Saul Newman: differenze tra le versioni

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== Vita e pensiero ==
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'''Saul Newman''', nato il [[22 marzo]] [[1972]] in Australia, ha conseguito il ''Bachelor of arts'' (una sorta di laurea triennale) presso l’Università  di Sidney e la laurea vera e propria in [[filosofia]] presso l'Università  di New South Wales.
'''Saul Newman''', nato il [[22 marzo]] [[1972]] in Australia, ha conseguito il ''Bachelor of arts'' (una sorta di laurea triennale) presso l'Università  di Sidney e la laurea vera e propria in [[filosofia]] presso l'Università  di New South Wales.


Dal [[2006]] insegna al Goldsmiths College, Università  di Londra. Prima di allora, a aprtire dal [[1997]], ha insegnato e svolto il dottorato di ricerca presso le seguenti Università : University of Western Australia, Curtin University, Edith Cowan University e Macquarie University. È stato anche uno dei maggiori collaboratori dell'[[Institute for Anarchist Studies]] (Istituto per gli Studi Anarchici), insieme a figure di primo piano come  [[Lorenzo Komboa Ervin]], [[Peter Lamborn Wilson]]  e [[Murray Bookchin]].
Dal [[2006]] insegna al Goldsmiths College, Università  di Londra. Prima di allora, a aprtire dal [[1997]], ha insegnato e svolto il dottorato di ricerca presso le seguenti Università : University of Western Australia, Curtin University, Edith Cowan University e Macquarie University. È stato anche uno dei maggiori collaboratori dell'[[Institute for Anarchist Studies]] (Istituto per gli Studi Anarchici), insieme a figure di primo piano come  [[Lorenzo Komboa Ervin]], [[Peter Lamborn Wilson]]  e [[Murray Bookchin]].
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==Il pensiero ==
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Saul Newman rilegge l'[[anarchismo]] del 19° secolo alla luce del [[post-strutturalismo]] (di cui vede in [[Max Stirner]] un precursore) e rigetta alcuni concetti cardine del pensiero anarchico storico, dalla [[rivoluzione]] all'[[essenzialismo]], cioè l'[[Antropologia anarchica|antropologia]] benigna su cui si basa la fiducia a-prioristica nel [[Mutualismo|mutuo appoggio]]. Per Newman l’aiuto reciproco deve basarsi sulla "[[volontà  di potenza]]", attraverso la quale sviluppare una serie di relazioni intersoggettive (aiuto e l’assistenza verso gli altri) senza però pretendere di dominare e di negare le differenze. Questa sarebbe una comunità  di "potenza attiva", formata da padroni invece che di schiavi, capace di superare continuamente se stessa e di trasformarsi con altrettanta continuità . È proprio la consapevolezza della detenzione del potere che la rende in grado di attuare questo processo.
Saul Newman rilegge l'[[anarchismo]] del 19° secolo alla luce del [[post-strutturalismo]] (di cui vede in [[Max Stirner]] un precursore) e rigetta alcuni concetti cardine del pensiero anarchico storico, dalla [[rivoluzione]] all'[[essenzialismo]], cioè l'[[Antropologia anarchica|antropologia]] benigna su cui si basa la fiducia a-prioristica nel [[Mutualismo|mutuo appoggio]]. Per Newman l'aiuto reciproco deve basarsi sulla "[[volontà  di potenza]]", attraverso la quale sviluppare una serie di relazioni intersoggettive (aiuto e l'assistenza verso gli altri) senza però pretendere di dominare e di negare le differenze. Questa sarebbe una comunità  di "potenza attiva", formata da padroni invece che di schiavi, capace di superare continuamente se stessa e di trasformarsi con altrettanta continuità . È proprio la consapevolezza della detenzione del potere che la rende in grado di attuare questo processo.


