Prima Pagina e Anarchismo in Sudafrica: differenze tra le pagine

Da Anarcopedia.
(Differenze fra le pagine)
Jump to navigation Jump to search
m (Sostituzione testo - "(\[\[nl:.*\]\])" con " ")
 
Nessun oggetto della modifica
 
Riga 1: Riga 1:
{| cellspacing="0" cellpadding="3" style="border-top:0px solid #000000; font: 110% Verdana; color:black"
[[File:South Africa (orthographic projection).svg|thumb|200 px|Localizzazione del Sudafrica]]L''''anarchismo in Sudfrica''' si riferisce tanto all'organizzazione politica antiautoritaria presente in diverse società  tradizionali africane, quanto al moderno movimento anarchico del Sud dell'Africa. Il [[movimento anarchico]] sudafricano ha una lunghissima tradizione, ed oggi è presente quella che è la più importante organizzazione anarchica africana, la [[Zabalaza Anarchist Communist Front]].
| align="center" bgcolor="#FFFFFF" colspan=2 |<b>{{titolo}}</b>[[Image:Red@Black.gif]]
|-
| align="center" bgcolor="#FFFFFF" colspan=2 | '''Oggi è {{CURRENTDAYNAME}} [[{{CURRENTDAY}} {{CURRENTMONTHNAME}}]] [[{{CURRENTYEAR}}]]'''
|-
| style="border-top:0px solid #000000;" align="left" bgcolor="#FFFFFF"|
<small>
{| border="0"


|
== L'anarchismo e le culture tradizionali ==
[[File:Logo155px.png|left|170 px|thumb|]]
Gli [[Storia dell'anarchismo|storici dell'anarchismo]] [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]] - nigeriani, anarchici e militanti della [[Awareness League]] -  nel loro ''African Anarchism: The History of a Movement'' a proposito delle tradizionali società  africane riportano quanto segue:
: «In maggiore o minore misura, tutte le [] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».
| '''Benvenute/i su [[Anarchopedia]]''': un progetto per lo sviluppo di una enciclopedia multi-lingua, finalizzata a chiarificare teorie e pratiche del [[movimento anarchico]] nel suo complesso, ma anche a porsi in sé come esperienza [[anarchismo|anarchica]] di azione diretta. Infatti, essendo questa una [[wiki]], chiunque può aggiungere nuove pagine ('''compatibili con la [http://ita.anarchopedia.org/Anarchopedia#Filosofia_anarchica_del_progetto filosofia anarchica del progetto]''') o modificare le pagine esistenti. Al momento l'Anarcopedia Italiana conta '''[[Speciale:Statistics|{{NUMBEROFARTICLES}}]] [[Special:Allpages|articoli]]''' in corso di elaborazione o già  realizzati.  


È disponibile una lista degli [[Special:Newpages|articoli creati di recente]] e la [[MAPPA DELLE CATEGORIE]], utili per orientarsi all'interno dell'enciclopedia, oltre all'[[albero dell'anarchismo]] e ai [[colori dell'anarchia]], importanti invece per coloro (specie i meno esperti) che meglio vogliono comprendere il complesso intreccio tra le varie correnti e tendenze dell'anarchia. <nowiki>[</nowiki>[[Anarchopedia:Aiuto|Segue...]]<nowiki>]</nowiki><br><br>
La ragione per la quale le società  tradizionali africane sono caratterizzate da alcune tendenze anarchiche è dovuta alla loro strutturazione politica orizzontale e all'assenza di [[classismo|classi sociali]]. Inoltre, la leadership dei membri più anziani di queste comunità  generalmente non trascende nella struttura autoritaria che caratterizza gli [[Stato|Stati]] moderni (tesi sostenuta da [[Pierre Clastres]] nel suo libro ''La società  contro lo Stato'' ).[[File:Sam Mbah.jpg|thumb|260 px|left|[[Sam Mbah]]]] <ref>Pierre Clastres (Parigi, 1934 — 1977), antropologo ed etnologo francese</ref> Un forte fattore che ha portato a tutto ciò è intimamente legato alla loro tradizione e ai loro valori naturali. Ad esempio, quantunque non esistano leggi contro stupratori, omicidi, adulteri e stregoneria, i colpevoli vengono generalmente perseguiti dal proprio gruppo, clan o tribù. Il principio della responsabilità  collettiva è molto spesso invocato.
|}


