Violet Gibson

Da Anarcopedia.
Versione del 18 gen 2020 alle 04:02 di K2 (discussione | contributi) (Sostituzione testo - "à " con "à ")
Jump to navigation Jump to search
Violet Gibson

Violet Albina Gibson (Dublino, 31 agosto 1876 – Northampton, 2 maggio 1956) è stata un'antifascista d'origine irlandese che il 7 aprile 1926 attentò alla vita di Benito Mussolini a Roma.

Biografia

Violet Gibson nasce a Dublino (Irlanda) nel 1876 in una buona famiglia anglo-irlandese. Suo padre, Edward Gibson, divenuto primo Barone di Ashbourne e Lord Cancelliere d'Irlanda, sembra poco interessato a dare affetto ai suoi otto figli.

Primi segni di squilibrio mentale

A 5 anni viene colpita dalla scarlattina, a 14 dalla peritonite e a 16 dalla pleurite. La malattia sarà una costante della sua vita (a 20 sarà colpita dalla rosolia e poi da altri mali minori), così come il lutto (morte del padre, dell'amato fratello, ecc.). Tutti elementi che probabilmente contribuiranno a minare la salute fisica e psichica. La giovane Violet, cresce insoddisfatta e un pò sfaccendata, interessandosi ai principi della teosofia di Helena Blavatsky.

Nel 1902 si converte al cattolicesimo, una religione non certo adatta alla sua classe sociale d'appartenenza (generalmente le classi inglesi più abbienti erano protestanti). Dopo un viaggio in Italia e Svizzera, nel 1916 partecipa ad un ritiro spirituale in un convento di gesuiti. Finita la prima guerra mondiale, torna in Svizzera, segue i seminari di Rudolf Steiner e si impegna nel movimento pacifista. Così viene schedata da Scotland Yard.

Nel 1923, improvvisamente, tenta di accoltellare per strada la cameriera e poco dopo di uccidere un paziente in un ospedale (non sono note le motivazioni del gesto). Trascorsi sei mesi in ospedale, con la fantomatica diagnosi di “mania omicida”, viene dimessa e trasferita in un convento a Roma. Passa giornate tranquille ma nel 1925 tenta il suicidio. L'intenzione era di «morire per gloria di Dio».

L'attentato a Mussolini

Il 7 aprile 1926, mentre il capo del governo Benito Mussolini rientrava in Campidoglio, dopo aver partecipato ad una conferenza su medicina e chirurgia, Violet Gibson gli spara una pistolettata con l'intenzione di ucciderlo. Mussolini si salva per miracolo (proprio nel momento dello sparo si era casualmente voltato), ferendosi di striscio al naso.

Il gesto della signora fu apprezzato da tutto l'ambiente antifascista, l'anarchico italo-argentino Severino Di Giovanni così si espresse:

«Violet Gibson, la generosa ...pazza, che con eroismo ammirabile attentò alla vita di Benito Mussolini, e che con il suo gesto diede a noialtri una severa ammonizione: Sapremo tenerne conto?» (da Severino Di Giovanni, idealista, romantico, libertario)
La tomba di Violet Gibson nel Kingsthorpe Cemetery

Alla polizia che l'accusa di far parte di un complotto internazionale, Violet Gibson dapprima risponde affermativamente, coinvolgendo anche il duca Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, poi però ritratta tutto. Al giudice istruttore dichiara comunque che con il suo gesto intendeva liberare l'Italia dal fascismo e che aveva ricevuto dei messaggi direttamente da Dio.

Ovviamente la sottopongono a numerosi test psichiatrici, nei quali a volte dà segni di lucidità e a volte appare totalmente sconclusionata. Risulta però evidente che avesse ben compreso il pericolo insito nel fascismo, tant'è che reagì violentemente nei confronti di un detenuto che provocatoriamente gli aveva passato un foglio con scritto: «Viva Mussolini».

Dopo 20 giorni di esami clinici, tra cui anche alcuni a carattere sessuali (la Gibson era considerata anormale per non aver mai espresso desiderio di metter su famiglia), i medici la “certificano” affetta da «paranoia cronica».

Gli ultimi anni

Violet Gibson non viene condannata e nel 1927 i suoi parenti ottengono da Mussolini il permesso di poterla riportare in Inghilterra (sulla decisione potrebbe anche aver influito il discorso apologetico sul fascismo pronunciato qualche tempo prima da Winston Churcill, che all'epoca sembrava volesse flirtare con il regime mussoliniano). Viene ricoverata all'Ospedale St. Andrew psichiatria di Northampton, dove immediatamente la lavano e la sedano. Non ne uscirà viva mai più.

Dopo vari tentativi di suicidio muore il 2 maggio 1956.

Bibliografia

  • Frances Stonor Saunders, The Woman Who Shot Mussolini, Londra, Faber 2010

Voci correlate

Collegamenti esterni