Storia del movimento anarchico turco

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Manifestazione anarchica in Turchia durante il 1° maggio 2007

Origini del movimento

L'Impero Ottomano e l'Europa dopo la Pace di Westfalia (1648)

Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, ovvero durante l'ultimissima fase dell'Impero Ottomano, furono gli anarchici ad organizzare le lotte operaie nelle principali città: Salonicco, Izmir, Istanbul e Il Cairo. È risaputo, per esempio, che Malatesta fu particolarmente al Cairo. Anche le lotte per la libertà dell'Armenia, della Bulgaria e della Grecia avevano strette connessioni con i gruppi anarchici. Alexander Atabekian, ebbe un ruolo decisivo nelle battaglie per l'indipendenza e la libertà dell'Armenia.

Sul finire del 19° secolo, il Sultano Abdul Hamid II represse duramente il movimento anarchico turco, costruendo addirittura una speciale agenzia di intelligence con l'obiettivo di sradicare l'anarchismo dalla Turchia. La risposta del movimento fu ugualmente dura, furono messi in atto attentati al palazzo Yildiz Sarayi ed alla Banca Ottomana a Salonicco.

Con la fine dell'Impero Ottomano e la nascita della Repubblica Turca le cose non cambiarono. Nel 1923, all'inizio dello Stato Turco Kemalista, molti anarchici ed altri rivoluzionari furono costretti all'esilio, altri addirittura furono uccisi.

Iniziò un periodo buio per il movimento anarchico, che rivide la luce solo a partire dagli anni '80.

Anni '80

Gli anni '80 segnano la nascita effettiva del movimento anarchico turco. La crisi vissuta dal marxismo, fino a questo momento ideologia dominante nella sinistra rivoluzionaria, e l'avvento del colpo di stato militare del 1980 favoriscono il passaggio di molti militanti all'anarchismo e la nascita di prime iniziative organizzate. Nel 1986 nasce la prima pubblicazione del movimento, “Kara[1]. A pubblicare la rivista è la Sokak Publishing House, fondata da ex-socialisti avvicinatisi alla linea anti-autoritaria, già editrice della prima traduzione di un libro dalla prospettiva chiaramente libertaria, “L'insurrezione di Kronstadt del 1921” di Ida Mett [2].

XXI secolo

Volkan Sevinc, anarchico turco arrestato il 6 gennaio 2010 per aver partecipato ad una manifestazione antimilitarista
Mehmet Tarhan, anarchico ed obiettore di coscienza turco

Il movimento antimilitarista e pacifista

L'arresto dell'anarchico e attivista per i diritti degli omosessuali Mehmet Tarhan nel movimento LGBT Kaos GL, rifiutatosi nell'ottobre del 2001 di svolgere il servizio militare obbligatorio ha fatto conoscere al mondo l'esistenza del piccolo ma combattivo movimento antimilitarista. Nell'aprile del 2005 Tarhan è stato arrestato per insubordinazione, divenendo un simbolo di lotta contro l'autoritarismo istituzionale e la violenza del militarismo. Numerose campagne in suo favore si sono tenute in tutto il mondo e forse proprio a causa delle pressioni internazionali l'anarchico antimilitarista è stato inspettatamente rilasciato il 9 marzo 2006.

All'inizio del secolo sono stati conteggiati tra i 50 e i 500mila renitenti alla leva (tra questi ha suscitato uguale scalpore il caso degli obiettori Osman Murat Ulke e Halil Savda), tra i quali molti kurdi che si rifiutano di attaccare la propria gente nel Sud-Est, assalire villaggi, torturare, stuprare e uccidere civili, sparare su manifestazioni pacifiche.

Primo Maggio 2012

Il Primo Maggio del 2012 vede, tra le sue numerose componenti, uno spezzone anarchico molto combattivo che pratica varie azioni dirette contro banche e multinazionali. Pochi giorni dopo il corteo scatta un'operazione sbirresca che porta all'arresto di 60 compagni e compagne legate all'area anarchica. Il nucleo antiterrorismo perquisisce diverse case di compagni e spazi sociali come il Caffè anarchico 26A e l'associazione Condivisione e Solidarietà a Kadikoy. Gli arrestati fanno parte dei gruppi d'ispirazione anarco-comunista Terra e Libertà (Toprak ve Ozgurluk) e di Azione Anarchica Rivoluzionaria (Devrimci Anarşist Faaliyet). L'operazione, conclusasi con l'arresto definitivo di 9 compagni accusati di “danno a beni pubblici e alla proprietà privata”, rappresenta una novità per la Turchia, visto che per la prima volta l'antiterrorismo prende di mira gli anarchici. [3]

Autunno 2012

Il 4 ottobre diverse migliaia di persone partecipano ad una manifestazione serale contro la guerra in Siria, bombardata qualche giorno prima dall'aeronautica turca, e contro le trentennali ostilità verso il popolo curdo. Il corteo si concentra a piazza Taksim e si conclude con un'adunata sediziosa a piazza Galatasaray. Alla manifestazione partecipa, con sue bandiere e spezzone, l'Azione Anarchica Rivoluzionaria. [4] Neppure un mese dopo, il 6 novembre, tre studenti anarchici vengono pestati e arrestati dalla polizia di Istanbul per aver diffuso volantini contro la formazione professionale in un istituto superiore della città. La repressione aveva colpito, qualche mese prima, altri compagni e compagne del movimento studentesco colpevoli di aver organizzato un pranzo sociale in segno di protesta contro l'aumento dei prezzi della mensa dello stesso istituto. [5]