{| cellspacing="0" cellpadding="3" style="border-top:0px solid #000000;"
Il sistema delle classi fu introdotto dal XV secolo e si insediò in Africa per colpa del [[colonialismo]] europeo, anche se simili organizzazioni sono state documentate in alcune antiche [[civiltà ]] africane, come ad esempio in Nubia, [[Egitto ]], Axum ed Hausa. Tuttavia, ancora oggi, molte società  sono rimaste organizzate su principi che hanno portato alla formazione di "tribù senza leader", una forma di anarchia ordinata.
|-
{{menu_centrale}}
{{menu_links}}
| style="border-top:0px solid #000000;" align="left" bgcolor="#FFFFFF"|<small>
</small>
|}
|}
{|id="mp-upper" style="margin:0px 0px 0px 0px; background:none;"
|class="MainPageBG" style="width:55%; border:3px solid #000; background:none; vertical-align:top; color:DarkRed;"|
{|id="mp-left" width="100%" cellpadding="2" cellspacing="5" style="vertical-align:top; background:white;"
! <h5 id="mp-tfa-h2" style="margin:0; background:#C11B17; text-align:left; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ L'ENCICLOPEDIA ANARCHICA</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-tfa">{{Anarchopedia}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:Anarchopedia|action=edit}} modifica]</small></div>
|-
! <h5 id="mp-dyk-h2" style="margin:0; background:#000; text-align:right; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ CORRENTI ANARCHICHE</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-dyk">{{menu_stella}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:menu_stella|action=edit}} modifica]</small></div>
|}
|style="border:1px solid transparent"|
| class="MainPageBG" style="width:45%; border:3px solid #000; background:#fff; vertical-align:top;"|
{|id="mp-left" width="100%" cellpadding="2" cellspacing="5" style="vertical-align:top; background:white;"
! <h5 id="mp-tfa-h2" style="margin:0; background:#000; text-align:left; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ EFFEMERIDI ANARCHICHE</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-tfa">{{effemeridi}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:effemeridi|action=edit}} modifica]</small></div>
|-
{|id="mp-left" width="100%" cellpadding="2" cellspacing="5" style="vertical-align:top; background:white;"
! <h5 id="mp-tfa-h2" style="margin:0; background:#C11B17; text-align:right; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ BIBLIOTECA ANARCHICA</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-tfa">{{Testi_Anarchici}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:Testi_Anarchici|action=edit}} modifica]</small></div>
|-
{|id="mp-left" width="100%" cellpadding="2" cellspacing="5" style="vertical-align:top; background:white;"
! <h5 id="mp-tfa-h2" style="margin:0; background:#000; text-align:left; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ CITAZIONI ANARCHICHE</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-tfa">{{Citazioni_Anarchiche}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:Citazioni_Anarchiche|action=edit}} modifica]</small></div>
|-
! <h5 id="mp-dyk-h2" style="margin:0; background:#C11B17; text-align:right; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ INIZIATIVE degli ANARCOPEDIANI</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-dyk">{{Anarchia_in_corso}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:Anarchia_in_corso|action=edit}} modifica]</small></div>
|-
! <h5 id="mp-dyk-h2" style="margin:0; background:black; text-align:left; color:white; padding:0.2em 0.4em;">Ⓐ Una FAQ ANARCHICA</h5>
|-
|style="color:#000;"| <div id="mp-dyk">{{Una_Faq_Anarchica}}</div>
<div style="float: right;"><small>[{{SERVER}}{{localurl:Template:Una_Faq_Anarchica|action=edit}} modifica]</small></div>
|}
<!-------------------------------Sections at bottom of page------------------------------>
<div id="mp-other">


__NOTOC__
== Storia dell'anarchismo in Sudafrica ==
__NOEDITSECTION__
=== I pionieri dell'anarchismo ===
Il primo pioniere dell'[[anarchismo]] in Sud Africa di cui si ha notizia fu [[Henry Glasse]], un inglese che dal [[1881]] viveva a Port Elizabeth. Dalla sua cittadina teneva corrispondenza con i circoli anarchici londinesi, inoltre traduceva i testi di [[Kropotkin]] e  distribuiva opuscoli anarchici. Il suo approccio alla questione razziale fu meramente anarchico, auspicando l'unità  dei lavoratori neri con quelli bianchi contro l'arroganza [[capitalismo|capitalistica]].


