Anarchismo in Africa e Anarchismo in Sudafrica: differenze tra le pagine

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[[File:South Africa (orthographic projection).svg|thumb|200 px|Localizzazione del Sudafrica]]L''''anarchismo in Sudfrica''' si riferisce tanto all'organizzazione politica antiautoritaria presente in diverse società  tradizionali africane, quanto al moderno movimento anarchico del Sud dell'Africa. Il [[movimento anarchico]] sudafricano ha una lunghissima tradizione, ed oggi è presente quella che è la più importante organizzazione anarchica africana, la [[Zabalaza Anarchist Communist Front]].  
L' '''anarchismo africano''' si differenzia dagli altri "anarchismi" in quanto si caratterizza per alcune specificità  legate alla tradizionale organizzazione politica delle antiche società  africane, in cui erano spesso presenti elementi libertari o forme di potere non centralizzate. Su questa tradizione si sono poi innestati le moderne [[correnti anarchiche]], che hanno così dato vita ad un particolare ed originale modo di intendere l'[[anarchismo]] (anche se non mancano le forme d'[[anarchia|anarchismo classico]]).  


== Le società  tradizionali e l'anarchismo in Africa ==
== L'anarchismo e le culture tradizionali ==
 
Gli [[Storia dell'anarchismo|storici dell'anarchismo]] [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]] - nigeriani, anarchici e militanti della [[Awareness League]] nel loro ''African Anarchism: The History of a Movement'' a proposito delle tradizionali società  africane riportano quanto segue:
Nonostante le “amnesie” dei [[media]] e della storiografia ufficiale, prima dell'orrore [[Colonialismo|colonialista]] gli africani hanno avuto una millenaria e gloriosa storia <ref>[http://www.africamaat.com Africamaat]</ref>, senza la povertà  e il degrado che invece domina attualmente nel continente africano. La fame e la sofferenza non è un fatto congenito, ed è bene ricordare che molti genetisti, fra tutti [[Luigi Luca Cavalli Sforza]] <ref>[http://www.violettanet.it/poesiealtro_autori/CAVALLISFORZA_1.htm Note su Luigi Luca Cavalli Sforza]</ref>, identificano la madre di tutti gli umani nella celebre "Eva nera", individuata nella Rift Valley dell'Africa centro-orientale. Ne consegue che le [[civiltà ]] tradizionali africane, ben lungi dalla [[Razzismo|razzista]] etichettatura che le bolla come primitive, hanno permesso la sopravvivenza di molti gruppi in tutto il continente e che i peggioramenti nella loro qualità  di vita sono stati avviati con le pratiche di colonizzazione.
 
In molte di queste [[civiltà ]] erano presenti, o lo sono ancora in alcuni gruppi che ancora non hanno subito la [[eurocentrismo|colonizzazione occidentale]], elementi che sono definibili anarchici, come riportano gli storici [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]], nigeriani anarchici militanti della [[Awareness League]], nel loro ''African Anarchism: The History of a Movement'':
: «In maggiore o minore misura, tutte le […] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».
: «In maggiore o minore misura, tutte le […] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».
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[[File:Sam Mbah.jpg|thumb|320 px|[[Sam Mbah]], anarchico e studioso dell'anarchismo africano]]
Gli autori le definiscono tendenzialmente anarchiche a causa della struttura priva di politiche verticali e per l'assenza di classi sociali. Le comunità  tradizionali sono state, o sono, organizzate su principi [[autogestione|autogestionari]], con ruoli sociali flessibili e intercambiabili. Questo concetto è stato esplicato dallo stesso [[Sam Mbah]] in un'intervista rilasciata ad un organo anarchico statunitense:
:«Chiediamo comunità  autonome e [[autogestione|autogestionate]] che si occupino dei loro affari con la minima interferenza dei vari livelli governativi. Pensiamo che questo sia un'approccio al sistema dei villaggi che è esistito prima del colonialismo. Nel sistema dei villaggi africani, esistevano piccoli e grandi villaggi. Questi villaggi erano autonomi e indipendenti e lavoravano per se stessi, decidendo che cosa produrre, quando e come distribuire, e il processo decisionale era tale che nessun individuo comandava sugli altri. Infatti, le decisioni venivano prese per consenso. Non avevano installato strutture verticali coercitive. Noi vogliamo stabilire una relazione tra anarchismo e il sistema dei villaggi africano, perché il sistema era democratico e autonomo, e distribuiva equamente i beni. Il sistema stale in Africa ha fallito  nella distribuzione dei beni, invece è diventato uno strumento di repressione e negazione delle libertà  individuali e collettive, quindi il nostro obiettivo è quello fondato sul principio basico della organizzazione della società  e consideriamo che in passato, il governo della  Tanzania ha cercato di creare questi sistemi tradizionali africani, attraverso quelli che chiamavano villaggi ''[[Ujamaa]]'', in cui villaggi sono stati incoraggiati a coltivare e condividere tra loro i proventi. Naturalmente, tutto ciò che il governo sponsorizza finisce in corruzione e burocrazia. La corruzione e la burocrazia sono due fattori fondamentali che hanno portato alla fine del sistema ''[[Ujamaa]]''. Però crediamo che se il governo viene rimosso, questo processo probabilmente funzionerà . Perché anche oggi abbiamo esempi nelle aree urbane del nord, a dimostrazione che una parte importante della nostra vita è dominata dai valori del sistema dei villaggi. Abbiamo le famiglie estese, se qualcuno va a scuola non solo i genitori pagano la scuola, ma anche zii, cugini e nipoti che contribuiscono in svariate forme. Partiamo dal presupposto che questa è una pratica alternativa al sistema statale, ed è anche più umana ed efficace per rispondere alle esigenze e alle aspirazioni delle persone.» (''Pubblicato in «[http://www.cgtandalucia.org/autogestion2010/La-Awareness-League.html Anarcho-Syndicalist Review]», n° 24, primavera 1999. Chicago.'')
Il sistema [[Gerarchia|gerarchico]] e [[Classismo|classista]] si è sviluppato in Africa soprattutto nel XV° secolo, anche se già  alcune antiche [[civiltà ]] (l'Egitto dei faraoni, Nubia, Hausa, ecc.), erano sostanzialmente strutturate in questa maniera. I due anarchici nigeriani non si esimino dal criticare diversi aspetti comunque non anarchici e autoritari presenti anche nelle società  tradizionali, per esempio una certa volontà  alla sottomissione della donna rispetto all’uomo, la tendenza a volte a far valere il principio di responsabilità  collettiva o della vendetta violenta contro le adultere, gli assassini, i ladri e quindi anche contro i loro famigliari.
== L'attualità  dell'anarchismo in Africa ==
L'Africa da molti secoli e sino ad oggi si trova in condizioni di estrema povertà  nella gran parte delle sue regioni, nonostante il continente africano sia ricco e abbondante di ogni bene. Il [[capitalismo]] non è riuscito in alcun modo a fornire un livello di minimo di sopravvivenza, così come i [[marxismo|socialisti autoritari]] che in alcune zone hanno esercitato una certa influenza.
In questo contesto l'[[anarchismo]] non è soltanto una soluzione, ma è L’UNICA soluzione possibile che può permettere alle masse africane di liberarsi dai colonizzatori occidentali e riacquistare dignità  e livelli di vita soddisfacenti. Negli ultimi periodi gruppi e [[Individualità |individualità ]] si sono manifestante in ogni angolo del continente ed anche se i numeri sono piccoli, c’è da pensare che l’[[anarchismo]] non possa solo che crescere. Le masse africane hanno poco da perdere e tutto da guadagnare, una volta liberatasi dalle catene mentali che imprigionano la loro [[libertà ]] e le loro potenzialità  [[autogestione|autogestionarie]] da sempre insite nelle loro [[civiltà ]]. <ref>Fonte principale: [http://www.struggle.ws/africa/ Anarchism in Africa]</ref>


