Storia dell'anarchismo in Germania

L'anarchismo in Germania si sviluppò seguendo un percorso parallelo a quello nazionale. A metà del XIX secolo, quando in Germania ancora non si era formato lo Stato-nazione attuale, dominava la tendenza individualista rappresentata dal filosofo Max Stirner. A partire dal 1870 nel movimento anarchico cominciò dapprima a diffondersi e poi a prevalere la tendenza collettivista e comunista, fino a quando nel XX secolo prese piede una particolare forma di anarco-sindacalismo, grazie al lavoro svolto principalmente da Rudolf Rocker e dall'organizzazione della FAUD.

Manifestazione della FAU (Berlino 1° novembre 2003

Il secolo XIX

I pionieri: egoismo stirneriano e mutualismo

Le prime influenze filosofiche esercitate sui libertari dell'Impero tedesco furono quelle di Hegel e Proudhon negli anni '40. In quegli anni Max Stirner pubblicò Der Einzige und sein Eigentum «(L'Unico e la sua proprietà»), la sua opera più importante che darà impulso ad una corrente individualista dell'anarchismo chiamata egoismo. Le idee stirneriane non ebbero inizialmente un grande impatto sulle masse e furono limitate ai circoli intellettuali tedeschi, ma il suo lavoro sarebbe stato salvato e riproposto decenni più tardi da John Henry Mackay. [1]

 
Max Stirner

Un altro conosciuto anarchico fu Wilhelm Weitling, che più tardi si convertirà al comunismo influenzato da Fourier e Saint-Simon. Come gli anarco-comunisti rifiutava proprietà privata e il sistema salariale, proponendo nella sua opera Garantien und Freiheit der Harmonie (1842) un modello di società armoniosa ispirata al modello del falansterio. Le sue prime idee possono essere collocabili nell'ambito di quel socialismo che Marx definì utopistico.

Weitling nel 1849 si trasferì negli Stati Uniti, dove si avvicinò alla corrente mutualistica di Pierre Joseph Proudhon. A New York tra il 1850 e il 1854 pubblicò un mensile dal titolo Republik der Arbeiter («Repubblica dei Lavoratori»), in cui criticava le colonie utopiche sperimentali perché a sue dire deviavano le forze del movimento operaio. [2]. Propose inoltre la formazione di una Banca di Interscambio collegata ad un'associazione di lavoratori per la produzione cooperativa. Attraverso questo sistema recuperavano fondi da utilizzare per creare ospedali, centri di sostegno per anziani e malati, scuole ecc. In questa maniera si intendeva cancellare il monopolio di Stato e capitale nella gestione degli affari individuali e collettivi.

Altri teorici tedeschi influenzati da Proudhon furono uomini come Karl Grün, che incontrò il filosofo francese nel 1844 e ne presentò le sue idee nell'opera Die Soziale Bewegung und Frankereich in Belgio. Un altro fu Moses Hess, che durante quel periodo ebbe a Parigi contatti con Proudhon e Bakunin, autore di Die Philosophie der Tat (1843) e Sozialismus und Kommunismus, nel quale descrisse la sua filosofia vagamente anarchica. [1]

L'egoismo di Stirner e il mutualismo di Proudhon non ebbero grande successo in Germania. La sconfitta rivoluzionaria del 1848 e del 1849 fecero cessare anche la sua effimera popolarità. [1] Il movimento operaio e socialista tedesco durante gli anni della Prima Internazionale fu nella quasi totalità interamente identificato con le idee di Marx ed Engels e in misura minore con quelle di Ferdinand Lassalle.

Sviluppo del movimento anarchico

Nel 1878, mentre si trovava in esilio in Inghilterra, il socialdemocratico Johann Most abbracciò l'ideale anarchico. Due anni dopo, insieme a Wilhelm Hasselman, Most fu espulso dalle fila del partito. I due pubblicarono a Londra e New York il giornale Die Freiheit («Libertà»), che ebbe una certa influenza nei circoli socialisti. Questo giornale alimentò la nascita di circoli anarchici a Berlino, Amburgo e anche in Austria, tuttavia il suo carattere radicalmente violento in favore della propaganda col fatto impedì una diffusione di massa dell'ideale anarchico.