La prima attività  anarchica in Sudafrica si ebbe sin dagli anni [[1870|'70]] del XIX secolo, quando la [[bandiera nera]] dell'anarchia prese a sventolare nelle miniere di diamanti di Kimberley durante una rivolta operaia. Si pensa che questi scioperi furono fomentati da diversi [[Comune di Parigi|comunardi]] parigini esiliati in Afica subito dopo la [[repressione]] della [[Comune di Parigi]]. È inoltre probabile che l'[[anarchismo]] in Sudafrica si sia diffuso anche grazie agli anarchici portoghesi espulsi dal loro paese tra il [[1896]] e il [[1905]] ed inviati in esilio nel vicino Mozambico. <ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>
=== La prima ondata anarchica (1900-1920)===
Le prime vere rivolte di matrice [[Anarco-sindacalismo|anarco-sindacale]] si ebbero all'inizio del 20° secolo, quando si costituirono le prime organizzazioni di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «''Socialist Club'', fondato in Sud Africa da [[Henry Glasse]] nel 1900 [...] la ''Revolutionary League'', fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la ''International Socialist League'', fondata in Sud Africa nel 1915, la ''Industrial Socialist League'', fondata nel 1918, e il ''Partito Comunista del Sud Africa'' antiparlamentare, fondato nel 1920» <ref>[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/zabalaza-a-c-forum.htm Estratto dallo statuto dello ZACF]</ref>.
[[File:IWW button.jpeg|thumb|left|160 px|Logo del sindacato rivoluzionario dell'[[IWW]]. Nel [[1910]] si costituì una sezione anche in Sudafrica]]


A questi gruppi vanno aggiunte le attività  della singole [[individualità ]] e soprattutto quella della sezione dell'[[IWW]] ([[1910]]), a cui nel [[1915]] si ispirarono i fondatori del [[sindacalismo rivoluzionario|sindacato rivoluzionario]] dell'[[International Socialist League]] (ISL). L'ILS sosteneva la dannosità  del "sindacalismo bianco", aggiungendo che la lotta conto il [[razzismo]] e il [[capitalismo]] dovessero andare di pari passo e che l'[[azione diretta]] fosse l'arma più efficace di lotta.


L'esperienza dell'ILS ispirò la nascita di altri gruppi più o meno simili: [[Industrial Workers of Africa]], nel [[1917]], e poi il [[Clothing Workers Industrial Union]], l'[[Horse Drivers' Union]] e l'[[Indian Workers' Industrial Union]]. Altro gruppo importante fu l'[[Industrial and Commercial Workers' Union of Africa]] (ICU), il quale organizzò i lavoratori della [[Namibia]], [[Sudafrica]], [[Zambia]] e [[Zimbabwe]] a partire dai primi anni ‘20.
[[bs:Glavna strana]]
[[File:Black and Red Africa.png|right|180 px|]]
[[da:Forside]]
A quel tempo la forza lavoro sudafricana veniva già  divisa [[razzismo|razzisticamente]]<ref>Nel [[1923]] furono introdotti i primi germi legislativi segregazionisti, che nel [[1948]] sfociarono nell'introduzione dell'[[apartheid]].</ref>, con la maggior parte dei posti di lavoro ad appannaggio dei bianchi, mentre i non qualificati venivano indirizzati alla manodopera nera, indiana e meticcia (oltre a qualche bianco particolarmente emarginato). Le organizzazioni rivoluzionarie sin da allora agirono nel tentativo di non dividere i lavoratori sulla base del colore della pelle, rifiutando la divisione del "sindacalismo bianco" da quello "nero", come quando nel [[1913]] il sindacalista [[George Mason]] spinse i lavoratori neri ad unirsi ad uno [[sciopero]] dei bianchi. <ref name="ILS">[http://fdca.it/paesi/sudafrica/questione%20razziale.htm Anarchismo e questione razziale in Sudafrica]</ref>
 
[[el:Αρχική σελίδα]]
Nel [[1921]], la nascita del ''Communist Party of South Africa'', nel quale erano confluiti diversi sindacalisti rivoluzionari, segnò la fine della "prima ondata" di organizzazione anarchica in Sud Africa, schiacciato com'era dall'esplosione del [[bolscevismo]] e dal nascente [[nazionalismo nero]]. Il Partito Comunista sudafricano spinse i lavoratori verso la riforma dello [[Stato]], proponendo la tesi dell'[[Internazionale comunista]] sulla lotta politica in due tempi (lotta al capitalismo e al razzismo da attuare in tempi diversi <ref>L'Internazionale Comunista portò avanti l'idea che la fase nazional-democratica fosse necessaria prima che il socialismo potesse trionfare. Questa tesi portò a delle drammatiche conseguenze durante la [[rivoluzione spagnola]] (e non solo), quando i comunisti presero a reprimere gli anarchici e i militanti del [[POUM]].</ref>), che di fatto comportava l'idea che fosse possibile riformare le istituzioni attraverso l'adozione di un [[capitalismo]] senza [[razzismo]]. In questo modo i comunisti mandarono all'aria il lavoro dei sindacati anarchici e rivoluzionari che invece proponevano imprescindibilmente l'unione della lotta [[Anti-capitalismo|anticapitalistica]] e [[antirazzismo|antirazzista]].<ref name="ILS">[http://fdca.it/paesi/sudafrica/questione%20razziale.htm Anarchismo e questione razziale in Sudafrica]</ref>
 