=== Nord Africa e Medio Oriente ===
La ragione per la quale le società  tradizionali africane sono caratterizzate da alcune tendenze anarchiche è dovuta alla loro strutturazione politica orizzontale e all'assenza di [[classismo|classi sociali]]. Inoltre, la leadership dei membri più anziani di queste comunità  generalmente non trascende nella struttura autoritaria che caratterizza gli [[Stato|Stati]] moderni (tesi sostenuta da [[Pierre Clastres]] nel suo libro ''La società  contro lo Stato'' ).[[File:Sam Mbah.jpg|thumb|260 px|left|[[Sam Mbah]]]] <ref>Pierre Clastres (Parigi, 1934 — 1977), antropologo ed etnologo francese</ref> Un forte fattore che ha portato a tutto ciò è intimamente legato alla loro tradizione e ai loro valori naturali. Ad esempio, quantunque non esistano leggi contro stupratori, omicidi, adulteri e stregoneria, i colpevoli vengono generalmente perseguiti dal proprio gruppo, clan o tribù. Il principio della responsabilità  collettiva è molto spesso invocato.
[[File:Libertarian Socialist Movement (Egypt).jpg|left|140 px|thumb|Bandiera del [[Movimento Socialista Libertario (Egitto)|Movimento Socialista Libertario]] (Egitto), costituito nel maggio del 2011]]
[[File:5Leda.jpg|thumb|[[Leda Rafanelli]], conobbe il pensiero anarchico in Egitto]]
{{vedi|Anarchismo in Egitto}}
Le due regioni geografiche vengono qui messe in relazione per gli stretti rapporti da sempre esistenti tra gli abitanti di queste zone, basti pensare che l’antico Egitto inglobava tutti questi territori.  


L'[[anarchismo]] in Africa del Nord ed in Medio Oriente ha una storia più antica delle altre zone del continente. Tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo, molte pubblicazioni furono editate in [[Libano]], [[Algeria]], [[Egitto]] e [[Tunisia]]. La prima pubblicazione anarchica è datata [[1877]], ad Alessandria d'[[Egitto]]. Gran parte delle idee furono diffuse da famiglie di operai italiani migrati in nord Africa per lavoro (es. [[Leda Rafanelli]] ed [[Enrico Pea]], fondatori del circolo [[Baracca Rossa]] di Alessandria d'Egittto <ref> Alla [[Baracca Rossa]] non si facevano solo discorsi teorici, ma si agiva anche nella pratica, come quando alcuni marinai russi, fermi nel porto di Alessandria, disertarono. Fatti prigionieri, furono rinchiusi in alcuni vagoni ferroviari per essere riportati alle navi, che poi sarebbero ritornate in [[patria]]. A questo punto gli anarchici della Baracca Rossa, tra cui [http://vico.provincia.venezia.it/archivio/ungaretti.htm  Giuseppe Ungaretti], si stesero sui binari per non far passare il treno.</ref>) o per sfuggire alle persecuzioni durante il periodo [[fascismo|fascista]] (es. tra i militanti del circolo libertario di Tunisi vi erano: [[Emilio Atzori]], [[Raimondo Mereu]], [[Francesco Piras|Francesco]] e [[Antonio Piras]], [[Giovanni Dettori]], ecc.), anche se non mancano i locali che abbracciarono gli ideali anarchici (es.  l'egiziano [[Mohamed Sintky]]). Gli anarchici italiani furono anche accusati di aver messo in atto un attentato contro il consolato italiano di Tunisi il [[28 dicembre]] [[1928]] e contro il giornale fascista «Unione» il [[18 aprile]] [[1929]]). Sul fronte [[colonialismo|anticolonialista]] e antimilitarista da segnalare l'attivismo del franco-algerino [[Mohamed Saïl]].
Il sistema delle classi fu introdotto dal XV secolo e si insediò in Africa per colpa del [[colonialismo]] europeo, anche se simili organizzazioni sono state documentate in alcune antiche [[civiltà ]] africane, come ad esempio in Nubia, [[Egitto ]], Axum ed Hausa. Tuttavia, ancora oggi, molte società  sono rimaste organizzate su principi che hanno portato alla formazione di "tribù senza leader", una forma di anarchia ordinata.


