Processo di Montjuïc (1896)

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Rappresentazione dell'epoca dell'attentato del 7 giugno 1896 che scatenò la repressione

Il processo di Montjuic è il nome del processo militare istituito contro gli anarchici spagnoli dopo l'attentato del 7 giugno 1896 a Barcellona, quando una deflagrazione durante la processione religiosa del Corpus Domini provocò provocò 12 morti e 35 feriti.

Nonostante in quel periodo in Spagna vi fosse un un feroce clima anticlericale a causa della collaborazione della Chiesa con la repressione dei movimenti sociali, non vi erano prove alcune sui possibili autori dell'attentato, tuttavia il governo spagnolo di Canovas diede avio ad un giro di vite che interessò soprattutto gli operai anarchici catalani. In totale furono trattenute in stato d'arresto nel Castello di Montjuic circa 400 persone, tra cui insegnanti come José López Montenegro e Joan Montseny, propagandisti come Anselmo Lorenzo, Fernando Tarrida del Marmol, Sebastià Sunye, Joan Baptista Esteve, Josep Llunas i Pujals e Teresa Claramunt, e l'intellettuale Coromines Pere.

Molti degli arrestati subirono crudeli torture per estorcer loro confessioni e delazioni, "grazie" alle quali 87 anarchici furono processati e poi in condannati a pene diverse (5 di loro a morte).

L'attentato del Corpus Domini (7 giugno 1896)

Il 7 giugno 1896, durante la processione del Corpus Domini, una bomba esplose in calle Cambios Nuevos, a Barcellona. La deflagrazione avvenne proprio nel momento in cui passavano le persone comuni e non le autorità. I morti furono 12. 35 i feriti.

Pur senza alcuna prova, le colpe furono attribuite al movimento anarchico spagnolo, contro i quali nel giro di poche ore si scatenò la repressione istituzionale.

Arresto, torture e processo nel castello di Montjuïc

Gli arresti, le torture e le indagini

Il governo spagnolo guidato da Antonio Canovas del Castillo poche ore dopo la strage di Cambios Nuevos decretò lo stato di assedio di Barcellona, attribuendo poteri straordinari alla polizia e alla magistratura.

Questi poteri portarono nel giro di poche ore all'arresto arbitrario di circa quattrocento persone tra anarchici, socialisti e repubblicani. Condotti al castello di Montjuich, in tanti furono torturati per ordine del tenente della Guardia Civil Narciso Portas. Le torture riguardarono per certo Tomà s Ascheri, Francesc Callis, Antoni Nogués, Josep Molas, Lluís Mas, Sebastià Sunye, Joan Baptista Ollé, Francesc Gana e il francese Joseph Thiolouse.

Le indagini giudiziarie, condotte peraltro in un clima pesantemente antianarchico diffusosi in tutta la Spagna, si svolsero pertanto senza alcuna garanzia giuridica per gli imputati e le prove si basarono sulle dichiarazioni estorte con la tortura.

Il processo

La prima fase del processo militare si svolse all'interno del Montjuich dall'11 al 15 dicembre 1896 e vide imputati a vario titolo 87 anarchici. La sentenza finale fu emessa dalla Corte Suprema della Guerra e della Marina nel mese di aprile del 1897 a Madrid:

  • Cinque condanne a morte (Ascheri, Nogués, Molas, Mas e Joan Alsina)
  • Dieci condanne a vent'anni (Francesc Callis, Antoni Ceperuelo, Rafael Cusidó, Jacint Melich, Baldomero Oller, Josep Pons, Joan Torrents, Josep Vila, Jaume Vilella e Sebastia Sunye)
  • Tre condanne a diciott'anni (Joan Casanovas, Joan Baptista Ollé e Epifani Caus)
  • Sette condanne a dieci anni (Antoni Costa, Francesc Lis, Josep Mesa, Mateu Ripoll, Joan Sala, Llorenç Serra, Cristòfol Soler)
  • Sessantatré imputati assolti, ma che comunque furono condannati all'esilio in quanto anarchici.

Esecuzioni

Nel pomeriggio del 4 maggio 1897 i cinque condannati a morte vennero condotti vicino alla fossa scavata appositamente per loro. Quando il tenente Antoni Nogués ordinò ai soldati di far fuoco, Josep Moles urlò: «Viva la rivoluzione sociale!», mentre gli altri proclamarono la propria innocenza.

Campagna internazionale contro il governo spagnolo

In breve, immediatamente dopo la fine della prima tranche del processo, si sviluppò una grande campagna internazionale contro il governo di Antonio Canovas del Castillo, considerato il responsabile principale della repressione e delle torture inflitte agli arrestati. Le iniziative di denuncia presero piede soprattutto grazie all'attività di Fernando Tarrida del Marmol, anch'egli tratto in arresto la sera dell'attentato di Barcellona ma ben presto rilasciato ed espulso dalla Spagna.

Tarrida del Marmol pubblicò a Parigi Les Inquisiteurs d'Espagne e promosse diverse proteste tramite La Revue Blanche e L'Intransigeant di Parigi. In Spagna, la campagna di denuncia ebbe ampio spazio sia sulla stampa anarchica che su quella repubblicana, ma fu il libro La Barbarie Gubernamental en España (1897), attribuito a Ricardo Mella e Josep Prat, a creare gran scalpore in tutta la penisola iberica.

L'8 agosto 1897, a Mondragón, l'anarchico Michele Angiolillo uccise per vendetta il presidente del consiglio spagnolo Antonio Canovas del Castillo. Il mese seguente, il 4 settembre, l'anarchico Ramón Sempau tentò senza uscirci di assassinare Narciso Portas, il militare che materialmente aveva coordinato le torture nel castello del Montjuich.

Dopo questi fatti, periodici come El Progreso, La Revista Blanca e la Vida Nueva diedero avvio ad una campagna finalizzata alla revisione del processo, che nel 1898 porterà il nuovo governo liberale di Mateo Praxesed Sagasta a consentire il ritorno in Spagna degli esuli. Nel 1901 gli anarchici in carcere furono amnistiati e rimessi in libertà.

Voci correlate