[[eo:čˆefpačo]]
=== La crisi del movimento===
[[es:Portada]]
Durante la [[rivoluzione spagnola|rivoluzione spagnola (1936-1939)]], molti sudafricani combatterono dalla parte della Repubblica contro i [[franchismo|franchisti]], come parte integrante dei 40.000 volontari provenienti da 53 nazioni che provarono inutilmente a difendere la Spagna dal golpe fascista, anche se non è risaputo se qualcuno di loro fosse specificamente anarchico. <ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>
[[fa:صفحهٔ اصلی]]
 
[[fi:Etusivu]]
Nonostante la crisi dell'anarchismo, materiale propagandistico si poteva trovare nella ''Vanguard Books'' di Johannesburg sino agli anni '50, quando entrò in vigore la ''Suppression of Communism Act'', una legge liberticida che vietava la diffusione di materiale anarchico e comunista. Il risveglio del [[movimento anarchico]] era però non tanto lontano ed a partire dal [[1961]], con l'adozione della lotta armata da parte del braccio armato dell'''African National Congress'' (ANC), l' ''[[Umkhonto we Sizwe]]'' (MK), si ebbero notizie riguardo a diversi libertari che si unirono alla lotta. Almeno un anarchico, [[Thomas Meyer]], un insegnante bianco di studenti neri nell'estremo nord del paese, è conosciuto per aver aderito al MK come anarchico appunto, venendo coinvolto nel contrabbando di materiale propagandistico anarchico tra il Sudafrica e il vicino Botswana.
[[fr:Accueil]]
 
[[he:עמוד ראשי]]
Il [[Maggio 1968|maggio del 1968]] fu un altro evento che contribuì a creare le premesse per una seconda ondata anarchica, che prese avvio a partire dagli anni '80, dopo i durissimi scioperi di Durban del [[1973]] e l'assassinio nel [[1978]] del filosofo anti-apartheid [[Rick Turner]].<ref name="africa">[http://zabalaza.net/2010/12/02/nefac-interviews-the-bmc/ NEFAC Interviews the BMC]</ref>
[[hr:Glavna strana]]
 
[[hy:Ô³Õ¬Õ­Õ¡Õ¾Õ¸Ö€ Ô·Õ»]]
=== La seconda ondata anarchica (dal 1990 ad oggi)===
[[id:Halaman Utama]]
 
[[ja:メインページ]]
Gli anni '80 furono quelli dell'esplosione del [[punk]] specialmente tra i giovani indiani e della nascita del combattivo ''[[Congress of South African Trade Unions]]'' (1985). Fu tutto molto estemporaneo, non erano presenti ancora importanti organizzazioni anarchiche e rivoluzionarie, anche se la presenza di libertari era ormai sempre più numerosa nei cortei [[antimilitarismo|antimilitaristi]] e [[antirazzismo|antirazzisti]].
[[ko:대문]]
[[File:ApartheidSignEnglishAfrikaans.jpg|left|thumb|Un cartello dell'epoca dell'apartheid]]
[[lt:Pradžia]]
[[Image:Zacf_symbol.gif|thumb|160 px||Simbolo della [[Zabalaza Anarchist Communist Front]]]]
[[lv:Sčkumlapa]]
Il Sudafrica sin dal [[1948]] aveva visto l'entrata in vigore dell'''apartheid'' <ref>L'apartheid (Lingua ''afrikaans'', letteralmente «separazione»)</ref>, ovvero quella politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca (Boeri) e rimasta in vigore fino al [[1993]]. Il nuovo [[movimento anarchico]] non potè quindi non svilupparsi non tenendo conto anche dell'importanza della questione razziale. Come logica conseguenza molti "nuovi" libertari sudafricani si gettarono anima e corpo nella lotta alla segregazione razziale. Uno dei primi nuovi gruppi fu l'[[Anarchist Revolutionary Movement]] (ARM), ma la sua lotta fu alquanto effimera e rimase lungamente confinata all'interno dei ghetti, nonostante all'Università  di Witwatersrand alcuni attivisti formaro una sezione capace anche di pubblicare una rivista. Nel [[1994]], in seguito al crollo del regime segregazionista, le elezioni indette portarono al potere l'African Nationa Congress di Mandela e segnarono, l'anno seguente, la confluenza dell'[[Anarchist Revolutionary Movement]] nella [[Workers Solidarity Federation]] (WSF). Di tendenza [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]], la sede principale della WSF fu Johannesburg, ma nel gruppo confluirono anche diversi militanti della ''[[Durban Anarchist Federation]]'' (DAF). <ref>I militanti rimasti diedero vita all'effimero ''Anarchist Workers’ Group'' (AWG)</ref>
 