Spesso questi movimenti sono stati annacquati o addirittura degenerati dall'ideologia nazionalista o dal [[marxismo]], tuttavia gruppi e individualità  persistono ancora oggi: in [[Israele]]\[[Palestina]] agiscono gli [[Anarchici contro il Muro]], in Libano il gruppo [[Al Badil al Taharouri]], in [[Algeria]] gli anarchici locali, specie quelli militanti nel [[Conseil des Lycées d'Algérie]], hanno contatti con i francesi della [[Confédération nationale du travail|CNT-f]], infine in Libia <ref>Comunicato di un'anarchico libico sulle rivolte nel suo paese: [http://www.anarkismo.net/article/19119 I segni della sconfitta della rivoluzione in Libia]</ref> Marocco ed Egitto agiscono piccoli gruppi <ref>[http://www.usi-ait.org/index.php?option=com_content&view=article&id=318:intervista-ad-un-compagno-anarchico-egiziano&catid=34:archivio-articoli&Itemid=41 Intervista ad un compagno anarchico egiziano]</ref>o singole individualità  impegnate nel campo [[Sindacalismo|sindacalista]] e in quello della ricerca universitaria <ref>Fonte principale: [http://flag.blackened.net/revolt/africa/north.html Anarchism & revolutionary syndicalism in Northern Africa and the Middle East.]</ref>.
== Storia dell'anarchismo in Sudafrica ==
=== I pionieri dell'anarchismo ===
Il primo pioniere dell'[[anarchismo]] in Sud Africa di cui si ha notizia fu [[Henry Glasse]], un inglese che dal [[1881]] viveva a Port Elizabeth. Dalla sua cittadina teneva corrispondenza con i circoli anarchici londinesi, inoltre traduceva i testi di [[Kropotkin]] e  distribuiva opuscoli anarchici. Il suo approccio alla questione razziale fu meramente anarchico, auspicando l'unità  dei lavoratori neri con quelli bianchi contro l'arroganza [[capitalismo|capitalistica]].


In [[Egitto]], le rivolte contro Mubarak sono state l'humus politico-culturale che hanno permesso la nascita del [[Movimento Socialista Libertario (Egitto)|Movimento Socialista Libertario]] (''الحركة الاشتراكية التحررية''), costituitosi ad Il Cairo il [[23 maggio]] [[2011]].
La prima attività  anarchica in Sudafrica si ebbe sin dagli anni [[1870|'70]] del XIX secolo, quando la [[bandiera nera]] dell'anarchia prese a sventolare nelle miniere di diamanti di Kimberley durante una rivolta operaia. Si pensa che questi scioperi furono fomentati da diversi [[Comune di Parigi|comunardi]] parigini esiliati in Afica subito dopo la [[repressione]] della [[Comune di Parigi]]. È inoltre probabile che l'[[anarchismo]] in Sudafrica si sia diffuso anche grazie agli anarchici portoghesi espulsi dal loro paese tra il [[1896]] e il [[1905]] ed inviati in esilio nel vicino Mozambico. <ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>
=== La prima ondata anarchica (1900-1920)===
Le prime vere rivolte di matrice [[Anarco-sindacalismo|anarco-sindacale]] si ebbero all'inizio del 20° secolo, quando si costituirono le prime organizzazioni di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «''Socialist Club'', fondato in Sud Africa da [[Henry Glasse]] nel 1900 [...] la ''Revolutionary League'', fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la ''International Socialist League'', fondata in Sud Africa nel 1915, la ''Industrial Socialist League'', fondata nel 1918, e il ''Partito Comunista del Sud Africa'' antiparlamentare, fondato nel 1920» <ref>[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/zabalaza-a-c-forum.htm Estratto dallo statuto dello ZACF]</ref>.
[[File:IWW button.jpeg|thumb|left|160 px|Logo del sindacato rivoluzionario dell'[[IWW]]. Nel [[1910]] si costituì una sezione anche in Sudafrica]]


===Africa occidentale===
A questi gruppi vanno aggiunte le attività  della singole [[individualità ]] e soprattutto quella della sezione dell'[[IWW]] ([[1910]]), a cui nel [[1915]] si ispirarono i fondatori del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] dell'[[International Socialist League]] (ISL). L'ILS sosteneva la dannosità  del "sindacalismo bianco", aggiungendo che la lotta conto il [[razzismo]] e il [[capitalismo]] dovessero andare di pari passo e che l'[[azione diretta]] fosse l'arma più efficace di lotta.  
[[Image:Blkred flag.png|thumb|]]  
Negli anni 90 per la prima volta gruppi anarchici hanno cominciato ad organizzarsi in questa zona del continente africano. In [[Nigeria]] la [[Awareness League]] si è mossa nell’ambito [[Anarco-comunismo|comunista-anarchico]] e [[Anarco-sindacalismo|anarco-sindacalista]], entrando a far parte dell’[[Associazione Internazionale dei Lavoratori (anarco-sindacalista)|AIT sindacalista]] e lottando contro la giunta militare dell’epoca. Nel [[2000]] si sono anche dotati di una stazione radiofonica ubicata nel sud-est del paese. Questi anarchici hanno sviluppato rapporti con i loro compagni della Sierra Leone, in cui il gruppo principale è una sorta di sezione dell'[[IWW]].


