Prospettiva Marxista

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Prospettiva Marxista è una rivista comunista e internazionalista. Ha iniziato le pubblicazioni nel gennaio 2005. I militanti che lavorano a questa pubblicazione si propongono di fornire uno strumento di riflessione teorica, di orientamento politico basato sui principi e sul metodo scientifico del marxismo. I punti di riferimento essenziali in questo impegno di elaborazione e di sostegno alla formazione di militanti proletari sono le esperienze maturate nell'azione politica di Marx, Engels e Lenin e il loro lascito teorico.

La rivista

I lavori pubblicati sul giornale hanno affrontato questioni teoriche come le caratteristiche e il ruolo del partito rivoluzionario alla luce della rielaborazione dell'esperienza storica e intrapreso uno sforzo di analisi della realtà capitalistica italiana e del confronto tra imperialismi. In particolare, l'impegno di studio, elaborazione e riflessione si è concentrato su aspetti metodologici della concezione materialistica e dialettica,tra cui la libertà di ipotesi scientifica, sui mutamenti che investono la condizione del proletariato, sulle aree, sulle potenze e sui mercati che appaiono nevralgici negli sviluppi dei rapporti di forza imperialistici.

La libertà di ipotesi scientifica

Prima di affrontare la questione della "libertà " di ipotesi scientifica, occorre soffermarsi sul concetto di ipotesi scientifica. Con Marx ed Engels, il partito della classe operaia diventa il partito dell'ipotesi scientifica. Per tutte le altre classi sociali il partito è sempre stato uno strumento per la conquista del potere finalizzata alla gestione dell'esistente. Anche per la borghesia nella sua fase rivoluzionaria, il problema della conquista del potere si è posto essenzialmente come adeguamento delle istituzioni, dello Stato a rapporti di produzione già esistenti, a rapporti di classe già emersi nel corso dei secoli nel tessuto della società feudale. Con le sue rivoluzioni, la borghesia ottiene il riconoscimento nella sfera politica di quel ruolo dominante che aveva già in una certa misura acquisito sul terreno economico e sociale, ponendosi così nelle condizioni per imprimere definitivamente il segno dei rapporti capitalistici sull'intero organismo sociale. Condizioni venutesi a creare in un processo secolare hanno fatto sì che la conquista del potere politico da parte della borghesia si sia realizzata senza un partito rivoluzionario pienamente cosciente della natura di classe della propria azione. Le rivoluzioni borghesi hanno portato a termine un processo di affermazione di una classe senza pervenire ad una comprensione scientifica di quelle stesse dinamiche che questa affermazione hanno consentito. I rivoluzionari borghesi hanno potuto vincere senza gli strumenti di una scienza sociale perché la loro rivoluzione non li richiedeva, perché la portata della loro rivoluzione si risolveva ormai sostanzialmente nella sanzione politica dell'esistente.

Il proletariato cerca il sovvertimento dell'esistente

Per il proletariato non può essere così. Il partito, per la classe, è sì lo strumento per la presa del potere, ma questa è finalizzata al sovvertimento dell'esistente. Le condizioni per questo sovvertimento devono essere presenti già nella società capitalistica, ma storicamente la classe operaia può porsi consapevolmente il problema di una conquista del potere politico per rivoluzionare gli esistenti rapporti di produzione. La rivoluzione proletaria può possedere questa natura proprio grazie alla possibilità, storicamente acquisita dalla classe, di pervenire ad un partito basato su un metodo scientifico, un partito, quindi, che affronti la realtà in movimento con la formulazione, il confronto, la selezione di ipotesi. Il sovvertimento dell'esistente non è qualcosa che possa essere fatto in qualunque momento, ma si devono verificare combinazioni di situazioni particolari, combinazioni di fattori, di condizioni politiche ed economiche. Il sovvertimento dell'esistente richiede molto di più della valutazione, talvolta sufficiente per una battaglia riformistica nel quadro della società borghese, di uno specifico rapporto di forza tra classi e frazioni di classe. Una contingente situazione storica che veda la classe operaia in condizioni di forza rispetto alla classe antagonista, in una fase di "attacco" sul terreno della lotta economica e politica, non rappresenta di per sé un momento "rivoluzionario", in cui è effettivamente possibile il sovvertimento dell'esistente. La definizione di questo momento richiede una visione spaziale e temporale infinitamente superiore a una visione di un semplice e diretto rapporto di forza. Lo sviluppo capitalistico, basandosi sull'internazionalizzazione del capitale, ha come conseguenza anche l'internazionalizzazione della politica, determinando così una estensione ed una complicazione dei rapporti di forza che necessitano uno studio continuo e profondo dell'evoluzione del capitalismo stesso. Da questo ne deriva la necessità dell'innalzamento del livello del partito, che deve, pena non essere partito, dominare scientificamente la realtà capitalistica in evoluzione.