[[no:Hovedside]]
Nel [[1997]], i militanti del WSF stabilirono solidi legami con rivoluzionari dello Zambia (marxisti ed anarchici), contribuendo così a creare una sezione del WSF denominata ''[[Anarchist & Workers’ Solidarity Movement]]'' (AWSM). [[1999|Due anni dopo]], per svariati motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel [[2003]] è nata una grande federazione, la [[Zabalaza Anarchist Communist Federation]] (ZabFed), anch'essa d'ispirazione [[Piattaforma dei Comunisti Anarchici (1926)|piattaformista anarchica]]. A partire dal [[1° dicembre]] [[2007]] la federazione ha assunto la denominazione di [[Zabalaza Anarchist Communist Front]] (ZACF), mantenendo comunque i principi [[anarco-comunismo|comunisti-anarchici]] della ZabFed.
[[nn:Hovedside]]
 
[[pl:Strona gŠ‚ówna]]
== Bibliografia ==
[[pt:Página principal]]
[[File:African-Anarchism, Sam Mbah.jpg|thumb|''African anarchism'' di [[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]]]]
[[ro:Pagina principalčƒ]]
=== In inglese ===
[[ru:Заглавная страница]]
 
[[sr:Glavna strana]]
*[[Lucien van der Walt]], ''Anarchism and Revolutionary Syndicalism in South Africa, 1904-1921''
[[sv:Huvudsida]]
*[[Samuel Mbah]] e [[I.E. Igariwey]], ''Military Dictatorship and the State in Africa''
[[tr:Ana sayfa]]
*[[Frantz Fanon]], ''Toward The African Revolution''
[[zh:首页]]
*[[Sam Mbah]] e [[I. E. Igariwey]], ''[http://workersolidarity.org/archive/Mbah,%20Sam%20&%20Igariwey,%20I.E.%20-%20African%20anarchism.pdf African Anarchism: The History of a Movement]''
=== In francese===
*[[Daniel Guerin]], ''Bourgeoisie africaine'' in «Les Temps Modernes», Parigi: febbraio 1956
*[[Daniel Guerin]], ''L’Algérie n’a jamais été la France'', Parigi: Chez l’auteur, 1956
*[[Daniel Guerin]], ''Au Ghana : Syndicalisme et socialisme. Réponse à  S.G. OKOKU'', in «Présence Africaine», n°51, 3° trimestre 1964
 
===In italiano ===
*[[Paolo Schicchi]], ''La guerra e la civilità . Mondo arabo e aggressione occidentale'', Ragusa, Sicilia Punto L Ed., 1988
*[[Leda Rafanelli]], Etienne Amalier, ''L'oasi. Romanzo arabo'', Milano, Casa Ed. Monanni, 1929
*[[Pier Carlo Masini]], ''Gli orfani di Nasser'' in «Critica Sociale», a.62, n.20, p.624, 20/10/1970
*Henry Barclay,  ''Le società  acefale'' in «Volontà », rivista anarchica trimestriale, Milano, n°1, 1986
*[[Sam Mbah]] e [[I.E. Igariwey]], ''Africa Ribelle. Società  senza stato - le prospettive libertarie'', Milano, Edizioni Zero in condotta, 2002
*Federico Battistutta, ''[http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/343/60.htm Coetzeee l’anarchia]'' in «A Rivista anarchica», Milano: a.39, n°3-343, p.60-62, marzo 2009
 
