Voltairine de Cleyre

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Voltairine de Cleyre

Voltairine de Cleyre (Leslie, Michigan 17 novembre 1866 - Chicago, 20 giugno 1912), è stata un'attivista anarchica, pacifista e femminista statunitense. [1]

Biografia

Voltairine de Cleyre nacque il 17 novembre 1866 a Leslie, nel Michigan (USA). Libera pensatrice, suo padre fu un grande ammiratore di Voltaire, in particolare per la sua critica alla religione, cosa che spiega la scelta del nome dato alla figlia. Il nonno materno di Voltairine difese posizioni abolizioniste e militò nello “Underground Railroad” (letteralmente ferrovia sotterranea), un'organizzazione clandestina antischiavista che aiutava gli schiavi a fuggire fino in Canada. Quanto al padre di Voltairine, immigrato dalla Francia, fu un artigiano socialista e un libero-pensatore. Lavorava moltissime ore per guadagnare un magro salario, sua moglie invece faceva lavori di cucitura a domicilio, ma i loro bambini erano costantemente sottoalimentati e molto deboli fisicamente. Secondo Addie, una delle sorelle di Voltairine, la loro misera infanzia spiega il radicalismo di Voltairine e anche la «sua profonda compassione e comprensione per i poveri». Queste difficoltà materiali contribuirono anche a moltiplicare i punti d'attrito tra i loro genitori, che finirono per separarsi.

L'inferno del convento

Voltairine studiò in seguito per tre anni e mezzo in un convento, in cui suo padre la iscrisse per provare a combattere la sua pigrizia e la mancanza di «buone maniere». Perché quest'uomo anticlericale e libero pensatore prese questa decisione? Paul Avrich pensa che egli fosse esasperato dalle gravi difficoltà economiche in cui versava la famiglia e non volesse che Voltairine conoscesse la povertà. Il padre sperava che la formazione acquisita in convento avrebbe aiutato sua figlia a difendersi nella vita. Quest'esperienza influenzerà ogni aspetto della vita di Voltairine. Se anche apprese molte cose, in particolare la conoscenza della lingua francese e del pianoforte, la frequentazione di un'istituzione cattolica radicalizzò anche il suo spirito ribelle e anti-autoritario.

Nel suo saggio Come sono diventata anarchica, Voltairine spiegò l'impatto e l'influenza avuta dal convento sul suo pensiero. «Sono riuscita finalmente ad andarmene, tre anni più tardi, che ero una libera-pensatrice anche se, nella mia solitudine, non avevo mai letto un solo libro né avevo inteso una sola parola che mi aiutasse. Ho attraversato la "valle dell'ombra della morte" [2], ed il mio cuore porta ancora indelebili cicatrici, là dove l'Ignoranza e la Superstizione mi hanno bruciato con il loro fuoco infernale, durante questo sinistro periodo della mia vita. (...) Paragonate alle lotte della mia gioventù, tutte le altre che ho dovuto portare avanti sono state facili, perché, indipendentemente dalle circostanze esterne, non obbedii ormai che alla mia sola volontà interiore. Non devo prestare fedeltà a nessuno e non lo farò mai più; mi dirigo lentamente verso un solo scopo: la conoscenza, l'affermazione della mia libertà, con tutte le responsabilità che ne derivano. Questa é, io ne sono convinta, la ragione principale del mio interesse per l'anarchismo».

Il libero pensiero

Fin da quando lascia il convento, Voltairine si mette a dare ripetizioni di musica, di francese, di scrittura e di calligrafia, attività che le permise di "guadagnarsi il pane" fino alla sua morte. Voltairine cominciò parallelamente una carriera di conferenziera e di scrittrice. Volendo sbarazzarsi delle autoritarie influenze della Chiesa sulla sua formazione intellettuale, si lanciò con entusiasmo nel movimento dei liberi pensatori [3], all'epoca in piena crescita.

Secondo l'autrice femminista Wendy McElroy questa corrente «anticlericale, anticristiana, voleva ottenere la separazione della Chiesa dallo Stato, al fine che le questioni religiose dipendano soltanto dalla coscienza e dalla facoltà di ragionare di ogni individuo». Come spiega Paul Avrich, «anarchici e liberi-pensatori ebbero sempre molte affinità poiché condividevano un punto di vista anti-autoritario ed una tradizione comune di radicalisme laicista». È attraverso il suo impegno per il "libero pensiero" che Voltairine scoprì l'anarchismo - evoluzione classica all'epoca per molti libertari, in ogni caso quelli che erano nati negli Stati Uniti.

