Nestor Makhno e Anarchismo in Sudafrica: differenze tra le pagine

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[[File:Machno.jpg|thumb|Nestor Makhno]]
[[File:South Africa (orthographic projection).svg|thumb|200 px|Localizzazione del Sudafrica]]L''''anarchismo in Sudfrica''' si riferisce tanto all'organizzazione politica antiautoritaria presente in diverse società  tradizionali africane, quanto al moderno movimento anarchico del Sud dell'Africa. Il [[movimento anarchico]] sudafricano ha una lunghissima tradizione, ed oggi è presente quella che è la più importante organizzazione anarchica africana, la [[Zabalaza Anarchist Communist Front]].


'''Nestor Makhno''' (Guliai-Polé, [[Ucraina]] [[27 ottobre]] [[1889]] - Parigi, [[25 luglio]] [[1934]]) è stato un anarchico ucraino combattente nella [[Ucraina libertaria|rivoluzione ucraina]]. Osteggiato tanto dai reazionari "bianchi" quanto dai bolscevichi della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]], ed esponente di primo piano del [[anarco-comunismo|comunismo-anarchico]] internazionale.
== L'anarchismo e le culture tradizionali ==
Gli [[Storia dell'anarchismo|storici dell'anarchismo]] [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]] - nigeriani, anarchici e militanti della [[Awareness League]] -  nel loro ''African Anarchism: The History of a Movement'' a proposito delle tradizionali società  africane riportano quanto segue:
: «In maggiore o minore misura, tutte le [] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».


== Biografia ==
La ragione per la quale le società  tradizionali africane sono caratterizzate da alcune tendenze anarchiche è dovuta alla loro strutturazione politica orizzontale e all'assenza di [[classismo|classi sociali]]. Inoltre, la leadership dei membri più anziani di queste comunità  generalmente non trascende nella struttura autoritaria che caratterizza gli [[Stato|Stati]] moderni (tesi sostenuta da [[Pierre Clastres]] nel suo libro ''La società  contro lo Stato'' ).[[File:Sam Mbah.jpg|thumb|260 px|left|[[Sam Mbah]]]] <ref>Pierre Clastres (Parigi, 1934 — 1977), antropologo ed etnologo francese</ref> Un forte fattore che ha portato a tutto ciò è intimamente legato alla loro tradizione e ai loro valori naturali. Ad esempio, quantunque non esistano leggi contro stupratori, omicidi, adulteri e stregoneria, i colpevoli vengono generalmente perseguiti dal proprio gruppo, clan o tribù. Il principio della responsabilità  collettiva è molto spesso invocato.


'''Nestor Makhno''' nasce il [[27 ottobre]] [[1889]] a Guliai-Polé, in [[Ucraina]], una cittadina che allora contava circa 30 mila abitanti.
Il sistema delle classi fu introdotto dal XV secolo e si insediò in Africa per colpa del [[colonialismo]] europeo, anche se simili organizzazioni sono state documentate in alcune antiche [[civiltà ]] africane, come ad esempio in Nubia, [[Egitto ]], Axum ed Hausa. Tuttavia, ancora oggi, molte società  sono rimaste organizzate su principi che hanno portato alla formazione di "tribù senza leader", una forma di anarchia ordinata.
===Dall'infanzia alle prime lotte===
[[Image:Makhno_group.jpg|250px|thumb|left|Il gruppo di Nestor Makhno]]
Di estrazione contadina, le ristrettezze economiche familiari prima e la morte del padre poi, quando aveva solo dieci anni, lo obbligano ad intraprendere le prime esperienze lavorative, facendogli immediatamente scoprire l'in[[giustizia sociale]] imperante nella Russia [[zarista]]. A dodici anni lascia la [[scuola]] ed inizia a lavorare a tempo pieno come contadino nelle terre dei nobili e dei kulaki, ricchi contadini che spesso erano coloni d'origine tedesca.
A tredici anni, per la prima volta nella sua vita, reagisce con estrema [[violenza]] alla vista dei soprusi inflitti da un giovane padrone contro un lavoratore.<ref name="cedema">Makhno, Nestor, 1889-1934, libcom, [http://libcom.org/history/makhno-nestor-1889-1934& testo integrale]</ref> Questa è la sua prima ribellione violenta documentata contro la classe padronale, a dimostrazione del suo carattere indomito, ribelle ed insofferente alle ingiustizie.
All'età  di diciassette anni poteva già  vantare numerose esperienze lavorative, in primis come apprendista pittore ed operaio in una fonderia.<ref name="cedema">Makhno, Nestor, 1889-1934, libcom,[http://libcom.org/history/makhno-nestor-1889-1934& testo integrale]</ref>
===Illegalismo rivoluzionario e condanna a morte===
La prima [[Rivoluzione russa del 1905|rivoluzione russa del 1905]] lo vede presente nei vivaci moti insurrezionali della sua comunità , dove non a caso l'[[autocrazia]] zarista aveva inviato un distaccamento di [[polizia]] a cavallo che fu particolarmente violento nell'[[repressione|attività  repressiva]].[[File:1909. Группа анархистов Гуляйполя.jpg|240 px|thumb|droite|L'"''Unione dei lavoratori poveri''", il gruppo di Guliai-Polé. Primo maggio 1909, Nestor Makhno primo in basso a sinistra a fianco di Waldemar Antoni.]]
Venendo ad aumentare il suo odio nei confronti dell'[[autorità ]], a 16 anni entra a far parte di un gruppo denominato «Unione dei lavoratori poveri», formato da giovani rivoluzionari del luogo che sostenevano apertamente il [[comunismo libertario]] e si opponevano attraverso l'[[azione diretta]] (es. [[esproprio]] dei beni delle classi più ricche, attentati, ecc.) all'oppressione [[classismo|classista]].  


Alla guida del gruppo vi era [[Waldemar Antoni]], un anarchico di origine ceca che non solo si farà  promotore della rivolta, ma darà  avviò ad una campagna di istruzione in favore di questi giovani, volenterosi e ribelli ma generalmente non scolarizzati, a cui furono impartite nozioni di cultura generale e soprattutto si fece loro conoscere il pensiero anarchico attraverso al lettura dei testi di [[Bakunin]], [[Kropotkin]] e [[Proudhon]].  
== Storia dell'anarchismo in Sudafrica ==
=== I pionieri dell'anarchismo ===
Il primo pioniere dell'[[anarchismo]] in Sud Africa di cui si ha notizia fu [[Henry Glasse]], un inglese che dal [[1881]] viveva a Port Elizabeth. Dalla sua cittadina teneva corrispondenza con i circoli anarchici londinesi, inoltre traduceva i testi di [[Kropotkin]] e distribuiva opuscoli anarchici. Il suo approccio alla questione razziale fu meramente anarchico, auspicando l'unità  dei lavoratori neri con quelli bianchi contro l'arroganza [[capitalismo|capitalistica]].


