'''] ormai liquidato di cui non valeva la pena di occuparsi.»


Per Rosselli, ma anche per [[Piero Gobetti]], la nascita e lo sviluppo del [[fascismo]] era stato possibile dalla mancanza di lotte religiose riformatrici nella storia italiana, da lui ritenute il «lievito essenziale del liberalismo». La maniera in cui Carlo intendesse sconfiggere il fascismo era assai affine ai [[anarchismo|"mezzi" anarchici]], ovvero attraverso l’insurrezione e l’[[azione diretta]]:
Per Rosselli, ma anche per [[Piero Gobetti]], la nascita e lo sviluppo del [[fascismo]] era stato possibile dalla mancanza di lotte religiose riformatrici nella storia italiana, da lui ritenute il «lievito essenziale del liberalismo». La maniera in cui Carlo intendesse sconfiggere il fascismo era assai affine ai [[anarchismo|"mezzi" anarchici]], ovvero attraverso l'insurrezione e l'[[azione diretta]]:


:«[...] oggi non è concepibile condurre la nostra battaglia su una piattaforma di partito […] Pensare che la fine del fascismo venga dalla metamorfosi e dall’azione dei partiti politici è assurdo» (''Foglio n° 10 di Giustizia e Libertà '', settembre [[1939]])
:«[...] oggi non è concepibile condurre la nostra battaglia su una piattaforma di partito […] Pensare che la fine del fascismo venga dalla metamorfosi e dall'azione dei partiti politici è assurdo» (''Foglio n° 10 di Giustizia e Libertà '', settembre [[1939]])


=== Anarchici e "Giustizia e Libertà " ===
=== Anarchici e "Giustizia e Libertà " ===
Riga 170: Riga 170:
*Zeffiro Ciuffoletti, ''Carlo Rosselli, il mito della rivoluzione russa e il comunismo, in Socialismo e Comunismo 1892-1992''. Vol. I, «Il Ponte», a. XLVIII, n. 5, Maggio 1992, pp. 186-202.
*Zeffiro Ciuffoletti, ''Carlo Rosselli, il mito della rivoluzione russa e il comunismo, in Socialismo e Comunismo 1892-1992''. Vol. I, «Il Ponte», a. XLVIII, n. 5, Maggio 1992, pp. 186-202.
*Paolo Bagnoli, ''La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale'', prefazione di [[Renato Treves]], Festina Lente, Firenze, 1992, pp. 107-34.
*Paolo Bagnoli, ''La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale'', prefazione di [[Renato Treves]], Festina Lente, Firenze, 1992, pp. 107-34.
*Nicola Tranfaglia, ''Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli'', in I volume "dilemmi del liberalsocialismo", a cura di Michelangelo Bovero, Virgilio Mura, Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994, pp. 88-104 («Studi Superiori NIS/201. Scienze Sociali»). Atti del convegno Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi? Organizzato ad Alghero il 25-27 aprile 1991, Dipartimento di Economia istituzioni e società  dell'Università   Sassari. <ref name="li">Il 1° gennaio del 1924 fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista; il sottotitolo fu la frase di [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]] «Alla società  borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà  un’associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà  la condizione del libero sviluppo di tutti»; su invito Claudio Treves, Mondolfo e Levi, Rosselli scrisse un articolo, ''Il partito del lavoro in Inghilterra'', che pubblicò sul numero 3 del 1° febbraio 1924 e in cui riaffermò una parte del suo pensiero del periodo.</ref>  
*Nicola Tranfaglia, ''Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli'', in I volume "dilemmi del liberalsocialismo", a cura di Michelangelo Bovero, Virgilio Mura, Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994, pp. 88-104 («Studi Superiori NIS/201. Scienze Sociali»). Atti del convegno Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi? Organizzato ad Alghero il 25-27 aprile 1991, Dipartimento di Economia istituzioni e società  dell'Università   Sassari. <ref name="li">Il 1° gennaio del 1924 fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista; il sottotitolo fu la frase di [[Karl Marx]] e [[Friedrich Engels]] «Alla società  borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà  un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà  la condizione del libero sviluppo di tutti»; su invito Claudio Treves, Mondolfo e Levi, Rosselli scrisse un articolo, ''Il partito del lavoro in Inghilterra'', che pubblicò sul numero 3 del 1° febbraio 1924 e in cui riaffermò una parte del suo pensiero del periodo.</ref>  
*Silvio Suppa,'' Note su Carlo Rosselli'': temi per due tradizioni, in I  volume "dilemmi del liberalsocialismo "cit., pp. 189-208.
*Silvio Suppa,'' Note su Carlo Rosselli'': temi per due tradizioni, in I  volume "dilemmi del liberalsocialismo "cit., pp. 189-208.
*Del Puppo D., ''«Il Quarto Stato»'', «Science and Society», a. 58, 1994, n. 2, pp. 136-162.
*Del Puppo D., ''«Il Quarto Stato»'', «Science and Society», a. 58, 1994, n. 2, pp. 136-162.
64 364

contributi