Nel 1886, Voltairine iniziò a scrivere per un settimanale fautore del libero pensiero «The Progressive Ageet», diventando rapidamente il redattore capo. All'epoca diede conferenze nella regione di Grand Rapids, Michigan, dove viveva, ed in altre città di questo stesso Stato. Tratta argomenti come la religione, Thomas Paine [4], Mary Wollstonecraft [5] (che fu una delle sue principali "eroine") e il libero pensiero. Voltairine prese la parola a Chicago, Filadelfia e Boston. Partecipò frequentemente a conferenze organizzate dall'American Secular Society (Associazione secolare americana) in tutto l'Ohio e la Pennsylvania. Ella si accodò ai gruppi razionalisti, ai club liberali ed alle associazioni di liberi-pensatori. La sua reputazione d' oratore crebbe ed i suoi ascoltatori trovarono le sue conferenze «ricche ed originali», come scrisse Emma Goldman. Inviò anche articoli e poesie alle principali pubblicazioni laiche del paese.

Nel dicembre 1887, Voltairine cominciò ad interessarsi alle questioni economiche e politiche, dopo avere ascoltato una conferenza sul socialismo presentata da Clarence Darrow [6]. Scrivendo un articolo sull'argomento in «The Truth Seeker», osservò: «Era la prima volta che sentivo parlare di un piano di miglioramento della condizione operaia che spiega il corso dell'evoluzione economica. Mi sono rivolta verso queste teorie come qualcuno che corre velocemente dall'oscurità verso la luce». Alcune settimane più tardi, Voltairine si dichiarò socialista, attirata come fu dal messaggio anticapitalista di questa corrente ed il suo richiamo alla lotta di classe operaia contro l'ordine economico dominante. Tuttavia, come spiegò Emma Goldman, il suo «amore innato della libertà non poteva conciliarsi con le concezioni istituzionali del socialismo». Voltairine si trovò costretta a difendere il socialismo nei dibattiti con gli anarchici, in un momento decisivo per la storia di questo pensiero. Infatti, l'11 novembre 1887, quattro anarchici furono impiccati dallo Stato dell'Illinois. Passeranno alla storia con il nome di “martiri di Haymarket”. L'arresto, il grottesco processo e la loro esecuzione diede inizio ad un vasto movimento di solidarietà in tutto il mondo.

«Che lì si impicchi!»

Nel maggio 1886, quando Voltairine sentì per la prima volta parlare dell'arresto degli anarchici di Chicago, esclamò: «Che li si impicchi!». Ella si trovò momentaneamente trascinata dall'ondata emotiva di ostilità contro gli anarchici, i sindacati e gli immigrati, che si diffondeva nel paese. Infatti, la stampa iniziò una violenta campagna propagandistica a partire dal 5 maggio, il giorno dopo la tragedia di Haymarket.

Illustrazione d'epoca raffigurante l'attentato di Haymarket Square (USA), che influenzò non poco lo sviluppo del pensiero anarchico di Voltairine.

È bene ricordare il susseguirsi degli avvenimenti: il 1° maggio 1886, uno sciopero generale scoppiò nelle principali città degli Stati Uniti. Centinaia di migliaia di operai manifestarono per le strade esigendo l'applicazione immediata della giornata lavorativa di 8 ore. Le lotte per la riduzione dell'orario di lavoro si espanse dopo qualche anno nei principali centri industriali del paese. Chicago fu l'avanguardia di questo movimento, diretto ed organizzato dagli anarchici. La stampa borghese li accusò costantemente ed il padronato temette il potere crescente delle organizzazioni operaie. Il 3 maggio 1886 la polizia di Chicago aprì il fuoco sugli scioperanti, uccidendo e ferendo diverse persone. Gli anarchici annunciarono allora una manifestazione di protesta per il giorno seguente. Il 4 maggio si tenne una manifestazione ad Haymarket Square, dove conversero diverse centinaia di operai e operaie per ascoltare i sindacalisti. La polizia circondò il presidio e lo dichiarò illegale. I poliziotti caricarono i lavoratori e le lavoratrici, ma improvvisamente qualcuno, dalla parte dei dimostranti, lanciò una bomba che uccise un ufficiale di polizia e ne ferì molti altri. I poliziotti organizzarono immediatamente una serie di perquisizioni dei domicili e dei ritrovi degli anarchici, interrogando ed arrestando centinaia di anarchici/che e di simpatizzanti. Otto uomini furono giudicati responsabili dell'attentato e dichiarati colpevoli d'omicidio, anche se alcuni di loro non erano neppure presenti sui luoghi dell'attentato. Due militanti furono condannati all'ergastolo, un terzo a 15 anni, un quarto si suicidò in carcere in quanto negava allo Stato il diritto di toglierli la vita, ed i quattro ultimi furono impiccati l'11 novembre 1887.