Ogni partito operaio deve prendere le mosse dall'ipotesi scientifica di Marx

Ogni partito operaio, dopo Marx, deve misurarsi con questa necessità e deve, quindi, prendere le mosse dall'ipotesi scientifica. L'ipotesi scientifica nel nostro campo significa, quindi, ipotizzare tempi e modi dell'evoluzione capitalistica, del rapporto complessivo tra le classi e le frazioni di classi. Senza questo, ogni partito sarà semplicemente figlio di un evento e perirà con l'esaurirsi di quell'evento. La simbiosi tra partito e ipotesi scientifica è totale. I rivoluzionari privi di ipotesi scientifica non possono definirsi partito, ma solo i rivoluzionari possono formulare un\'ipotesi scientifica come strumento di comprensione e di sovvertimento dell'esistente, come elemento costituente del partito. La correttezza dell'ipotesi scientifica si misura in termini di spiegazione coerente della realtà e progressive conferme derivanti dalla realtà stessa. Ogni partito rivoluzionario proietta la sua azione nel futuro, non punta a gestire l'esistente, si attrezza per intervenire in una dinamica storica che si deve ancora dispiegare. È inevitabile, quindi, che una parte, più o meno rilevante a seconda dei momenti, della sua analisi od elaborazioni sia costituita da ipotesi scientifiche e in quanto tali da sottoporre a verifica, suscettibili di abbandono o revisione. Questo determina la possibilità della presenza contemporanea di più ipotesi scientifiche. Sarebbe stolto vedere in questo un pericolo di dispersione, di esiziale conflittualità interna. La possibilità della coesistenza di più ipotesi scientifiche non è in nessun modo in contrapposizione con l'essenza propositiva del marxismo, con il suo essere guida per l'azione. L'eclettismo delle dispute accademiche, con il loro portato di paralizzante verbalismo, se non di intimo opportunismo, non va confuso con un serio processo di verifica dell'applicazione dei metodi del marxismo, dei dati ricavati dall'esperienza delle precedenti generazioni di marxisti. Verifica che non può avere come banco di prova che il confronto con lo svolgimento dei processi reali. Gran parte di quelle che la stessa scuola marxista annovera oggi tra le verità, nella misura in cui questa definizione sfugge ad una metafisica contrapposizione tra vero e falso, si sono manifestate prima come ipotesi. Il marxismo, e non può essere altrimenti, riconosce la possibilità di arrivare ad una verità proprio in un processo di continua approssimazione, di succedersi di ipotesi, di tentativi di applicare quei metodi, quelle astrazioni concettuali che si sono rivelati confacenti alla comprensione della realtà. La possibilità della presenza di più ipotesi scientifiche non solo deriva dalla stessa essenza scientifica del marxismo, che è innanzitutto un metodo e non un condensato di verità eterne, ma può consentire una correzione delle valutazioni prima che queste vengano smentite definitivamente dai fatti, quando potrebbe anche essere troppo tardi per i tempi della lotta politica. Questo processo di verifica può assumere i connotati di una disputa politica, magari anche aspra, trattandosi di ipotesi che si ricollegano ad un grandioso processo di intervento sulla realtà sociale. Da questo punto di vista, se ha un senso contemplare lo scontro, la separazione laddove non si riconoscano nelle altrui ipotesi i caratteri di una seria elaborazione condotta nell\'alveo della scuola marxista, non ha alcun senso la pretesa di negare o limitare la libertà di ipotesi scientifica all'interno di una organizzazione, negare il suo pieno esercizio alla luce del sole. L'ipotesi scientifica è caratteristica ineliminabile del partito rivoluzionario moderno, ma l\'ipotesi scientifica o è libera o non è.