== Voci correlate ==
*[[Anarchismo in Africa]]
*[[Anarchismo in Egitto]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.fdca.it/paesi/sudafrica/mov_glob.htm L'anarchismo rivoluzionario e il movimento anti-globalizzazione] di Lucien van der Walt (Bikisha Media Collective)
*[http://zabalaza.net/ Zabalaza Anarchist Communist Front (sito web ufficiale)]
== Note ==
 
{{references|2}}
[[Categoria:Anarchismo in Africa]]

Versione delle 10:54, 5 mar 2019

L'anarchismo in Sudfrica si riferisce tanto all'organizzazione politica antiautoritaria presente in diverse società  tradizionali africane, quanto al moderno movimento anarchico del Sud dell'Africa. Il movimento anarchico sudafricano ha una lunghissima tradizione, ed oggi è presente quella che è la più importante organizzazione anarchica africana, la Zabalaza Anarchist Communist Front.

L'anarchismo e le culture tradizionali

Gli storici dell'anarchismo Sam Mbah e I. E. Igariwey - nigeriani, anarchici e militanti della Awareness League - nel loro African Anarchism: The History of a Movement a proposito delle tradizionali società  africane riportano quanto segue:

«In maggiore o minore misura, tutte le […] società  tradizionali africane hanno manifestato “elementi anarchici” che, dopo attento esame, prestano credito alla verità  storica che i governi non siano sempre esistiti. Essi non sono ma fenomeno recente e sono, quindi, non inevitabili nella società  umana. Mentre alcune caratteristiche “anarchiche” delle società  africane tradizionali hanno persistito solo in gran parte del suo sviluppo, altre di loro persistono e rimangono ancora oggi».

La ragione per la quale le società  tradizionali africane sono caratterizzate da alcune tendenze anarchiche è dovuta alla loro strutturazione politica orizzontale e all'assenza di classi sociali. Inoltre, la leadership dei membri più anziani di queste comunità  generalmente non trascende nella struttura autoritaria che caratterizza gli Stati moderni (tesi sostenuta da Pierre Clastres nel suo libro La società  contro lo Stato ).

[1] Un forte fattore che ha portato a tutto ciò è intimamente legato alla loro tradizione e ai loro valori naturali. Ad esempio, quantunque non esistano leggi contro stupratori, omicidi, adulteri e stregoneria, i colpevoli vengono generalmente perseguiti dal proprio gruppo, clan o tribù. Il principio della responsabilità  collettiva è molto spesso invocato.

Il sistema delle classi fu introdotto dal XV secolo e si insediò in Africa per colpa del colonialismo europeo, anche se simili organizzazioni sono state documentate in alcune antiche civiltà  africane, come ad esempio in Nubia, Egitto , Axum ed Hausa. Tuttavia, ancora oggi, molte società  sono rimaste organizzate su principi che hanno portato alla formazione di "tribù senza leader", una forma di anarchia ordinata.

Storia dell'anarchismo in Sudafrica

I pionieri dell'anarchismo

Il primo pioniere dell'anarchismo in Sud Africa di cui si ha notizia fu Henry Glasse, un inglese che dal 1881 viveva a Port Elizabeth. Dalla sua cittadina teneva corrispondenza con i circoli anarchici londinesi, inoltre traduceva i testi di Kropotkin e distribuiva opuscoli anarchici. Il suo approccio alla questione razziale fu meramente anarchico, auspicando l'unità  dei lavoratori neri con quelli bianchi contro l'arroganza capitalistica.

La prima attività  anarchica in Sudafrica si ebbe sin dagli anni '70 del XIX secolo, quando la bandiera nera dell'anarchia prese a sventolare nelle miniere di diamanti di Kimberley durante una rivolta operaia. Si pensa che questi scioperi furono fomentati da diversi comunardi parigini esiliati in Afica subito dopo la repressione della Comune di Parigi. È inoltre probabile che l'anarchismo in Sudafrica si sia diffuso anche grazie agli anarchici portoghesi espulsi dal loro paese tra il 1896 e il 1905 ed inviati in esilio nel vicino Mozambico. [2]

La prima ondata anarchica (1900-1920)

Le prime vere rivolte di matrice anarco-sindacale si ebbero all'inizio del 20° secolo, quando si costituirono le prime organizzazioni di matrice libertaria e\o rivoluzionaria come il «Socialist Club, fondato in Sud Africa da Henry Glasse nel 1900 [...] la Revolutionary League, fondata in Mozambico da Jose Estevam nel primo '900, la International Socialist League, fondata in Sud Africa nel 1915, la Industrial Socialist League, fondata nel 1918, e il Partito Comunista del Sud Africa antiparlamentare, fondato nel 1920» [3].