Rapporti sono stati recentemente sviluppati con alcuni attivisti sindacali del [[Senegal]], di cui però non si sa molto, anche perché in alcune zone il movimento muove i primi passi come organizzazione e strutturazione nel territorio. <ref>Fonte principale: [http://flag.blackened.net/revolt/africa/west.html West African Anarchism]</ref>
L'esperienza dell'ILS ispirò la nascita di altri gruppi più o meno simili: [[Industrial Workers of Africa]], nel [[1917]], e poi il [[Clothing Workers Industrial Union]], l'[[Horse Drivers' Union]] e l'[[Indian Workers' Industrial Union]]. Altro gruppo importante fu l'[[Industrial and Commercial Workers' Union of Africa]] (ICU), il quale organizzò i lavoratori della [[Namibia]], [[Sudafrica]], [[Zambia]] e [[Zimbabwe]] a partire dai primi anni ‘20.
[[File:Black and Red Africa.png|right|180 px|]]
A quel tempo la forza lavoro sudafricana veniva già  divisa [[razzismo|razzisticamente]]<ref>Nel [[1923]] furono introdotti i primi germi legislativi segregazionisti, che nel [[1948]] sfociarono nell'introduzione dell'[[apartheid]].</ref>, con la maggior parte dei posti di lavoro ad appannaggio dei bianchi, mentre i non qualificati venivano indirizzati alla manodopera nera, indiana e meticcia (oltre a qualche bianco particolarmente emarginato). Le organizzazioni rivoluzionarie sin da allora agirono nel tentativo di non dividere i lavoratori sulla base del colore della pelle, rifiutando la divisione del "sindacalismo bianco" da quello "nero", come quando nel [[1913]] il sindacalista [[George Mason]] spinse i lavoratori neri ad unirsi ad uno [[sciopero]] dei bianchi. <ref name="ILS">[http://fdca.it/paesi/sudafrica/questione%20razziale.htm Anarchismo e questione razziale in Sudafrica]</ref>


===Africa orientale===
Nel [[1921]], la nascita del ''Communist Party of South Africa'', nel quale erano confluiti diversi sindacalisti rivoluzionari, segnò la fine della "prima ondata" di organizzazione anarchica in Sud Africa, schiacciato com'era dall'esplosione del [[bolscevismo]] e dal nascente [[nazionalismo nero]]. Il Partito Comunista sudafricano spinse i lavoratori verso la riforma dello [[Stato]], proponendo la tesi dell'[[Internazionale comunista]] sulla lotta politica in due tempi (lotta al capitalismo e al razzismo da attuare in tempi diversi <ref>L'Internazionale Comunista portò avanti l'idea che la fase nazional-democratica fosse necessaria prima che il socialismo potesse trionfare. Questa tesi portò a delle drammatiche conseguenze durante la [[rivoluzione spagnola]] (e non solo), quando i comunisti presero a reprimere gli anarchici e i militanti del [[POUM]].</ref>), che di fatto comportava l'idea che fosse possibile riformare le istituzioni attraverso l'adozione di un [[capitalismo]] senza [[razzismo]]. In questo modo i comunisti mandarono all'aria il lavoro dei sindacati anarchici e rivoluzionari che invece proponevano imprescindibilmente l'unione della lotta [[Anti-capitalismo|anticapitalistica]] e [[antirazzismo|antirazzista]].<ref name="ILS">[http://fdca.it/paesi/sudafrica/questione%20razziale.htm Anarchismo e questione razziale in Sudafrica]</ref>


I movimenti e le [[organizzazioni anarchiche]] hanno in tempi recenti cominciato a  comparire, forse per la prima volta in assoluto, nell'Africa orientale. Nel [[2000]] gli anarchici dell'ovest sono venuti a conoscenza di un'organizzazione  ugandese: l'[[UDAF]], ovvero "[[Uganda Anarchist Democratic Forces]]". Il gruppo ha lanciato in quel periodo numerosi attacchi contro il governo militare. I primi annunci di un sub-delegato dell'UDAF sono stati accolti però con scetticismo dai compagni occidentali, ed effettivamente molte domande rimangono circa l'autenticità  di questo gruppo e i suoi rapporti con il più conosciuto [[Irish anarchist on the Uganda Anarchist Democratic Forces]] (UADF). Ancor più recentemente gli anarchici ugandesi hanno postato molto materiale in [[Internet e anarchia|internet]] per dimostrare la validità  delle loro intenzioni, ma forti dubbi su chi ci sia dietro questi movimenti sono sorti specie tra agli anarchici occidentali. In altre zone dell'Africa orientale ci sono altri progressi del [[movimento anarchico|movimento]] assai incoraggianti: in [[Kenia]], i movimenti radicali che si sono opposti alla dittatura e ai ladrocini del presidente Moi, hanno manifestato un interesse concreto verso l'[[anarchismo]]. La [[Workers Solidarity Federation]] del Sud Africa ha qualche hanno fa stabilito buoni legami con alcune [[Individualità |individualità ]] ubicate in Tanzania. Flebili tracce riscontrabili anche in Somalia. <ref>Fonte principale: [http://www.struggle.ws/africa/east.html East African Anarchism ]</ref>
=== La crisi del movimento===
Durante la [[rivoluzione spagnola|rivoluzione spagnola (1936-1939)]], molti sudafricani combatterono dalla parte della Repubblica contro i [[franchismo|franchisti]], come parte integrante dei 40.000 volontari provenienti da 53 nazioni che provarono inutilmente a difendere la Spagna dal golpe fascista, anche se non è risaputo se qualcuno di loro fosse specificamente anarchico. <ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>


