Società di cacciatori-raccoglitori

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search

Nelle scienze etnoantropologiche, si definiscono società di cacciatori-raccoglitori quelle popolazioni il cui sistema di sostentamento alimentare non si basa su alcuna forma di agricoltura o allevamento ma fa leva unicamente su acquisizione e prelievo di cibo e risorse alimentari dalla natura selvatica. Queste comunità si procurano il cibo cacciando animali e raccogliendo frutti selvatici, senza far ricorso, a fini alimentari, a specie domesticate, vegetali o animali. Si tratta di una caratteristica tipica di società primitive, che non realizzano un sistema economico di produzione in senso stretto ma di sola acquisizione o di prelievo.

Fu l'unica forma di sostentamento tra gli uomini del Paleolitico. La caccia e raccolta fu soppiantata dall'agricoltura e dall'allevamento. Tuttavia non tutte le società compirono questo passo: portava infatti benefici ma anche svantaggi, richiedeva un netto cambiamento del sistema economico-sociale e non era adatto o conveniente a tutti i territori. Ancora oggi resistono società di cacciatori-raccoglitori in territori dove la presenza delle società agricole o industriali non li ha ancora spinti (pacificamente o con la forza) ad abbandonare l'organizzazione originaria. Tra queste società figurano i Pigmei e i Boscimani africani, i Semang della Malesia, gli indios dell'Amazzonia.

Nell'ideologia del materialismo storico, la caccia e raccolta costituisce la prima sottofase (fase selvaggia) del comunismo primitivo.

Bibliografia

Collegamenti esterni