Tierra y Libertad (periodico): differenze tra le versioni

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Nel suo primo decennio il giornale fu diretto da [[Federico Urales]] (pseudonimo di [[Joan Montseny]]) e [[González Solá y Saavedra]]. Tra i collaboratori: [[Rafael Urbano]], [[Lorenzo Pahissa]], [[Rodríguez Romero]], [[Élisée Reclus]], [[Carlos Malato]].
Nel suo primo decennio il giornale fu diretto da [[Federico Urales]] (pseudonimo di [[Joan Montseny]]) e [[González Solá y Saavedra]]. Tra i collaboratori: [[Rafael Urbano]], [[Lorenzo Pahissa]], [[Rodríguez Romero]], [[Élisée Reclus]], [[Carlos Malato]].


Nel [[1906]] ''Tierra y Libertad'' fu trasferito a Barcellona, dove apparve quasi ininterrottamente fino al [[1919]], quando fu chiuso. Ricomparve nel [[1923]], ma fu nuovamente soppresso dal dittatore Primo de Rivera. In questi anni il giornale fu diretto da [[Tomás Herreros]], [[Francisco Cardenal]], [[Juan Basón]] e [[Soledad Gustavo]] (pseudonimo di [[Teresa Mañé i Miravent]]). Tra i collaboratori: [[Víctor García]], [[Emilio Boal]], [[Eduardo Gilimón]], [[Federico Urales]], [[Fernando Tarrida del Mármol]], [[Anselmo Lorenzo]], [[Fermín Salvochea]]. La ''Biblioteca Tierra y Libertad'', pubblicava opere di [[Émile Pouget]], [[Fernand Pelloutier]], [[Juan Lazarte]], [[Ricardo Mella]] ecc.
Nel [[1906]] ''Tierra y Libertad'' fu trasferito a Barcellona. Gli eventi e la rivolta che segnarono la [[Semana Trágica]] in diverse città di Barcellona, nel [[1909]], portarono alla messa al bando del giornale e alla brutale repressione dei propagandisti [[anarchici]] e degli editori.
 
Dal [[24 febbraio]] [[1910]], quando fu ripubblicato, al [[15 gennaio]] [[1919]], quando fu chiuso, ''Tierra y Libertad'' riuscì a unire e diffondere il suo messaggio [[libertario]] in gran parte della penisola iberica, diventando il portavoce più popolare del pensiero [[anarchico]] del tempo.
 
Ricomparve nel [[1923]], ma fu nuovamente soppresso dal dittatore Primo de Rivera. In questi anni il giornale fu diretto da [[Tomás Herreros]], [[Francisco Cardenal]], [[Juan Basón]] e [[Soledad Gustavo]] (pseudonimo di [[Teresa Mañé i Miravent]]). Tra i collaboratori: [[Víctor García]], [[Emilio Boal]], [[Eduardo Gilimón]], [[Federico Urales]], [[Fernando Tarrida del Mármol]], [[Anselmo Lorenzo]], [[Fermín Salvochea]]. La ''Biblioteca Tierra y Libertad'', pubblicava opere di [[Émile Pouget]], [[Fernand Pelloutier]], [[Juan Lazarte]], [[Ricardo Mella]] ecc.


Nel [[1930]] il giornale ricomparve come settimanale, pubblicato dalla [[Federazione Anarchica Iberica]] di Valencia. Fu più volte sospeso e ripubblicato a causa della persecuzione del governo. Nell'aprile del [[1931]] era sottotitolato «'''Órgano de la revolución social de España'''» («'''Organo della rivoluzione sociale di Spagna'''»). Conteneva vari editoriali ed articoli di attualità, nonché informazioni su eventi e scritti su temi [[libertari]].
Nel [[1930]] il giornale ricomparve come settimanale, pubblicato dalla [[Federazione Anarchica Iberica]] di Valencia. Fu più volte sospeso e ripubblicato a causa della persecuzione del governo. Nell'aprile del [[1931]] era sottotitolato «'''Órgano de la revolución social de España'''» («'''Organo della rivoluzione sociale di Spagna'''»). Conteneva vari editoriali ed articoli di attualità, nonché informazioni su eventi e scritti su temi [[libertari]].

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Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Tierra y Libertad.
Testata del sito web di Tierra y Libertad

Tierra y Libertad [1] è un periodico (mensile) spagnolo di matrice anarchica pubblicato dalla Federazione Anarchica Iberica a partire dagli anni '30 del XX secolo, ma con una testata esistente sin dal 1888.

Storia

Testata del primo numero di una nuova serie di Tierra y Libertad (14 dicembre 1904).