Voltairine si rammaricò rapidamente per la sua reazione iniziale e, poco dopo l'esecuzione dei cosiddetti martiri di Haymarket, si convertì all'anarchismo. L'anniversario dell'esecuzione dei martiri di Haymarket diventò una data importante per il movimento operaio internazionale, principalmente negli Stati Uniti. Le manifestazioni organizzate in queste occasioni furono così l'occasione per contarsi e dare un nuovo impulso alle lotte contro lo sfruttamento. Molti lavoratori\lavoratrici trovarono i comizi di Voltairine particolarmente appassionati e stimolanti. Voltairine parlò accanto ad anarchici conosciuti come Emma Goldman, Alexander Berkman e Lucy Parsons, la coniuge di uno dei martiri di Haymarket, Albert Parsons, ed una delle organizzatrici più instancabili dell'intero movimento. Ogni anno, Voltairine partecipò a queste manifestazioni, anche quando era depressa o malata, poiché da queste ricorrenze traeva ispirazione e coraggio.

«L'anno 1888 segna una svolta nella vita di Voltairine de Cleyre», spiega Paul Avrich. «È l'anno in cui diventa anarchica e scrive i suoi primi saggi anarchici, ma è anche l'anno dove, durante un una serie di conferenze, incontra i tre uomini che svolgeranno un ruolo importante nella sua vita: T. Hamilton Garside, di cui si innamorerà, James B. Eliott, da cui ebbe un bambino e Dyer D. Lum, con il quale ebbe una relazione intellettuale, morale e fisica, che fu più importante di quelle con Garside e Eliott, ma che si concluse, come le altre, tragicamente».

Tre fallimenti

Hamilton Garside dava anche conferenze sulle lotte sociali, quando Voltairine si innamorò di lui, ella non aveva che soltanto 21 anni. Il rapporto durò poco e questo rifiuto demoralizzò Voltairine, testimoniato dalle sue poesie dell'epoca. Questa prima esperienza negativa la portò verso una grave forma di depressione, che fece vivere in lei una sensazione di solitudine, ma stimolò anche il suo lato “femminista”, portandola a riflettere sulle relazioni tra i sessi e alla maniera in cui la società riduce le donne in meri oggetti sessuali.

La relazione con Dyer Lum fu di tutt'altro aspetto, poiché influenzò profondamente la sua evoluzione politica, tanto che tra i due nacque un'amicizia “indissolubile”, secondo Paul Avrich. Lum aveva ventisette anni di più ed una grande esperienza politica. Militante del movimento abolizionista, era partito volontario nella guerra di secessione per «finirla con la schiavitù». Conosceva perfettamente la maggior parte dei martiri di Haymarket, con i quali condivise molte battaglie. Fu un autore molto prolifico e con Voltairine scrisse un lungo romanzo sociale e filosofico, che non fu mai pubblicato e di cui purtroppo si è persa ogni traccia. Condussero insieme anche un lungo lavoro di riflessione politica.

All'epoca dibattiti molto violenti opponevano le diverse tendenze ideologiche del movimento anarchico. Voltairine e Dyer Lum scrissero numerosi articoli per le riviste di queste diverse correnti, avanzando l'idea di un "Anarchismo senza aggettivi" [7].