Logo del sindacato rivoluzionario dell'IWW. Nel 1910 si costituì una sezione anche in Sudafrica

A questi gruppi vanno aggiunte le attività  della singole individualità  e soprattutto quella della sezione dell'IWW (1910), a cui nel 1915 si ispirarono i fondatori del sindacato rivoluzionario dell'International Socialist League (ISL). L'ILS sosteneva la dannosità  del "sindacalismo bianco", aggiungendo che la lotta conto il razzismo e il capitalismo dovessero andare di pari passo e che l'azione diretta fosse l'arma più efficace di lotta.

L'esperienza dell'ILS ispirò la nascita di altri gruppi più o meno simili: Industrial Workers of Africa, nel 1917, e poi il Clothing Workers Industrial Union, l'Horse Drivers' Union e l'Indian Workers' Industrial Union. Altro gruppo importante fu l'Industrial and Commercial Workers' Union of Africa (ICU), il quale organizzò i lavoratori della Namibia, Sudafrica, Zambia e Zimbabwe a partire dai primi anni ‘20.

Black and Red Africa.png

A quel tempo la forza lavoro sudafricana veniva già  divisa razzisticamente[4], con la maggior parte dei posti di lavoro ad appannaggio dei bianchi, mentre i non qualificati venivano indirizzati alla manodopera nera, indiana e meticcia (oltre a qualche bianco particolarmente emarginato). Le organizzazioni rivoluzionarie sin da allora agirono nel tentativo di non dividere i lavoratori sulla base del colore della pelle, rifiutando la divisione del "sindacalismo bianco" da quello "nero", come quando nel 1913 il sindacalista George Mason spinse i lavoratori neri ad unirsi ad uno sciopero dei bianchi. [5]

Nel 1921, la nascita del Communist Party of South Africa, nel quale erano confluiti diversi sindacalisti rivoluzionari, segnò la fine della "prima ondata" di organizzazione anarchica in Sud Africa, schiacciato com'era dall'esplosione del bolscevismo e dal nascente nazionalismo nero. Il Partito Comunista sudafricano spinse i lavoratori verso la riforma dello Stato, proponendo la tesi dell'Internazionale comunista sulla lotta politica in due tempi (lotta al capitalismo e al razzismo da attuare in tempi diversi [6]), che di fatto comportava l'idea che fosse possibile riformare le istituzioni attraverso l'adozione di un capitalismo senza razzismo. In questo modo i comunisti mandarono all'aria il lavoro dei sindacati anarchici e rivoluzionari che invece proponevano imprescindibilmente l'unione della lotta anticapitalistica e antirazzista.[5]

La crisi del movimento

Durante la rivoluzione spagnola (1936-1939), molti sudafricani combatterono dalla parte della Repubblica contro i franchisti, come parte integrante dei 40.000 volontari provenienti da 53 nazioni che provarono inutilmente a difendere la Spagna dal golpe fascista, anche se non è risaputo se qualcuno di loro fosse specificamente anarchico. [2]

Nonostante la crisi dell'anarchismo, materiale propagandistico si poteva trovare nella Vanguard Books di Johannesburg sino agli anni '50, quando entrò in vigore la Suppression of Communism Act, una legge liberticida che vietava la diffusione di materiale anarchico e comunista. Il risveglio del movimento anarchico era però non tanto lontano ed a partire dal 1961, con l'adozione della lotta armata da parte del braccio armato dell'African National Congress (ANC), l' Umkhonto we Sizwe (MK), si ebbero notizie riguardo a diversi libertari che si unirono alla lotta. Almeno un anarchico, Thomas Meyer, un insegnante bianco di studenti neri nell'estremo nord del paese, è conosciuto per aver aderito al MK come anarchico appunto, venendo coinvolto nel contrabbando di materiale propagandistico anarchico tra il Sudafrica e il vicino Botswana.

Il maggio del 1968 fu un altro evento che contribuì a creare le premesse per una seconda ondata anarchica, che prese avvio a partire dagli anni '80, dopo i durissimi scioperi di Durban del 1973 e l'assassinio nel 1978 del filosofo anti-apartheid Rick Turner.[2]

La seconda ondata anarchica (dal 1990 ad oggi)

Gli anni '80 furono quelli dell'esplosione del punk specialmente tra i giovani indiani e della nascita del combattivo Congress of South African Trade Unions (1985). Fu tutto molto estemporaneo, non erano presenti ancora importanti organizzazioni anarchiche e rivoluzionarie, anche se la presenza di libertari era ormai sempre più numerosa nei cortei antimilitaristi e antirazzisti.

