Pubblico Dominio Antiscadenza

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"Ne stupirò più di uno, nel dimostrare tra breve la sbalorditiva proposta che, fra le cose che rientrano nel commercio dell'umanità, che sono oggetto della nostra incessante attività ed alle quali attribuiamo un valore, non sono da considerarsi tali, sia per loro natura che per destinazione, annoverandole tra le nostre produzioni più preziose, quelle dell'arte e della letteratura. (...) Fino ad ora, abbiamo considerato lo scrittore soltanto come un produttore di utilità: a tale scopo, abbiamo concluso per lui la legittimità di una retribuzione. Ma c'è altro ancora nell'autore oltre che essere produttore d'utilità. L'obiettivo che persegue non è semplicemente uno scopo utilitario; è soprattutto uno scopo d'istruzione morale, ideale. L'ideale, tanto nella sfera della coscienza che in quella della vita, ecco ciò che costituisce il motivo dominante del produttore letterario, all'inverso dell'industriale, il cui motivo dominante è l'utilità. Ragionando da questo punto di vista, ritengo che l'opera di letteratura e d'arte cessa di essere remunerabile, che perda il suo carattere di venalità, e che questo è il principale motivo che proibisce ogni appropriazione nel settore intellettuale. Sostengo, di conseguenza, che la creazione di una proprietà artistica e letteraria, qualora fosse resa possibile, sarebbe la corruzione di qualsiasi arte e di qualsiasi letteratura; che una letteratura animata da tale spirito sarebbe in contraddizione con se stessa, contraria al progresso, in opposizione al destino sociale, in una sola parola una letteratura di immoralità. È inteso? Il paradosso è abbastanza chiaro?... Poveri aborti rivoluzionari che siamo! Appena 80 anni fa tutto ciò sarebbe sembrato di puro senso comune, una banalità ". (Pierre Joseph Proudhon) da “Les majorats littéraires, 1862, II Parte: considerazioni morali ed estetiche - Cap.1. Della distinzione delle cose venali e delle cose non venali".

"Il pensiero è libero e l'intera sua produzione di immagini, suoni e lettere dell'alfabeto, è patrimonio di tutti: la cultura non può essere di proprietà e oggetto di commercio, ma solo una libera forma di reciproco e gratuito scambio". (Altipiani azionanti).

Ecco i principi fondanti del Pubblico Dominio Antiscadenza, un progetto per la realizzazione di un pubblico dominio anarchico anticopyright e antilicenze, dunque contro la proprietà intellettuale e basato sulla volontaria Rinuncia ai diritti d'autore.

Il logo animato del PDA Anticopyright e Antilicenze by Altipiani azionanti

Quando nasce il PDA

La nascita del "Pubblico Dominio Antiscadenza", detto anche Pubblico Dominio Anarchico e Pubblico Dominio Anticopyright in acronimo PDA, è praticamente contemporanea a quella di INGRESSO LIBERTARIO, uno spazio online autogestito messo a disposizione di tutti dall'utente di ita.anarcopedia Altipiani azionanti sulla sua pagina personale a partire dal 10 Settembre 2009, e che di fatto è il primo documento del Pubblico Dominio Antiscadenza.
Nella denominazione, solo per semplicità, si è voluto lasciare il termine "dominio" che, in questo caso, assume significato di "categoria".

Altipiani azionanti, nel contestare l'utilizzo di ogni tipo di licenza per le pubblicazioni online di carattere e contenuto anarchico, ivi compresa la licenza di default Copyzero 1.0 della stessa Anarchopedia e la CC0 1.0 Universal della Creative Commmons (non applicabile in Italia), decide per primo di operare in INGRESSO LIBERTARIO in totale regime di anticopyright promuovendo un PDA (Pubblico Dominio Antiscadenza) come quell'estensione del PD (Pubblico Dominio) anche alle opere di quegli autori viventi disposti liberamente a rinunciare ai propri diritti d'autore come manifestazione di anticopyright e di lotta alla proprietà intellettuale. L'attuale PD, infatti, è costituito dalle sole opere i cui diritti d'autore siano scaduti perché già trascorso il periodo di beneficio economico successivo alla loro morte.

Ma la vera e propria diffusione online del PDA avviene il 13 Gennaio 2010 con la pubblicazione sulla rivista online di critica dell'arte e della società Amnesia Vivace dell'articolo di Altipiani azionanti intitolato L'anarchia fai da te - Il Pubblico dominio anarchico contro la Proprietà intellettuale come critica anarchica all'articolo Eben Moglen Il Trionfo dell'Anarchia: il Software Libero e la Morte del Diritto d'Autore apparso per la prima volta in First Monday, peer-reviewed journal on the internet vol. 4, n. 8 il 2-agosto-1999 (titolo originale: Anarchism Triumphant: Free Software and the Death of Copyright).