 
August Reinsdorf, organizzò un attentato contro l'imperatore

Tra il 1880 e il 1884 il movimento operaio austro-ungarico aveva una forte componente anarchica. Prova ne è che a Vienna Joseph Peukert pubblicava il giornale anarchico Zukunft. Le autorità austriache vietarono le manifestazioni nel 1882, ma i libertari resistettero alla violenza rispondendo con uguale violenza, che costò la vita anche ad alcuni poliziotti. Nel gennaio 1884 le autorità dichiararono lo stato d'assedio di Vienna, di modo da poter agire indisturbati nella repressione di socialisti ed anarchici. Due di questi, Hermann Stellmacher ed Anton Kammerer, sostenitori della fazione di Most, furono arrestati nel gennaio del 1884 (prima Stellmacher, il 25 gennaio, un pò più tardi Kammerer) ed in seguito condannati a morte con l'accusa di aver eseguito diversi attentati. Molti loro compagni furono arrestati ed altri ancora fuggirono all'estero, così il movimento anarchico venne sostanzialmente decapitato e ridotto ai minimi termini.

Tuttavia l'anarchismo continuava a diffondersi nell'impero tedesco: a Praga emersero alcuni gruppi di propaganda, oltre ad un circolo letterario libertario che occasionalmente ricevette la visita di Franz Kafka e Jaroslav Hasek. In Germania, l'anarchico socialista August Reinsdorf, nel 1883 organizzò un attentato contro Guglielmo I°, ma fu scoperto, arrestato e condannato a morte.

La diffusione delle idee socialisteggianti portò il governo alla promulgazione di leggi liberticide antisocialiste, che furono attive per oltre un decennio (1878-1890), periodo durante il quale la libertà d'associazione fu garantita in Germania solo a livello locale, sia per quanto riguarda le attività politiche che per quelle sindacali. Durante questi anni, proprio i lavori dei piccoli gruppi localistici caratterizzarono le lotte politico-sindacali, contribuendo così a porre le basi per lo sviluppo di un sindacalismo anarchico molto specifico che prenderà piede negli anni successivi.

Dopo l'abrogazione di queste leggi e la nuova costituzione del Partito Social-Democratico (SPD), nel paese fu di nuovo possibile costituire un grande sindacato socialdemocratico. Molte delle precedenti "unioni libere" continuarono però ad opporsi alla centralizzazione, cercando di mantenere il loro funzionamento tipicamente libertario. Il Partito Social-Democratico guadagnò consensi nella corrente rivoluzionaria ed andò a sviluppare in tutta la Germania un sindacalismo di massa, dotandosi inoltre di una linea politica ben definita dal Programma di Erfurt del 1891.

Il secolo XX

L'anarco-sindacalismo

 
Rudolf Rocker (secondo da sinistra in piedi) fotografato insieme ad un gruppo di anarchici, tra cui la sua compagna Milly Witkop

Nel 1897, alcuni socialisti (tra cui Rudolf Rocker e Fritz Katzer) fondarono la Freie Vereinigung deutscher Gewerkschaften (FVdG, «Associazione libera dei sindacati tedeschi»), che si opponeva al centralismo e individuava nell'esperienza localista del sindacato tedesco la via maestra da seguire. Nonostante le divergenze, molti «localisti» entrarono nell'organizzazione del partito social-democratico nel tentativo di imporgli una strutturazione orizzontale e libertaria.

Dopo un paio di anni di lotte intestine nel SPD, i localisti furono esclusi dal partito nel 1887. Gli epurati diedero così vita al Vereinigung Unabhängiger Sozialisten (VUS, «Associazione dei Socialisti Indipendenti»), nel quale convivevano due tendenze: una socialdemocratica e l'altra anarchica. Nel 1893 si realizzò una nuova scissione. La corrente anarchica si indirizzò verso un'idea anarco-comunista ispirata al pensiero di Kropotkin.

Le due correnti, influenzandosi reciprocamente, svilupparono una particolare forma propriamente tedesca di anarco-sindacalismo, in cui la lotta sindacale non è al primo posto ma corre parallelamente affianco di quella politica e culturale.

Nel dicembre del 1919 si svolse il 12° congresso che riuniva la FVDG con qualche altro piccolo sindacato libero. Fu promulgata la Dichiarazione relativa ai principi del sindacalismo, scritta da Rudolf Rocker come enunciato politico che il 15 settembre sancì la nascita ufficiale della Freie Arbeiter-Union Deutschlands (FAUD). Josef Hodek, Rudolf Rocker e Wilhelm Paul furono tre dei principali fondatori della FAUD.

