Umberto Postiglione

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
La versione stampabile non è più supportata e potrebbe contenere errori di resa. Aggiorna i preferiti del tuo browser e usa semmai la funzione ordinaria di stampa del tuo browser.
Umberto Postiglione

Umberto Postiglione (Raiano, L'Aquila, 25 aprile 1893 – San Demetrio ne' Vestini, L'Aquila, 28 marzo 1924) è stato un anarchico italiano. Emigrato negli Stati Uniti, legò il suo nome ai gruppi d'affinità di Luigi Galleani, prima di girovagare in Sud America e poi far rientro nel suo amato Abruzzo.

Biografia

Gli anni della formazione

Nato a Raiano (L'Aquila) da Franco, di professione commerciante, e Francesca Guardiani, sin da bambino subisce una fortissima influenza da parte dello zio Alfonso Postiglione, maestro elementare pioniere delle libere e gratuite scuole popolari in Abruzzo. È da lui che apprende l'importanza dell'educazione popolare, particolarmente in una regione poverissima e con un elevato tasso di analfabetismo quale era l'Abruzzo dell'epoca.

Umberto, dopo aver frequentato la scuola dell'obbligo, nel luglio 1910 consegue il diploma di ragioniere all'Istituto tecnico dell'Aquila. Il periodo scolastico si dipana in un ambiente particolarmente effervescente dal punto di vista politico-sociale. Sono anni in cui i gruppi anarchici e antimilitaristi sono straordinariamente attivi e la conseguenza logica è che moltissimi giovani cominciano ad avvicinarsi all'ideale anarchico avendone subito la fortissima influenza. Tra questi c'è anche Umberto Postiglione.

Negli Stati Uniti

Di fronte ad una prospettiva di vita piccolo-borghese a cui la famiglia vorrebbe avviarlo, il 3 ottobre 1910 il diciassettenne raianese si imbarca verso gli Stati Uniti.

Arrivato a New York il 18 ottobre, prosegue il viaggio in treno verso Chicago, dove giunge due giorni dopo. La grande città dell'Illinois è conosciuta per i drammatici fatti di Haymarket Square di qualche decennio prima, un luogo in cui quando vi giunge il giovane Umberto i circoli socialisti ed anarchici sono ancora molto attivi. Inizialmente frequenta un circolo socialista, ma ben presto entra a far parte di uno prettamente anarchico che dà inizio alla sua militanza libertaria negli USA.

Dal punto di vista lavorativo è fortunato, il diploma di ragioniere gli consente di trovare lavoro come impiegato bancario, ma questa occupazione non gli interessa, la sua attenzione è tutta rivolta verso i problemi sociali, politici e sindacali. Così, in cerca di una totale coerenza, Postiglione cerca e trova impiego come operaio in diverse tipologie di aziende (fabbriche chimiche, di pianoforti, vetrerie, fonderie, manovalanza varia ecc.).

L'attivismo anarchico lo porta all'inevitabile incontro con uno degli anarchici italo-americani più conosciuti dell'epoca: Luigi Galleani. Con lui, probabilmente a partire del 1911, collabora all'incendiaria rivista Cronaca Sovversiva, di cui dall'anno seguente diventerà uno dei principali collaboratori usando vari pseudonimi quali El Giovin, Hobo, Corfinio, Nando, Free-Lancer, L'Agitatore, Blankett-Stiff. Dal 1911 i suoi articoli trovano spazio anche su un'altra rivista anarchica: L'Era Nuova.

All'epoca, negli Stati Uniti, l'anarchismo andava per la maggiore specialmente tra gli immigrati e Postiglione è una delle figure più apprezzate e rispettate del movimento anarchico americano. Non si possono contare i suoi comizi e interventi vari tra i lavoratori di tutti gli States, dal Massachussets allo Iowa, dalla Pennsylvania all'Ohio, dal Wisconsin alla California, dall'Illinois al New England, ovunque l'anarchico arringa con veemenza e competenza le folle che corrono ad ascoltarlo. L'anarchico di Raiano è anche autore del dramma Come i falchi, una narrazione sul quotidiano sfruttamento dei lavoratori delle miniere.

Nel 1912 è presente al lungo ma purtroppo fallimentare sciopero dei tessili di Little Falls (New York) [1], al quale partecipano anarchici e socialisti. Con questi ultimi Postiglione entrava spesso in polemica, soprattutto riguardo alla funzione dei sindacati e alle modalità di procedura dello sciopero.

