Centri sociali autogestiti dell'Emilia-Romagna: differenze tra le versioni

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Nel giugno [[1989]] venne occupata ed in breve sgomberata l'ex Eridania, ed i reduci da quell'esperienza confluirono nella gestione del "Mario Lupo". Nel [[1990]] all'interno del centro nacque il gruppo "''Krampi''", legato al movimento della [[Pantera (movimento studentesco)|''Pantera'']], che poi divenne il "Collettivo spazi sociali". Quest'ultimo nel gennaio [[1991]] fuoriuscì dal centro spostandosi in una sede in via Alessandria e fu autore di numerose brevi occupazione negli anni successivi: la ex Rubuschi in via Bixio nel novembre-dicembre [[1992]], poi per tre volte l'ex caserma dei vigili del fuoco in via Gorizia, chiamata centro sociale "Barricate", sgomberata definitivamente nell'agosto [[1994]]), l'ex Amps dal [[25 aprile]] al [[15 maggio]] [[1995]].  
Nel giugno [[1989]] venne occupata ed in breve sgomberata l'ex Eridania, ed i reduci da quell'esperienza confluirono nella gestione del "Mario Lupo". Nel [[1990]] all'interno del centro nacque il gruppo "''Krampi''", legato al movimento della [[Pantera (movimento studentesco)|''Pantera'']], che poi divenne il "Collettivo spazi sociali". Quest'ultimo nel gennaio [[1991]] fuoriuscì dal centro spostandosi in una sede in via Alessandria e fu autore di numerose brevi occupazione negli anni successivi: la ex Rubuschi in via Bixio nel novembre-dicembre [[1992]], poi per tre volte l'ex caserma dei vigili del fuoco in via Gorizia, chiamata centro sociale "Barricate", sgomberata definitivamente nell'agosto [[1994]]), l'ex Amps dal [[25 aprile]] al [[15 maggio]] [[1995]].  


Intanto nel [[1993]] il "Collettivo spazi sociali" tornò a gestire anche il "Mario Lupo" che venne utilizzato come centro di documentazione. Nel [[1996]] e [[1997]] il collettivo si frazionò in diverse esperienze: il "Collettivo senza frontiere", con sede data in affitto simbolico dal comune in viale Piacenza, altri gruppi tra cui il "Comitato di lotta dei lavoratori flessibili" con sede affittata in via Saffi. Il "Mario Lupo" si allontanò dall'attività?? politica divenendo un locale fino al novembre [[1998]] quando venne abbandonata la sede di via Saffi e il centro sociale tornò ad essere la sede del movimento cittadino. Da questo momento l'amministrazione comunale guidata da [[Elvio Ubaldi]] cercò di chiudere lo spazio, che fino a quel momento aveva pagato un affitto e le bollette tramite l'Arci ed ai collettivi venne offerta una sede alternativa. La motivazione ufficiale era la necessità  di allargare il vicino centro anziani, considerata però pretestuosa dagli esponenti del "Mario Lupo", considerato assolutamente inadatto per quello scopo essendo appena 100 m² su due piani<ref>[http://www.pablorosso.it/dijorio120905.htm Il Circolo Mariano Lupo: «Non andremo a Marore»], Polis Quotidiano, 11/09/2005</ref>. A dicembre fu murata la porta, che venne però riaperta la sera stessa.  
Intanto nel [[1993]] il "Collettivo spazi sociali" tornò a gestire anche il "Mario Lupo" che venne utilizzato come centro di documentazione. Nel [[1996]] e [[1997]] il collettivo si frazionò in diverse esperienze: il "Collettivo senza frontiere", con sede data in affitto simbolico dal comune in viale Piacenza, altri gruppi tra cui il "Comitato di lotta dei lavoratori flessibili" con sede affittata in via Saffi. Il "Mario Lupo" si allontanò dall'attività politica divenendo un locale fino al novembre [[1998]] quando venne abbandonata la sede di via Saffi e il centro sociale tornò ad essere la sede del movimento cittadino. Da questo momento l'amministrazione comunale guidata da [[Elvio Ubaldi]] cercò di chiudere lo spazio, che fino a quel momento aveva pagato un affitto e le bollette tramite l'Arci ed ai collettivi venne offerta una sede alternativa. La motivazione ufficiale era la necessità  di allargare il vicino centro anziani, considerata però pretestuosa dagli esponenti del "Mario Lupo", considerato assolutamente inadatto per quello scopo essendo appena 100 m² su due piani<ref>[http://www.pablorosso.it/dijorio120905.htm Il Circolo Mariano Lupo: «Non andremo a Marore»], Polis Quotidiano, 11/09/2005</ref>. A dicembre fu murata la porta, che venne però riaperta la sera stessa.  


Dal [[1999]] il centro sociale è quindi la sede dei movimenti contro le guerre del [[Guerra del Kosovo|Kosovo]], [[Invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e [[Guerra d'Iraq|Iraq]], e vari collettivi gestiscono lo spazio. Tra questi le riviste "''Qui e ora''" e "''Non si sa''", il collettivo "''Disgusto totale''", "''Alternativa Marxista''", il collettivo studentesco "''Ortika''" e il collettivo "''Kantiere''", che successivamente darà  vita all'occupazione del ''CSOA Paguro''.
Dal [[1999]] il centro sociale è quindi la sede dei movimenti contro le guerre del [[Guerra del Kosovo|Kosovo]], [[Invasione statunitense dell'Afghanistan|Afghanistan]] e [[Guerra d'Iraq|Iraq]], e vari collettivi gestiscono lo spazio. Tra questi le riviste "''Qui e ora''" e "''Non si sa''", il collettivo "''Disgusto totale''", "''Alternativa Marxista''", il collettivo studentesco "''Ortika''" e il collettivo "''Kantiere''", che successivamente darà  vita all'occupazione del ''CSOA Paguro''.
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