Zelmira Peroni: differenze tra le versioni

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'''Zelmira Peroni''' (Caprigliola, Aulla (MS) [[19 luglio]] [[1865]] - La Spezia, [[24 dicembre]] [[1930]]) è stata un'[[anarchica]] italiana, compagna di [[Pasquale Binazzi]].
'''Zelmira Peroni''' (Caprigliola, Aulla (MS) [[19 luglio]] [[1865]] - La Spezia, [[24 dicembre]] [[1930]]) è stata un'[[anarchica]] italiana, compagna di [[Pasquale Binazzi]].


== Biografia <ref>[https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14398-peroni-carlotta-germinia-detta-zelmira Dizionario biografico degli anarchici italiani]</ref> ==
== Biografia <ref>Fonte: A. Mameli, [https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14398 ''Carlotta Germinia Peroni detta Zelmira''], in ''Dizionario biografico degli anarchici italiani'', Tomo II, Pisa, BFS, 2004, pp. 327-328</ref> ==
[[File:ZP2.jpg|miniatura|left|250px|Una giovane Zelmira Peroni]]
[[File:ZP2.jpg|miniatura|left|250px|Zelmira Peroni]]
Zelmira Peroni nasce da Giovanni e Lucia Magnani, sarta e pubblicista. Cresciuta in un paese situato nel cuore della Lunigiana, si avvicina giovanissima all'ideale [[libertario]]. È considerata «d'intelligenza fertile e attiva», frequenta con profitto le scuole dell'obbligo. Dalla madre apprende il mestiere di sarta con il quale contribuisce al sostentamento della famiglia, che comunque versa in condizioni più che dignitose. Questa relativa stabilità economica permette alla Peroni di approfondire gli studi classici, grazie alla continua lettura di testi di letteratura, storia e filosofia. Nei primi anni novanta dell'Ottocento conosce [[Pasquale Binazzi]], di otto anni più giovane, il quale all'epoca sta muovendo i primi passi nell'ambito del movimento anarchico spezzino. I due cominciano a frequentarsi e dopo diversi anni di convivenza si sposano alla Spezia il [[3 marzo]] [[1901]].  
Zelmira Peroni nasce da Giovanni e Lucia Magnani, sarta e pubblicista. Cresciuta in un paese situato nel cuore della Lunigiana, si avvicina giovanissima all'ideale [[libertario]]. È considerata «d'intelligenza fertile e attiva», frequenta con profitto le scuole dell'obbligo. Dalla madre apprende il mestiere di sarta con il quale contribuisce al sostentamento della famiglia, che comunque versa in condizioni più che dignitose. Questa relativa stabilità economica permette alla Peroni di approfondire gli studi classici, grazie alla continua lettura di testi di letteratura, storia e filosofia. Nei primi anni novanta dell'Ottocento conosce [[Pasquale Binazzi]], di otto anni più giovane, il quale all'epoca sta muovendo i primi passi nell'ambito del movimento anarchico spezzino. I due cominciano a frequentarsi e dopo diversi anni di convivenza si sposano alla Spezia il [[3 marzo]] [[1901]].  