Postiglione è instancabile, oltre che di anarchia si interessa di un'infinità di argomenti, numerosissimi sono infatti i suoi scritti su scienza, sociologia, psicologia, economia, religione e soprattutto pedagogia. Su quest'ultimo argomento importantissime saranno le letture delle opere del filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson (amico di Thoreau) e l'incontro con il filosofo indiano Rabindranath Tagore.

In questi anni fonda altre due riviste - Germinal! (Chicago, 7 settembre 1913) [2] e L'Allarme. Contro ogni forma di autorità e di sfruttamento (Chicago, 1915 - Sommerville, aprile 1917) - che porteranno ad una diradamento dei suoi articoli su Cronaca Sovversiva. Scoppiato lo sciopero dei minatori della Pennsylvania orientale nella primavera del 1916, Luigi Galleani lascia la redazione di Cronaca Sovversiva per sostenere le agitazioni. Postiglione viene indicato da Galleani come sostituto redattore del giornale a Lynn. La sostituzione doveva essere momentanea, ma dopo l'arresto di Luigi Galleani, l'incarico si protrarrà per circa un anno.

Contro la guerra: esilio in Messico e Sud America

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, per evitare il rimpatrio forzato in Italia o la coscrizione militare negli USA, Postiglione sceglie l'esilio verso la cittadina di Monterrey, in Messico, insieme a tantissimi anarchici italo-americani, tra cui Riziero Fantini, Nicola Sacco, Bartolomeo Vanzetti, Emilio Coda, Giovanni Scussel, Amleto Fabbri, Adelfo Sanchioni, Umberto Colarossi, Mario Buda, Carlo Valdinoci, Salvatore De Filippis ecc.

Quella di Postiglione e dei suoi compagni non è una scelta dettata dalla codardia, bensì dalla semplice volontà di esser coerente rispetto ai principi anarchici internazionalisti. [3] Questa sua posizione sarà peraltro esplicitata al padre Franco che gli chiedeva di rientrare in Abruzzo per adempiere a quello che riteneva fosse un dovere del figlio:

«Qui io dovrei dirti le ragioni che inducono la mia coscienza a ribellarsi non soltanto al comando di un re, ma al richiamo di un padre. Le ragioni sono molte, e a dirtele io farei opera vana. Tu non mi comprenderesti. Non perché voi siate inferiori a me, e io superiore a voi. Io, pur essendo carne della vostra carne, sangue del vostro sangue, sono diverso da voi. Vedo il mondo e concepisco la vita in un modo diverso dal vostro. Noi parliamo due lingue differenti. Ecco tutto. Voi chiamate eroi coloro che vanno in guerra, io li chiamo assassini. Una cosa mi preme di farti, di farvi comprendere a tutti. Non crediate che io non torno perché ho paura di lasciare la vita sui campi di battaglia. No. Vi è una ragione più nobile che mi spinge al rifiuto di obbedienza, a non macchiarmi la mano col sangue dei miei fratelli. Perché sono miei fratelli, anche se figli di un altro padre, e nati sotto un altro tetto, i soldati dell'Austria. Non sono essi nostro prossimo? E non disse il vostro Cristo che dite di amare e adorare e ubbidire: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso'? Non comandò dio di non uccidere? Per me dio è la mia coscienza, e la ubbidisco perché mi condannerebbe a pene più crudeli di quelle dell'inferno. »

Lasciato il Messico, per due anni peregrina in tutto il America attraversando Perù, Cile, Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay, prima di fermarsi per alcuni mesi a San José, in Costa Rica, dove si dedica all'insegnamento della lingua italiana e inglese nella facoltà di Agraria della locale Università. Viaggiatore instancabile, lascia la Costa Rica per girovagare in diversi paesi dell'America latina, attraversando a piedi o con altri mezzi di fortuna Panama, Colombia, Ecuador, Brasile, nuovamente il Perù ed infine l'Argentina.

Dopo quasi dieci anni di attività politico-culturale nel continente americano, nel 1920 s'imbarca in un piroscafo per far ritorno in Italia.

Ritorno in Italia

Appena messo piede nella penisola viene costretto a prestare servizio militare nelle caserme di Salerno, Cava dei Tirreni (SA) e Sala Consilina (SA).