 
Alcuni membri della FAUD di Ratibor al funerale di un compagno (30 anni). Tra questi, alcuni membri delle Schwarzen_Scharen (a destra nella foto: ben evidenti con basco, cravatta e cintura); una delle due persone al centro con cappello è Tomas Pilarski.

L'organizzazione nel 1922 contava circa 120.000 iscritti, un numero che nel giro di poco crebbe rapidissimamente sino a toccare quota 200.000. Il movimento, che si concentrava soprattutto nel bacino minerario della Ruhr, diede vita ad una sezione giovanile (Syndikalistisch-Anarchistische Jugend Deutschlands) e una femminile (Syndikalistischer Frauenbund). Inoltre, nacquero molti giornali su iniziativa della FAUD: Der Syndikalist (dal 1918 al 1932), Die Schöpfung (pubblicato in Renania dall'agosto al dicembre 1921) e Die Internationale (pubblicato sino alla fine del 1920).

La FAUD fu anche protagonista del congresso che dal 25 dicembre 1922 al 2 gennaio 1923 sancì la rinascita dell'[Associazione Internazionale dei Lavoratori (anarco-sindacalista)|Associazione Internazionale dei Lavoratori]], che riuniva diverse organizzazioni europee e americane di tendenza anarco-sindacaliste.

A partire dalla fine degli anni '20, ai margini delle attività della FAUD erano sorti gruppi d'azione diretta antinazista - le cosiddette Schwarzen Scharen («Gruppi neri») - formati soprattutto da giovani attivi nei vari quartieri, quantunque ciò sollevò delle polemiche con diversi membri della FAUD che ritenevano sbagliato contrapporsi militarmente al nazismo. Essi inquadravano il Partito Nazional-Socialista nell'ambito esclusivamente economico-sindacale e prevalentemente su questo piano che secondo loro bisognava agire.

Nel 1933, con l'arrivo del nazismo al potere, la FAUD fu dissolta in breve tempo. La sede di Berlino fu assaltata dagli squadristi. Stessa sorte toccò ad altre sedi dell'organizzazione. Nonostante la repressione, tentò di sopravvivere clandestinamente ed alcune organizzazioni di abitanti e dei lavoratori affiliati mantennero, fino a metà del 1937, l'attività dei gruppi anarco-sindacalisti che parteciparono in prima fila alla resistenza contro Hitler.

 
Il primo governo della Repubblica dei Consigli di Monaco. Al centro, seduto, si può vedere Erich Mühsam.

La rivoluzione del 1918-19

  Vedi Repubblica dei Consigli di Baviera.

In seguito agli eventi rivoluzionari sviluppatisi in Germania nel novembre del 1918 (crollo della monarchia e nascita della Repubblica), er un breve periodo nella regione della Baviera si costituì una repubblica "social-anarchica", la “Repubblica dei Consigli di Baviera” (Bayerische Räterepublik) o di Monaco (Münchner Räterepublik) che fu attiva dal 7 aprile al 2 maggio 1919.

La Repubblica bavarese, organizzata sotto forma di "democrazia dei consigli" ed ispirata al sistema dei soviet russi, ebbe vita assai breve e fu contrastata tanto dai socialisti moderati che dalle forze reazionarie di destra. Alla fine la "Repubblica dei Consigli" subì una violentissima repressione, del tutto simile a quella di Parigi del 1871, che ripristinò violentemente l'ordine (pseudo) democratico e da cui, da lì a poco, sarebbe nato il regime nazista.

Gli anarchici e la resistenza antinazista

  Vedi La resistenza anarchica nella Germania nazista.

Tra la resistenza tedesca al nazionalsocialismo ce ne fu una poco considerata dai testi di storia odierni: quella libertaria e anarcosindacalista contro il nazismo in Germania, come peraltro restano sconosciuti vari movimenti d'opposizione (fatta eccezione per la famosa Rosa Bianca) e i vari attentati ad Adolf Hitler (fatta eccezione per il più famoso, quello del 20 Luglio '44).

 
Marinus van der Lubbe, consiliarita accusato di aver dato fuoco al reichstaf tedesco.
 
