Romano Prodi

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Romano Prodi

Romano Prodi (Scandiano, 9 agosto 1939) è stato un economista e un uomo politico italiano.

La vita e l'azione politica

Nasce il 9 agosto 1939 a Scandiano presso una famiglia benestante e numerosa. Studia al liceo classico e si laurea all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1961) in Giurisprudenza con una tesi sul protezionismo nello sviluppo dell'industria italiana. Dopo la laurea si è specializzato alle università di Milano e Bologna e alla London School of Economics.

Sempre legato alle istituzioni, inizia ad insegnare presso le Università (negli USA e in Italia). In politica si lega alla Democrazia Cristiana, grazie soprattutto all'amicizia con Beniamino Andreatta. Dal 1982 fino al 1989 è stato presidente dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), allora il maggiore ente pubblico che controllava varie società di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in quel momento si trovava in forti difficoltà economiche. Ha contribuito in maniera preponderante alla privatizzazione (furono vere e proprie svendite) di quell'ente pubblico. [1]

Romqano Prodi ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana per due volte (dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008), contribuendo a portare sempre più al centro la coalizione politica che assemblava gli ex-comunisti e gli ex-democristiani. I suoi governi si sono spesso distinti per il sostegno dato alle politiche confindustriali (es. sostegno dato alle politiche in favore del precariato), all'imperialismo americano (es. sostegno e rifinanziamento alle missioni militari in Afghanistan e appoggio al Dal Molin), al militarismo (es. missione militare in Libano; l'ultimo governo Prodi ha notevolmente incrementato le spese militari) e alla repressione del fenomeno migratorio (es. introduzione dei CPT “grazie” alla legge Turco-Napolitano) e dell'antagonismo (es. repressione del movimento NO TAV). Romano Prodi è stato anche presidente della commissione europea dal 1999 al 2004 e collaboratore della Goldman Sachs, una delle più grandi banche d'affari del mondo.

L'ultimo suo governo è caduto il 24 gennaio 2008 (il suo ultimo governo è nato il 17 maggio 2006 ed è caduto il 24 gennaio 2008). Dal 23 maggio 2007 è stato presidente del Comitato nazionale per il Partito Democratico, e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile 2007 al 16 aprile 2008. Dal 12 settembre 2008 ha presieduto il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Il 6 ottobre 2012, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha conferito a Prodi un nuovo incarico, ovvero quello Inviato speciale dell'Organizzazione per la crisi nel Sahel, con particolare riferimento alla situazione di guerra interna presente nel Mali.

Il sequestro Moro e la fantomatica seduta spiritica

In pieno sequestro Moro, il 2 aprile 1978, Romano Prodi insieme a Mario Baldassarri (esponente di AN, negli anni 80 membro del consiglio di amministrazione dell'ENI e viceministro per l'Economia e le Finanze dei governi Berlusconi II e Berlusconi III, al tempo del rapimento di Moro docente presso l'Università di Bologna) e Alberto Clò (economista ed esperto di politiche energetiche, ministro dell'Industria nel governo Dini e docente di economia all'Università di Modena), oltre ad altri amici, decidono di partecipare, “per gioco”, ad una seduta spiritica per cercare di scoprire dove era tenuto prigioniero Aldo Moro. Secondo Prodi, che raccontò l'”indicazione dello spirito ad Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini, dalla seduta sarebbe saltato fuori il nome di Gradoli.

L'informazione fu ritenuta attendibile dalle istituzioni, tant'è che il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, organizzò un blitz armato nella cittadina di Gradoli, vicino Viterbo, alla ricerca della prigione di Moro. Fu invece incredibilmente trascurata l'indicazione della moglie di Aldo Moro, secondo cui esisteva a Roma una "via Gradoli". L'allora ministro degli Interni, Francesco Cossiga, smentì invece la signora Moro, per cui si trascurò quella via che invece esisteva. Infatti il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse che era stato da poco abbandonato.

Ora si dovrebbe capire se Romano Prodi ha dei rapporti privilegiati con l'aldilà oppure se quello fu un modo per rivelare un fatto di cui invece era venuto a conoscenza in altri modi.

Attentati contro Prodi

Il 21 dicembre 2003 due ordigni a basso potenziale sono stati fatti esplodere nei cassonetti dei rifiuti vicino a casa del presidente della Commissione europea Romano Prodi.

Il 28 dicembre dello stesso anno la famiglia Prodi ha ricevuto un pacco bomba, contenente una copia de Il Piacere di Gabriele d'Annunzio, da cui si è sprigionata una piccola fiammata, che ha lasciato incolume l'ex-Presidente del Consiglio, non appena Romano Prodi aveva appena iniziato ad aprirlo. Prodi si è ritratto di scatto, rimanendo illeso e senza essere per nulla investito dalla fiammata. Gli attentati, giá inizialmente attribuiti dalla stampa a possibili gruppi anarchici insurrezionalisti, sarebbero stati rivendicati dalla cosiddetta Federazione Anarchica Informale [2], tramite un volantino alla redazione di Bologna di Repubblica [3], la quale in questo modo avrebbe voluto denunciare le politiche autoritarie e repressive della UE, allora proprio sotto la Presidenza di Romano Prodi.

Fonti

  1. Le privatizzazioni di Prodi
  2. Nonostante diversi individui siano stati preventivamente arrestati e processati come appartenenti alla fantomatica Federazione Anarchica Informale, mai nessuno è stato condannato.
  3. Bologna, due bombe vicino casa di Prodi
    Libro-bomba esplode a casa Prodi Illeso il presidente della Ue