Nonostante la crisi dell'anarchismo, materiale propagandistico si poteva trovare nella ''Vanguard Books'' di Johannesburg sino agli anni '50, quando entrò in vigore la ''Suppression of Communism Act'', una legge liberticida che vietava la diffusione di materiale anarchico e comunista. Il risveglio del [[movimento anarchico]] era però non tanto lontano ed a partire dal [[1961]], con l'adozione della lotta armata da parte del braccio armato dell'''African National Congress'' (ANC), l' ''[[Umkhonto we Sizwe]]'' (MK), si ebbero notizie riguardo a diversi libertari che si unirono alla lotta. Almeno un anarchico, [[Thomas Meyer]], un insegnante bianco di studenti neri nell'estremo nord del paese, è conosciuto per aver aderito al MK come anarchico appunto, venendo coinvolto nel contrabbando di materiale propagandistico anarchico tra il Sudafrica e il vicino Botswana.


=== Centro e Africa del Sud ===
Il [[Maggio 1968|maggio del 1968]] fu un altro evento che contribuì a creare le premesse per una seconda ondata anarchica, che prese avvio a partire dagli anni '80, dopo i durissimi scioperi di Durban del [[1973]] e l'assassinio nel [[1978]] del filosofo anti-apartheid [[Rick Turner]].<ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>
{{vedi|Anarchismo in Sudafrica}}
In centro e Sud Africa i primi piccoli movimenti rivoluzionari [[Anarco-sindacalismo|anarchico-sindacali]] si ebbero solo a partire dall'inizio del 20° secolo, coinvolgendo soprattutto il [[Sudafrica]] ed il [[Mozambico]], quantunque la [[bandiera nera]] sventolava sin dal dagli anni '70 del XIX secolo nelle miniere di Kimberley in [[sciopero]] (lo sciopero probabilmente fu fomentato da alcuni [[Comune di Parigi|comunardi]] in esilio). In centro e SudAfrica il movimento è sempre stato forte e ben strutturato sul territorio a partire dall’inizio del ‘900, quando si costituiscono diversi gruppi di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «''Socialist Club'', fondato in Sud Africa da [[Henry Glasse]]<ref>Pioniere dell'[[anarchismo]] in Sudafrica.</ref> nel 1900 [...] la ''Revolutionary League'', fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, della ''International Socialist League'', fonadata in Sud Africa nel 1915, della ''Industrial Socialist League'', fondata nel 1918, e del ''Partito Comunista del Sud Africa'' antiparlamentare, fondato nel 1920» <ref>[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/zabalaza-a-c-forum.htm Estratto dallo statuto dello ZACF]</ref>.
[[Image:Zacf_symbol.gif|thumb|left|160 px||Simbolo della [[Zabalaza Anarchist Communist Front]]]]
A questi vanno aggiunte le attività  delle singole individualità  e la nascita di una sezione dell'[[IWW]] ([[1910]]). Bisogna sottolineare come dall'[[International Socialist League]], fondata nel [[1915]] ed ispirata all'[[IWW]], si siano poi diramati altri gruppi di tendenza rivoluzionaria entro cui troveranno posto anche molti anarchici: [[Industrial Workers of Africa]], nel [[1917]], e poi il [[Clothing Workers Industrial Union]], l’[[Horse Drivers' Union]] e l'[[Indian Workers' Industrial Union]].


Altro gruppo importante è stato l'[[Industrial and Commercial Workers' Union of Africa]] (ICU) che ha operato in [[Namibia]], in [[Sudafrica]], nello [[Zambia]] e nello [[Zimbabwe]] a partire dai primi anni ‘20. Negli anni '20 il [[Anarchismo in Sudafrica|movimento anarchico]] entrò in crisi e solo tra gli anni '80 e '90 si ebbe la nascita di un nuovo [[movimento anarchico|movimento]]. In Sudafrica, afflitto dall'''[[apartheid]]'' imposto dal governo [[Razzismo|razzista]] della minoranza bianca<ref>La segregazione razziale cominciò ad essere introdotta negli anni '20 del XX secolo, ma l'apartheid  (Lingua ''afrikaans'', letteralmente "separazione") vero e proprio fu introdotto nel 1948.</ref>, è ovvio che la lotta contro il [[razzismo]] coinvolgesse anche gran parte dei "nuovi" libertari sudafricani.
=== La seconda ondata anarchica (dal 1990 ad oggi)===