Erich Mühsam, anarchico tedesco, fu trucidato dai soldati nazisti

Eppure quella resistenza ci fu e combatté duramente, prima di essere pressoché annientata dal terrore bruno. Secondo un recente studio i nazisti e i loro alleati uccisero oltre 130.000 cittadini tedeschi, dei quali almeno 16.000 condannati a morte dai tribunali penali civili (il Volksgerichtshof, 'Tribunale del Popolo') e quindi deportati o impiccati. In Germania i primi campi di concentramento comparvero non appena i nazionalsocialisti presero il potere, al fine di liquidare gli oppositori del regime; vi furono internati migliaia di comunisti, socialdemocratici, rivoluzionari, sindacalisti e anarchici. La deportazione degli ebrei iniziò solo nel 1939. Il lager di Dachau fu il primo campo di concentramento, aperto nel 1933 neanche 60 giorni dopo l'ascesa al potere di Hitler, destinato proprio a segregare circa 5.000 detenuti politici antinazisti, ma fu notevolmente ingradito durante il conflitto per far fronte all'internamento di migliaia di prigionieri di guerra. Nei giorni immediatamente precedenti la liberazione (fine aprile 1945) arrivò a "contenere" (compresi i circa 30 sottocampi) oltre 67.000 deportati: politici di diversi paesi compresi numerosi reduci della guerra di Spagna, ebrei, omosessuali, delinquenti comuni, testimoni di Geova e moltissimi prigionieri di guerra, soprattutto sovietici.

In tutto passarono per questo lager circa 200.000 persone, tra le quali almeno 31.591 italiani di cui è nota l'identità. Anche se non se ne conosce il numero esatto, furono tantissimi gli anarcocomunisti, gli anarcolibertari e gli anarcosindacalisti che conobbero, per primi, questo incubo, classificati sia con il Triangolo Rosso degli oppositori politici ma sovente anche col Triangolo Nero degli asociali, la categoria inventata dai nazisti che raccoglieva "renitenti al lavoro", "disfattisti" e "sabotatori dell'economia nazionale", oltre a senza-dimora, lesbiche e alcolisti.

A tutt'oggi infatti, nei migliori dei casi la resistenza tedesca è stata attribuita esclusivamente ai comunisti, ai socialdemocratici e ad alcuni gruppi cattolici, mentre invece sono stati fatti scomparire dai libri di storia le pur consistenti presenze della sinistra socialista e comunista anti-stalinista e dell'anarco-sindacalismo che, nel 1932 prima di entrare nella clandestinità, contava 7.000 iscritti alla Freie Arbeiterinnen- und Arbeiter-Union, aderente alla AIT così come la CNT spagnola e l' USI italiana. È molto difficile anche trovare tracce dell'organizzazione specifica FKAD ("Föderation Kommunisticher Anarchisten Deutschlands"), oppure degli anarchici che presero parte all'insurrezione spartachista di Rosa Luxemburg e al movimento dei consigli. Particolarmente drammatica fu la vicenda di Erich Mühsam, artista rivoluzionario e militante anarchico, assassinato dalle SS nel campo di Oranienburg nel '34 per via del suo pensiero socialista internazionale e libertario, nonché per le sue origini ebraiche. Mühsam sino alla morte mantenne un'encomiabile coerenza con le sue idee pur di non rendersi complice o alleato dell'infamia e della follia nazista [3].

Il movimento anarchico dopo la Seconda guerra mondiale

Dopo la Seconda guerra mondiale, un articolo pubblicato sul giornale in lingua yiddish Fraye Arbeter Shtime esponeva dettagliamene le difficoltà materiali e non del movimento anarchico tedesco, appellandosi inoltre alla solidarietà dei compagni statunitensi che peraltro si concretizzò nel febbraio 1946 attraverso il cospicuo invio di numerosi pacchi. I problemi del movimento furono descritti anche da Rudolf Rocker nel saggio del 1947 Zur Betrachting der Lage in Deutschland («Per quanto riguarda la rappresentazione della situazione in Germania»), nel quale l'autore manifestava tutto il suo pessimismo riguardo alla nascita di un nuovo movimento anarchico in Germania. Nonostante ciò, nel 1947, ex membri della FAUD diedero vita ad una «Federazione dei libertari socialisti» (FFS), tuttavia è solo con gli anni '60, e il 68 in particolare, che si assistette ad una ripresa delle attività anarchiche. Il movimento studentesco tedesco aveva infatti nel socialista anarchico-rivoluzionario Rudi Dutschke uno dei principali leader della rivolta.

Nel 1972 aveva un discreto seguito la rivista anarco-pacifista Graswurzelrevolution («Rivoluzione dal basso») fondata da Wolfgang Hertle, considerata la pubblicazione anarchica più influente e longeva del secondo dopoguerra tedesco. [4]

Per la prima grande organizzazione anarchica tedesca del dopoguerra bisognerà attendere il 1977 con la nascita della Freie Arbeiter-Union, fondata nel 1977 da alcuni anarchici che si rifacevano alla tradizione anarco-sindacalista della FAUD.