Per contrastare l'attività  dell'«Unione dei lavoratori poveri» <ref name="nestor">Hélène Châtelain film documentario [http://citylightscinema.wordpress.com/2012/06/03/nestor-makhno-paysan-dukraine-helene-chatelain-1996/ Nestor Makhno, un contadino d'Ucraina]</ref>, che evidentemente era riuscito a creare non pochi problemi alle classi dominanti, le [[autorità ]] finanziano la formazione dell' «Unione dei veri russi», un gruppo antiproletario e reazionario che però sarà  fisicamente annientato proprio dall' «Unione» di Makhno.  
La prima attività  anarchica in Sudafrica si ebbe sin dagli anni [[1870|'70]] del XIX secolo, quando la [[bandiera nera]] dell'anarchia prese a sventolare nelle miniere di diamanti di Kimberley durante una rivolta operaia. Si pensa che questi scioperi furono fomentati da diversi [[Comune di Parigi|comunardi]] parigini esiliati in Afica subito dopo la [[repressione]] della [[Comune di Parigi]]. È inoltre probabile che l'[[anarchismo]] in Sudafrica si sia diffuso anche grazie agli anarchici portoghesi espulsi dal loro paese tra il [[1896]] e il [[1905]] ed inviati in esilio nel vicino Mozambico. <ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>
=== La prima ondata anarchica (1900-1920)===
Le prime vere rivolte di matrice [[Anarco-sindacalismo|anarco-sindacale]] si ebbero all'inizio del 20° secolo, quando si costituirono le prime organizzazioni di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «''Socialist Club'', fondato in Sud Africa da [[Henry Glasse]] nel 1900 [...] la ''Revolutionary League'', fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la ''International Socialist League'', fondata in Sud Africa nel 1915, la ''Industrial Socialist League'', fondata nel 1918, e il ''Partito Comunista del Sud Africa'' antiparlamentare, fondato nel 1920» <ref>[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/zabalaza-a-c-forum.htm Estratto dallo statuto dello ZACF]</ref>.
[[File:IWW button.jpeg|thumb|left|160 px|Logo del sindacato rivoluzionario dell'[[IWW]]. Nel [[1910]] si costituì una sezione anche in Sudafrica]]


A cavallo tra il [[1906]] e [[1907]], lo zarismo dà  avvio ad un giro di vite contro i ribelli, arrestando Makhno con l'accusa di omicidio. Rilasciato poco dopo per mancanza di prove, nel [[1908]], a seguito della delazione di un informatore della [[polizia]], viene nuovamente arrestato ed incarcerato. Nel marzo del [[1910]], Makhno e tredici dei suoi compagni sono giudicati da un tribunale militare. L'anarchico è condannato alla pena di morte per impiccagione, ma qualche tempo dopo la sua pena sarà  commutata nei lavori forzati a vita. <ref name="nestor">Hélène Châtelain film documentario [http://citylightscinema.wordpress.com/2012/06/03/nestor-makhno-paysan-dukraine-helene-chatelain-1996/ Nestor Makhno, un contadino d'Ucraina]</ref>
A questi gruppi vanno aggiunte le attività  della singole [[individualità ]] e soprattutto quella della sezione dell'[[IWW]] ([[1910]]), a cui nel [[1915]] si ispirarono i fondatori del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] dell'[[International Socialist League]] (ISL). L'ILS sosteneva la dannosità  del "sindacalismo bianco", aggiungendo che la lotta conto il [[razzismo]] e il [[capitalismo]] dovessero andare di pari passo e che l'[[azione diretta]] fosse l'arma più efficace di lotta.


Durante gli anni del [[carcere]], scontati a Mosca in condizioni spesso durissime, diviene amico dell'anarchico [[Petr Arshinov]], che lo aiuta nell'approfondimento dello studio del pensiero anarchico.
L'esperienza dell'ILS ispirò la nascita di altri gruppi più o meno simili: [[Industrial Workers of Africa]], nel [[1917]], e poi il [[Clothing Workers Industrial Union]], l'[[Horse Drivers' Union]] e l'[[Indian Workers' Industrial Union]]. Altro gruppo importante fu l'[[Industrial and Commercial Workers' Union of Africa]] (ICU), il quale organizzò i lavoratori della [[Namibia]], [[Sudafrica]], [[Zambia]] e [[Zimbabwe]] a partire dai primi anni ‘20.
[[File:Black and Red Africa.png|right|180 px|]]
A quel tempo la forza lavoro sudafricana veniva già  divisa [[razzismo|razzisticamente]]<ref>Nel [[1923]] furono introdotti i primi germi legislativi segregazionisti, che nel [[1948]] sfociarono nell'introduzione dell'[[apartheid]].</ref>, con la maggior parte dei posti di lavoro ad appannaggio dei bianchi, mentre i non qualificati venivano indirizzati alla manodopera nera, indiana e meticcia (oltre a qualche bianco particolarmente emarginato). Le organizzazioni rivoluzionarie sin da allora agirono nel tentativo di non dividere i lavoratori sulla base del colore della pelle, rifiutando la divisione del "sindacalismo bianco" da quello "nero", come quando nel [[1913]] il sindacalista [[George Mason]] spinse i lavoratori neri ad unirsi ad uno [[sciopero]] dei bianchi. <ref name="ILS">[http://fdca.it/paesi/sudafrica/questione%20razziale.htm Anarchismo e questione razziale in Sudafrica]</ref>


===Il soviet di Guliai-Polé===
Nel [[1921]], la nascita del ''Communist Party of South Africa'', nel quale erano confluiti diversi sindacalisti rivoluzionari, segnò la fine della "prima ondata" di organizzazione anarchica in Sud Africa, schiacciato com'era dall'esplosione del [[bolscevismo]] e dal nascente [[nazionalismo nero]]. Il Partito Comunista sudafricano spinse i lavoratori verso la riforma dello [[Stato]], proponendo la tesi dell'[[Internazionale comunista]] sulla lotta politica in due tempi (lotta al capitalismo e al razzismo da attuare in tempi diversi <ref>L'Internazionale Comunista portò avanti l'idea che la fase nazional-democratica fosse necessaria prima che il socialismo potesse trionfare. Questa tesi portò a delle drammatiche conseguenze durante la [[rivoluzione spagnola]] (e non solo), quando i comunisti presero a reprimere gli anarchici e i militanti del [[POUM]].</ref>), che di fatto comportava l'idea che fosse possibile riformare le istituzioni attraverso l'adozione di un [[capitalismo]] senza [[razzismo]]. In questo modo i comunisti mandarono all'aria il lavoro dei sindacati anarchici e rivoluzionari che invece proponevano imprescindibilmente l'unione della lotta [[Anti-capitalismo|anticapitalistica]] e [[antirazzismo|antirazzista]].<ref name="ILS">[http://fdca.it/paesi/sudafrica/questione%20razziale.htm Anarchismo e questione razziale in Sudafrica]</ref>
I successivi eventi della [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] gli permetteranno, a partire dal [[1 marzo|1° marzo]] [[1917]], di ottenere la liberazione insieme ad altri detenuti politici. Fatto rientro nel suo paese natale, si distingue per la promozione dell'organizzazione di libere comuni, del [[soviet]] locale di contadini e della collettivizzata della terra.  