Uno dei primi nuovi gruppi fu l'[[Anarchist Revolutionary Movement]] (ARM), che dopo una breve vita vide nel [[1995]] la confluenza di alcuni suoi militanti nel [[Workers Solidarity Federation]] (WSF). Nel [[1997]], i militanti del WSF iniziarono a stabilire rapporti con gli anarchici dello Zambia, contribuendo così a creare una sezione zambiana del WSF (''[[Anarchist & Workers’ Solidarity Movement]]''). Attualmente l'attività  degli anarchici in [[Zambia]] è però poco chiara. L'WSF diffuse propaganda anarchica anche nello Zimbabwe ed ebbe contatti anche in Tanzania.
Gli anni '80 furono quelli dell'esplosione del [[punk]] specialmente tra i giovani indiani e della nascita del combattivo ''[[Congress of South African Trade Unions]]'' (1985). Fu tutto molto estemporaneo, non erano presenti ancora importanti organizzazioni anarchiche e rivoluzionarie, anche se la presenza di libertari era ormai sempre più numerosa nei cortei [[antimilitarismo|antimilitaristi]] e [[antirazzismo|antirazzisti]].
[[File:ApartheidSignEnglishAfrikaans.jpg|left|thumb|Un cartello dell'epoca dell'apartheid]]
[[Image:Zacf_symbol.gif|thumb|160 px||Simbolo della [[Zabalaza Anarchist Communist Front]]]]
Il Sudafrica sin dal [[1948]] aveva visto l'entrata in vigore dell'''apartheid'' <ref>L'apartheid (Lingua ''afrikaans'', letteralmente «separazione»)</ref>, ovvero quella politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca (Boeri) e rimasta in vigore fino al [[1993]]. Il nuovo [[movimento anarchico]] non potè quindi non svilupparsi non tenendo conto anche dell'importanza della questione razziale. Come logica conseguenza molti "nuovi" libertari sudafricani si gettarono anima e corpo nella lotta alla segregazione razziale. Uno dei primi nuovi gruppi fu l'[[Anarchist Revolutionary Movement]] (ARM), ma la sua lotta fu alquanto effimera e rimase lungamente confinata all'interno dei ghetti, nonostante all'Università  di Witwatersrand alcuni attivisti formaro una sezione capace anche di pubblicare una rivista. Nel [[1994]], in seguito al crollo del regime segregazionista, le elezioni indette portarono al potere l'African Nationa Congress di Mandela e segnarono, l'anno seguente, la confluenza dell'[[Anarchist Revolutionary Movement]] nella [[Workers Solidarity Federation]] (WSF). Di tendenza [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]], la sede principale della WSF fu Johannesburg, ma nel gruppo confluirono anche diversi militanti della ''[[Durban Anarchist Federation]]'' (DAF). <ref>I militanti rimasti diedero vita all'effimero ''Anarchist Workers’ Group'' (AWG)</ref>


Nel [[1999]], per vari motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel [[2003]] è nata una grande federazione, la [[Zabalaza Anarchist Communist Federation]] (ZabFed), d'ispirazione [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]]. A partire dal [[1° dicembre]] [[2007]] la federazione ha assunto la denominazione di [[Zabalaza Anarchist Communist Front]] (ZACF), mantenendo comunque i principi [[anarco-comunismo|comunisti-anarchici]] della ZabFed. Lo ZACF consiste in varie sezioni:
Nel [[1997]], i militanti del WSF stabilirono solidi legami con rivoluzionari dello Zambia (marxisti ed anarchici), contribuendo così a creare una sezione del WSF denominata ''[[Anarchist & Workers’ Solidarity Movement]]'' (AWSM). [[1999|Due anni dopo]], per svariati motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel [[2003]] è nata una grande federazione, la [[Zabalaza Anarchist Communist Federation]] (ZabFed), anch'essa d'ispirazione [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]]. A partire dal [[1° dicembre]] [[2007]] la federazione ha assunto la denominazione di [[Zabalaza Anarchist Communist Front]] (ZACF), mantenendo comunque i principi [[anarco-comunismo|comunisti-anarchici]] della ZabFed.
*Anarchist Black Cross
*Bikisha Media Collective
*Black Action Group
*Zabalaza Action Group
*Zabalaza Books


In Zimbabwe oggi opera la [[Uhuru Network]], mentre in Angola sono state segnalate dagli anarchici portoghesi diverse presenze di simpatizzanti anarchici. Infine, la [[stampa anarchica|rivista]] [[Anarco-sindacalismo|anarco-sindacalista]] australiana ''[[Organiste]]'', nel dicembre [[2000]] ha fornito le prove della crescita del movimento anche nella Repubblica del Congo. <ref>Fonte principale: [http://www.struggle.ws/africa/central_south.html Anarchism in Southern  & Central Africa]</ref>
==Note==
{{references|2}}
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
[[File:African-Anarchism, Sam Mbah.jpg|thumb|''African anarchism'' di [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]]]]
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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
*[[Afrocentricità  vs Eurocentrismo]]
*[[Anarchismo in Africa]]
*[[Autopsia della tesi fondatrice dell'eurocentrismo]]
*[[Anarchismo in Egitto]]
 
== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.kisanji.org/?gr=articoli&aid=27&nome=Riflessioni+su+anarchismo+e+questione+razziale+in+sud+africa Riflessioni su anarchismo e questione razziale in Sud Africa]
*[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/mov_glob.htm L'anarchismo rivoluzionario e il movimento anti-globalizzazione] di Lucien van der Walt (Bikisha Media Collective)
*[http://www.autprol.org/public/news/doc000334601012003.htm I Comunisti Anarchici in SudAfrica]
*[http://zabalaza.net/ Zabalaza Anarchist Communist Front (sito web ufficiale)]
== Note ==


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Versione delle 10:54, 5 mar 2019

L'anarchismo in Sudfrica si riferisce tanto all'organizzazione politica antiautoritaria presente in diverse società  tradizionali africane, quanto al moderno movimento anarchico del Sud dell'Africa. Il movimento anarchico sudafricano ha una lunghissima tradizione, ed oggi è presente quella che è la più importante organizzazione anarchica africana, la Zabalaza Anarchist Communist Front.

L'anarchismo e le culture tradizionali

Gli storici dell'anarchismo Sam Mbah e I. E. Igariwey - nigeriani, anarchici e militanti della Awareness League - nel loro African Anarchism: The History of a Movement a proposito delle tradizionali società  africane riportano quanto segue:

«In maggiore o minore misura, tutte le […] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».

La ragione per la quale le società  tradizionali africane sono caratterizzate da alcune tendenze anarchiche è dovuta alla loro strutturazione politica orizzontale e all'assenza di classi sociali. Inoltre, la leadership dei membri più anziani di queste comunità  generalmente non trascende nella struttura autoritaria che caratterizza gli Stati moderni (tesi sostenuta da Pierre Clastres nel suo libro La società  contro lo Stato ).

