Nonviolenza

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Israele, manifestazione dei refusniks (obiettori di coscienza al servizio militare)

Il termine nonviolenza etimologicamente deriva dal sanscrito ahimsa (a privativa e himsa = danno, violenza) ed implica quindi lo sviluppo di una pratica che consiste nel non usare la violenza, sia come metodo di protesta che come risposta alla violenza.

Metodi non violenti

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Pacifismo.

La metodologia di azione personale e collettiva sulla non-violenta promuove un atteggiamento sociale e personale specifico nei confronti della vita, i cui principali strumenti sono:

  • Rifiuto delle diverse forme di discriminazione e violenza.
  • Collaborazione con le pratiche non violente.
  • Segnalazione di tutti gli atti di violenza e discriminazione.
  • Disobbedienza civile contro la violenza istituzionalizzata.
  • Organizzazioni e mobilitazioni sociali, fondati sulla solidarietà e la libera partecipazione.
  • Forte sostegno a tutto ciò che promuove la nonviolenza attiva.
  • Superamento della violenza in sé stessi, sviluppo di virtù personali che conducano gli esseri umani verso stati d'animo pacifici ed equilibrati.

La non-violenza per gli anarchici

La questione della violenza è stata storicamente da sempre dibattuta nell'ambito del movimento anarchico. La questione deve essere affrontata e analizzata da due punti di vista differenti: non-violenza rispetto ai mezzi e non-violenza rispetto ai fini.

Voltairine de Cleyre, anarchica pacifista statunitense
Gustav Landauer, anarchico pacifista tedesco

Non violenza rispetto ai mezzi

Esistono posizioni diverse ed opposte: i pacifisti e i non-pacifisti. I primi (Lev Tolstoj, Bart de Ligt, Voltairine de Cleyre, H. D. Thoreau, Gustav Landauer ecc. e tutti coloro che ad essi si ispirano) si oppongo ad ogni forma di violenza e sostengono che non si possa costruire una società pacifica, egualitaria e giusta utilizzando mezzi violenti. I secondi invece distinguono tra violenza dell'oppressore e violenza dell'oppresso (es. Malatesta). Questi ritengono che la forza possa essere utilizzata in maniera proporzionata alla lotta che si sta attuando.

Non violenza rispetto ai fini

Contrariamente al luogo comune che dipinge il movimento anarchico come incline alla violenza e all'uso della forza per valere le proprie ragioni, gli anarchici, di qualsiasi tendenza o corrente, sono non-violenti rispetto al fine preposto. Di più, non esiste alcun anarchico che possa esser definito tale che promuova la costruzione di una società fondata sulla violenza. Tutti gli anarchici auspicano una società umana fondata su rapporti interpersonali non-violenti e capace di dirimere le questioni interne con metodi pacifici.

Bibliografia

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  • Hannah Arendt, Sulla violenza, Pratiche, Parma, 2001
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  • Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano, 1989.
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Voci correlate

Collegamenti esterni