L'[[autogestione]] libertaria delle masse contadine si estenderà  in breve tempo all'intera regione popolata da sette milioni di abitanti. Essa era formata da una sorta di area circolare dal diametro di circa 250 km, al cui centro vi era proprio Guliai-Polé. Questa [[bioregione|regione]], dalle antiche tradizioni ribelli e ostili alle [[autorità ]] di qualsivoglia colore politico, era stata un centro nevralgico anche della rivoluzione del [[1905]] e teatro di violenti tumulti.
=== La crisi del movimento===
Durante la [[rivoluzione spagnola|rivoluzione spagnola (1936-1939)]], molti sudafricani combatterono dalla parte della Repubblica contro i [[franchismo|franchisti]], come parte integrante dei 40.000 volontari provenienti da 53 nazioni che provarono inutilmente a difendere la Spagna dal golpe fascista, anche se non è risaputo se qualcuno di loro fosse specificamente anarchico. <ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>


Makhno ormai non è più un giovane inesperto, ma un uomo maturo consapevole della condizione di sfruttamento a cui sono costrette le masse contadine ed è ben cosciente che l'emancipazione dei lavoratori possa giungere esclusivamente per loro stessa mano: per questo, il [[29 marzo]] [[1917]], organizza un sindacato professionale dei lavoratori agricoli che come prima misura intrapresa decide di non pagare l'affitto ai proprietari.<ref>Pascal Nurnberg, Ukraine 1917/1923 : Nestor Makhno et l'Armée insurrectionnelle d'Ukraine, Le Monde libertaire, été 1972, p. 17-19, [http://www.nestormakhno.info/french/ukr_1917.htm testo integrale].</ref>; egli è ugualmente coinvolto nello [[sciopero]] vittorioso dei lavoratori di una fabbrica e nella costituzione di un sindacato dei falegnami di cui viene nominato presidente. <ref>[[Paul Avrich]], ''The Anarchists in the Russian Revolution'', Londres, Thames & Hudson, 1973, p. 239-240</ref>
Nonostante la crisi dell'anarchismo, materiale propagandistico si poteva trovare nella ''Vanguard Books'' di Johannesburg sino agli anni '50, quando entrò in vigore la ''Suppression of Communism Act'', una legge liberticida che vietava la diffusione di materiale anarchico e comunista. Il risveglio del [[movimento anarchico]] era però non tanto lontano ed a partire dal [[1961]], con l'adozione della lotta armata da parte del braccio armato dell'''African National Congress'' (ANC), l' ''[[Umkhonto we Sizwe]]'' (MK), si ebbero notizie riguardo a diversi libertari che si unirono alla lotta. Almeno un anarchico, [[Thomas Meyer]], un insegnante bianco di studenti neri nell'estremo nord del paese, è conosciuto per aver aderito al MK come anarchico appunto, venendo coinvolto nel contrabbando di materiale propagandistico anarchico tra il Sudafrica e il vicino Botswana.  


Nel congresso tenutosi dal [[5 agosto|5]] al [[7 agosto]], è in prima fila nella riorganizzazione dei contadini e di un nuovo [[soviet]] locale.<ref name="cedema">Makhno, Nestor, 1889-1934, libcom,[http://libcom.org/history/makhno-nestor-1889-1934& testo integrale]</ref> Inoltre, dà  avvio alla formazione di un gruppuscolo dedito all'esproprio dei beni dei ricchi, ma il progetto è ostacolato dalla reazione delle [[autorità ]] e delle classi dominanti. Allo stesso tempo, quando il generale Kornilov tenterà  di prendere il potere a Pietrogrado, i ribelli di Guliai-Polé formano un comitato per la salvezza della rivoluzione con l'obiettivo di disarmare i proprietari e dare avviò alle [[esproprio|espropriazioni]].
Il [[Maggio 1968|maggio del 1968]] fu un altro evento che contribuì a creare le premesse per una seconda ondata anarchica, che prese avvio a partire dagli anni '80, dopo i durissimi scioperi di Durban del [[1973]] e l'assassinio nel [[1978]] del filosofo anti-apartheid [[Rick Turner]].<ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>


Il [[25 settembre]], il congresso dei [[soviet]] contadini dà  avvio agli espropri in favore dei contadini poveri. La terra viene redistribuita secondo il principio che ognuno possa avere solo la superficie in grado di poter lavorare autonomamente senza salariati. La sua comune ideale è basata sul volontarismo, l'[[uguaglianza]] e la [[solidarietà ]], mezzi attraverso i quali costruire un nuovo ordine sociale « dove non ci sarà  nè schiavitù nè menzogna, nè vergogna, nè divinità  spregevoli, nè catene, dove non si potrà  acquistare nè l'amore nè lo spazio, dove non ci sarà  che la verità  e la sincerità  degli uomini ».
=== La seconda ondata anarchica (dal 1990 ad oggi)===


===Rivolta in Ucraina: l'armata Makhnovista===
Gli anni '80 furono quelli dell'esplosione del [[punk]] specialmente tra i giovani indiani e della nascita del combattivo ''[[Congress of South African Trade Unions]]'' (1985). Fu tutto molto estemporaneo, non erano presenti ancora importanti organizzazioni anarchiche e rivoluzionarie, anche se la presenza di libertari era ormai sempre più numerosa nei cortei [[antimilitarismo|antimilitaristi]] e [[antirazzismo|antirazzisti]].
{{vedi| Makhnovicina|Ucraina libertaria}}
[[File:ApartheidSignEnglishAfrikaans.jpg|left|thumb|Un cartello dell'epoca dell'apartheid]]
Dopo la '''pace di Brest-Litovsk''', firmata da [[Lenin]] il [[3 marzo]] [[1918]], che cedeva l'[[Ucraina]] alla [[Germania]], le truppe germaniche invadono il Paese e lo occupano militarmente. Gli anarchici si organizzano in un [[esercito]] di liberazione partigiano, mentre Makhno e una delegazione si recano nella Russia bolscevica al fine di ottenere la collaborazione e l'aiuto dei compagni anarchici russi (durante questo viaggio avrà  un incontro emozionante con il suo "idolo", [[Pëtr Kropotkin]]).
[[Image:Zacf_symbol.gif|thumb|160 px||Simbolo della [[Zabalaza Anarchist Communist Front]]]]
Il Sudafrica sin dal [[1948]] aveva visto l'entrata in vigore dell'''apartheid'' <ref>L'apartheid (Lingua ''afrikaans'', letteralmente «separazione»)</ref>, ovvero quella politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca (Boeri) e rimasta in vigore fino al [[1993]]. Il nuovo [[movimento anarchico]] non potè quindi non svilupparsi non tenendo conto anche dell'importanza della questione razziale. Come logica conseguenza molti "nuovi" libertari sudafricani si gettarono anima e corpo nella lotta alla segregazione razziale. Uno dei primi nuovi gruppi fu l'[[Anarchist Revolutionary Movement]] (ARM), ma la sua lotta fu alquanto effimera e rimase lungamente confinata all'interno dei ghetti, nonostante all'Università  di Witwatersrand alcuni attivisti formaro una sezione capace anche di pubblicare una rivista. Nel [[1994]], in seguito al crollo del regime segregazionista, le elezioni indette portarono al potere l'African Nationa Congress di Mandela e segnarono, l'anno seguente, la confluenza dell'[[Anarchist Revolutionary Movement]] nella [[Workers Solidarity Federation]] (WSF). Di tendenza [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]], la sede principale della WSF fu Johannesburg, ma nel gruppo confluirono anche diversi militanti della ''[[Durban Anarchist Federation]]'' (DAF). <ref>I militanti rimasti diedero vita all'effimero ''Anarchist Workers’ Group'' (AWG)</ref>