Come [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], Saul Newman ritiene che cercare di escludere e negare il [[potere]] sia una forma di risentimento ([[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] lo definisce come un «auto-avvelenamento dell'anima») che deve essere superato, non con il rifiuto ma con la creazione di una società  post-anarchica basata sul rispetto e il riconoscimento dell'[[autonomia]], della differenza e dell'apertura all’interno della collettività . Nel suo ''L'anarchismo e la politica del risentimento'' si notano tutte le influenze su di lui [[Anarchismo e Friedrich Nietzsche|esercitate da parte del filosofo tedesco]]; secondo Newman Nietzsche «vede l'anarchismo come avvelenato alla radice dal pestifero seme del “risentimento” – la disprezzabile politica del debole e del disprezzabile, la morale dello schiavo» e per questo è necessario «prendere in conto seriamente le sue posizioni contro l'anarchismo». Così egli auspica la conversione dell'anarchismo «in una nuova filosofia 'eroica', la quale non è maggiormente reattiva, ma piuttosto crea valori», proponendo una nozione di comunità  fatta «di potere attivo - una comunità  di maestri invece di una di schiavi. Questa sarebbe una comunità  che cerca di superare se stessa - continuamente trasformandosi e compiacendosi nella conoscenza del potere di poterlo fare».
Come [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], Saul Newman ritiene che cercare di escludere e negare il [[potere]] sia una forma di risentimento ([[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] lo definisce come un «auto-avvelenamento dell'anima») che deve essere superato, non con il rifiuto ma con la creazione di una società  post-anarchica basata sul rispetto e il riconoscimento dell'[[autonomia]], della differenza e dell'apertura all'interno della collettività . Nel suo ''L'anarchismo e la politica del risentimento'' si notano tutte le influenze su di lui [[Anarchismo e Friedrich Nietzsche|esercitate da parte del filosofo tedesco]]; secondo Newman Nietzsche «vede l'anarchismo come avvelenato alla radice dal pestifero seme del “risentimento” – la disprezzabile politica del debole e del disprezzabile, la morale dello schiavo» e per questo è necessario «prendere in conto seriamente le sue posizioni contro l'anarchismo». Così egli auspica la conversione dell'anarchismo «in una nuova filosofia 'eroica', la quale non è maggiormente reattiva, ma piuttosto crea valori», proponendo una nozione di comunità  fatta «di potere attivo - una comunità  di maestri invece di una di schiavi. Questa sarebbe una comunità  che cerca di superare se stessa - continuamente trasformandosi e compiacendosi nella conoscenza del potere di poterlo fare».


In pratica Newman ritiene che gli anarchici debbano mettere da parte ogni forma di [[manicheismo]], in particolare quello che tende a contrapporre i "buoni" “senza potere” ai "cattivi" detentori del [[potere]]. Come [[Michel Foucault|Foucault]], egli pensa che il potere si configuri come un "rapporto di potere" che coinvolge tutti e tutto. Sarebbe di conseguenza impensabile ipotizzare una comunità  priva di potere, anche perché, rifacendosi a [[Friedrich Nietzsche]], l'essere umano anela il [[potere]] e negarlo significa sviluppare il "[[risentimento]]". Da qui si origina il suo rifiuto della [[rivoluzione]]. Newman piuttosto intende un [[anarchismo]] che agisce sui meccanismi di funzionamento di questi rapporti, in modo da ottenere quanta più [[libertà ]] possibile.
In pratica Newman ritiene che gli anarchici debbano mettere da parte ogni forma di [[manicheismo]], in particolare quello che tende a contrapporre i "buoni" “senza potere” ai "cattivi" detentori del [[potere]]. Come [[Michel Foucault|Foucault]], egli pensa che il potere si configuri come un "rapporto di potere" che coinvolge tutti e tutto. Sarebbe di conseguenza impensabile ipotizzare una comunità  priva di potere, anche perché, rifacendosi a [[Friedrich Nietzsche]], l'essere umano anela il [[potere]] e negarlo significa sviluppare il "[[risentimento]]". Da qui si origina il suo rifiuto della [[rivoluzione]]. Newman piuttosto intende un [[anarchismo]] che agisce sui meccanismi di funzionamento di questi rapporti, in modo da ottenere quanta più [[libertà ]] possibile.

Versione delle 13:07, 23 mar 2019

Saul Newman

Saul Newman (Australia, 22 marzo 1972-) è un filosofo e un teorico anarchico australiano, figura centrale delle teorie post-anarchiche.

Vita e pensiero

Saul Newman, nato il 22 marzo 1972 in Australia, ha conseguito il Bachelor of arts (una sorta di laurea triennale) presso l'Università  di Sidney e la laurea vera e propria in filosofia presso l'Università  di New South Wales.

