Placido La Torre: differenze tra le versioni

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Dopo la liberazione di Roma, e un tormentoso viaggio, giunge nella sua Messina devastata dai bombardamenti a tappeto degli alleati. Riprende subito gli studi, tra mille difficoltà  economiche, e si laurea nel mese di maggio del '46.
Dopo la liberazione di Roma, e un tormentoso viaggio, giunge nella sua Messina devastata dai bombardamenti a tappeto degli alleati. Riprende subito gli studi, tra mille difficoltà  economiche, e si laurea nel mese di maggio del '46.
Prende contatti con [[Gino Cerrito]] e [[Zino Mazzone]] e partecipa alla ripresa dell'[[anarchismo]] a Messina. È tra i protagonisti delle lotte antimonarchiche durante la campagna referendaria per la scelta tra monarchia e repubblica, partecipa alla contestazione dell'intervento del re di maggio Umberto II e ad azioni contro le bande neofasciste.
Prende contatti con [[Gino Cerrito]] e [[Zino Mazzone]] e partecipa alla ripresa dell'[[anarchismo]] a Messina. È tra i protagonisti delle lotte antimonarchiche durante la campagna referendaria per la scelta tra monarchia e repubblica, partecipa alla contestazione dell'intervento del re di maggio Umberto II e ad azioni contro le bande neofasciste.
Placido si lega a Cerrito col quale collabora strettamente a tutte le attività  in Sicilia e all'interno della [[Federazione Anarchica Italiana]], si avvicina alle realtà  politiche e culturali cittadine più aperte al confronto delle idee, costituisce il "Circolo anticlericale Giordano Bruno", tiene numerose conferenze e partecipa alle manifestazioni di piazza più significative. Partecipa a Palermo alla costituzione della [[Federazione Anarchica Siciliana]] e alla fondazione del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] regionale «[[Terra e Libertà ]]».
Placido si lega a Cerrito col quale collabora strettamente a tutte le attività  in Sicilia e all'interno della [[Federazione Anarchica Italiana]], si avvicina alle realtà  politiche e culturali cittadine più aperte al confronto delle idee, costituisce il "Circolo anticlericale Giordano Bruno", tiene numerose conferenze e partecipa alle manifestazioni di piazza più significative. Partecipa a Palermo alla costituzione della [[Federazione Anarchica Siciliana]] e alla fondazione del [[stampa anarchica|giornale anarchico]] regionale «[[Terra e Libertà]]».


Dagli anni '50, grazie alla sua profonda preparazione giuridica e alle sue notevoli qualità  oratorie, si afferma energicamente a Messina come uno dei migliori e incorruttibili avvocati della città. Per la posizione politica di [[antifascismo|antifascista]] e militante anarchico, entrerà  presto in urto con le baronie locali, pagandone le conseguenze in prima persona. Da quel periodo si impegna nelle difese politiche, sempre vittoriose e sempre gratuite. Difende più volte i compagni siciliani e calabresi, fa parte del collegio di difesa al processo della strage di Piazza Fontana, nella prima fase romana, aderisce a [[Soccorso Rosso]]. Interviene in difesa dei giovani del movimento studentesco, degli aderenti a [[Potere Operaio]], [[Lotta Continua]], Partito Radicale, di socialisti, di comunisti e delle brigatiste rosse detenute nel [[carcere]] di Messina. La sua attività  di propagandista diventa febbrile quando si intensifica la sua collaborazione a quasi tutte le pubblicazioni anarchiche, specialmente «[[Umanità  Nova]]», e soprattutto per l'interminabile numero di conferenze e dibattiti che tiene in tutte le località  italiane dove è richiesto il suo intervento. Raccontava spesso che persino quando si sposò con Giovanna Sciacco, durante il viaggio di nozze, tenne una conferenza per ogni località  italiana visitata.
Dagli anni '50, grazie alla sua profonda preparazione giuridica e alle sue notevoli qualità  oratorie, si afferma energicamente a Messina come uno dei migliori e incorruttibili avvocati della città. Per la posizione politica di [[antifascismo|antifascista]] e militante anarchico, entrerà  presto in urto con le baronie locali, pagandone le conseguenze in prima persona. Da quel periodo si impegna nelle difese politiche, sempre vittoriose e sempre gratuite. Difende più volte i compagni siciliani e calabresi, fa parte del collegio di difesa al processo della strage di Piazza Fontana, nella prima fase romana, aderisce a [[Soccorso Rosso]]. Interviene in difesa dei giovani del movimento studentesco, degli aderenti a [[Potere Operaio]], [[Lotta Continua]], Partito Radicale, di socialisti, di comunisti e delle brigatiste rosse detenute nel [[carcere]] di Messina. La sua attività  di propagandista diventa febbrile quando si intensifica la sua collaborazione a quasi tutte le pubblicazioni anarchiche, specialmente «[[Umanità  Nova]]», e soprattutto per l'interminabile numero di conferenze e dibattiti che tiene in tutte le località  italiane dove è richiesto il suo intervento. Raccontava spesso che persino quando si sposò con Giovanna Sciacco, durante il viaggio di nozze, tenne una conferenza per ogni località  italiana visitata.