Makhno, che ormai godeva di notevole prestigio tra la sua gente, costituisce battaglioni di contadini e operai per contrastare l'invasore tedesco. L' ''armata Makhnovista'' deve combattere contro le “armate bianche” (filo-zariste) dei controrivoluzionari, spesso sostenuti dagli invasori germanici che però si ritireranno dall'[[Ucraina]] con la firma del trattato di pace dell'[[11 novembre]] [[1918]].
Nel [[1997]], i militanti del WSF stabilirono solidi legami con rivoluzionari dello Zambia (marxisti ed anarchici), contribuendo così a creare una sezione del WSF denominata ''[[Anarchist & Workers’ Solidarity Movement]]'' (AWSM). [[1999|Due anni dopo]], per svariati motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel [[2003]] è nata una grande federazione, la [[Zabalaza Anarchist Communist Federation]] (ZabFed), anch'essa d'ispirazione [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]]. A partire dal [[1° dicembre]] [[2007]] la federazione ha assunto la denominazione di [[Zabalaza Anarchist Communist Front]] (ZACF), mantenendo comunque i principi [[anarco-comunismo|comunisti-anarchici]] della ZabFed.
[[File:Grupo_de_Combate_del_Ejército_Negro.JPG|thumb|390px|Gruppo di combattenti appartenenti all'[[Esercito Nero]]]]
Nel settembre e ottobre [[1918]] i libertari si trovano a dover affrontare la reazione della ''Petliura'' (la ''petliurovskina'' era un movimento della borghesia ucraina) guidata da Denikin. Per sei mesi la lotta sarà  accanita, i partigiani libertari sono “costretti” ad allearsi con i bolscevichi al fine di sconfiggere quelli che erano i veri nemici della rivoluzione, nonostante Nestor Makhno vedesse nei “rossi” un effettivo pericolo per la [[libertà ]] del suo popolo. Infatti, i bolscevichi non si riveleranno sempre preziosi alleati, anzi spesso agevoleranno l'avanzata dei “bianchi” pur di limitare l'influenza e il fascino che i machnovisti esercitavano sulla popolazione. La paura della è tale che [[Lev Trotsky]] arriverà  a dichiarare che sarebbe stato meglio consegnare l'Ucraina ai "bianchi" piuttosto che dare possibilità  alla '''''makhnovishina''''' di espandere la propria influenza. Per questo i bolscevichi decideranno di mettere una taglia sulla testa dell'anarchico ucraino.<ref name="tradi"> [http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-31814452.html da latradizionelibertaria.over-blog.it] </ref>


Nonostante questi “incidenti”, Makhno si allea una seconda volta con i bolscevichi quando, nella primavera del [[1920]], si vede costretto a respingere un altro assalto delle armate bianche, questa volta poste sotto il comando di Wrangel. Le truppe partigiane combattono per mesi, fino alla disfatta dei reazionari che si concretizzerà  nel novembre dello stesso anno.
== Bibliografia ==
 
[[File:African-Anarchism, Sam Mbah.jpg|thumb|''African anarchism'' di [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]]]]
Makhno a questo punto fa rientro nel suo villaggio e intraprende il suo lavoro di rieducazione e di organizzazione dei contadini, ma  questi progetti saranno spezzati da una nuova offensiva bolscevica che mal sopportava questo progetto libertario.
=== In inglese ===
 
Il [[26 novembre]] [[1920]], Guliai-Polé è circondata, Makhno raduna circa duemila uomini che combattendo eroicamente proveranno a resistere all'accerchiamento dell'Armata Rossa.
 
===L'esilio e la morte in povertà ===
 
Ferito più volte durante i combattimenti e sentendosi in pericolo, si rifugia insieme a 78 compagni in [[Romania]], dove il Commissario del popolo agli affari esteri dell'URSS, Tchitcherine, cercherà  di estradarlo con l'accusa di «[[terrorismo]]» contro l'[[Ucraina]]. Si sposta allora in [[Polonia]], dove viene processato per presunti crimini compiuti in [[Ucraina]] contro gli interessi della [[Polonia]] e poi rilasciato. <ref>Voline, La Révolution Inconnue. Livre troisième : Les luttes pour la véritable Révolution sociale (1918-1921), Éditions Entremonde, 2009, [http://www.entremonde.net/IMG/pdf/RUPTURE05-Livre.pdf testo integrale].</ref>
 
A questo punto raggiunge Danzica, dove però è nuovamente arrestato. Una volta riuscito ad evadere, raggiunge prima la [[Germania]] ed infine Parigi nell'aprile del [[1925]]. Ospite di amici russi prima a Saint-Cloud e poi a Romainville, la sua [[famiglia]] si insedia, il [[21 giugno]] [[1926]], a Vincennes.
 
Fisicamente debilitato, affetto da tubercolosi e col volto sfregiato, [[Louis Lecoin]] dirà  che « il suo corpo non è che cicatrici e schegge di proiettili  che si muovono sotto la pelle.». In [[Francia]] la sua sofferenza viene alleviata grazie alle cure di alcuni medici anarchici, tra cui [[Madeleine Pelletier]] che si occuperà  lungamente della sua [[salute]]. 
 
Nonostante le difficoltà , in [[Francia]] incontra [[Voline]], [[Ida Mett]] e [[Petr Arshinov]], con i quali fonda il gruppo [[Dielo Trouda]], che sarà  protagonista dell'elaborazione teorica organizzativa [[anarco-comunismo|comunista-anarchica]] denominata [[Piattaforma d'Organizzazione dell'Unione Generale degli Anarchici|Piattaforma degli anarchici]]. Con [[Ida Mett]] lavora alla sua biografia. Il [[6 maggio]] [[1927]] è raggiunto da un ordine di espulsione, che non viene eseguito grazie all'intervento di [[Louis Lecoin]].
 
In luglio, incontra [[Buenaventura Durruti]] e [[Francisco Ascaso]], con i quali si sofferma sulle possibilità  rivoluzionarie in [[Spagna]], affermando che le condizioni per una [[rivoluzione sociale]] libertaria sono più favorevoli nel paese iberico che in [[Russia]], perché nel primo esisteva un proletariato e una classe contadina con antiche tradizioni rivoluzionarie ed inoltre gli anarchici spagnoli si erano dotati di un'organizzazione assai ben strutturata.<ref name="cedema">Makhno, Nestor, 1889-1934, libcom,[http://libcom.org/history/makhno-nestor-1889-1934& testo integrale]</ref>
 
Trovandosi in condizioni economiche miserevoli, il [[6 aprile]] [[1929]] ''L'Union anarchiste communiste'' lancia nel giornale ''[[Le Libertaire]]'' un appello alla [[solidarietà ]] in suo favore. Durante il periodo francese stringe rapporti epistolari con altri esponenti dell'[[anarchismo]] europeo, tra i quali gli italiani [[Errico Malatesta]] e [[Pio Turroni]] <ref name="turroni">[http://ita.anarchopedia.org/Pio_Turroni#Pio_Turroni_e_Nestor_Makhno Pio Turroni e Nestor Makhno]</ref> e i libertari della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39) | rivoluzione spagnola del ‘36]].
 
Nel [[1929]], con la sua famiglia, è invitato dal gruppo anarchico Aimargues a trasferirsi a Gard. La moglie, Galina, e sua figlia Lucia, vi rimarranno circa un anno.
 
Quando la sua salute peggiora, Makhno è ricoverato in ospedale nel marzo del [[1934]] all'ospedale Ténon (Parigi), dove muore nella notte tra il [[24 luglio|24]] e il [[25 luglio]] [[1934]].
 
== Il pensiero e l'azione ==
 
 
=== Teoria organizzativa anarchica ===
L'idea organizzativa del [[movimento anarchico]] fu sempre al centro del pensiero di Nestor Makhno, dall'organizzazione delle comuni libertarie a Guliai Polé, alla costituzione della [[Nabat]], dell'[[Esercito Nero]] ed infine alla formulazione della [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|Piattaforma Anarchica]]. Quest'ultima fu redatta dai militanti anarchici russi e ucraini del gruppo «[[Dielo Trouda]]», fuggiti a Parigi durante gli "anni 20" (del [[1900]]) per scampare alla [[repressione]] bolscevica.
 
Essi generalmente firmavano i loro scritti con il nome di “Gruppo degli Anarchici Russi all'Estero”. I membri più importanti furono (tra gli altri): Nestor Makhno, [[Ida Mett]], [[Petr Arshinov]], [[Maria Goldsmith]], [[Valesvsky]] e [[Linsky]].
 