Dal 2006 insegna al Goldsmiths College, Università  di Londra. Prima di allora, a aprtire dal 1997, ha insegnato e svolto il dottorato di ricerca presso le seguenti Università : University of Western Australia, Curtin University, Edith Cowan University e Macquarie University. È stato anche uno dei maggiori collaboratori dell'Institute for Anarchist Studies (Istituto per gli Studi Anarchici), insieme a figure di primo piano come Lorenzo Komboa Ervin, Peter Lamborn Wilson e Murray Bookchin.

Ha coniato il termine "post-anarchismo" nel saggio Da Bakunin a Lacan. Le sue ultime pubblicazioni girano intorno a Max Stirner. Newman vede in Stirner una figura chiave dello sviluppo della nuova critica radicale alla società  occidentale e un post-strutturalista che anticipò i moderni post-strutturalisti Michel Foucault, Jacques Lacan, Gilles Deleuze, Ernesto Laclau e Jacques Derrida.

I suoi lavori sono stati tradotti in turco, spagnolo, italiano, tedesco, portoghese e serbo-croato e sono stati argomento di numerosi dibattiti interni sia al movimento anarchico così come tra gli accademici universitari.

Il pensiero

Saul Newman rilegge l'anarchismo del 19° secolo alla luce del post-strutturalismo (di cui vede in Max Stirner un precursore) e rigetta alcuni concetti cardine del pensiero anarchico storico, dalla rivoluzione all'essenzialismo, cioè l'antropologia benigna su cui si basa la fiducia a-prioristica nel mutuo appoggio. Per Newman l'aiuto reciproco deve basarsi sulla "volontà  di potenza", attraverso la quale sviluppare una serie di relazioni intersoggettive (aiuto e l'assistenza verso gli altri) senza però pretendere di dominare e di negare le differenze. Questa sarebbe una comunità  di "potenza attiva", formata da padroni invece che di schiavi, capace di superare continuamente se stessa e di trasformarsi con altrettanta continuità . È proprio la consapevolezza della detenzione del potere che la rende in grado di attuare questo processo.

Come Nietzsche, Saul Newman ritiene che cercare di escludere e negare il potere sia una forma di risentimento (Nietzsche lo definisce come un «auto-avvelenamento dell'anima») che deve essere superato, non con il rifiuto ma con la creazione di una società  post-anarchica basata sul rispetto e il riconoscimento dell'autonomia, della differenza e dell'apertura all'interno della collettività . Nel suo L'anarchismo e la politica del risentimento si notano tutte le influenze su di lui esercitate da parte del filosofo tedesco; secondo Newman Nietzsche «vede l'anarchismo come avvelenato alla radice dal pestifero seme del “risentimento” – la disprezzabile politica del debole e del disprezzabile, la morale dello schiavo» e per questo è necessario «prendere in conto seriamente le sue posizioni contro l'anarchismo». Così egli auspica la conversione dell'anarchismo «in una nuova filosofia 'eroica', la quale non è maggiormente reattiva, ma piuttosto crea valori», proponendo una nozione di comunità  fatta «di potere attivo - una comunità  di maestri invece di una di schiavi. Questa sarebbe una comunità  che cerca di superare se stessa - continuamente trasformandosi e compiacendosi nella conoscenza del potere di poterlo fare».

In pratica Newman ritiene che gli anarchici debbano mettere da parte ogni forma di manicheismo, in particolare quello che tende a contrapporre i "buoni" “senza potere” ai "cattivi" detentori del potere. Come Foucault, egli pensa che il potere si configuri come un "rapporto di potere" che coinvolge tutti e tutto. Sarebbe di conseguenza impensabile ipotizzare una comunità  priva di potere, anche perché, rifacendosi a Friedrich Nietzsche, l'essere umano anela il potere e negarlo significa sviluppare il "risentimento". Da qui si origina il suo rifiuto della rivoluzione. Newman piuttosto intende un anarchismo che agisce sui meccanismi di funzionamento di questi rapporti, in modo da ottenere quanta più libertà  possibile.

Opere

  • From Bakunin to Lacan. Anti-authoritarianism and the dislocation of power, Lanham MD: Lexington Books 2001
  • Power and Politics in Poststructuralist Thought. New theories of the political, Londra: Routledge 2005
  • Unstable Universalities: Postmodernity and Radical Politics, Manchester: Manchester University Press 2007

Voci correlate

Collegamenti esterni