Il PDA è contro la proprietà intellettuale e i relativi diritti commerciali

Le opere rilasciate sotto un pubblico dominio antiscadenza, a differenza di quelle rilasciate sotto pubblico dominio generico normale, hanno alla base una precisa scelta: una ferma presa di posizione contro il Copyright e i marchi registrati in generale da esercitarsi tramite la rinuncia volontaria al diritto d'autore. E il classificarli così, differenziandoli, vuole dimostrare questa protesta in atto.

Si parte dalla considerazione che, per quanto possa sembrare inedita e originale una qualsiasi opera d'ingegno di un qualsivoglia autore, tuttavia essa non si può mai ritenere di sua esclusiva competenza tale da consentirgli un eventuale diritto di proprietà intellettuale; di fatto tale opera scaturisce, direttamente o indirettamente, dalla serie numerosa di stimoli che sono alla base del vivere sociale e delle relazioni con gli altri oltreché dal sapere già acquisito e consolidato dal quale ognuno di noi continuamente attinge.

I sostenitori del PDA, sono inoltre convinti che, tra le professioni esercitabili in una libera società ideale, quella dell'intellettuale "retribuito" non sia eticamente accettabile o quanto meno sia da evitare, soprattutto per i rischi di strumentalizzazione e i danni da subordinazione e da servilismo che tale attività, se esercitata per il mero profitto, inevitabilmente arreca ed ha arrecato all'umanità. L'attività intellettuale retribuita, ha generato storicamente le note figure gerarchiche dei vari "professionisti dell'ingegno" quali notai, avvocati, giuristi, docenti, politici ecc..., che hanno agito, nella maggioranza dei casi, per consolidare il potere politico dei governanti in cambio di quei privilegi, per conservare i quali, bisognava perpetuare un clima generale di sottocultura, di subordinazione politico-economica e quindi di asservimento sociale nei confronti della moltitudine e dei meno abbienti.

Alla luce di tali considerazioni e soprattutto consapevoli della valenza gerarchica e anticulturale che si cela dietro una qualunque "tutela legale dei diritti d'autore", che di fatto è solo una forma di controllo sociale ed economica atta a regolamentare e strumentalizzare la libera circolazione delle idee, i sostenitori del PDA si oppongono quindi alla "proprietà intellettuale" in maniera radicale, non solo nei confronti del full-copyright, ma anche di tutte quelle forme di copyright limitato rappresentato dalle "licenze di permesso d'autore" come Open Source, l'Open Content e Copyleft. Queste ultime, pur ammettendo alcuni diritti di utilizzazione dell'opera, tuttavia continuano a difendere la proprietà del diritto d'autore del copyright e non sono altro che manifestazioni della New Economy e Net Economy, vale a dire quelle nuove innumerevoli opportunità di business di un'economia rinnovata ma sempre basata sui "dogmi" della Old Economy del mero profitto.

L'anticopyright del PDA è contro il diritto legale dello Stato

Il PDA è contro il copyright della proprietà intellettuale sotto tutte le sue forme e contrasta quella tendenza errata di considerare l'anticopyright come una opposizione non solo totale ma anche parziale ai diritti d'autore (vedi copyright limitato = solo alcuni diritti d'autore riservati).

L'anticopyright del PDA consiste nell'ignorare completamente il diritto dello Stato nel valore legale di tutti i diritti d'autore (morali, patrimoniali e connessi) perché considerati "inalienabili privilegi" e tale anticopyright viene esercitato, da parte dell'autore, in una forma contestatoria, attiva e unilaterale (quindi oppositiva in quanto alternativa allo Stato) che, nel pubblicare la propria opera in qualsiasi formato duplicabile (sia esso cartaceo, elettronico ecc.) rinuncia volontariamente a tutti i diritti d'autore.
Riguardo all'aspetto della paternità (diritto morale) i sostenitori del PDA, ritengono che essa sia una caratteristica connaturata all'opera in quanto libera espressione dell'autore e pertanto concettualmente inespropriabile ma, al tempo stesso, ininfluente dal punto di vista commerciale una volta che si è proceduto alla rinuncia dei diritti (patrimoniali) d'autore. A quel punto, la paternità dell'opera non generando alcun privilegio e non avendo alcun valore giuridico, assume una giusta rilevanza solo ai fini della pari dignità nell'ambito del libero e reciproco scambio tra individui di una collettività e il suo riconoscimento è naturale, convenzionale e certamente non assoggettabile ad una logica di "difesa legale".