In uno dei suoi saggi più conosciuti, L'anarchismo, Voltairine difese l'idea di una maggiore tolleranza all'interno del movimento anarchico, estendendo questa tolleranza fino all'anarchismo cristiano di Lev Tolstoj e di altri pensatori molto criticati dagli atei del movimento. Se le idee di Voltairine di Cleyre e Dyer Lum conversero su numerosi aspetti, Paul Avrich sottolinea che ebbero anche divergenze importanti, in particolare per quanto riguarda «la posizione delle donne nella società attuale e quella che dovranno avere». A questo riguardo, Voltairine prese «una posizione più netta», di quella di Lum. Non avevano lo stesso parere riguardo ai mezzi per cambiare la società. Lum pensava che la rivoluzione avrebbe causato inevitabilmente una violenta lotta tra la classe operaia e quella padronale, convinzione che trasse in particolare dalla "guerra di Secessione" e dagli effetti che essa ebbe sull'abolizione della schiavitù. Voltairine fu piuttosto per la non-violenza, pur comprendendo coloro che ricorrevano ad altri metodi. Disapprovò gli omicidi commessi dagli anarchici all'inizio del XX° secolo, ma cercò sempre di spiegarne le ragioni. Quando il presidente McKinley fu ucciso da Leon Czolgosz, dichiarò che era la violenza del capitalismo e la diseguaglianza economica a spingere la gente ad utilizzare la violenza.

Tre proiettili nel corpo

Le idee non violente di Voltairine e la sua comprensione per quelli che invece utilizzavano la violenza furono brutalmente messe alla prova alla fine dell'anno 1902. Come già stato detto, Voltairine si guadagnava da vivere dando lezioni di svariato tipo. Insegnava soprattutto l'inglese alle famiglie e agli operai ebrei, per i quali aveva un grande rispetto e con i quali lavorava spesso. Un giorno, uno dei suoi ex allievi, Herman Helcher, l'aspettò per strada e tentò di assassinarla. Gli sparò un proiettile nel petto, quindi, quando ella crollò a terra, altri due proiettili alla schiena. Voltairine riuscì tuttavia ad alzarsi e a camminare per decine di metri, prima che un medico, che casualmente passava di lì, poté andare in suo aiuto e chiamare un'ambulanza. Fu ricoverata in stato di choc e si temette per la sua vita. Tuttavia alcuni giorni più tardi iniziò a rimettersi a posto e la sua condizione si stabilizzò velocemente. Quello che fece in seguito scandalizzò e creò rabbia in molti concittadini, ma ciò le valse, a lungo termine, il rispetto di molta gente. Convinta che il capitalismo e l' autoritarismo corrompessero gli esseri umani e li spingesse ad utilizzare la violenza, reagì di fronte a questo tentativo d' assassinio, conformemente alle sue convinzioni. Voltairine rifiutò d'identificare Helcher come suo aggressore e di depositare una denuncia contro lui. In ciò, «rispettava gli insegnamenti di Lev Tolstoj, che raccomandava di restituire un bene per un male» (Paul Avrich).

Scrisse in seguito una lettera che sarà pubblicata dal principale quotidiano di Filadelfia, città in cui all'epoca abitava. «Il giovane uomo che, secondo alcuni, m'avrebbe sparato, è pazzo. Il fatto che non riesce a sfamarsi e non ha un buon lavoro l'ha reso così. Dovrebbe essere messo in un ospedale psichiatrico. Sarebbe un'offesa alla civiltà inviarlo in prigione per un atto comandato da un cervello malato». «Io non provo nessun risentimento contro quest'individuo. Se la società permettesse ad ogni uomo, ogni donna e ad ogni bambino di condurre una vita normale, non ci sarebbe alcuna violenza in questo mondo. Sono piena d'orrore quando penso che atti brutali siano commessi in nome dello Stato. Ogni atto di violenza trova il suo eco in un altro atto di violenza. Il manganello del poliziotto fa sorgere di nuovi criminali». «Contrariamente a ciò che crede la maggior parte della gente, l'anarchismo desidera la "pace sulla terra per gli uomini di buona volontà ". Gli atti di violenza commessi in nome dell'anarchia sono atti compiuti da uomini e donne che hanno dimenticato d' essere filosofi - dei professori del popolo - perché le loro sofferenze fisiche e mentali li spingono alla disperazione». Dopo la sua convalescenza, Voltairine iniziò una serie di conferenze «sul crimine e la sua repressione», la riforma delle prigioni e la loro soppressione. Continuò a battersi perché la giustizia fosse clemente verso Helcher. Secondo Paul Avrich, «le opinioni di Voltairine di Cleyre sono largamente citati nella stampa di Filadelfia». I giornali locali, violentemente critici nei confronti dell'anarchismo, ammorbidirono i toni di fronte alle parole di Voltairine ed ella divenne una sorta di celebrità ed il suo atteggiamento gli valse anche l'ammirazione di alcuni dei suoi più acerrimi avversari. La relazione tra Voltairine e Dyer Lum si concluse dopo cinque anni con il suo suicidio nel 1893, al termine di una grave depressione. Voltairine stessa si trovò al limite del suicidio più volte, in seguito a profonde depressioni ed alle sue malattie.