[1] Un forte fattore che ha portato a tutto ciò è intimamente legato alla loro tradizione e ai loro valori naturali. Ad esempio, quantunque non esistano leggi contro stupratori, omicidi, adulteri e stregoneria, i colpevoli vengono generalmente perseguiti dal proprio gruppo, clan o tribù. Il principio della responsabilità  collettiva è molto spesso invocato.

Il sistema delle classi fu introdotto dal XV secolo e si insediò in Africa per colpa del colonialismo europeo, anche se simili organizzazioni sono state documentate in alcune antiche civiltà  africane, come ad esempio in Nubia, Egitto , Axum ed Hausa. Tuttavia, ancora oggi, molte società  sono rimaste organizzate su principi che hanno portato alla formazione di "tribù senza leader", una forma di anarchia ordinata.

Storia dell'anarchismo in Sudafrica

I pionieri dell'anarchismo

Il primo pioniere dell'anarchismo in Sud Africa di cui si ha notizia fu Henry Glasse, un inglese che dal 1881 viveva a Port Elizabeth. Dalla sua cittadina teneva corrispondenza con i circoli anarchici londinesi, inoltre traduceva i testi di Kropotkin e distribuiva opuscoli anarchici. Il suo approccio alla questione razziale fu meramente anarchico, auspicando l'unità  dei lavoratori neri con quelli bianchi contro l'arroganza capitalistica.

La prima attività  anarchica in Sudafrica si ebbe sin dagli anni '70 del XIX secolo, quando la bandiera nera dell'anarchia prese a sventolare nelle miniere di diamanti di Kimberley durante una rivolta operaia. Si pensa che questi scioperi furono fomentati da diversi comunardi parigini esiliati in Afica subito dopo la repressione della Comune di Parigi. È inoltre probabile che l'anarchismo in Sudafrica si sia diffuso anche grazie agli anarchici portoghesi espulsi dal loro paese tra il 1896 e il 1905 ed inviati in esilio nel vicino Mozambico. [2]

La prima ondata anarchica (1900-1920)

Le prime vere rivolte di matrice anarco-sindacale si ebbero all'inizio del 20° secolo, quando si costituirono le prime organizzazioni di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «Socialist Club, fondato in Sud Africa da Henry Glasse nel 1900 [...] la Revolutionary League, fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la International Socialist League, fondata in Sud Africa nel 1915, la Industrial Socialist League, fondata nel 1918, e il Partito Comunista del Sud Africa antiparlamentare, fondato nel 1920» [3].

Logo del sindacato rivoluzionario dell'IWW. Nel 1910 si costituì una sezione anche in Sudafrica

A questi gruppi vanno aggiunte le attività  della singole individualità  e soprattutto quella della sezione dell'IWW (1910), a cui nel 1915 si ispirarono i fondatori del sindacato rivoluzionario dell'International Socialist League (ISL). L'ILS sosteneva la dannosità  del "sindacalismo bianco", aggiungendo che la lotta conto il razzismo e il capitalismo dovessero andare di pari passo e che l'azione diretta fosse l'arma più efficace di lotta.

L'esperienza dell'ILS ispirò la nascita di altri gruppi più o meno simili: Industrial Workers of Africa, nel 1917, e poi il Clothing Workers Industrial Union, l'Horse Drivers' Union e l'Indian Workers' Industrial Union. Altro gruppo importante fu l'Industrial and Commercial Workers' Union of Africa (ICU), il quale organizzò i lavoratori della Namibia, Sudafrica, Zambia e Zimbabwe a partire dai primi anni ‘20.

Black and Red Africa.png

A quel tempo la forza lavoro sudafricana veniva già  divisa razzisticamente[4], con la maggior parte dei posti di lavoro ad appannaggio dei bianchi, mentre i non qualificati venivano indirizzati alla manodopera nera, indiana e meticcia (oltre a qualche bianco particolarmente emarginato). Le organizzazioni rivoluzionarie sin da allora agirono nel tentativo di non dividere i lavoratori sulla base del colore della pelle, rifiutando la divisione del "sindacalismo bianco" da quello "nero", come quando nel 1913 il sindacalista George Mason spinse i lavoratori neri ad unirsi ad uno sciopero dei bianchi. [5]

Nel 1921, la nascita del Communist Party of South Africa, nel quale erano confluiti diversi sindacalisti rivoluzionari, segnò la fine della "prima ondata" di organizzazione anarchica in Sud Africa, schiacciato com'era dall'esplosione del bolscevismo e dal nascente nazionalismo nero. Il Partito Comunista sudafricano spinse i lavoratori verso la riforma dello Stato, proponendo la tesi dell'Internazionale comunista sulla lotta politica in due tempi (lotta al capitalismo e al razzismo da attuare in tempi diversi [6]), che di fatto comportava l'idea che fosse possibile riformare le istituzioni attraverso l'adozione di un capitalismo senza razzismo. In questo modo i comunisti mandarono all'aria il lavoro dei sindacati anarchici e rivoluzionari che invece proponevano imprescindibilmente l'unione della lotta anticapitalistica e antirazzista.[5]

La crisi del movimento

Durante la rivoluzione spagnola (1936-1939), molti sudafricani combatterono dalla parte della Repubblica contro i franchisti, come parte integrante dei 40.000 volontari provenienti da 53 nazioni che provarono inutilmente a difendere la Spagna dal golpe fascista, anche se non è risaputo se qualcuno di loro fosse specificamente anarchico. [2]

Nonostante la crisi dell'anarchismo, materiale propagandistico si poteva trovare nella Vanguard Books di Johannesburg sino agli anni '50, quando entrò in vigore la Suppression of Communism Act, una legge liberticida che vietava la diffusione di materiale anarchico e comunista. Il risveglio del movimento anarchico era però non tanto lontano ed a partire dal 1961, con l'adozione della lotta armata da parte del braccio armato dell'African National Congress (ANC), l' Umkhonto we Sizwe (MK), si ebbero notizie riguardo a diversi libertari che si unirono alla lotta. Almeno un anarchico, Thomas Meyer, un insegnante bianco di studenti neri nell'estremo nord del paese, è conosciuto per aver aderito al MK come anarchico appunto, venendo coinvolto nel contrabbando di materiale propagandistico anarchico tra il Sudafrica e il vicino Botswana.

