Stragi capitaliste

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Le stragi capitaliste vengono spesso definite dai media, edulcorandone il senso, "morti bianche". Con questo termine ci si riferisce alla morte di persone avvenute luogo di lavoro, generalmente a causa della totale o parziale mancanza di rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Per il capitalista investire in sicurezza significa ridurre i profitti e per questo preferisce trascurare tale aspetto, spesso con il silenzio dei sindacati e delle istituzioni.

L'incendio della fabbrica Triangle del 1911 a New York provocò la morte di 146 operaie dipendenti della Triangle Shirtwaist Company

Stragi del capitalismo

L'ordine di grandezza degli incidenti mortali sul lavoro ogni anno è di circa due milioni all'anno, di cui circa 12 000 bambini.

I morti sul lavoro in Italia ammontano mediamente ogni anno a circa 1.300-1.400, secondo i dati ufficiali riferiti al triennio 2003-2005, ovvero circa 4 morti al giorno; il numero dei morti è talmente alto che il sistema capitalistico ha dovuto dedicare un'ipocrita giornata per la "sicurezza sul lavoro". A questo conteggio vanno aggiunti circa 300 morti dovuti a malattie professionali. L'ILO fa una stima di oltre 13 mila morti l'anno per esposizione a sostanze chimiche.

Questi i dati ufficiali, cioè le morti e gli infortuni contabilizzati, poi ovviamente c'è il lavoro nero.

«Ultimamente i media, i politici i sindacalisti, fanno un gran parlare di questo "fenomeno" in termini scandalizzati persino, ma nonostante tutto i morti non e gli infortuni non diminuiscono. Visto che le morti e gli infortuni sono connaturati al lavoro salariato e loro gestiscono o cogestiscono lo sfruttamento del lavoro salariato, resta difficile capire di cosa si scandalizzano. Alle parole rituali i fatti non seguono: e come potrebbero? Non possono abolire lo sfruttamento, e così la catena dei morti si perpetua di giorno in giorno» (La regola senza l'eccezione).

L'incendio della fabbrica Triangle

  Vedi incendio della fabbrica Triangle.

Il 25 marzo 1911, un incendio alla Shirtwaist (New York, USA) uccise 146 donne. La maggioranza di esse erano giovani italiane o ebree dell'Europa orientale.

La strage della ThyssenKrupp

Nella notte tra il 5-6 dicembre 2007, presso lo stabilimento di Torino della ThyssenKrupp, una vasca di olio bollente, utilizzato per il raffreddamento dei laminati, ha preso fuoco, ma mentre il gruppo degli operai cercava di spegnere le fiamme con gli estintori prima, e con le manichette poi, è stato investito da una enorme fiammata sprigionata da una tubatura d'olio ad alta pressione, che ha ceduto e l'olio nebulizzato è uscito prendendo fuoco, investendo in pieno gli operai intenti nel tentativo di domare il principio di incendio e causandone, in tempi diversi, la morte. Immediatamente il reparto è diventato un inferno.

Poiché l'impianto di Torino era in fase di dismissione, con la concentrazione dell'azienda a Terni, l'azienda ha ridotto consistentemente la manutenzione degli impianti e tralasciato di seguire le norme di sicurezza. Per questo motivo gli estintori che avrebbero dovuto spegnere i fuochi sono stati trovati in parte vuoti e per questo il gruppo di operai era in servizio da più di 4 ore rispetto al normale turno lavorativo. Per questo, Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi sono morti in una maniera così orribile.

Strage dell'amianto

Nonostante sinn dal 1962 fosse compravata la pericolosità della polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti e utilizzata anche come materiale di fondo per i selciati, che provoca il mesotelioma pleurico (una grave forma di cancro) e la solita asbestosi (malattia polmonare), a Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Broni (Pavia) e Bari la Eternit e la Fibronit hanno continuato a produrla sino a metà degli anni '80 (a Casale sino al 1986, a Bari sino al 1985 e a Broni sino al 1992), esponendo gli operai, inconsapevoli dei pericoli incorsi, a gravi pericoli per la propria salute ma accrescendo notevolmnente i propri profitti. Nella zona di Casale Monferrato e nell'intera Provincia di Alessandria si contano più di 1599 morti per esposizione ad amianto. Nel 2009 è iniziato il processo a carico uno dei fratelli Schmidheiny (ex presidenti del consiglio di amministrazione dell'Eternit AG). Nel febbraio 2012 la sentenz di primo grado ha determinato la condanna a 16 anni di carcere ai vertici dell'azienda.

Morti sul lavoro in Italia

Voci correlate

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