Il terzo uomo che entrò nella vita di Voltairine fu James B. Elliott, incontrato nel 1888. Anche egli militava nel movimento del “libero-pensiero” e si conobbero quando la "Friendship Liberal League" [8] invitò Voltairine a parlare ai suoi membri a Filadelfia. Voltairine visse in questa città per oltre venti anni, tra il 1889 e il 1910. La sua relazione con Elliott non durò a lungo, ma si trovò incinta di lui e mise al mondo, il 12 giugno 1890, il piccolo Harry de Cleyre, il suo unico bambino. Voltairine non aveva alcuna intenzione di essere madre e non voleva allevare bambini. Secondo Paul Avrich, «fisicamente, emozionalmente e finanziariamente, non si sentiva capace di fare fronte alle responsabilità della maternità». Harry fu educato da suo padre a Filadelfia. Se Harry e Voltairine ebbero pochi contatti, Harry gradì, rispettò ed ammirò sempre sua madre. D' altronde prese il suo cognome, e non quello di suo padre, e chiamò la sua prima figlia proprio Voltairine.

Una militante infaticabile

A Philadelphia, Voltairine fu molto attiva in diversi campi. Per le donne della "Ladies Liberal League", organizzazione di libere-pensatrici, di cui Voltairine fu una delle fondatrici nel 1892, mise in piedi un programma di conferenze su temi quali la sessualità, i divieti, la criminalità, il socialismo e l'anarchismo. Partecipò anche alla creazione del club della scienza sociale, un gruppo anarchico di discussione e di lettura. Organizzò riunioni pubbliche che attirarono centinaia di ascoltatori desiderosi di sentire anarchici e sindacalisti radicali provenienti dai quattro angoli del paese. Raccolse fondi, si occupò della distribuzione di opuscoli e di libri, svolgendo anche altri compiti concreti. Nel 1905, Voltairine e molte delle sue amiche anarchiche (in particolare Natasha Notkin [9], Perle McLeod [10] e Mary Hansen), fondarono la biblioteca rivoluzionaria, che prestava opere radicali agli operai per una somma moderata, aprendo ad orari congeniali ai lavoratori dipendenti.

Voltairine de Cleyre in questo periodo andò due volte in Europa. Per le sue attività di conferenziera, aveva percorso gli Stati Uniti già numerose volte, mentre, in qualità di organizzatrice, si occupava anche di trovare una sistemazione agli oratori stranieri, cosa che le permise di conoscere molti rivoluzionari europei. Invitata dagli anarchici inglesi, si recò in Europa, dove diede decine di conferenze su argomenti come la «storia dell'anarchismo negli Stati Uniti», «anarchismo e economia», «la questione femminile» e «l'anarchismo e la questione sindacale». In Inghilterra, incontrò anarchici russi, spagnoli e francesi, ed ebbe certamente numerosi contatti ed amicizie con gli anarchici britannici. Al suo ritorno in Stati Uniti iniziò a scrivere una rubrica intitolata American Notes per «Freedom», un giornale anarchico di Londra [11].

Intraprese anche l'iniziativa di tradurre in inglese un libro dell'anarchico francese Jean Grave [12]. Durante tutta la sua vita, tradusse numerose poesie ed articoli dall'yiddish in inglese e tradusse dallo spagnolo anche “La Scuola moderna”, un libro di Francisco Ferrer y Guardia [13].

Tra il 1890 e il 1910, Voltairine divenne tra gli anarchici più popolari e rispettati degli Stati Uniti, e nel movimento anarchico internazionale. I suoi scritti furono tradotti in danese, svedese, italiano, russo, yiddish, cinese, tedesco, ceco e spagnolo. In questa maniera una delle femministe più radicali della sua epoca, contribuì insieme ad altre anarchiche a sviluppare la “questione femminile”. Nel 1895, in una conferenza alle donne della "Lega Liberale", dichiarò: «[la questione sessuale] è più importante per noi che qualsiasi altra, a causa dell'interdizione che pesa su noi, delle sue conseguenze immediate sulla nostra vita quotidiana, del mistero incredibile della sessualità e delle conseguenze terribili della nostra ignoranza sull'argomento». Tutta la sua vita, Voltairine combatté il sistema della sovranità maschile. Secondo Paul Avrich, «una gran parte della sua ribellione proveniva dalle sue esperienze personali, colpa del modo in cui la trattarono la maggior parte degli uomini che condivisero la sua vita e che la trattarono come un oggetto sessuale, una riproduttrice o una domestica».