Il PDA è anche contro le licenze Copyzero, CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0

Il PDA è un anticopyright e la "rinuncia ai diritti d'autore" è finalizzata a combattere i diritti di utilizzazione delle opere d'ingegno ed in particolare quelli relativi allo scopo di lucro, che esistono solo in virtù alla proprietà intellettuale e che vengono salvaguardati dalle licenze del permesso d'autore tramite l'applicazione legale del copyright, ivi compresa quella copyleft del Copyzero 1.0, con la quale, ad esempio, il licenziante autorizza il licenziatario ad esercitare tutti i diritti sull'opera ivi compreso il "diritto di utilizzare a scopo di lucro l'opera" (art. 5 punto b) che, pertanto, non sono esercitabili in maniera esclusiva.
L'ultima versione Licenza CopyZero X v. 2.3, nella sua grande versatilità di licenza multiopzionale, rappresenta addirittura un passo indietro rispetto alla non esclusività dell'esercizio dei diritti trasmessi ed alla gratuità del diritto alla comunicazione: il licenziante può compilarla stando comodamente al computer e scegliendo di trasferire solo quei diritti che desidera, spuntando con delle "X" apposite caselle vuote predisposte (diritti che per default non essendo spuntati sarebbero in pratica tutti riservati in partenza) e teoricamente far diventare tale licenza anche un "full-copyright di libera scelta" (tutti i diritti riservati) qualora il licenziante dovesse per esempio decidere di non trasferire il diritto di lucro, quello di opera derivata ecc. o permettere addirittura al licenziatario di apporre misure tecnologiche di protezione.

Un discorso a parte meritano le licenze CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0 che rappresentano in pratica quel pubblico dominio valido a livello internazionale in america ed in altri paesi europei. Tali licenze sono state confezionate "ad arte" dai giuristi della Common Creative non certo per permettere una libera e gratuita divulgazione delle opere, bensì per consentire e facilitare lo scopo di lucro delle opere ad esse collegate, nell'intento di espropriare l'autore finanche della paternità dell'opera medesima.

I creatori delle CC0 1.0 Universal e Public Domain Mark 1.0, nel concepire queste ennesime licenze, che non sono affatto degli anticopyright bensì dei no-copyright (nessun diritto d'autore), hanno voluto chiarire, seppur indirettamente, che tutto il sapere culturale è riducibile a meri prodotti commercializzabili, nel senso che, una volta applicate la suddette licenze ad un'opera, chiunque successivamente può avanzare su di esse e legalmente, i propri diritti d'autore della proprietà intellettuale.

Il PDA non è pirateria informatica

Pur ritenendo valide e plausibili tutte le forme di anticopyright, il PDA non è tuttavia una forma di pirateria informatica. Esso promuove semplicemente un ambito di società alternativa e parallela, a carattere di volontariato, in cui viene messa definitivamente al bando la proprietà intellettuale promuovendo la libera distribuzione e utilizzazione delle opere dell'ingegno e la creazione di un Pubblico Dominio attivo e attuale (Antiscadenza) costituito dalle opere di quegli autori che, rinunciando volontariamente alla tutela legale del diritto d'autore, combattono quella comune e insana tendenza di utilizzare solo a fini di lucro la produzione intellettuale.

Le opere rilasciate in PDA tramite rinuncia volontaria a i diritti d'autore vengono liberamente condivise online in peer-to-peer, mentre in outline viene proposta l'autoproduzione e dell'opera, ivi compreso il libro autoprodotto in formato cartaceo per la distribuzione gratuita (dono-scambio) o al modico prezzo del rimborso spese.

Il PDA online e il concetto di reciproco e libero scambio del P2P

Si sa bene che le case editrici sono quelle che ricavano fino al 90% dei profitti dalla pubblicazione delle opere d'ingegno, mentre solo il 10% (in molti casi anche molto meno) degli utili sono destinati all'autore.
Ciò avviene perché l'editoria tradizionale, ricalca quel meccanismo economico-commerciale di potere fondato sulla "proprietà intellettuale" e che è alla base di una società capitalistica; vale a dire l'attività lucrativa tendente a concentrare la produzione di beni di consumo su un determinato, per quanto relativamente basso, numero di aziende, teoricamente in concorrenza leale tra loro (quando non in monopolio), beni che poi vengono acquistati dal resto della popolazione che li utilizza.