La “Piattaforma” venne pubblicata a Parigi sulle pagine di «Dielo Trouda» tra giugno e novembre del [[1926]] e poi tradotta in francese durante l'inverno seguente da [[Voline]] che, paradossalmente, sarà  il principale detrattore della “Piattaforma”. [[Voline]], infatti, aveva teorizzato la [[sintetismo anarchico|sintesi anarchica]] e pubblicato anche la ''[[Risposta alla Piattaforma]]''.
 
=== Realizzazioni costruttive ===
[[File:Nikiforova.gif|thumb|left|[[Maria Nikiforova]], anarchica ucraina e leader di una guardia nera anarchica. Makhno e Nikiforova si confrontarono lungamente sui metodi d'azione da intraprendere contro i "bianchi" e i "bolscevichi"]]
[[File:Idamett.jpg|thumb|[[Ida Mett]]]]
 
==== Le comuni libertarie in Ucraina ====
Makhno fu uomo d’azione, ma anche un profondo pensatore ed elaboratore dei principi del [[anarco-comunismo |comunismo-anarchico]]. È interessante rilevare che mentre la maggior parte dei rivoluzionari vede negli operai la classe “eletta”,  i machnovisti, essendo per la maggioranza contadini, non ebbero invece preclusioni di alcun tipo.
 
Furono infatti i contadini che svolsero la funzione di “avanguardia” ('''l’avanguardia''', dal punto di vista del [[anarco-comunismo  | comunismo anarchico]], va intesa in senso libertario ossia non che si eleva al di sopra delle masse, ma che svolge una funzione di guida e orientamento delle stesse) della rivoluzione ucraina. I libertari militanti più esperti che agivano nell'ambito del movimento della cosiddetta ''[[Makhnovicina]]'' (“Makhnovščina”), tra i quali Makhno, e furono più un punto di riferimento ideale, che un autentico corpo inserito nel pieno dell'evoluzione sociale che aveva luogo.
 
L'[[Ucraina libertaria]] era una terra formata essenzialmente da contadini, braccianti e allevatori, tutti comunque legati alla terra. È facile immaginare come gli ideali anarchici abbiano potuto fare grandi proseliti in questa zona; i terreni espropriati ai latifondisti vennero consegnati e [[autogestione |  autogestiti]] dai contadini e dai braccianti, nell'ambito di un sistema quindi estremamente egualitario e libertario.
 
Le terre [[collettivismo|collettivizzate]] furono organizzate in comuni o [[soviet]] del lavoro indipendenti, senza alcun condizionamento da parte di qualsivoglia autorità  o “partito guida” (...si può quindi capire perché i bolscevichi temessero così tanto i machnovisti), in cui veniva semplicemente eseguita la volontà  popolare e dei contadini uniti in cooperative. Nonostante i tentativi d’influenza dei  bolscevichi, questi riuscirono mai ad insidiare i contadini ucraini, anche grazie al [[federalismo | modello federativo]] adottato, in cui le unità  produttive erano collegate fra loro localmente, per distretto, per regione ecc.
 
====L'Esercito Nero====
{{vedi|Esercito Nero}}
Il problema che dominò i Congressi regionali della [[Makhnovicina]] fu quello della difesa militare dell'[[Ucraina]]. Il Secondo Congresso, che si tenne a Guliai-Pole, il [[12 febbraio]] [[1919]], votò a favore di una "mobilitazione volontaria" di tutti gli uomini ritenuti idonei (in realtà  fu una sorta di chiamata obbligatoria).
 
I delegati elessero inoltre un "Consiglio regionale militare rivoluzionario dei contadini, degli operai e degli insorti" con il compito di mettere in pratica le decisioni dei vari Congressi che periodicamente si svolgevano.
Come il "Consiglio militare rivoluzionario", anche l’'''Esercito Insorto dell'Ucraina''' era sottoposto al controllo dei Congressi regionali, in modo da non creare strutture di dominio anche se, talvolta, i makhnovisti potevano apparire agli occhi di altri anarchici un pò troppo [[autorità |autoritari]].
 
L''''Esercito Insorto dell'Ucraina''', tuttavia, non perse mai il carattere popolare, infatti molti suoi ufficiali erano contadini o, in qualche raro caso, operai delle fabbriche e del commercio.  Le bande partigiane accettavano volentieri il comando di Makhno, unendosi dietro la [[simbolismo anarchico|bandiera nera dell’anarchia]].
 
L'organizzazione interna dell'Esercito Nero si basava su tre principi fondamentali:
#volontarismo
#eleggibilità  di tutti i posti di comando
#disciplina liberamente consentita.
 
=== Il manifesto makhnovista ===
 
'''''Chi sono i machnovisti e per che cosa si battono?'''''
[[File:Bandiera_Makhnovtchina.jpg|thumb|300 px|Bandiera della Machnovichina]]
#I machnovisti sono operai e contadini che insorsero fin dal [[1918]] contro la tirannia del potere della borghesia germano-magiara, austriaca e hetmanita in Ucraina. I machnovisti sono quei lavoratori che per primi innalzarono lo stendardo della lotta contro il governo di Denikin e tutte le altre forme di oppressione, di violenza e di menzogna, qualunque fosse la loro origine. I machnovisti sono quei lavoratori sulla cui fatica la borghesia in generale, ed ora quella sovietica in particolare, ha costruito il proprio benessere ed è divenuta grassa e potente.
#Perché ci chiamiamo machnovisti? Perché per la prima volta durante i giorni più oscuri della reazione in Ucraina, abbiamo visto tra noi un amico leale, Machno, la cui voce di protesta contro ogni forma di oppressione dei lavoratori risuonò per tutta l'Ucraina, esortando alla lotta contro tutti i tiranni, i malfattori e i ciarlatani della politica che ci ingannavano, Machno, che ora marcia deciso al nostro fianco verso la mèta finale, l'emancipazione del proletariato da ogni forma di oppressione.
#Che cosa intendiamo per emancipazione? Il rovesciamento dei governi monarchici, di coalizione, di repubblicani, socialdemocratici e del partito comunista bolscevico, cui deve sostituirsi un ordine indipendente di soviet dei lavoratori, senza più governanti né leggi arbitrarie. Perché il vero ordine dei soviet non è quello instaurato dal governo socialdemocratico-comunista bolscevico, che ora si definisce potere sovietico, ma una forma più alta di socialismo antiautoritario e antistatale, che si manifesta nell'organizzazione di una struttura libera, felice e indipendente della vita dei lavoratori, nella quale ciascun individuo, così come la società  nel suo complesso, possa costruirsi da sé la propria felicità  e il proprio benessere secondo i principî di solidarietà , di amicizia e di uguaglianza.
#Come consideriamo il sistema dei soviet? I lavoratori devono scegliersi da soli i propri soviet, che soddisferanno i desideri dei lavoratori - cioè, soviet amministrativi, non soviet di stato. La terra, le fabbriche, gli stabilimenti, le miniere, le ferrovie e le altre ricchezze popolari devono appartenere a coloro che vi lavorano, ovvero devono essere socializzate.
#Attraverso quale via i machnovisti potranno realizzare i loro obiettivi? Con una rivoluzione senza compromessi e una lotta diretta contro ogni arbitrio, menzogna ed oppressione, da qualunque fonte provengano; una lotta all'ultimo sangue, una lotta per la libertà  di parola e per la giusta causa, una lotta con le armi in mano. Solo attraverso l'abolizione di tutti i governanti, distruggendo le fondamenta delle loro menzogne, negli affari di stato come in quelli economici, solo con la distruzione dello stato per mezzo della rivoluzione sociale potremo ottenere un vero ordine di soviet e giungere al socialismo.
 