Versione delle 17:34, 3 set 2019

Placido La Torre e (a destra) Santi Fedele, direttore dell'Istituto Istituto di Studi Storici “G. Salvemini”, durante un convegno tenutosi a Messina il 24 novembre 2006

Placido La Torre (Messina, 19206 gennaio 2008), libertario siciliano, è stato un propagandista e un attivista del movimento anarchico italiano. [1]

Biografia

Placido La Torre nasce nel 1920 in una Messina ancora fortemente provata dal disastroso terremoto del 1908. Vive una fanciullezza irrequieta e comincia a frequentare le scuole elementari solo all'età di otto anni. Intorno al 1936, già studente allo storico Liceo Ginnasio "Maurolico", riscopre la figura dell'avv. Francesco Lo Sardo, deputato comunista di formazione anarchica, vittima del fascismo, e conosce l'avv. Giovanni Millimaggi, comunista dissidente perseguitato dai fascisti, più volte condannato al confino. Conseguita la maturità classica, La Torre si iscrive all'Università nella facoltà di Giurisprudenza e, scoppiata la guerra è chiamato alle armi. Divenuto ufficiale dell'esercito sabaudo, l'8 settembre del 1943 lo coglie a Fossano (Cuneo) da dove fugge per non cadere prigioniero dei tedeschi. Raggiunta Roma è qui costretto a fermarsi non avendo potuto passare le linee sul fronte di Cassino. Si dà alla macchia, entra nella resistenza romana e prende parte ad una azione per liberare dei prigionieri in mano ai fascisti.

Dopo la liberazione di Roma, e un tormentoso viaggio, giunge nella sua Messina devastata dai bombardamenti a tappeto degli alleati. Riprende subito gli studi, tra mille difficoltà economiche, e si laurea nel mese di maggio del '46. Prende contatti con Gino Cerrito e Zino Mazzone e partecipa alla ripresa dell'anarchismo a Messina. È tra i protagonisti delle lotte antimonarchiche durante la campagna referendaria per la scelta tra monarchia e repubblica, partecipa alla contestazione dell'intervento del re di maggio Umberto II e ad azioni contro le bande neofasciste. Placido si lega a Cerrito col quale collabora strettamente a tutte le attività in Sicilia e all'interno della Federazione Anarchica Italiana, si avvicina alle realtà politiche e culturali cittadine più aperte al confronto delle idee, costituisce il "Circolo anticlericale Giordano Bruno", tiene numerose conferenze e partecipa alle manifestazioni di piazza più significative. Partecipa a Palermo alla costituzione della Federazione Anarchica Siciliana e alla fondazione del giornale anarchico regionale «Terra e Libertà».

Dagli anni '50, grazie alla sua profonda preparazione giuridica e alle sue notevoli qualità oratorie, si afferma energicamente a Messina come uno dei migliori e incorruttibili avvocati della città. Per la posizione politica di antifascista e militante anarchico, entrerà presto in urto con le baronie locali, pagandone le conseguenze in prima persona. Da quel periodo si impegna nelle difese politiche, sempre vittoriose e sempre gratuite. Difende più volte i compagni siciliani e calabresi, fa parte del collegio di difesa al processo della strage di Piazza Fontana, nella prima fase romana, aderisce a Soccorso Rosso. Interviene in difesa dei giovani del movimento studentesco, degli aderenti a Potere Operaio, Lotta Continua, Partito Radicale, di socialisti, di comunisti e delle brigatiste rosse detenute nel carcere di Messina. La sua attività di propagandista diventa febbrile quando si intensifica la sua collaborazione a quasi tutte le pubblicazioni anarchiche, specialmente «Umanità Nova», e soprattutto per l'interminabile numero di conferenze e dibattiti che tiene in tutte le località italiane dove è richiesto il suo intervento. Raccontava spesso che persino quando si sposò con Giovanna Sciacco, durante il viaggio di nozze, tenne una conferenza per ogni località italiana visitata.

Nel 1952 si adopera con Cerrito e altri per il rilancio dell'anarchismo in Sicilia, redigendo il bollettino della Federazione Anarchica Messinese, promovendo iniziative e convegni, come quello di Siracusa nel 1955, in cui viene fondato il mensile del movimento siciliano «L'Agitazione del Sud». Dal 1960, intensifica la sua attività in seno alla FAI per proporre un rinnovamento dell'anarchismo italiano, che si concluderà con l'approvazione di un nuovo Patto Associativo al congresso di Carrara del '65. Nel 1967 organizza il a Messina il convegno che darà vita alla nuova Federazione Anarchica Siculo – Calabra. Nel 1974, in occasione del referendum sul divorzio, assumerà una posizione critica riguardo all'orientamento astensionista che susciterà forti polemiche all'interno del movimento. Nel 1982 partecipa con una conferenza memorabile alle manifestazioni di Ancona per il cinquantenario della morte di Errico Malatesta. Nel 1990 si incontra con i compagni nella Biblioteca di studi sociali "Pietro Gori", che sosterrà sempre in tutte le più importanti attività politiche e culturali e a cui negli ultimi anni decide di regalare l'intera sua ricchissima emeroteca.

Costretto a defilarsi a causa di gravi problemi di salute, Placido La Torre muore il 6 gennaio 2008 nella sua Sicilia.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note