I rivoluzionari possono solamente difendere questo concetto e auspicare che consenta il maturare di effettive ipotesi scientifiche. Basandoci su quanto finora detto, sembrerebbe che la libertà di ipotesi scientifica sia qualcosa da difendere sempre e comunque, in pratica un principio. È possibile ipotizzare momenti in cui la manifestazione della libertà di ipotesi scientifica possa essere dannosa al partito e, quindi, alla classe? Non pensiamo che ci possano essere momenti in cui la manifestazione di un\'ipotesi scientifica possa tradursi in un indebolimento del partito e della classe.

Di per sé la cosa è evidente quando le diversità di ipotesi concernono aspetti fondamentali della lotta politica, quando i nodi su cui differiscono le ipotesi hanno una tale centralità da rendere impossibile mettere in sordina il confronto. Si pensi alle differenti valutazioni sul momento storico e sui compiti che ne derivano per il partito rivoluzionario alla vigilia dell'Ottobre, quando Lenin formula le Tesi di aprile. Il dubbio potrebbe sorgere in riferimento a questioni "minori", quando si potrebbe ritenere utile, in ragione di compiti prioritari, un rinvio del confronto di più ipotesi, una sua caratterizzazione meno "pubblica", ma anche in questo caso, proprio perché il confronto riguarderebbe aspetti minori, non avrebbe senso occultarlo. Ogni condizionamento posto alla libertà di ipotesi scientifica dettato da dei valori ritenuti superiori all'ipotesi scientifica stessa, da un ricorso troppo spesso disinvolto ai concetti di "unità " o di "disciplina" di partito, otterrà come unico risultato di indebolire il vero, unico principio che è quello di avere un partito rivoluzionario fermamente ancorato all'essenza genuinamente scientifica del marxismo, alla "ipotesi scientifica" come metodo e non ad "una" ipotesi scientifica, ad una chiave interpretativa che si pretende vera perché sottratta alla verifica con altre ipotesi. Vedere nel confronto di più ipotesi all'interno di una stessa scuola, in un comune sforzo di impiego dei metodi del marxismo ad una realtà complessa, un elemento di disturbo per la corretta conduzione "pratica" dell'attività politica significa aver già allontanato quest'ultima dallo spirito scientifico del marxismo. Adoperarsi, poi, perché al posto del succedersi di ipotesi, il marxismo possa avanzare attraverso la proclamazione di una verità, difesa per spirito di partito, significa essere diventati ormai paladini di una concezione religiosa della realtà, declinata, per feroce ironia della storia, con le formule di un vuoto scientismo. L'adesione ad un raggruppamento che si richiama al marxismo è adesione effettiva al marxismo e, quindi, al partito in senso marxista se è adesione ad un'ipotesi scientifica, formulata in sintonia con il metodo dell'ipotesi scientifica. Il processo di formulazione, confronto, verifica e selezione delle ipotesi è la dinamica vitale del partito, la dinamica che può garantire l'esistenza del partito, con i suoi errori e i suoi ritardi, in forza dei suoi errori e dei suoi ritardi, compresi e affrontati in una riflessione collettiva. Solo questo processo, infine, può preservare l'unità del partito. Unità nell'unico significato che un partito rivoluzionario moderno può riconoscere: non fedeltà ad un'organizzazione e ai suoi dogmi, ma adesione, critica, ragionata, ad un metodo che si è rivelato effettivamente scientifico e che solo può permettere oggi alla classe sfruttata di articolare la propria azione emancipatrice.

La censura wikipediana

Prospettiva Marxista è stata vittima della censura di Wikipedia. L'articolo fu cancellato con procedura semplificata perché accusata di recentismo. Ciò che lascia perplessi è che altre riviste di natura politica, ma di orientamento opposto, pur essendo "recenti" non hanno subito lo stesso trattamento, come evidenziato da un wikipediano:

«A mio avviso, la motivazione di cancellazione, ovvero il fatto che la pubblicazione sia troppo recente, non ha molto senso in quanto altre pubblicazioni presenti in Wikipedia -si veda a riguardo, per esempio, la pubblicazione "Azione Settimanale" (direttore respo. Alessandra Mussolini)- sono ancora più recenti (anno 2006).»

Critiche anarchiche al marxismo

Tra marxismo e anarchismo ci sono alcune affinità e diverse divergenze. Si leggano i seguenti articoli:

Collegamenti esterni