== Calunnie contro Makhno ==
[[File:Voline.jpg|thumb|150 px|[[Voline]]]]
[[File:Fanya Baron and Aron Baron.jpg|200 px|thumb|[[Aaron Baron]] con sua moglie [[Fanya Baron|Fanya]]]]
=== Accuse di antisemitismo ===
 
Durante l'esilio in [[Francia]], il quotidiano comunista ''L'Humanité''  mise in giro ad arte voci calunniose su Makhno, dipingendolo come un volgare antisemita. Le calunnie furono poi rilanciate poi dallo scrittore Joseph Kessel<ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Kessel Joseph Kessel]</ref> attraverso la novella ''Makhno e l'ebraica''.
 
Fu lo stesso anarchico ucraino il primo a demolire queste infamie dicendo : «Ogni tentativo di pogrom o di saccheggio fu da noi soffocato sul nascere. Coloro che si resero colpevoli di tali atti furono sempre fucilati sul posto».
 
Anche per l'ebreo anarchico [[Voline]] questa fu una vile accusa priva fondamento <ref name="cedema"> Voline, '''La Révolution Inconnue. Livre troisième : Les luttes pour la véritable Révolution sociale (1918-1921)''', Éditions Entremonde, 2009, [http://www.entremonde.net/IMG/pdf/RUPTURE05-Livre.pdf testo integrale].</ref>, d'altronde egli stesso ed [[Aaron Baron]], "pur essendo" d'origine ebraica facevano parte delle Commissioni culturali ed educazionali dell'Ucraina libertaria.<ref> [[Paul Avrich]], ''Anarchist portraits'', Princeton University Press, 1988, page 112</ref>. Peraltro, il grande storico anarchico [[Paul Avrich]], non solo smentì ogni accusa contro Makhno e compagni, ma arrivò ad accusare i [[bolscevismo|bolscevichi]] di aver voluto scientemente calunniare il movimento libertario d'Ucraina.
 
A cancellare definitivamente queste ingiuriose accuse, frutto probabilmente di agenti provocatori stalinisti, ci hanno più recentemente pensato l'enciclopedia giudaica <ref>[http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/History/pogroms.html Modern Jewish History:Pogroms]</ref>  e la pubblicazione ebraica ''Israel Pocket Library, Anti-Semitis Keter Books'' (Gerusalemme, 1974)<ref name="tradi"> [http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-31814452.html da latradizionelibertaria.over-blog.it] </ref>.
===Accusa di banditismo===
Per combattere la [[Ucraina libertaria|makhnovicina]], i [[bolscevismo|bolscevichi]], in particolare [[Lev Trotzky]], utilizzarono anche l'arma lessicale. Gli stalinisti furono così abili da arrivare addirittura a stravolgere il senso del termine banditismo, che così passò da sinonimo di membro appartenente a bande rivoltose a quello di vero e proprio criminale. Fu sempre [[Voline]] a denunciare esplicitamente anche questa calunnia:
:«Va da sé, infine, che i bolscevichi erano pienamente consapevoli della differenza tra rivolta e bande armate senza etica o morale. Ma questa confusione è servita perfettamente per il loro scopo e esperti uomini di stato operarono nel loro interesse.»<ref name="cedema"> Voline, '''La Révolution Inconnue. Livre troisième : Les luttes pour la véritable Révolution sociale (1918-1921)''', Éditions Entremonde, 2009, [http://www.entremonde.net/IMG/pdf/RUPTURE05-Livre.pdf testo integrale].</ref>
 
===Il furto delle sue memorie===
Nel suo libro ''Ricordi di Nestor Makhno'', [[Ida Mett]] scrisse: «Galina Kouzmienko [...] dopo la morte di Makhno, è diventata la moglie di Volin ed insieme a quest'ultimo aveva commesso la più grande infamia morale: entrambi rubarono da sotto il cuscino mortuario di Makhno il suo diario e lo fecero sparire. In questo giornale Makhno aveva descritto tutta la sua vita in esilio e aveva chiarito la sua opinione sui compagni d'idee e le loro attività .» <ref>[http://www.nestormakhno.info/french/souv_mak.htm Testo]</ref>
 
Michel Ragon, nel suo romanzo ''La memoria dei vinti'' descrive quanto segue:
: «Hanno trovato il manoscritto sotto il cuscino del morto e l'hanno bruciato.» <ref>[http://books.google.be/books?id=RCkHmm7un0MC&pg=PT176&lpg=PT176&dq="Ils+ont+trouvé+le+manuscrit+sous+l%27oreiller"&source=bl&ots=sUzRRUrn9b&sig=XcFhMmmuY7rPdT3oi1S35ts-8Zg&hl=fr&sa=X&ei=bsokUrWAMqLJ0AXX7IGgBQ&sqi=2&ved=0CC4Q6AEwAA#v=onepage&q=%22Ils%20ont%20trouv%C3%A9%20le%20manuscrit%20sous%20l'oreiller%22&f=false Estratto dell'opera (in francese)]</ref>


Questa versione è tuttavia inverosimile, Makhno aveva infatti abbandonato la scrittura della sua autobiografia nel [[1927]].
*[[Lucien van der Walt]], ''Anarchism and Revolutionary Syndicalism in South Africa, 1904-1921''
*[[Samuel Mbah]] e [[I.E. Igariwey]], ''Military Dictatorship and the State in Africa''
*[[Frantz Fanon]], ''Toward The African Revolution''
*[[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]], ''[http://workersolidarity.org/archive/Mbah,%20Sam%20&%20Igariwey,%20I.E.%20-%20African%20anarchism.pdf African Anarchism: The History of a Movement]''
=== In francese===
*[[Daniel Guerin]], ''Bourgeoisie africaine'' in «Les Temps Modernes», Parigi: febbraio 1956
*[[Daniel Guerin]], ''L’Algérie n’a jamais été la France'', Parigi: Chez l’auteur, 1956
*[[Daniel Guerin]], ''Au Ghana : Syndicalisme et socialisme. Réponse à  S.G. OKOKU'', in «Présence Africaine», n°51, 3° trimestre 1964


==Note==
===In italiano ===
{{references|2}}
*[[Paolo Schicchi]], ''La guerra e la civilità . Mondo arabo e aggressione occidentale'', Ragusa, Sicilia Punto L Ed., 1988
== Bibliografia ==
*[[Leda Rafanelli]], Etienne Amalier, ''L'oasi. Romanzo arabo'', Milano, Casa Ed. Monanni, 1929
* Alexander Vladlenovic Shubin, traduzione di Sara Baglivi, ''Nestor Machno: Bandiera Nera sull'Ucraina'', Elèuthera editrice, 2012.
*[[Pier Carlo Masini]], ''Gli orfani di Nasser'' in «Critica Sociale», a.62, n.20, p.624, 20/10/1970
* Victor A. Savchenko, ''Makhno'', Kharkiv, due edizioni nel [[2005]] e nel [[2007]].
*Henry Barclay, ''Le società  acefale'' in «Volontà », rivista anarchica trimestriale, Milano, n°1, 1986
* Nestor Machno, La Rivoluzione anarchica e altri scritti, 2005, M&B Publishing, Milano.
*[[Sam Mbah]] e [[I.E. Igariwey]], ''Africa Ribelle. Società  senza stato - le prospettive libertarie'', Milano, Edizioni Zero in condotta, 2002
* Semanov SN, Nestor Makhno: Vozhak Anarkhistov. ''Nestor Makhno: Anarchist Chieftain''. Una nuova lettura Sulla base di nuovo materiale (Veche, [[Mosca (Russia)|Mosca]], 2005.
*Federico Battistutta, ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/343/60.htm Coetzeee l’anarchia]'' in «A Rivista anarchica», Milano: a.39, n°3-343, p.60-62, marzo 2009
* SN Semanov, Makhno. SN Semanov, ''Una storia autentica'', AST-PRESS, 2001.
* Nestor Machno, ''La lotta contro la Stato e altri saggi'', stampa AK, 1996.
* Dietrich Neufeld, tradotto dal tedesco e cura di Al Reimer, ''Un ballo russo di morte; rivoluzione e guerra civile in Ucraina'', Winnipeg (Canada), Hyperion Press Limited, 1980.
* Pëtr A. Aršinov, ''[http://www.liberliber.it/mediateca/libri/a/arsinov/storia_del_movimento_machnovista/pdf/arsinov_storia_del_movimento.pdf Storia del movimento machnovista (1918-1921)]'' (1923), Edizioni RL, Napoli 1954.
* Volin, ''La rivoluzione sconosciuta'', Edizioni RL, Napoli 1950.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
 