Nel 1980 si costituì la Föderation Gewaltfreier Aktionsgruppen (FöGA), che riuniva diversi gruppi anarco-pacifisti, femministi e non-violenti. Nel 1989, dopo diversi tentativi andati a vuoto negli anni precedenti, si costituì l'organizzazione nazionale di sintesi Föderation Deutschsprachiger AnarchistInnen. Tre anni dopo aderì all'IFA

Anarchismo nella Germania Est

Dopo la fine della guerra la Germania fu divisa in due zone d'influenza, la parte occidentale (RDT) sotto quella statunitense, quella orientale (DDR) sotto quella sovietica. Anche nella DDR, grazie all'attivismo di numerosi lavoratori, il movimento anarchico riprese costituirsi e a portare avanti diverse attività soprattutto di stampo anarco-sindacalista. [5] Grazie a Wilhelm Jelinek a Zwickau si costituì un circolo particolarmente attivo, che addirittura riusciva a sviluppare stabili rapporti con i compagni della parte occidentale.

Nel 1948 fu convocato a Lipsia un convegno clandestino a cui erano stati invitati gli anarchici e antiautoritari della Germania Est. La notizia giunse però alle autorità comuniste e tutti i partecipanti furono tratti in arresto. Infatti, per il governo comunista i seguaci di Bakunin e Proudhon erano da considerare alla stregua di controrivoluzionari e per questo da reprimere in tutti i modi. Sino ad allora gli anarchici dell'est erano stati così forti dal poter loro stessi sostenere finanziariamente i compagni che vivevano dalla parte occidentale del muro.

Gradualmente però la repressione ebbe la meglio le attività di fatto cessarono, sino a quando, a partire dal 1989, le autorità tedesche dei due blocchi presero ad incontrarsi per organizzare la riunificazione della Germania. [6]

Attualità

Il movimento anarchico tedesco prosegue nelle proprie attività diversificate, da una parte gli organizzatori (Freie Arbeiter-Union,Föderation deutschsprachiger Anarchistinnen, Anarcho-Syndikalistischen Jugend...) e dall'altra coloro che si muovono su un piano maggiormente informale, come i black bloc [7] e i gruppi più o meno numerosi che si oppongo alle nocività contro la terra, al militarismo, al fascismo e al capitalismo. [8]

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 Max Nettlau; La anarquía a través de los tiempos
  2. George Woodcock, Anarchism. Penguin Books Ltd, Londres, 1970.
  3. Da Umanità Nova
  4. On the history of GWR and other libertarian periodicals in Germany cf. Bernd Drücke: Zwischen Schreibtisch und Straßenschlacht? Anarchismus und libertäre Presse in Ost- und Westdeutschland, doctoral thesis, Verlag Klemm & Oelschläger, Ulm 1998, p. 165 ff.
  5. Anarchisten in der DDR
  6. Bernd Drücke: Anarchy in East-Germany. Ohne Umweltblätter und telegraph hätte es die Wende 1989 so nicht gegeben. Über die libertäre Presse in der DDR. 15. September 2009. Abgerufen am 17. Mai 2012.
  7. Il termine Schwarzer Block fu coniato all'inizio degli anni '80 dalla polizia tedesca per identificare gli Autonomen (simili agli italiani Autonomi, appartenenti all'area della sinistra extraparlamentare, seppur con un sostanziale distinguo sull'uso della tattica violenta
  8. Manifestazione ad Amburgo, arrestati alcuni solidali con le rivolte in Grecia

Bibliografia

  • Rudolf Rocker, Nazionalismo e cultura [1], pubblicato in due volumi dalle Edizioni Anarchismo («Nazionalismo e cultura analizza il nesso tra religione e stato, tra stato e la sua particolare religione: il nazionalismo».).
  • AA.VV., Piegarsi vuol dire mentire. Germania: la resistenza libertaria al nazismo nella Ruhr e in Renania (1933-1945) Zero in Condotta-Milano 2005.
Note bibliografiche
  1. Il testo apparve a Barcellona durante la rivoluzione, negli anni '60 fu tradotto a puntate su «Umanità Nova» da Virgilio Gozzoli, e pubblicato in volume negli anni '70.

Voci correlate