Un cartello dell'epoca dell'apartheid

Il Sudafrica sin dal 1948 aveva visto l'entrata in vigore dell'apartheid [7], ovvero quella politica di segregazione razziale istituita dal governo di etnia bianca (Boeri) e rimasta in vigore fino al 1993. Il nuovo movimento anarchico non potè quindi non svilupparsi non tenendo conto anche dell'importanza della questione razziale. Come logica conseguenza molti "nuovi" libertari sudafricani si gettarono anima e corpo nella lotta alla segregazione razziale. Uno dei primi nuovi gruppi fu l'Anarchist Revolutionary Movement (ARM), ma la sua lotta fu alquanto effimera e rimase lungamente confinata all'interno dei ghetti, nonostante all'Università  di Witwatersrand alcuni attivisti formaro una sezione capace anche di pubblicare una rivista. Nel 1994, in seguito al crollo del regime segregazionista, le elezioni indette portarono al potere l'African Nationa Congress di Mandela e segnarono, l'anno seguente, la confluenza dell'Anarchist Revolutionary Movement nella Workers Solidarity Federation (WSF). Di tendenza piattaformista anarchica, la sede principale della WSF fu Johannesburg, ma nel gruppo confluirono anche diversi militanti della Durban Anarchist Federation (DAF). [8]

Nel 1997, i militanti del WSF stabilirono solidi legami con rivoluzionari dello Zambia (marxisti ed anarchici), contribuendo così a creare una sezione del WSF denominata Anarchist & Workers’ Solidarity Movement (AWSM). Due anni dopo, per svariati motivi, l'WSF si sciolse ed al suo posto nel 2003 è nata una grande federazione, la Zabalaza Anarchist Communist Federation (ZabFed), anch'essa d'ispirazione piattaformista anarchica. A partire dal 1° dicembre 2007 la federazione ha assunto la denominazione di Zabalaza Anarchist Communist Front (ZACF), mantenendo comunque i principi comunisti-anarchici della ZabFed.

Bibliografia

African anarchism di Sam Mbah e I. E. Igariwey

In inglese

In francese

  • Daniel Guerin, Bourgeoisie africaine in «Les Temps Modernes», Parigi: febbraio 1956
  • Daniel Guerin, L’Algérie n’a jamais été la France, Parigi: Chez l’auteur, 1956
  • Daniel Guerin, Au Ghana : Syndicalisme et socialisme. Réponse à  S.G. OKOKU, in «Présence Africaine», n°51, 3° trimestre 1964

In italiano

  • Paolo Schicchi, La guerra e la civilità . Mondo arabo e aggressione occidentale, Ragusa, Sicilia Punto L Ed., 1988
  • Leda Rafanelli, Etienne Amalier, L'oasi. Romanzo arabo, Milano, Casa Ed. Monanni, 1929
  • Pier Carlo Masini, Gli orfani di Nasser in «Critica Sociale», a.62, n.20, p.624, 20/10/1970
  • Henry Barclay, Le società  acefale in «Volontà », rivista anarchica trimestriale, Milano, n°1, 1986
  • Sam Mbah e I.E. Igariwey, Africa Ribelle. Società  senza stato - le prospettive libertarie, Milano, Edizioni Zero in condotta, 2002
  • Federico Battistutta, Coetzeee l’anarchia in «A Rivista anarchica», Milano: a.39, n°3-343, p.60-62, marzo 2009

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

Template:References

  1. Pierre Clastres (Parigi, 1934 — 1977), antropologo ed etnologo francese
  2. 2,0 2,1 2,2 NEFAC Interviews the BMC
  3. Estratto dallo statuto dello ZACF
  4. Nel 1923 furono introdotti i primi germi legislativi segregazionisti, che nel 1948 sfociarono nell'introduzione dell'apartheid.
  5. 5,0 5,1 Anarchismo e questione razziale in Sudafrica
  6. L'Internazionale Comunista portò avanti l'idea che la fase nazional-democratica fosse necessaria prima che il socialismo potesse trionfare. Questa tesi portò a delle drammatiche conseguenze durante la rivoluzione spagnola (e non solo), quando i comunisti presero a reprimere gli anarchici e i militanti del POUM.
  7. L'apartheid (Lingua afrikaans, letteralmente «separazione»)
  8. I militanti rimasti diedero vita all'effimero Anarchist Workers’ Group (AWG)