*[[Anarchismo in Africa]]
*[[Ucraina libertaria]]
*[[Anarchismo in Egitto]]
*[[Esercito Nero]]
*[[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)]]
*[[Pio Turroni]]


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.nestormakhno.info Nestor Makhno Archive]
*[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/mov_glob.htm L'anarchismo rivoluzionario e il movimento anti-globalizzazione] di Lucien van der Walt (Bikisha Media Collective)
*[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-31814452.html La makhnovishina]
*[http://zabalaza.net/ Zabalaza Anarchist Communist Front (sito web ufficiale)]
*[http://www.fdca.it/storico/sovietliberi/4.htm I soviet nella concezione machnovista]
== Note ==
*[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-la-purge-finale-des-makhnovistes-1937-1938-un-court-recit-de-la-repression-qui-s-abattit-sur-d-ancie-116242146.html La purga finale dei makhnovisti 1937-1938]
*[http://www.liberliber.it/mediateca/ebook/a/arsinov/storia_del_movimento_machnovista/pdf/arsinov_storia_del_movimento.pdf Storia del movimento machnovista], di [[Petr Arshinov]].
*[https://www.youtube.com/watch?v=u_djvBJcZSo Nestor Machno e la rivoluzione in Ucraina (documentario video)]


 
{{references|2}}
[[Categoria:Anarchici|Makhno, Nestor]]
[[Categoria:Anarchismo in Africa]]
[[Categoria:Anarchici ucraini|Makhno, Nestor]]
[[Categoria:Rivoluzione russa|Makhno, Nestor]]

Versione delle 10:54, 5 mar 2019

L'anarchismo in Sudfrica si riferisce tanto all'organizzazione politica antiautoritaria presente in diverse società  tradizionali africane, quanto al moderno movimento anarchico del Sud dell'Africa. Il movimento anarchico sudafricano ha una lunghissima tradizione, ed oggi è presente quella che è la più importante organizzazione anarchica africana, la Zabalaza Anarchist Communist Front.

L'anarchismo e le culture tradizionali

Gli storici dell'anarchismo Sam Mbah e I. E. Igariwey - nigeriani, anarchici e militanti della Awareness League - nel loro African Anarchism: The History of a Movement a proposito delle tradizionali società  africane riportano quanto segue:

«In maggiore o minore misura, tutte le […] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».

La ragione per la quale le società  tradizionali africane sono caratterizzate da alcune tendenze anarchiche è dovuta alla loro strutturazione politica orizzontale e all'assenza di classi sociali. Inoltre, la leadership dei membri più anziani di queste comunità  generalmente non trascende nella struttura autoritaria che caratterizza gli Stati moderni (tesi sostenuta da Pierre Clastres nel suo libro La società  contro lo Stato ).

[1] Un forte fattore che ha portato a tutto ciò è intimamente legato alla loro tradizione e ai loro valori naturali. Ad esempio, quantunque non esistano leggi contro stupratori, omicidi, adulteri e stregoneria, i colpevoli vengono generalmente perseguiti dal proprio gruppo, clan o tribù. Il principio della responsabilità  collettiva è molto spesso invocato.

Il sistema delle classi fu introdotto dal XV secolo e si insediò in Africa per colpa del colonialismo europeo, anche se simili organizzazioni sono state documentate in alcune antiche civiltà  africane, come ad esempio in Nubia, Egitto , Axum ed Hausa. Tuttavia, ancora oggi, molte società  sono rimaste organizzate su principi che hanno portato alla formazione di "tribù senza leader", una forma di anarchia ordinata.

Storia dell'anarchismo in Sudafrica

I pionieri dell'anarchismo

Il primo pioniere dell'anarchismo in Sud Africa di cui si ha notizia fu Henry Glasse, un inglese che dal 1881 viveva a Port Elizabeth. Dalla sua cittadina teneva corrispondenza con i circoli anarchici londinesi, inoltre traduceva i testi di Kropotkin e distribuiva opuscoli anarchici. Il suo approccio alla questione razziale fu meramente anarchico, auspicando l'unità  dei lavoratori neri con quelli bianchi contro l'arroganza capitalistica.

La prima attività  anarchica in Sudafrica si ebbe sin dagli anni '70 del XIX secolo, quando la bandiera nera dell'anarchia prese a sventolare nelle miniere di diamanti di Kimberley durante una rivolta operaia. Si pensa che questi scioperi furono fomentati da diversi comunardi parigini esiliati in Afica subito dopo la repressione della Comune di Parigi. È inoltre probabile che l'anarchismo in Sudafrica si sia diffuso anche grazie agli anarchici portoghesi espulsi dal loro paese tra il 1896 e il 1905 ed inviati in esilio nel vicino Mozambico. [2]

La prima ondata anarchica (1900-1920)

Le prime vere rivolte di matrice anarco-sindacale si ebbero all'inizio del 20° secolo, quando si costituirono le prime organizzazioni di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «Socialist Club, fondato in Sud Africa da Henry Glasse nel 1900 [...] la Revolutionary League, fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la International Socialist League, fondata in Sud Africa nel 1915, la Industrial Socialist League, fondata nel 1918, e il Partito Comunista del Sud Africa antiparlamentare, fondato nel 1920» [3].

Logo del sindacato rivoluzionario dell'IWW. Nel 1910 si costituì una sezione anche in Sudafrica

A questi gruppi vanno aggiunte le attività  della singole individualità  e soprattutto quella della sezione dell'IWW (1910), a cui nel 1915 si ispirarono i fondatori del sindacato rivoluzionario dell'International Socialist League (ISL). L'ILS sosteneva la dannosità  del "sindacalismo bianco", aggiungendo che la lotta conto il razzismo e il capitalismo dovessero andare di pari passo e che l'azione diretta fosse l'arma più efficace di lotta.

L'esperienza dell'ILS ispirò la nascita di altri gruppi più o meno simili: Industrial Workers of Africa, nel 1917, e poi il Clothing Workers Industrial Union, l'Horse Drivers' Union e l'Indian Workers' Industrial Union. Altro gruppo importante fu l'Industrial and Commercial Workers' Union of Africa (ICU), il quale organizzò i lavoratori della Namibia, Sudafrica, Zambia e Zimbabwe a partire dai primi anni ‘20.

Black and Red Africa.png

A quel tempo la forza lavoro sudafricana veniva già  divisa razzisticamente[4], con la maggior parte dei posti di lavoro ad appannaggio dei bianchi, mentre i non qualificati venivano indirizzati alla manodopera nera, indiana e meticcia (oltre a qualche bianco particolarmente emarginato). Le organizzazioni rivoluzionarie sin da allora agirono nel tentativo di non dividere i lavoratori sulla base del colore della pelle, rifiutando la divisione del "sindacalismo bianco" da quello "nero", come quando nel 1913 il sindacalista George Mason spinse i lavoratori neri ad unirsi ad uno sciopero dei bianchi. [5]

Nel 1921, la nascita del Communist Party of South Africa, nel quale erano confluiti diversi sindacalisti rivoluzionari, segnò la fine della "prima ondata" di organizzazione anarchica in Sud Africa, schiacciato com'era dall'esplosione del bolscevismo e dal nascente nazionalismo nero. Il Partito Comunista sudafricano spinse i lavoratori verso la riforma dello Stato, proponendo la tesi dell'Internazionale comunista sulla lotta politica in due tempi (lotta al capitalismo e al razzismo da attuare in tempi diversi [6]), che di fatto comportava l'idea che fosse possibile riformare le istituzioni attraverso l'adozione di un capitalismo senza razzismo. In questo modo i comunisti mandarono all'aria il lavoro dei sindacati anarchici e rivoluzionari che invece proponevano imprescindibilmente l'unione della lotta anticapitalistica e antirazzista.[5]

La crisi del movimento

Durante la rivoluzione spagnola (1936-1939), molti sudafricani combatterono dalla parte della Repubblica contro i franchisti, come parte integrante dei 40.000 volontari provenienti da 53 nazioni che provarono inutilmente a difendere la Spagna dal golpe fascista, anche se non è risaputo se qualcuno di loro fosse specificamente anarchico. [2]

Nonostante la crisi dell'anarchismo, materiale propagandistico si poteva trovare nella Vanguard Books di Johannesburg sino agli anni '50, quando entrò in vigore la Suppression of Communism Act, una legge liberticida che vietava la diffusione di materiale anarchico e comunista. Il risveglio del movimento anarchico era però non tanto lontano ed a partire dal 1961, con l'adozione della lotta armata da parte del braccio armato dell'African National Congress (ANC), l' Umkhonto we Sizwe (MK), si ebbero notizie riguardo a diversi libertari che si unirono alla lotta. Almeno un anarchico, Thomas Meyer, un insegnante bianco di studenti neri nell'estremo nord del paese, è conosciuto per aver aderito al MK come anarchico appunto, venendo coinvolto nel contrabbando di materiale propagandistico anarchico tra il Sudafrica e il vicino Botswana.

Il maggio del 1968 fu un altro evento che contribuì a creare le premesse per una seconda ondata anarchica, che prese avvio a partire dagli anni '80, dopo i durissimi scioperi di Durban del 1973 e l'assassinio nel 1978 del filosofo anti-apartheid Rick Turner.[2]

La seconda ondata anarchica (dal 1990 ad oggi)

Gli anni '80 furono quelli dell'esplosione del punk specialmente tra i giovani indiani e della nascita del combattivo Congress of South African Trade Unions (1985). Fu tutto molto estemporaneo, non erano presenti ancora importanti organizzazioni anarchiche e rivoluzionarie, anche se la presenza di libertari era ormai sempre più numerosa nei cortei antimilitaristi e antirazzisti.

Un cartello dell'epoca dell'apartheid

Il Sudafrica sin dal 1948 aveva visto l'entrata in vigore dell'apartheid [7], ovvero quella politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca (Boeri) e rimasta in vigore fino al 1993. Il nuovo movimento anarchico non potè quindi non svilupparsi non tenendo conto anche dell'importanza della questione razziale. Come logica conseguenza molti "nuovi" libertari sudafricani si gettarono anima e corpo nella lotta alla segregazione razziale. Uno dei primi nuovi gruppi fu l'Anarchist Revolutionary Movement (ARM), ma la sua lotta fu alquanto effimera e rimase lungamente confinata all'interno dei ghetti, nonostante all'Università  di Witwatersrand alcuni attivisti formaro una sezione capace anche di pubblicare una rivista. Nel 1994, in seguito al crollo del regime segregazionista, le elezioni indette portarono al potere l'African Nationa Congress di Mandela e segnarono, l'anno seguente, la confluenza dell'Anarchist Revolutionary Movement nella Workers Solidarity Federation (WSF). Di tendenza piattaformista anarchica, la sede principale della WSF fu Johannesburg, ma nel gruppo confluirono anche diversi militanti della Durban Anarchist Federation (DAF). [8]

Nel 1997, i militanti del WSF stabilirono solidi legami con rivoluzionari dello Zambia (marxisti ed anarchici), contribuendo così a creare una sezione del WSF denominata Anarchist & Workers’ Solidarity Movement (AWSM). Due anni dopo, per svariati motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel 2003 è nata una grande federazione, la Zabalaza Anarchist Communist Federation (ZabFed), anch'essa d'ispirazione piattaformista anarchica. A partire dal 1° dicembre 2007 la federazione ha assunto la denominazione di Zabalaza Anarchist Communist Front (ZACF), mantenendo comunque i principi comunisti-anarchici della ZabFed.

Bibliografia

African anarchism di Sam Mbah e I. E. Igariwey

In inglese

In francese

  • Daniel Guerin, Bourgeoisie africaine in «Les Temps Modernes», Parigi: febbraio 1956
  • Daniel Guerin, L’Algérie n’a jamais été la France, Parigi: Chez l’auteur, 1956
  • Daniel Guerin, Au Ghana : Syndicalisme et socialisme. Réponse à  S.G. OKOKU, in «Présence Africaine», n°51, 3° trimestre 1964

In italiano

  • Paolo Schicchi, La guerra e la civilità . Mondo arabo e aggressione occidentale, Ragusa, Sicilia Punto L Ed., 1988
  • Leda Rafanelli, Etienne Amalier, L'oasi. Romanzo arabo, Milano, Casa Ed. Monanni, 1929
  • Pier Carlo Masini, Gli orfani di Nasser in «Critica Sociale», a.62, n.20, p.624, 20/10/1970
  • Henry Barclay, Le società  acefale in «Volontà », rivista anarchica trimestriale, Milano, n°1, 1986
  • Sam Mbah e I.E. Igariwey, Africa Ribelle. Società  senza stato - le prospettive libertarie, Milano, Edizioni Zero in condotta, 2002
  • Federico Battistutta, Coetzeee l’anarchia in «A Rivista anarchica», Milano: a.39, n°3-343, p.60-62, marzo 2009

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

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  1. Pierre Clastres (Parigi, 1934 — 1977), antropologo ed etnologo francese
  2. 2,0 2,1 2,2 NEFAC Interviews the BMC
  3. Estratto dallo statuto dello ZACF
  4. Nel 1923 furono introdotti i primi germi legislativi segregazionisti, che nel 1948 sfociarono nell'introduzione dell'apartheid.
  5. 5,0 5,1 Anarchismo e questione razziale in Sudafrica
  6. L'Internazionale Comunista portò avanti l'idea che la fase nazional-democratica fosse necessaria prima che il socialismo potesse trionfare. Questa tesi portò a delle drammatiche conseguenze durante la rivoluzione spagnola (e non solo), quando i comunisti presero a reprimere gli anarchici e i militanti del POUM.
  7. L'apartheid (Lingua afrikaans, letteralmente «separazione»)
  8. I militanti rimasti diedero vita all'effimero Anarchist Workers’ Group (AWG)