Nichilismo (rivista)

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Nichilismo è stata una rivista quindicinale milanese, organo teorico degli anarchici individualisti italiani, pubblicata dal 5 aprile 1920 al 5 marzo 1921.

Storia e pensiero [1]

Nuvola apps xmag.png Per approfondire, vedi Pagine Libertarie.
Carlo Molaschi, direttore di Nichilismo dal 5 aprile al 6 dicembre 1920.

Gli articoli di Nichilismo, tutti di contenuto astratto e letterario, sono per lo più dedicati all'enunciazione dei principi “nichilisti” ed esprimono quella particolare concezione dell'individualismo che già aveva trovato in Stirner e Nietzsche i suoi cantori più efficaci. Bastano pochi titoli per chiarire il carattere generale della pubblicazione: Carlo Molaschi, II nichilismo del nord; F. Delaterra, L'individualismo di Tolstoi; Erinne Vivani, L'Individualismo anarchico; Leda Rafanelli, Morale buddhista.

Sorti contrasti fra i redattori e i collaboratori, che avrebbero voluto, quest'ultimi, vivificare la rivista con scritti d'interesse più generale e più attuale [2], il periodico visse ancora qualche mese stentatamente ed alla fine fu costretto a cessare le pubblicazioni:

«L'abbiamo ucciso noi - diranno in seguito gli stessi redattori - perché ormai vi era contrasto fra il titolo della rivista e il suo contenuto. Nichilismo rappresentava l'atteggiamento di due individui: i compilatori; gli altri collaboratori seguivano altre vie, avevano altre convinzioni. Si lanciarono delle idee; qualcuno le comprese male, qualche altro le volle copiare storpiandole. I compilatori non potevano, da soli, empire periodicamente le sedici pagine della rivista. Sarebbe stato un assurdo e la rivista sarebbe riuscita d'una monotonia esasperante». [3]

Sui dissensi cui è fatta allusione nel passo sopra citato, un chiarimento ci è offerto da Ugo Fedeli in un breve giudizio critico sul periodico:

«Nichilismo, è fra le ultime pubblicazioni nostre, l'unica che (e questa era l'idea di tutti gli iniziatori e di tutti i collaboratori) si pubblicasse rispecchiante le idee prettamente anarchiche-individualistiche. Ma su questa dirittura, dopo già che buona parte dei collaboratori avesse, per ragioni inutili a dirsi, abbandonata la rivista, Nichilismo andò man mano attenuando le tinte che nei primi numeri vennero a bella foggia esposte. Dal nullismo passò col n. 13, 14, 15 ecc. all'attivismo, contraddicendo nel modo più grossolano e coi soliti luoghi comuni, le parole dette nei primi numeri. Benché nelle linee generali la rivista sia compilata bene, essa non arriva a soddisfare, colla sua aridezza e la sua unilateralità l'elemento che in maggioranza legge i nostri giornali ed in ispecial modo le riviste nostre. Perché dà la sensazione che solo chi la compila abbia la conoscenza ed il giusto limite di una teoria vasta e multiforme come l'individualista-anarchica, e quando, per ragioni diverse, potrebbero mutare rotta, il vero e giusto anarchismo rimarrebbe sempre il loro. Ed il grande difetto di quasi tutte le nostre pubblicazioni, il compilatore si assume l'aria del censore, che tutto sappia e tutto conosca e di conseguenza su tutto possa dire questo è bene o male, questo è vero quest'altro è falso». [4]

Cessate le pubblicazioni di Nichilismo, lo stesso gruppo redattore dava vita, dopo tre mesi, alla rivista Pagine Libertarie.

Note

  1. Fonte principale: Leonardo Bettini, Bibliografia dell'anarchismo
  2. Crf. Ugo Fedeli, Per la vita di "Nichilismo", sul n. 5, a. I, del 6-20 giugno 1920.
  3. “Da “Nichilismo” a “Pagine Libertarie” (firmato: “noi”), in Pagine Libertarie, a. I, n. 1, del 16 giugno 1921.
  4. Ugo Fedeli, La Stampa anarchica in Italia, in L'Individualista (Milano), a. I, n. 1, del 1 febbraio 1921.

Voci correlate