Voltairine ed Emma

Emma Goldman

Esistono numerose similarità tra Emma Goldman e Voltairine di Cleyre. Tutte due furono fortemente influenzate dall'esecuzione dei martiri di Haymarket ed entrambe viaggiarono moltissimo per conferenze ed organizzare riunioni, scrivendo anche molti articoli per giornali rivoluzionari. Lottarono per la liberazione delle donne nella società e nel movimento anarchico. Come osserva Sharon Presley: «Voltairine de Cleyre ed Emma Goldman ebbero esperienze molto simili con gli uomini, poiché i loro amanti avevano, cosa che non era affatto stupefacente all'epoca, delle concezioni molto tradizionali riguardo ai ruoli sessuali. Ma se le due donne condivisero le stesse idee politiche e le stesse passioni in numerosi settori, non furono mai amiche». Tuttavia, Voltairine ed Emma seppero mettere da parte le loro divergenze personali in molte occasioni, sostenendosi reciprocamente. Emma venne in aiuto di Voltairine quando questa si ammalò seriamente e Voltairine difese pubblicamente Emma quando veniva sistematicamente fermata ogni volta che prendeva la parola nelle riunioni dei disoccupati, durante la crisi economica del 1908. In questa occasione Voltairine di Cleyre scrisse un saggio intitolato In difesa di Emma Goldman e della libertà di parola. Quando Emma Goldman fondò il giornale Mother Earth, Voltairine diventò immediatamente una fedele collaboratrice ed una sostenitrice della rivista. Dopo la morte di Voltairine, «Mother Earth» dedicò un numero speciale alla vita ed alle opere di Voltairine e, due anni più tardi, nel 1914, Emma Goldman ed Alexander Berkman pubblicarono una raccolta di testi di Voltairine de Cleyre, che presentarono come «un arsenale di conoscenze indispensabili per l'apprendista ed il soldato della libertà».

La rivoluzione messicana

Seriamente depressa e malata, Voltairine traslocò a Chicago nel 1910. Continuò a scrivere e a dare conferenze, ma non riuscì a fuggire dal suo pessimismo storico e sorsero in lei dubbi sul valore del suo contributo alla lotta per la liberazione dell'umanità. «Nella primavera del 1911, nel momento in cui è immersa in una disperazione profonda, Voltairine riprende coraggio grazie alla rivoluzione che scoppia in Messico e soprattutto grazie all'azione di Ricardo Flores Magón [14], l'anarchico messicano più importante di ogni epoca», scrive Paul Avrich. Voltairine ed i suoi compagni raccolsero fondi per aiutare la rivoluzione ed iniziarono a dare conferenze per spiegare gli accadimenti e l'importanza della solidarietà internazionale. Flores Magon pubblicava infatti il giornale anarchico Regeneración, molto popolare non soltanto in Messico ma anche nelle Comunità messicano-americana del sud-ovest degli Stati Uniti. Voltairine diventò la corrispondente e la distributrice di questo periodico a Chicago, partecipò alla costituzione di un comitato di sostegno per raccogliere fondi e promuovere la solidarietà. Nel corso dell'ultimo anno della sua vita scrisse un saggio sull'importanza dell'azione diretta e sostenne i sindacalisti dell'IWW. La sua salute si indebolì considerevolmente sino alla morte, avvenuta il 20 giugno 1912. Duemila persone assistettero ai suoi funerali presso il cimitero di Waldheim, dove fu seppellita vicino ai martiri di Haymarket.