Per risultare vantaggioso lo scambio commerciale deve quindi seguire un flusso "da pochi a molti" e ciò vale per tutti i settori commerciali compresi quelli della comunicazione (radiotelevisiva, della carta stampata ecc.).

Come è facilmente intuibile, l'autoproduzione, in tale ambito, gioca un ruolo controproducente e pertanto viene ostacolata.

La rete internet ha segnato un cambiamento epocale ed una inversione di rotta rispetto a tale sistema commerciale ed ora col P2P si possono perseguire addirittura finalità anti-commerciali. La rete internet attua e predilige, almeno fino ad oggi, un sistema di comunicazione alla pari "one to one" laddove lo scambio reciproco e gratuito del modello di rete peer-to-peer ne rappresenta la sua massima espressione: la comunicazione tra utente e utente e la propagazione a ragnatela, orizzontale e antigerarchica della rete di comunicazione P2P, consentono il più libero scambio in senso assoluto, ovviando e ribaltando il vecchio sistema client-server per il deposito ed il successivo download dei file.

Il PDA ha trovato così, nella rete P2P, la sua più consona espressione e la sua più alta valorizzazione in senso libertario.

Ora si tratta solo di realizzare un peer-to-peer del PDA in outline attingendo le opere elettroniche direttamente dalla rete P2P.

Il PDA outline del "self publishing" dell'opera anticopyright, autoprodotta e scambiata in dono o al semplice rimborso spese

A questo scopo la proposta di Altipiani azionanti è alquanto semplice e risolutiva: realizzare un'opera cartacea come prodotto anticopyright con la rinuncia dei diritti d'autore, stamparlo a casa con una normale stampante a sistema CISS (a inchiostro continuo), rilegarlo a mano e scambiarlo gratuitamente in dono o ad un prezzo modico di rimborso spese, laddove nelle spese è inclusa anche la prestazione di lavoro dell'autore come impegno socio-culturale.

Dato che la produzione manuale del libro è limitata ad un numero molto ridotto di copie, assume allora un ruolo essenziale per l'autoproduttore la distribuzione gratuita dell'opera nelle biblioteche pubbliche per consentirne la lettura ed il prestito esterno e quindi una fruizione "da uno a molti", ma questa volta in modo efficace perché anticommerciale e diretto alla massima reciprocità, senza altri secondi fini oltre quelli culturali a cui, una libera società dovrebbe tendere, consentendo a chiunque di potersi liberamente esprimere e con una minima spesa.

In tal modo si vuole in definitiva:
a) combattere l'ingiusto profitto, per non dire anche il sopruso, delle società editrici e reso possibile dalla proprietà intellettuale e dalla normativa sul diritto d'autore;
b) ridare dignità all'autore non professionista dando la possibilità a chiunque di pubblicare una propria opera d'ingegno, anche se una sola volta nella propria vita;
c) poter riconoscere il diritto agli autori aderenti al PDA di far comparire la propria opera nel pubblico sistema bibliotecario;
d) combattere la logica commerciale e anticulturale del lucro derivante dalla proprietà intellettuale e dell'obbligo alla minima tiratura della stampa tipografica imposto delle case editrici, attraverso l'autoproduzione in anticopyright e la distribuzione (on demand) preferibilmente gratuita o a prezzo modico (rimborso spese) della propria opera tanto ai richiedenti quanto ai circuiti bibliotecari.