Il maggio del 1968 fu un altro evento che contribuì a creare le premesse per una seconda ondata anarchica, che prese avvio a partire dagli anni '80, dopo i durissimi scioperi di Durban del 1973 e l'assassinio nel 1978 del filosofo anti-apartheid Rick Turner.[2]

La seconda ondata anarchica (dal 1990 ad oggi)

Gli anni '80 furono quelli dell'esplosione del punk specialmente tra i giovani indiani e della nascita del combattivo Congress of South African Trade Unions (1985). Fu tutto molto estemporaneo, non erano presenti ancora importanti organizzazioni anarchiche e rivoluzionarie, anche se la presenza di libertari era ormai sempre più numerosa nei cortei antimilitaristi e antirazzisti.

Un cartello dell'epoca dell'apartheid

Il Sudafrica sin dal 1948 aveva visto l'entrata in vigore dell'apartheid [7], ovvero quella politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca (Boeri) e rimasta in vigore fino al 1993. Il nuovo movimento anarchico non potè quindi non svilupparsi non tenendo conto anche dell'importanza della questione razziale. Come logica conseguenza molti "nuovi" libertari sudafricani si gettarono anima e corpo nella lotta alla segregazione razziale. Uno dei primi nuovi gruppi fu l'Anarchist Revolutionary Movement (ARM), ma la sua lotta fu alquanto effimera e rimase lungamente confinata all'interno dei ghetti, nonostante all'Università  di Witwatersrand alcuni attivisti formaro una sezione capace anche di pubblicare una rivista. Nel 1994, in seguito al crollo del regime segregazionista, le elezioni indette portarono al potere l'African Nationa Congress di Mandela e segnarono, l'anno seguente, la confluenza dell'Anarchist Revolutionary Movement nella Workers Solidarity Federation (WSF). Di tendenza piattaformista anarchica, la sede principale della WSF fu Johannesburg, ma nel gruppo confluirono anche diversi militanti della Durban Anarchist Federation (DAF). [8]

Nel 1997, i militanti del WSF stabilirono solidi legami con rivoluzionari dello Zambia (marxisti ed anarchici), contribuendo così a creare una sezione del WSF denominata Anarchist & Workers’ Solidarity Movement (AWSM). Due anni dopo, per svariati motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel 2003 è nata una grande federazione, la Zabalaza Anarchist Communist Federation (ZabFed), anch'essa d'ispirazione piattaformista anarchica. A partire dal 1° dicembre 2007 la federazione ha assunto la denominazione di Zabalaza Anarchist Communist Front (ZACF), mantenendo comunque i principi comunisti-anarchici della ZabFed.

Bibliografia

African anarchism di Sam Mbah e I. E. Igariwey

In inglese

In francese

  • Daniel Guerin, Bourgeoisie africaine in «Les Temps Modernes», Parigi: febbraio 1956
  • Daniel Guerin, L’Algérie n’a jamais été la France, Parigi: Chez l’auteur, 1956
  • Daniel Guerin, Au Ghana : Syndicalisme et socialisme. Réponse à  S.G. OKOKU, in «Présence Africaine», n°51, 3° trimestre 1964

In italiano

  • Paolo Schicchi, La guerra e la civilità . Mondo arabo e aggressione occidentale, Ragusa, Sicilia Punto L Ed., 1988
  • Leda Rafanelli, Etienne Amalier, L'oasi. Romanzo arabo, Milano, Casa Ed. Monanni, 1929
  • Pier Carlo Masini, Gli orfani di Nasser in «Critica Sociale», a.62, n.20, p.624, 20/10/1970
  • Henry Barclay, Le società  acefale in «Volontà », rivista anarchica trimestriale, Milano, n°1, 1986
  • Sam Mbah e I.E. Igariwey, Africa Ribelle. Società  senza stato - le prospettive libertarie, Milano, Edizioni Zero in condotta, 2002
  • Federico Battistutta, Coetzeee l’anarchia in «A Rivista anarchica», Milano: a.39, n°3-343, p.60-62, marzo 2009

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

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  1. Pierre Clastres (Parigi, 1934 — 1977), antropologo ed etnologo francese
  2. 2,0 2,1 2,2 NEFAC Interviews the BMC
  3. Estratto dallo statuto dello ZACF
  4. Nel 1923 furono introdotti i primi germi legislativi segregazionisti, che nel 1948 sfociarono nell'introduzione dell'apartheid.
  5. 5,0 5,1 Anarchismo e questione razziale in Sudafrica
  6. L'Internazionale Comunista portò avanti l'idea che la fase nazional-democratica fosse necessaria prima che il socialismo potesse trionfare. Questa tesi portò a delle drammatiche conseguenze durante la rivoluzione spagnola (e non solo), quando i comunisti presero a reprimere gli anarchici e i militanti del POUM.
  7. L'apartheid (Lingua afrikaans, letteralmente «separazione»)
  8. I militanti rimasti diedero vita all'effimero Anarchist Workers’ Group (AWG)