La lotta alla ISMACO

La ISMACO è una società in subappalto dell'italianissima Ermenegildo Zegna. Alla fine del 2012 l'azienda licenzia diversi dipendenti che avevano cominciato a fare attività sindacale nella fabbrica di Tuzla. Il 14 marzo, dopo circa 90 giorni di resistenza, i lavoratori approfittano della visita alla fabbrica del General Manager Francesco Lasorte per contestarlo. Lasorte, barricato nella struttura, viene bersagliato di slogan e cori ostili, ma non succede nulla di più. I lavoratori rivendicano il riconoscimento dei sindacati nei centri produttivi europei della Ermenegildo Zegna. Merito dell'Azione Anarchica Rivoluzionaria è stato diffondere la notizia della contestazione e informare sulla condotta antisindacale del brand italiano. La partecipazione alla protesta del 14 non è andata molto oltre uno striscione e qualche slogan.

Primo Maggio 2013

Il Primo Maggio del 2013 nasce all'insegna della provocazione di Stato: il governo vieta l'accesso a piazza Taksim, sospende i trasporti, chiude il ponte di Galata e impiega la bellezza di 22.000 poliziotti nella militarizzazione di Istanbul. Il governo non vuole rovinare il processo di urban gentrification in corso, che punta a trasformare Taksim (a costruzione di un centro commerciale che accenderà la miccia della rivolta di giugno si inserisce in questo progetto). La manifestazione, alla quale partecipano diverse realtà anarchiche, viene brutalmente attaccata dalla polizia: secondo la DAF,

«molte persone sono state ferite dalla polizia che ha usato granate lacrimogene, idranti e pallottole di gomma. [...] La polizia ha impedito alle ambulanze di raggiungere l'edificio del DİSK. [...] ha bloccato l'edificio e ha attaccato lanciando all'interno del palazzo lacrimogeni».

Evoluzione del PKK: dal leninismo al confederalismo democratico

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi PKK e Confederalismo democratico.

Dopo il 2000 il PKK cominciò a mettere in discussione la lotta armata, basata sul marxismo-leninismo ortodosso e monolitico, sostenendo che forse essa non era più la maniera più corretta per giungere alla liberazione del Kurdistan. Nel 2005 il Partito dei Lavoratori, su impulso di Ocalan, teorizzarono un nuovo concetto politico ispirato al municipalismo libertario di Murray Bookchin: il confederalismo democratico. [6]

Bandiera YPG, le Unità di Difesa Popolari del kurdistan siriano

Questa nuova corrente ideologica è fondata sull'ecologismo, l'abbandono dell'idea indipendentista e lo sviluppo di una confederazione che unisse "consiliaristicamente" i vari villaggi ubicati nel vasto territorio del Kurdistan.

Il 4 aprile 2002 il PKK, in occasione del suo VIII Congresso, annunciò la trasformazione del partito in una nuova istituzione: il KADEK («Congresso per la libertà e la democrazia del Kurdistan»). Abdullah Ocalan viene eletto presidente. Nel 2003, il KADEK diviene KONGRA-GEL, organo esecutivo del Koma Komalên Kurdistan che poi assunse la denominazione di Koma Civakên Kurdistan (KCK) o «Confederazione dei Popoli del Kurdistan», creata all'ombra di Öcalan. La KCK ha il compito di coordinare ideologicamente le organizzazioni legate o prossime al PKK.

La confederazione democratica dovrebbe permettere la concretizzazione dei nuovi dichiarati pilastri del movimento: autonomia, democrazia, femminismo ed ecologismo. In particolare la questione femminile è molto sentita tra i militanti, perché tra i curdi la mentalità patriarcale e la conseguente oppressione della donna è spesso la regola. Da sempre, ma in misura maggiore da quando c'è stata la svolta verso il confederalismo democratico, il PKK ha combattuto la discriminazione femminile. Anzi, per molte donne curde che vivono in Kurdistan spesso proprio il PKK ha rappresentato una salvezza rispetto all'omicidio d'onore o al matrimonio forzato.

« Nel PKK esiste un movimento delle donne, e non mancano donne nella guerriglia. I diritti delle donne per noi sono fondamentali, ma le lotte femministe da sole non sono sufficienti... Sosteniamo anche le rivendicazioni delle persone omosessuali, ma non possiamo partecipare alle loro manifestazioni, perché basterebbe la nostra presenza a scatenare una reazione violenta da parte della polizia». [7]

Non è un caso che nel movimento curdo militino molte donne, alcune delle quali assumono o hanno assunto anche ruoli dirigenti importanti. È il caso di Sakine Cansiz, una delle fondatrici del movimento, assassinata insieme a Fidan Dogan (rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan) e alla giovane attivista Leyla Soylemez il 10 gennaio 2013 a Parigi. [8]

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni