Seme Anarchico

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Testata del Seme Anarchico

Il Seme Anarchico è una storica rivista anarchica fondata nel 1951 a Torino e tutt'oggi ancora in stampa. Il giornale si ispira ai principi antiautoritari espressi nell'Internazionale Antiautoritaria di Saint-Imier del 1872, che si oppongono «alla pratica di una maggioranza congressuale di imporre soluzioni ad una minoranza e/o delegare diritti legislativi a qualsiasi tipo di Congresso anche locale o regionale» (vedi le risoluzioni del Congresso di Saint-Imier).

Storia e pensiero

Fondazione

Italo Garinei, cofondatore e curatore della rivista fino al 1968.

Il periodico nacque a Torino nel lontano 1951 come mensile ad opera dei compagni anarchici Italo Garinei e Dante Armanetti e prese forma con l'intento di servire da strumento di semplice divulgazione del pensiero anarchico. Il giornale ha da sempre avuto e tutt'ora conserva l'obiettivo di cercare di far conoscere e comprendere il pensiero anarchico, aperto a tutte le sue componenti. Nella rivista si sono spesso esaminate anche in modo critico le relazioni tra anarchismo e organizzazione, evidenziando e mettendo in luce pratiche stridenti con il naturale anti-autoritarismo anarchico, propugnando l'iniziativa individuale, che si manifesta nell'associazione libera e volontaria, non strutturabile in organizzazioni statiche. Nel periodico si è sempre prospettata l'educazione personale, dove l'individuo, attivo e cosciente, tramite la propria spontanea volontà, possa autonomamente liberarsi, sconfiggendo l'ignoranza e i pregiudizi fomentati da qualsiasi sistema di potere. Di conseguenza, il Seme Anarchico ha proposto e propone articoli, oltre che di lotta e di analisi del presente, anche di carattere artistico, musicale, individuale, di cultura e su antispecismo, antisessismo ed antiautoritarismo, dando spazio alle varie «individualità anarchiche e libertarie» senza pregiudizi, per una comunicazione libera da qualsiasi prassi o sentore autoritario.

Dante Armanetti, uno dei fondatori del giornale.

Dalla FAI ai GIA

Sin dagli anni '50 il giornale aderì alla Federazione Anarchica Italiana (FAI), fino alle scissioni (dovute al nuovo Patto Associativo e alla messa in opera di una criticata Commissione di Corrispondenza) prodottesi nella FAI durante l'assemblea del novembre 1965. In tale congresso, dopo un animato dibattito sulle questioni operative e organizzative, vi fu la fuoriuscita di vari compagni. In quel periodo, in Italia, furono quindi presenti tre importanti gruppi confederati: la Federazione Anarchica Italiana (FAI), i Gruppi di Iniziativa Anarchica (GIA) e i Gruppi Anarchici Federati (GAF, nati nel 1965 e dal 1969 divenuti poi la sezione italiana della Croce Nera Anarchica).

Il Seme Anarchico aderì inizialmente ai GIA. Tuttavia, dopo una decina di anni di buon lavoro, nuovamente per simili disaccordi su importanti questioni e metodi organizzativi, i compagni che si riunirono a Pisa nel 1976, concordarono la «piena autonomia da qualunque componente federata del movimento anarchico».

Difficoltà organizzative

Ivan Guerrini, l'allora responsabile e curatore del notiziario dei GIA, si dimise e, in accordo con i convenuti di Pisa, si incaricò di coordinare i lavori e di mantenere i contatti con i compagni tramite il bollettino «L'Informatore Anarchico», mentre al compagno Antonio Ruju di Torino fu affidato l'incarico di raccogliere i contributi necessari per ridar vita alla pubblicazione della rivista, che era stata precedentemente curata da Italo Garinei fino al 1968.

Nel 1978-79 vi furono successive riunioni a Carrara, ma è nel 1980 che il Seme Anarchico riprese la pubblicazione, con l'infaticabile lavoro di Ivan Guerrini come responsabile e successivamente anche come redattore, fino ai primi anni '90.

In seguito il compito redazionale fu dei compagni Franco Bonçiuga, Nicola Vitale, Elisa Di Bernardo e Fabio Razzi.

Attualità

Dal 2010, a Carrara, la redazione del giornale venne affidata ai compagni Antonietta Catale e Guido Durante. Nel maggio dello stesso anno, dopo la scomparsa di Ivan Guerrini, Antonietta Catale assunse la responsabilità della direzione.

La presente redazione, nonostante la difficile situazione sociale contingente, si sforza di mantenere le pubblicazioni libere da censure e preconcetti, mantenendo un atteggiamento fortemente critico verso ogni livello di "pratiche autoritarie", senza estendere e perpetuare tuttavia le antiche polemiche o contrapposizioni, ma concentrandosi e pubblicando liberamente proposte ed analisi delle molteplici "individualità" ed associazioni anarchiche per un anarchismo senza "troppi" aggettivi. Come scriveva Malatesta:

«Per conto mio non vi è differenza sostanziale, differenza di principi tra “individualisti” e “comunisti anarchici”, tra “organizzatori” e “antiorganizzatori”; e si tratta più che altro di questioni di parole e di malintesi, inaspriti ed ingigantiti da questioni personali. [...] Ed in quanto all'organizzazione o alle organizzazioni nel senso del partito, vi è forse chi vorrebbe che gli anarchici restassero isolati gli uni dagli altri? Certamente che no. [...] Io dissi che “nei loro moventi morali e nei loro fini ultimi anarchismo individualista e anarchismo comunista sono la stessa cosa o quasi”. La questione, secondo me, non è dunque tra “comunisti” e “individualisti”, ma tra anarchici e non anarchici».

I curatori e collaboratori storici del Seme Anarchico e i/le numerosi/e compagne/i che ancora vi partecipano, considerano che l'associazione tra gli anarchici è manifestazione spontanea.

Come scriveva il compagno Gigi Damiani:

«Per noi l'associazione tra gli anarchici è manifestazione spontanea determinata da fatti circostanziali e non da lettere circolari, non da chiamate a rispondere al richiamo di organizzatori [...] in ogni fatto del nostro movimento, se il bisogno sentito, la spontaneità, la volontarietà e la coerenza vengono a mancare, è travaglio [...] inconcludente e perverso [...] col criterio dell'apparato si possono fondare, per fare bluffismo, quanti comitati o unioni si desiderano, ma l'anima del movimento resta colui al quale oggi si vuol negare il diritto all'esistenza: l'individuo e non la massa. L'individuo cosciente e operoso: è lui la prima cellula consapevole di ogni più vasto aggregato, è lui che si compila il proprio patto federativo e lo allarga e lo realizza per la libera scelta. Non c'è programma che possa sostituirlo e neppure sopprimerlo».

Come scriveva Max Stirner:

«Ogni essere superiore a noi stessi indebolisce il sentimento della nostra unicità e impallidisce appena risplende il sole di questa consapevolezza, se la nostra causa è fondata “sull'Unicità” di noi stessi essa poggia sull'effimero, mortale creatore di sé che sé stesso consuma, potendo dire: io ho fondato la mia causa su nulla».

Contatti

Redazione del Seme Anarchico C.P. 233, 15121 (AL) - Antonietta e Guido
Email: semeanarchico(at)libero.it

Voci correlate