Ret Marut

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Immagine del 1926 attribuita a Marut/Traven

Ret Marut (Poznań-Prussia Occidentale, 23 febbraio 1882 o San Francisco, 25 febbraio 1882 [1] o Chicago, 3 maggio 1890 [2] - Città del Messico, 26 marzo 1969), pseudonimo di Bruno Traven o Traven Torsvan Croves, è stato uno scrittore e anarchico tedesco dalla vita enigmatica. Fu egli stesso ad adoperarsi per renderla tale attraverso l'utilizzo di un'infinità di nomi e pseudonimi diversi (B. Traven, Berick Traven Torsvan, Albert Otto Max Wienecke, B.T Traven, ecc. [3]) atti a rendere difficilmente ricostruibile la sua biografia. Rifiutò sempre fama e pubblicità, ritenendo che dovessero essere giudicate le sue opere anziché la sua vita.

Biografia

Nato negli Stati Uniti da una famiglia di immigrati tedeschi, ritornata poi nella terra d'origine poco dopo la sua nascita, tra il 1917 e il 1921 Traven comincia a far uso dello pseudonimo Ret Maruk. Influenzato dalla filosofia di Max Stirner, diviene anarchico e pubblica a Monaco tra il 1917 e il 1919 la rivista «Der Zielgelbrenner».

Nel 1919, insieme ad anarchici come Erich Muhsam e Gustav Landauer, partecipa agli eventi che porteranno alla nascita dell'effimera Repubblica dei Consigli di Baviera, in cui assume il ruolo di responsabile della stampa e della propaganda dei Consigli operai e contadini. Una volta sconfitta la repubblica dalla violenza reazionaria dei nazionalisti, è da questi condannato a morte, a cui per fortuna riesce a sfuggire grazie ad una fuga verso Londra (1923).

In Gran Bretagna subisce un breve periodo di detenzione, poi sceglie di espatriare verso il Messico. Alla data del 28 luglio 1924 nel suo diario Ret Marut scrive: «Il bavarese di monaco è morto», dichiarando così di voler aprire una nuova fase della sua vita. Si stabilisce infatti nella città messicana di Tampico, qui assiste agli eventi della Rivoluzione Messicana e scrive il suo primo romanzo, che in buona parte racconta, con uno stile diretto e semplice, delle insurrezioni degli oppressi contro gli oppressori in centro America.

Dal Messico spedisce in Europa i suoi manoscritti, che saranno poi tradotti in 44 lingue, rifiutando tanto la critica quanto il contatto col pubblico. Egli pensava che i suoi libri dovessero parlare per lui e non viceversa. In seguito spiegò in questo modo le ragioni della sua scelta di vivere nell'ombra:

«Colui che postula un impiego come sorvegliante notturno o di accendi lumi si vede richiedere un curriculum vitæ da trasmettere in un certo arco di tempo. Ma da un lavoratore che crea delle opere intellettuali, non si dovrebbe mai esigerlo. Lo si incita a mentire. Soprattutto se crede, per delle ragioni buone o cattive, che la sua vera vita potrebbe deludere gli altri. Ciò non vale per me. La mia vita personale non deluderebbe. Ma essa non riguarda che me e tengo a che sia così. Non per egoismo. Ma perché non riguarda che me e ci tengo a che sia così. Non per egoismo. Ma perché desidero essere il mio giudice in ciò che concerne i miei affari personali. Mi piacerebbe dirlo molto chiaramente. La biografia di un creatore non ha la minima importanza. Se non si riconosce l'uomo con le sue opere, delle due cose una: o l'uomo non vale nulla oppure le sue opere. È per questo che l'uomo creatore non dovrebbe avere altra biografia che le sue opere. È nelle sue opere che egli espone alla critica la sua personalità e la sua vita».(Ret Marut in una lettera alla «Guilde Gutenberg», in accompagnamento del manoscritto Totenschiff [La nave dei morti], 1926)

In Messico Traven si trova completamente a suo agio, poiché d'altronde egli sentiva come sua patria ogni terra che gli offriva ospitalità:

«So ora che la mia patria è classificata in fascicoli, l'ho vista sotto forma di funzionari abili a cancellare in me le ultime tracce di patriottismo. Dove dunque è la mia patria? La mia patria è là dove sono, dove nessuno mi disturba, dove nessuno mi chiede chi sono, da dove vengo e cosa faccio» (La nave dei morti).

A Città del Messico è molto conosciuto e può contare su un folto gruppo di amici, tra cui Gabriel Figueroa, Tina Modotti, Frida Kahlo, Adolfo Mateos ed Esperanza López Mateos (il suo primo traduttore), Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros, Federico Canessi ed Edward Weston. Nel 1957 si stabilisce a Città del Messico con Rosa Elena Luján, sua traduttrice e compagna ideologica. Traven\Marut prosegue la sua attività rifiutando pubblicità e fama sino alla fine sua morte, avvenuta a Città del Messico il 26 marzo 1969.

La sua ultima volontà fu quella di spargere le sue ceneri nel rio Jataté, che attraversa la foresta del Chiapas, uno dei posti più amati dallo scrittore tedesco. Secondo Martina-Lise Riesefeld, nel suo testamento Traven avrebbe certificato di chiamarsi Traven Torsvan Croves, nato a Chicago nel 1890 e naturalizzato cittadino messicano nel 1951.

Note

  1. Nato da William Marut ed Helene, secondo quanto da egli stesso sostenuto di fronte alle autorità di Düsseldorf e di Monaco
  2. Nato da Burton Torsvan e Dorothy Croves, secondo delle note biografiche che egli fece circolare a partire dagli anni 40
  3. I molti nomi di Ret Marut

Opere

1917 - 1921, articoli su «Der Ziegelbrenner» (in italiano: Nello stato più libero del mondo).
1926, La nave morta
1926, I Wobbly, dal 1928 anche noto come: I raccoglitori di cotone
1927, Il tesoro della Sierra Madre
1928, La terra della primavera
1928, Der Busch
1929, Il ponte nella giungla
1929, La rosa bianca
1931, Carreta

1931, Speroni nella polvere
1933, La marcia alla Monteira
1936, Troza
1936, La ribellione degli impiccati
1936, Sonnen-Schöpfung
1940, Il generale dalla giungla
1950, Macario
1958, Der dritte Gast
1958, I raccoglitori di cotone (ed. italiana Longanesi, 1959)
1960, Aslan Norval

Voci correlate

Collegamenti esterni