Nel 1888 venne pubblicato a Gracia (attualmente quartiere di Barcellona) un quindicinale dal titolo Tierra y Libertad (diretto da Sebastián Suñé e con Emilio Hugas e Martín Borras Javè come principali redattori), con contenuti chiaramente anarco-comunisti. Il nome traeva origine dalle aspirazioni del movimento populista russo (lotta contro il sistema politico ed economico zarista e fervente desiderio di libertà e giustizia del popolo russo) e di molti diseredati di tutto il mondo. Dopo un anno (23 numeri usciti) il foglio sospese le pubblicazioni (ma servì come base per mettere in contatto i gruppi anarchici che stavano iniziando a formarsi in tutto il paese) le e riprese solo dieci anni dopo, come settimanale, il 20 maggio 1899, a Madrid, prima come supplemento de «La Revista Blanca» e poi in modo indipendente (dal 25 gennaio 1902 al 25 agosto 1904; uscì temporaneamente come quotidiano dall'agosto del 1903 fino alla fine di quell'anno).

Nel suo primo decennio il giornale fu diretto da Federico Urales (pseudonimo di Joan Montseny) e González Solá y Saavedra. Tra i collaboratori: Rafael Urbano, Lorenzo Pahissa, Rodríguez Romero, Élisée Reclus, Carlos Malato.

Nel 1906 Tierra y Libertad fu trasferito a Barcellona. Gli eventi e la rivolta che segnarono la Semana Trágica in diverse città di Barcellona, nel 1909, portarono alla messa al bando del giornale e alla brutale repressione dei propagandisti anarchici e degli editori.

Dal 24 febbraio 1910, quando fu ripubblicato, al 15 gennaio 1919, quando fu chiuso, Tierra y Libertad riuscì a unire e diffondere il suo messaggio libertario in gran parte della penisola iberica, diventando il portavoce più popolare del pensiero anarchico del tempo.

Ricomparve nel 1923, ma fu nuovamente soppresso dal dittatore Primo de Rivera. In questi anni il giornale fu diretto da Tomás Herreros, Francisco Cardenal, Juan Basón e Soledad Gustavo (pseudonimo di Teresa Mañé i Miravent). Tra i collaboratori: Víctor García, Emilio Boal, Eduardo Gilimón, Federico Urales, Fernando Tarrida del Mármol, Anselmo Lorenzo, Fermín Salvochea. La Biblioteca Tierra y Libertad, pubblicava opere di Émile Pouget, Fernand Pelloutier, Juan Lazarte, Ricardo Mella ecc.

Nel 1930 il giornale ricomparve come settimanale, pubblicato dalla Federazione Anarchica Iberica di Valencia. Fu più volte sospeso e ripubblicato a causa della persecuzione del governo. Nell'aprile del 1931 era sottotitolato «Órgano de la revolución social de España» («Organo della rivoluzione sociale di Spagna»). Conteneva vari editoriali ed articoli di attualità, nonché informazioni su eventi e scritti su temi libertari.

La rivista, come tutte le testate indipendenti, era autogestita dalla FAI, rifiutando di ricevere sussidi dallo Stato o dalle istituzioni. Negli anni '30 era uno dei giornali più letti e diffusi in Spagna. La sua tiratura raggiunse le 30.000 copie, la più grande per un organo di stampa politica. [2]

Vi scrissero i principali pensatori anarchici del XX secolo, tra cui: Federica Montseny, Federico Urales, Pëtr Kropotkin, Rudolf Rocker, Francisco Ascaso, Luigi Fabbri, Juan García Oliver, Max Nettlau, Melchor Rodríguez e Ramón Acín. Alcuni dei suoi direttori furono Felipe Alaiz, Juanel (pseudonimo di Juan Manuel Molina Mateo), Jacobo Maguid e Diego Abad de Santillán; tra i suoi amministratori vi furono Josep Peirats, Juanel e Manuel Escorza del Val.

Tierra y Libertad fu molto apprezzato durante la rivoluzione spagnola (periodo in cui uscì come quotidiano). Dopo la vittoria dei franchisti smise di uscire, ma, dal 1944, continuò le pubblicazioni in clandestinità a Madrid e Barcellona per opera di Ramón Rufat.

Tra il 1944 e il 1988 fu pubblicato da esuli anarchici spagnoli in Messico un periodico mensile con testata identica a quella spagnola. Totalizzò più di 400 numeri. A fondarlo furono Hermilo Alonso, Marcos Alcón, Marcos Rojas e Benjamín Cano Ruiz. Tra i direttori: Floreal Ocaña, Cano Ruiz, Severino Campos, Eliseo Rojas. Tra i collaboratori: Juan Lazarte, Juan Papiol, Manuel Villar, José Alberola.

In Spagna, nel 1977, con la riorganizzazione libertaria, avvenuta dopo la morte di Francisco Franco, i gruppi della FAI decisero nuovamente di pubblicare mensilmente Tierra y Libertad.

Note

  1. «Tierra y Libertad!», in italiano «Terra e Libertà!», è stato un celebre motto diffuso durante la rivoluzione messicana, grazie soprattutto a Emiliano Zapata.
  2. Miguel Iñiguez, Esbozo de una Enciclopedia histórica del anarquismo español, Fundación de Estudios Libertarios Anselmo Lorenzo, Madrid, 2001, p. 592

Voci correlate

Collegamenti esterni