Sabotaggio

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Emile Pouget, anarco-sindacalista francese, definì per primo il concetto di sabotaggio

Il sabotaggio è un mezzo d'azione diretta nel quale si mette in pratica una modificazione, distruzione, ostruzione o qualsiasi intervento esterno atto ad impedire o turbare la realizzazione di un progetto.

Origine etimologica e storica del sabotaggio

La parola sabotaggio ha un'origine etimologica derivante dal francese sabotage (verbo saboter), ma che «anticamente significava urtare, da sabot, zoccoli, usati per rompere e bloccare i macchinari nelle proteste durante la rivoluzione industriale»[1].

Prima che assumesse l'accezione oggi conosciuta, aveva un significato gergale in riferimento ad un lavoro compiuto alla bell'è meglio, cioè «come a colpi di zoccolo» (comme à  coups de sabots).[2]

Il termine prese il senso oggi conosciuto grazie ad Emile Pouget, che durante il congresso di Tolosa della Confédération Générale du Travail (1897), richiamandosi alla tradizione operaia luddista, rivendicò l'importanza del sabotaggio quale metodo d'azione diretta appartenente al sindacalismo rivoluzionario.

Lo storico sindacato americano Industrial Workers of the World (IWW) fece proprie le tesi del congresso sostenendo il sabotaggio come mezzo di autodifesa e d'azione diretta contro le condizioni di lavoro inique. In particolare fu Big Bill Haywood, durante il tour europeo del 1910, a promuovere tra i lavoratori questa pratica quale efficace mezzo di lotta sindacale.

Più avanti sarà  la poesia di Ralph Chaplin intitolata The Harvest Song, pubblicata nel 1913 sul periodico anarco-sindacalista dell'IWW «Solidarity», ad utilizzare il simbolo del gatto selvaggio come rappresentazione dell'azione diretta, dello sciopero e del sabotaggio, cioè alcuni dei principali strumenti di lotta operaista (insieme al boicottaggio e alle occupazioni).

L'ultimo verso della poesia di Ralph Chaplin, che critica la situazione in cui è costretto a vivere il lavoratore, propone di scatenare il "sab cat", se i lavoratori non avranno ciò che è loro dovuto:

Some day we'll take the good things of the earth
That the parasites hoard and sell;
We'll keep our products for ourselves,
And bosses can go to hell.
The earth is on the button that we Wobblies (1) wear;
We'll turn the sab cat loose or get our share!

Un giorno ci prenderemo le buone cose della terra
Che i parassiti accumulano e vendono;
Ci terremo per noi ciò che produciamo
E i capi se ne vadano all'inferno.
La terra è sul bottone che portiamo noi del sindacato
Noi scateneremo il gatto del sabotaggio se non avremo quel che ci spetta!

Un altro simbolo del sabotaggio è l'immagine della chiave inglese quale mezzo di distruzione dei macchinari industriali portata in auge nel 1975 dal romanzo di Edward Abbey The Monkey Wrench Gang («La banda del sabotaggio»), successivamente adottata come simbolo da molti eco-attivisti per descrivere il danneggiamento dei macchinari impegnati nella devastazione del pianeta terra. Il romanzo divenne un vero e proprio cult del movimento ecologista radicale e della controcultura americana.

Attualmente a Philadelphia è presente una libreria anarchica denominata Wooden Shoe (ovvero «sabotaggio») [3].

Il sabotaggio come mezzo d'azione diretta

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Il simbolo del gatto selvaggio (nero) è spesso utilizzato per rappresentare l'azione diretta, lo sciopero, il boicottaggio e il sabotaggio, cioè alcuni dei principali strumenti di lotta degli operai sul posto di lavoro

Il sabotaggio è stato un mezzo utilizzato simbolicamente o meno da antiautoritari e rivoluzionari in genere durante varie epoche: nella lotte contro la rivoluzione industriale (luddismo), durante le battaglie operaie del XIX e del XX secolo (es. per l'ottenimento delle 8 ore lavorative) e via via fino ai giorni nostri. Il principio di questo concetto risiede nell'idea dell'azione diretta, che intende rendere i lavoratori (o comunque coloro che "sabotano") protagonisti del proprio destino: coloro che vogliono ottenere un miglioramento o che vogliono lottare contro il padronato, operano il sabotaggio dei macchinari delle fabbriche o di un'azienda, mettendo così in difficoltà  il padrone fino a quando le macchine non verranno riparate.

I sistemi di sabotaggio sono variabili all'infinito (spesso illegali) e sempre diretti a colpire il "padronato", quindi possibilmente non devono avere ripercussioni dirette e troppo spiacevoli sulle masse, soprattutto se si tratta di sabotare di beni di prima necessità  essenziali per la vita quotidiana.

Il sabotaggio quindi nasce come mezzo di lotta sindacale, ma, per estensione, può venire utilizzato anche come strumento di contrasto di tutte le forme di dominio, compresa quella dell'uomo sugli animali non-umani e sulla natura. Per esempio, nelle correnti ecologiste più radicali esso comporta come conseguenza l’azione diretta contro tutto ciò che devasta l'ambiente naturale. Spesso le istituzioni e le forze dell'ordine usano il termine eco-terrorismo per definire atti di sabotaggio ambientale.

A tal proposito, alcuni membri del movimento NO TAV sono stati recentemente accusati di terrorismo dopo aver compiuto un'azione di sabotaggio contro un macchinario utilizzato per devastare la Val Susa.[4] Come conseguenza a catena, lo scrittore Erri de Luca, che aveva difeso gli accusati e la loro azione di lotta, è stato a sua volta denunciato per istigazione alla violenza a causa di queste parole:

«La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo, sono necessari per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile... hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa».[5]

In seguito, anche in fase processuale, De Luca ha ribadito la propria idea :

«Il verbo sabotare è nobile ha un significato molto più ampio dello scassamento di qualcosa. Lo usava anche Gandhi. Io sostengo che la Tav vada sabotata. Anche un ostruzionismo parlamentare è un sabotaggio rispetto a un disegno di legge. Ma quello che riconoscono a me, non lo riconoscono a Bossi o Berlusconi. Eppure io valgo per uno. Non ho un partito. Non ho una sezione in cui andare a sobillare. Non sono aderente a nulla. Io sono un cittadino della Val di Susa».(Dichiarazione di Erri de Luca)[6]

Sabotaggio informatico

Exquisite-kfind.png Vedi Anonymous.

Il sabotaggio informatico fa riferimento ad una serie di comportamenti volti ad eliminare o modificare funzioni o dati di un sito web o computer senza alcuna autorizzazione, ostacolandone il corretto funzionamento, vale a dire, provocando danni più o meno estesi all'hardware o al software. I metodi utilizzati variano notevolmente e si sono evoluti in tecniche sempre più sofisticate e difficili da individuare.

Note

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Bibliografia

  • Erri de Luca, La parola contraria, Feltrinelli, 2015
  • Edward Abbey, I sabotatori, Meridiano Zero, Padova, 2001
  • Edward Abbey, «The Monkey Wrench Gang» (in italiano La banda del sabotaggio), 1975
  • Emile Pouget, Le sabotage, 1911 (trad. italiana Sabotaggio, Edizioni La Fiaccola 1973.).

Voci correlate

Collegamenti esterni