Da questa data la Peroni resterà sempre accanto al marito, con il quale fonda, il [[16 luglio]] [[1903]] ''[[Il Libertario]]'', uno dei più diffusi [[stampa anarchica|periodici anarchici]] della penisola (e la cooperativa editoriale «La Sociale», che pubblica gli scritti di [[Pietro Gori]]). Contribuisce alla divulgazione sul foglio «dei concetti [[libertari]] che propugna in modo chiaro e diretto». Nel giugno del [[1916]] partecipano a Firenze alla fondazione del «Comitato di Azione Internazionalista Anarchica», che si batte contro la guerra in corso. La Peroni firma numerosi articoli soprattutto a sfondo culturale e pubblica una collana di poesie. Cura con il marito una «Antologia Libertaria» intitolata ''Pagine d'oro''. Lo sostituisce più volte nella direzione e nell'amministrazione del settimanale, sia nei periodi in cui egli è impegnato in giri di conferenze in [[Italia]] e all'estero, che in quelli in cui è recluso. Condividerà con lui le alterne vicende della vita de ''[[Il Libertario]]'', costellata di censure, sequestri, processi e condanne, anche a prezzo della propria [[libertà]]. Infatti, dopo la forzata sospensione delle pubblicazioni de ''[[Il Libertario]]'' nel maggio [[1917]], le autorità prefettizie ritengono che la «presenza nella Piazza Forte della Spezia della Peroni costituisca un pericolo permanente così grave per la resistenza interna e per l'ordine pubblico tale da rendere necessaria una strettissima misura di sorveglianza».  
Da questa data la Peroni resterà sempre accanto al marito, con il quale fonda, il [[16 luglio]] [[1903]] ''[[Il Libertario]]'', uno dei più diffusi [[stampa anarchica|periodici anarchici]] della penisola (e la cooperativa editoriale «La Sociale», che pubblica gli scritti di [[Pietro Gori]]). Contribuisce alla divulgazione sul foglio «dei concetti [[libertari]] che propugna in modo chiaro e diretto». Nel giugno del [[1916]] partecipano a Firenze alla fondazione del «Comitato di Azione Internazionalista Anarchica», che si batte contro la guerra in corso. La Peroni firma numerosi articoli soprattutto a sfondo culturale e pubblica una collana di poesie. Cura con il marito una «Antologia Libertaria» intitolata ''Pagine d'oro''. Lo sostituisce più volte nella direzione e nell'amministrazione del settimanale, sia nei periodi in cui egli è impegnato in giri di conferenze in [[Italia]] e all'estero, che in quelli in cui è recluso. Condividerà con lui le alterne vicende della vita de ''[[Il Libertario]]'', costellata di censure, sequestri, processi e condanne, anche a prezzo della propria [[libertà]]. Infatti, dopo la forzata sospensione delle pubblicazioni de ''[[Il Libertario]]'' nel maggio [[1917]], le autorità prefettizie ritengono che la «presenza nella Piazza Forte della Spezia della Peroni costituisca un pericolo permanente così grave per la resistenza interna e per l'ordine pubblico tale da rendere necessaria una strettissima misura di sorveglianza».  
[[File:Lipari 1927.jpg|thumb|300px|Zelmira e [[Pasquale Binazzi]] (i primi due a sinistra) nel confino di Lipari nel [[1927]].]]
[[File:Lipari 1927.jpg|thumb|300px|Zelmira Peroni e [[Pasquale Binazzi]] (i primi due a sinistra) nel confino di Lipari nel [[1927]].]]
Il [[18 dicembre]] [[1917]] la Peroni viene confinata assieme a [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] a Lipari. Ne fa ritorno tredici mesi più tardi riprendendo immediatamente la propria attività editoriale nonostante i gravi problemi alla vista che da qualche tempo la affliggono. In seguito alla distruzione della sede de ''[[Il Libertario]]'' da parte dei [[fascisti]] il [[26 ottobre]] [[1922]] (e conseguente cessazione momentanea delle pubblicazioni), è costretta a stabilirsi con [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] nella nativa Caprigliola. All'indomani dell'attentato di [[Anteo Zamboni]] ([[31 ottobre]] [[1926]]), e dopo la chiusura definitiva del giornale a causa delle leggi liberticide [[fasciste]], la Peroni, a causa della sua «opera antinazionale, della sua pericolosità per il regime e per occuparsi di movimenti rivoluzionari», è nuovamente condannata al «confino di polizia per la durata di anni cinque», prima a Tremiti e successivamente a Lipari, dove è raggiunta da [[Pasquale Binazzi|Binazzi]]. Ottiene uno sconto di pena di tre anni e nel novembre [[1928]] può tornare a Caprigliola, dove «ormai stanca e semicieca» si stabilisce definitivamente. Nella primavera del [[1930]] accoglie in casa propria il vecchio [[Luigi Galleani]], prendendosi cura di lui fino al giorno della morte dell'[[anarchico]] piemontese il [[4 novembre]] [[1931]]. «Conducendo vita ritiratissima e data l'età avanzata», il [[5 ottobre]] [[1934]] la Peroni ottiene la radiazione dallo schedario dei sovversivi. Il [[24 dicembre]] [[1936]], minata nel fisico da una malattia ai polmoni, si spegne all'ospedale civile della Spezia. Il suo corpo viene cremato e tumulato nel cimitero cittadino.
Il [[18 dicembre]] [[1917]] la Peroni viene confinata assieme a [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] a Lipari. Ne fa ritorno tredici mesi più tardi riprendendo immediatamente la propria attività editoriale nonostante i gravi problemi alla vista che da qualche tempo la affliggono. In seguito alla distruzione della sede de ''[[Il Libertario]]'' da parte dei [[fascisti]] il [[26 ottobre]] [[1922]] (e conseguente cessazione momentanea delle pubblicazioni), è costretta a stabilirsi con [[Pasquale Binazzi|Binazzi]] nella nativa Caprigliola. All'indomani dell'attentato di [[Anteo Zamboni]] ([[31 ottobre]] [[1926]]), e dopo la chiusura definitiva del giornale a causa delle leggi liberticide [[fasciste]], la Peroni, a causa della sua «opera antinazionale, della sua pericolosità per il regime e per occuparsi di movimenti rivoluzionari», è nuovamente condannata al «confino di polizia per la durata di anni cinque», prima a Tremiti e successivamente a Lipari, dove è raggiunta da [[Pasquale Binazzi|Binazzi]]. Ottiene uno sconto di pena di tre anni e nel novembre [[1928]] può tornare a Caprigliola, dove «ormai stanca e semicieca» si stabilisce definitivamente. Nella primavera del [[1930]] accoglie in casa propria il vecchio [[Luigi Galleani]], prendendosi cura di lui fino al giorno della morte dell'[[anarchico]] piemontese il [[4 novembre]] [[1931]]. «Conducendo vita ritiratissima e data l'età avanzata», il [[5 ottobre]] [[1934]] la Peroni ottiene la radiazione dallo schedario dei sovversivi. Il [[24 dicembre]] [[1936]], minata nel fisico da una malattia ai polmoni, si spegne all'ospedale civile della Spezia. Il suo corpo viene cremato e tumulato nel cimitero cittadino.


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