Critiche al PDA

Una delle principali critiche al PDA emerse dal confronto-dibattito tra anarcopediani, è stata quella di potersi rivelare "controproducente" dal momento che chiunque potrebbe impossessarsi dell'opera modificandola e ripubblicandola sotto full-copyright.
Per rispondere a tale affermazione non si può prescindere dal concetto di "consumo e/o uso critico" attualmente dibattuto proprio per combattere in modo consapevole e partecipato, tutte quelle forme commerciali insostenibili della nostra società dei consumi. Ebbene il PDA, nel promuovere e favorire una editoria no-profit collaterale e alternativa, subordinerebbe alla logica di promozione al consumo consapevole e partecipato anche le opere d'ingegno nell'intento di rafforzare coesione e benessere sociale non soltanto in risposta ai limiti ambientali ma soprattutto, come nella fattispecie, a quelli sociali generati dal mercato convenzionale dell'editoria della proprietà intellettuale.
Nella maggioranza dei casi le opere artistiche (video, audio, letterarie), conservano una loro peculiarità di prodotto finito non suscettibile di ulteriori rimaneggiamenti e la preoccupazione che un'opera già ascritta al PDA possa essere oggetto di full-copyright diventa, a questo punto, un falso problema, dal momento che i sostenitori del PDA, oltre a non essere minimamente interessati al mercato culturale lucrativo ed ai rischi di plagio ad esso connessi, sarebbero anche in grado di gestire autonomamente una propria editoria e di fornire una copia dell'opera ad un prezzo di costo "certamente" inferiore a quello eventualmente di mercato, per il semplice fatto che tale "rimborso spese" non include i profitti per lucro garantiti dalla proprietà intellettuale.
La suddetta critica al PDA sarebbe in definitiva circoscritta ai soli "programmi di computer e brevetti industriali", quei prodotti commerciali, cioé, caratteristici dell'attuale società dei consumi e che, proprio in quanto tali, andrebbero riconsiderati e verificati, relativamente alla loro supposta utilità.
In secondo luogo il PDA, nel prendere definitivamente le distanze dall'editoria consumistica lucrativa, anela a essere anche la sede più "evoluta e consapevole" in fatto di software libero per la rielaborazione collettiva dei programmi di computer anticopyright che siano veramente liberi, gratuiti e pertanto accessibili a tutti.

Autori anticopyright e/o aderenti al PDA

  • Altipiani azionanti- Promotore del PDA e del progetto Anticopyrightpedia.
  • Gian Marco Benedetto autore del libro autoprodotto ed auto rilegabile "Dica pure ai suoi che possono spararmi" sottotitolo "obiezione di coscienza allo stato militare"
  • Collettivo ATYPO autore di “Serendipity" 1° libro d'artista collettivo anticopyright per QRcode.
  • Marcello Cobino autore del libro autoprodotto ed auto rilegabile nonché 1° ebook anticopyright "La scuola anarchica"
  • "il ià jolie" - Gruppo di teatro sperimentale.
  • BIOsCAMBIO - La Comunità degli autoproduttori per l'autoconsumo e dei GASeS (Gruppi di Autoproduzione e Scambio) dedita al dono-scambio di semi e quant'altro utile per l'autoproduzione.
  • Luca Leggero autore del primo brano musicale anticopyright intitolato “Something around Prince (as copyright symbol)
  • Nudo ma felice - L'autore Nudo ma felice rinuncia volontariamente ai diritti d'autore donando la propria opera al Pubblico Dominio Antiscadenza come azione anticopyright contro la proprietà intellettuale. Sperimenta modalità di esistenza condivise e porta in viaggio costante con sé stesso un laboratorio a ciel aperto di Permacultura.
  • Rosella Federigi di origine labronica, laureata in filosofia, ha pubblicato il primo libro anticopyright all'insegna del PDA del progetto Anticopyrightpedia (all rights renounced) ed è autrice di poesie e testi critici sulle sperimentazioni inerenti il rapporto arte-scienza.
  • Serge Hildebrandt (Ishta) autore del video-performance "On the wall", uno dei vincitori della IV edizione Magmart (International Videoart Festival) del 2008.
  • Gianfranco Tognarelli pittore di Pontedera autore del 1° quadro anticopyright "Macchia bianca"
  • Domenico Vitiello coautore della “Guida pratica BIOsCAMBIO n°1: la bottiglia semenzaio” e "Guida pratica BIOsCAMBIO n°2: le nuove bottiglie semenzaio 2014'
  • gaa - Gruppo Antagonista Antiautoritario del Centro Studi Libertari "Pensiero e volontà " di Benevento.
  • Natalia Dmitrievna Solženicyna [1] vedova di Aleksandr Solženicyn

Elenco opere anticopyright rilasciate in PDA e liberamente scaricabili

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

  1. Natalia Dmitrievna Solženicyna, vedova ed erede dello scrittore premio Nobel Aleksandr Solzhenitsyn morto nell'agosto 2008, ha volontariamente rinunciato ai diritti d'autore sull'opera completa del marito, in occasione della commemorazione dei 90 anni dalla sua nascita. L'opera completa, è quindi nel pubblico dominio ed è disponibile gratis sul sito internet Solzhenitsyn.ru.


Pubblico dominio antiscadenza L'autore esclusivo del contenuto di questa pagina rinuncia volontariamente ai diritti d'autore donando la propria opera (testo, musica, immagini, video ecc.), in quanto sostenitore, al Pubblico Dominio Antiscadenza come azione anticopyright contro la proprietà intellettuale.