Note

  1. La versione in italiano di questo articolo è tratta dalla biografia pubblicata su www.pagesperso-orange.fr. Chris Crass, autore della biografia, tradotta poi in francese da Yves Coleman per la rivista "Ni patrie ni Frontières" (Né Patria né Frontiere), si è avvalso come fonte principalmente di un libro opera di Paul Avrich.
  2. " «Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei male alcuno, perché tu sei meco» (Salmo 23 di Davide). Si tratta di una metafora religiosa che simboleggia un momento difficile della vita di una persona.
  3. Il libre-pensée (liberi pensatori o libero pensiero) è un'espressione attribuita a Victor Hugo durante un discorso del 1850, ed è l'attitudine filosofica consistente nel rifiuto di ogni dogmatismo, religioso o altro, rispondendo solamente alla propria ragione.
  4. Thomas Paine (1737-1808), giornalista e libellista britannico, prese parte inizialmente all'Indipendenza delle colonie britanniche, dopo emigrò in America, quindi per la rivoluzione francese. Deputato del Pas-de-Calais nel 1792, rifiuta di votare la condanna a morte di Luigi XVI. È imprigionato durante "il Terrore" e liberato il 9-Termidoro. La sua critica ai governi stabiliti e della Chiesa, sono il suo argomento in favore della repubblica, e ne fanno uno dei pionieri del libero-pensiero, anche se non era propriamente un ateo. Principali opere: Teoria e pratica dei diritti dell'uomo, Il senso comune, Il Secolo della ragione
  5. Mary Wollstonecraft (1759-1797). Scrittrice britannica che difese nei suoi scritti la Rivoluzione francese e l'eguaglianza per le donne. Sposa dell'anarchico William Godwin e madre della futura Mary Shelley. Opere, in francese: Défense des droits de la femme,trad. M.T. Cachin, Payot.
  6. Clarence Darrow (1857-1938), avvocato e oratore. Difese gli anarchici di Haymarket più alcuni socialisti e sindacalisti come Eugene Debs o Big Bill Haywood.
  7. Altrimenti detto, senza etichette. Cf. «Traditions américaines et défi anarchiste» di Chris Crass (si veda anche la voce Anarchismo senza aggettivi).
  8. All'epoca la parola inglese liberal, significava agnostico, scettico, razionalista ed ateo!
  9. Natasha Notkin, militante rivoluzionaria russa.
  10. Perle McLeod (1861-1915), militante anarchica di origine scozzese che aiutò molto Voltairine dopo il tentativo di assassinio di cui questa fu vittima. Dichiarò ad un giornalista: «Noi siamo per la soppressione del sistema, non degli uomini. Nulla serve uccidere i presidenti o i re. Quesllo che bisogna liquidare sono i sistemi sociali che rendono possibile l'esistenza dei presidenti e dei re.»
  11. Freedom, fondato nel 1886, questo giornale esiste ancora oggi [il riferimento è al momento della stesura del testo di Chris Crass] e sembra esca ogni 15 giorni.
  12. Jean Grave (1854-1939). Giornalista, autodidatta, direttore di molti giornali anarchici («Le Révolté», «Les Temps nouveaux») e rende popolari le tesi di Kropotkin. Interventista durante la Prima guerra mondiale, continua a militare nell'anarchismo dopo il 1918, malgrado l'ostilità di cui era oggetto da parte dei suoi compagni antimilitaristi. Qualche titolo di sue opere: Le Machinisme, L'Individu et la société, La Colonisation, La Conquête des pouvoirs publics, La Société future, La Société mourante et l'anarchie, Le Mouvement libertaire sous la Troisième République ecc.
  13. Francisco Ferrer y Guardia (1859-1909). Pedagogista e anarchico spagnolo. Fucilato per aver «ispirato ideologicamente» l'insurrezione del 1909 contro la spedizione militare spagnola in Marocco. La sua innocenza fu riconosciuta tre anni più tardi, che contribuirà alla creazione di un movimento pedagogico libertario negli Stati Uniti. All'inizio del XX° secolo, decine di scuole furono create per mettere in pratica i metodi educativi anarchici e l'apprendistato collettivo.
  14. Ricardo Flores Magón (1873-1922). Giornalista, combatte tenacemente contro la dittatura di Porfirio Diaz e fonda il Partito Liberale Messicano nel 1905. Evolve verso l'anarchismo dopo il 1908. Imprigionato negli Stati Uniti nel 1905, 1907 e 1912 per la sua azione militante, è finalmente condannato nel 1918 a venti anni di prigione, in virtù di una legge sullo spionaggio (!) e muore nel terribile penitenziario di Leavenworth. Opere in francese: Opinioni di un agitatore, trad. Sig. Velasquez, 1993, L'Insomniaque.

Voci correlate

Collegamenti esterni