Congedatosi, trova lavoro nella «Cooperativa della gente di mare Giuseppe Garibaldi», a Genova, dopo di che nel 1921 fa rientro in Abruzzo, dove riprende i contatti con il movimento anarchico locale. I compagni del gruppo comunista-anarchico «Sorgiamo!» dell'Aquila, riconoscendo il suo carisma, lo propongono alla redazione dell'organo della Federazione anarchica abruzzese Madre Terra.

L'idea anarchica di Postiglione non può prescindere dall'aspetto educativo e pedagogico, per questo, per metterla in pratica, dopo aver conseguito l'integrazione della licenza di ragioniere (1921) e il diploma d'abilitazione all'insegnamento elementare (1922) sempre alla scuola Normale di Avezzano, decide di aprire una scuola popolare e una Casa del Popolo (in seguito vi allestirà il dramma di Pietro Gori I senza patria) nel suo paese natale. Per la realizzazione di tutte queste iniziative (compresa anche l'apertura di una scuola privata), riceverà il sostegno dei compagni della Federazione Anarchica Abruzzese, in particolare di Luigi Meta e Quirino Perfetto.

Nell'ottobre del 1923 viene nominato insegnante di tutte le materie in una prima elementare a San Demetrio (AQ), nonostante le autorità lo abbiano segnalato come attivista anarchico («Il noto anarchico Umberto Postiglione, insegnante elementare a S. Demetrio nei Vestini, si è trasferito temporaneamente in questa città, siccome chiamato a disposizione presso l'ufficio del R. Provveditorato agli studi. Il Postiglione non è pericoloso, ma ha coltura ed attitudine a svolgere propaganda».). A quest'incarico dovrà per un periodo rinunciare perché chiamato dal Provveditore agli studi a collaborare all'istituzione della biblioteca dei maestri dell'Aquila e a presentare un intervento al Congresso Magistrale dell'Aquila (17 Novembre 1923). [4]Nel mese di dicembre ritornerà a svolgere il mestiere di maestro nella scuola di San Demetrio.

Nell'ultima fase della sua breve vita, Postiglione termina il sussidiario, La terra d'Abruzzo e la sua gente (ed. Paravia) e soprattutto riscopre il dialetto pubblicando numerose poesie in abruzzese. [5] La sua esistenza termina bruscamente a causa di una fulminante polmonite il 28 marzo 1924.

Note

  1. Sciopero del pane e le rose (1912)
  2. A cura del Gruppo di propaganda anarchica di Chicago
  3. Su quest'argomento molto interessanti sono alcuni capitoli del libro di Paul Avrich dal titolo Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti, Nova Delphi Libri, 2015.
  4. Durante il congresso, Postiglione elaborerà il testo su L'autoeducazione del maestro, che susciterà grande clamore per il suo carattere fortemente anticonformista.
  5. Poesie dialettali di Postiglione

Bibliografia

Opere di U. Postiglione

  • Scritti Sociali, (a cura di Venanzio Vallera) collana V. Vallera, Pistoia, 1972;
  • Come i falchi; L'autoeducazione del maestro, La terra d'Abruzzo e la sua gente, Torino 1924;
  • La terra d'Abruzzo e la sua gente, Paravia, Torino, 1924.

Opere su U. Postiglione

  • E. Puglielli, Dizionario degli anarchici abruzzesi, CSL "C. Di Sciullo", Chieti, 2010
  • E. Puglielli, Il movimento anarchico abruzzese 1907-1957, Textus, L'Aquila, 2010
  • E. Puglielli, L'autoeducazione del maestro, pensiero e vita di Umberto Postiglione (1893-1924), CSL Camillo Di Sciullo, Chieti, 2006.
  • S. Cicolani, La presenza anarchica nell'aquilano, Samizdat, Pescara, 1997;
  • N. Pelino, Umberto Postiglione tra anarchismo, tardoromanticismo e populismo, «Quaderni Peligni», Politica, economia e cultura, rivista trimestrale, Ed. Cronaca e Storia, Sulmona, n. 4, aprile 1981;
  • A. Gasbarrini, Del presunto anarchico Umberto Postiglione, Il Semicerchio, L'Aquila, 1979;
  • O. Giannangeli, Umberto Postiglione, Circolo di Cultura, Raiano, 1960;
  • V. Marchesani, In memoria di Umberto Postiglione, Vecchioni, L'Aquila, 1925;

Voci correlate

Collegamenti esterni