Obiezione di coscienza

Da Anarcopedia.
Jump to navigation Jump to search
La versione stampabile non è più supportata e potrebbe contenere errori di resa. Aggiorna i preferiti del tuo browser e usa semmai la funzione ordinaria di stampa del tuo browser.
STUB3.png Questa voce è in corso di lavorazione e quindi è incompleta: se puoi, migliorala adesso. Te ne sarà grata tutta la comunità di Anarcopedia.
Antimilitaristi anarchici cileni manifestano contro il Servizio Militare Obbligatorio

L'obiezione di coscienza è il rifiuto di rispettare determinate norme di legge in quanto ritenute contrarie alle proprie convinzioni etiche o religiose. In linea di principio, può manifestarsi prima di ogni imposizione derivante dall'ordinamento giuridico e può consistere anche nel rifiuto di assolvere a determinate imposizioni medico-scientifiche [1] [2] o obbligazioni fiscali: comunemente però si intende il rifiuto allo svolgimento del servizio militare. L'obiezione, quindi, si manifesta quando esplode un conflitto tra la norma giuridica che impone una determinata azione e l'etica di un individuo che invece la rifiuta. In questo caso, l'obiettore di coscienza opta per il "no" alla legge, poiché ritiene prevalente la propria coscienza rispetto al diritto giuridico o alla volontà delle autorità.

In qualche modo, si collega al concetto più generale della disobbedienza, in particolare con la disobbedienza civile e ancor più con il diritto di resistenza all'oppressione, proclamato nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino all'inizio della rivoluzione francese (1789).

Obiezione alla guerra

Storia

Il primo grande obiettore di coscienza di cui la storia ricordi il nome è San Massimiliano. Egli fu condannato dal proconsole Dione e giustiziato il 12 marzo dell'anno 295 d.C. per essersi rifiutato di svolgere il servizio militare obbligatorio per tutti i figli dei graduati. Nel corso della storia vi sono stati innumerevoli casi di persone che anche a costo della vita si rifiutarono di svolgere il servizio militare o combattere in guerra. Durante il risorgimento, soprattutto in Sicilia, si registrarono numerosi casi di obiezione di coscienza contro la coscrizione obbligatoria ed un numero impressionante di persone si rifiutarono di arruolarsi nell'esercito garibaldino. [3]

Bart de Ligt nel 1938

La costituzione della Pennsylvania (USA) sin dal settembre 1776 riconosce il diritto all'obiezione di coscienza [4]. L'anarchico Henry David Thoreau vi ricorse nel luglio 1846, quando si rifiutò di pagare le tasse imposte dal governo dello Stato del Massachusetts come forma di protesta contro la schiavitù e la guerra in Messico. L'atto di disobbedienza gli costò qualche giorno di galera. [5].

Durante la Prima guerra mondiale, molti cittadini europei tentarono per svariati motivi di sfuggire alla chiamata militare, in moltissimi si appellarono all'obiezione di coscienza. Nella sola Italia, i tribunali militari portarono avanti ben 60.000 procedimenti a carico di civili e 340.000 contro militari alle armi, tutti con l'accusa di diserzione e rifiuto all'obbedienza. [6] In Gran Bretagna gli obiettori di coscienza furono trattati duramente, il filosofo Bertrand Russell fu allontanato dall'insegnamento presso il College di Oxford (1916) e successivamente arrestato (1918) sempre per propaganda pacifista e per suo impegno a favore all'obiezione di coscienza antimilitaristica.

In Germania, durante il nazismo e in piena guerra, gli obiettori di coscienza venivano condannati a morte. Negli Stati Uniti, durante la stessa guerra, circa 43000 soldati si rifiutarono di combattere e circa 6000 furono imprigionati nelle carceri federali durante lo stesso periodo [7].

Il primo obiettore italiano condannato fu Pietro Pinna, che nel 1948 scontò 10 mesi di carcere. Una volta liberato fu nuovamente condannato e ricondotto in carcere finché fu prosciolto dal dovere del servizio militare. In Italia l'obiezione di coscienza divenne legge il 15 dicembre 1972, introducendo il servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici. Essa permetteva agli obiettori di scegliere il servizio civile sostitutivo obbligatorio, di durata di 8 mesi superiore alla durata del servizio che si sarebbe dovuto svolgere. Con la sentenza della Corte Costituzionale n. 470 del 1989 la durata del servizio civile venne parificata a quello militare. Solo nel luglio del 1998 si giunse finalmente all'approvazione della legge 230 che sanciva il pieno riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza.

In quasi tutto il mondo si è riconosciuto il diritto a rifiutarsi di svolgere il servizio militare, ma questa elementare libertà è ancora negata in diversi paesi del mondo (Grecia, Turchia, Israele, Cile).

Motivazioni

Israele, manifestazione dei refusniks

Le motivazioni degli obiettori di coscienza possono essere molteplici. Spesso si può giungere ad una determinata decisione come risultato d'una combinazione di fattori:

  1. Rifiuto di sottomettersi all'autorità. Per alcuni obiettori, la sottomissione agli ordini non può essere assoluta. Le ingiunzioni di un poliziotto, di un giudice o di un ufficiale non possono prevaricare la coscienza individuale. Esempi: gli anarchici, tra cui Henry David Thoreau, Lev Tolstoj o in epoche più recenti Olivo Della Salvia, Mehmet Tarhan.
  2. Religione. I valori trasmessi da una religione sono considerati da questa tipologia di obiettori come più forti di quelli dello Stato. I loro convincimenti possono portare tali persone a rifiutarsi di partecipare alla guerra:
    1. la Chiesa di Dio (settimo giorno);
    2. i Testimoni di Geova, Remigio Cuminetti fu il primo obiettore di coscienza italiano documentato (1916);
    3. i mennoniti e i quaccheri;
    4. i primi cristiani che si rifiutavano di partecipare alla guerra;
    5. Don Lorenzo Milani, che in suo scritto pubblicato dal settimanale Rinascita il 6 marzo 1965 (Risposta di Don MIlani ai cappellani militari [8]) sostenne apertamente il diritto all'obiezione di coscienza.
  3. Pacifismo. In questo caso l'obiettore è persuaso dall'idea che i conflitti possano risolversi in maniera migliore inseguendo vie pacifiche. Esempi:
    1. Romain Rolland, scrittore che attraverso il testo Au-dessus de la mêlée («Al di sopra della mischia») criticò l'idea della guerra come metodo di risoluzione dei conflitti;
    2. Aldo Capitini, definito il gandhi italiano, diede vita ad un vasto movimento che si opponeva pacificamente anche al fascismo, e fu il primo organizzatore di un convegno in Italia sull'obiezione di coscienza;
    3. Albert Einstein, che in primo momento sostiene l'obiezione di coscienza in nome del pacifismo, prima di ritrattare le proprie posizioni.
  4. Politica. Il contesto nel quale un conflitto si sviluppa può portare alcune persone a rifiutarsi di partecipare alle attività dell'esercito. Esempi :
    1. i Refusnik isareliani;
    2. prima e durante la Prima guerra mondiale, una corrente internazionalista, alimentata soprattutto da socialisti, portò molti uomini a rifiutarsi di parteciparvi (vedere la Conferenza di Zimmerwald).

Forme

  • Obiezione al servizio armato e alla coscrizione militare.
  • Obiezione all'arruolamento e al servizio alternativo.
  • Obiezione ad impartire ordini. Soldati semplici che in determinate occasioni si rifiutano di dare ordini.
  • Obiezione all'arresto. Alcuni obiettori condannati a pene detentive rifiutano l'arresto e si danno alla latitanza.
  • Obiezione ad una guerra in particolare.
  • Obiezione al pagamento di tasse che possono essere utilizzate per scopi bellici.
  • Obiezione al sostegno economico della guerra.

Anarchici ed obiezione di coscienza

In Italia

Uno dei primi obiettori di coscienza libertari fu Luigi Lué (di matrice tolstoiana), processato e condannato a otto anni di carcere per le sue idee contrarie alla Prima guerra mondiale. Altri obiettori della Prima Guerra furono Bruno Misefari, Ugo Fedeli, Giuseppe Monnanni (tutti rifugiatisi in Svizzera) e Giovanni Gagliardi, che in seguito sarà schedato come anarchico dalla polizia fascista. Sempre durante la Grande Guerra, la propaganda anarchica in favore dell'obiezione di coscienza e/o della diserzione fu massiccia e nell'Agosto del 1917 gli operai di Torino si rivoltarono contro l'assurdità della guerra.

All'inizio del 1950 l'anarchico della Spezia Pietro Ferrua diviene il primo obiettore di coscienza anarchico riconosciuto come tale e condannato a 15 mesi di carcere. Lo seguirono ben presto diversi anarchici militanti come lui nel gruppo anarchico sanremese Alba dei Liberi, come Angelo Nurra e Libereso Guglielmi. Ferrua, perseguitato e ricercato dalla polizia, si rifugiò a Ginevra nel 1954 e da lì portò avanti una campagna internazionale di solidarietà ed accoglienza nei confronti di tutti i disertori e renitenti alla leva.

Più avanti, durante un dibattito tenutosi il 9 settembre 1965 nel circolo culturale milanese “Sacco e Vanzetti”, federato alla Federazione Anarchica Italiana, gli anarchici Olivo Della Savia e Giorgio Viola dichiararono pubblicamente che si sarebbero rifiutati di svolgere il servizio militare. I due, che s'erano presentati rispettivamente al carcere di Forte Bocca e al centro reclute di Albenga, furono arrestati con l'accusa di disobbedienza. La federazione anarchica organizzò immediatamente un “comitato provvisorio degli obiettori di coscienza” organizzato da Angelo Damonti e Giuseppe Pinelli, ma tuttavia non si riuscì ad impedire che il tribunale militare condonasse Della Savia alla pena di cinque mesi di reclusione militare.

Logo dell'IRG: il fucile spezzato

Nel mondo

Nella sua Encyclopédie anarchiste, l'anarchico francese Sébastien Faure definì l'obiezione di coscienza come un concetto espressamente libertario quantunque praticato non solo da anarchici. Egli individua tre tipologie di obiezione: «l'obiezione di coscienza su base giuridica», riconosciuta dalla legge e quindi non comporta nessun atto di ribellione che anzi annulla il significato rivoluzionario dell'atto; «l'obiezione di coscienza come forma sostitutiva», che è migliore del precedente, ma viene permessa dalla legge solo se l'obiettore accetta di conformarsi alle esigenze della comunità nazionale; «l'obiezione di coscienza senza se e senza ma», che secondo Faure è l'unica forma che comporta una precisa volontà di rivolta individuale, con tutto ciò che ne comporta (accettazione dei rischi penali, responsabilità, repressione ecc.). Solo quest'ultima, infine, rientra nell'ideale anarchico, «che ripudia ogni forma militarismo e respinge qualsiasi collaborazione diretta o indiretta, materiale o morale, militare o civile alla guerra». [9]

Logo dell'organizzazione "Ni Casco Ni Uniforme"

Ecco perché anarchici come Ferdinand Domela Nieuwenhuis, Albert Libertad, Luigi Bertoni, Bartholomeus de Ligt e tanti altri, sin dall'inizio del XX° secolo, hanno sostenuto l'ideale antimilitarista, fondando o partecipando all'organizzazione di gruppi come la Ligue antimilitariste e l'Associazione Internazionale Antimilitarista (trascurando i gruppi minori a carattere locale).

Nel 1921 fu fondata dopo un incontro di pacifisti a Bilthovern (Olanda) l'Internationale des résistant(e)s à la guerre (IRG, Internazionale dei resistenti alla guerra). In inglese l'organizzazione è conosciuta come « War Resisters' International (WRI) ».

L'IRG si fonda sulla seguente dichiarazione:

«La guerra è un crimine contro l'umanità. Per questo è risoluta a non concedere alcuno spazio alla guerra e a lottare per l'abolizione di tutte le cause delle guerre».

Pur non essendo un movimento espressamente anarchico, dello stesso fecero parte anche diversi libertari, come per esempio l'olandese Bart de Ligt.

Oggi ci sono circa settanta gruppi affiliati all'IRG [10], quelli italiani sono: Associazione SignorNò!, Lega degli Obiettori di Coscienza e Movimento Nonviolento. Soprattuto nei paesi di lingua spagnola aderiscono gruppi di ispirazione anarchica come i cileni di Ni casco ni uniforme e Grupo de Objeción de Conciencia Rompiendo Filas, i colombiani di Red Juvenil e gli spagnoli di di Alternativa Antimilitarista MOC (A.A.MOC) [11], Assemblea Antimilitarista de Catalunya, Kontzientzi Eragozpen Mugimendua (KEM) e Taller de Paz.

Note

  1. L'obiezione di coscienza per i medici è prevista per l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG): Legge 22 maggio 1978, n. 194 - Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza.
  2. La legge 12 ottobre 1993, n. 413 in materia di Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale riconosce il diritto all'obiezione di coscienza nei confronti della sperimentazione animale.
  3. La renitenza in Sicilia nel 1861
  4. Bernard Cottret, La Révolution américaine: La quête du bonheur 1763-1787, Paris, Perrin, 2003, p.190
  5. Disobbedienza civile
  6. Crimini di guerra
  7. Howard Zinn, Une histoire populaire des États-Unis, De 1492 à nos jours, Marseille, Agone, 2003,
  8. La risposta di don Milani ai cappellani militari
  9. Encyclopedie Anarchiste
  10. Gruppi affiliati all'IRG
  11. Antimilitaristas.org

Bibliografia

  • Lorenzo Milani, L'obbedienza non è più una virtù, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1965, pp. 84.
  • I cristiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare, a cura di Angelo Cavagna, EDB 1992
  • Pier Angelo Gramaglia, L'obiezione di coscienza nei primi secoli della chiesa, (pp. 47–64), in I cristiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare, a cura di Angelo Cavagna, EDB 1992
  • Sergio Albesano, Storia dell'obiezione di coscienza in Italia, Treviso, Santi/Quaranta, 1993
  • Pietro Ferrua, L'obiezione di coscienza anarchica in Italia: I pionieri., Arkiviu Bibrioteka T. Serra, 1997
  • Henry David Thoreau, Disobbedienza civile, Piano B, Prato 2008

Voci correlate

Collegamenti esterni