Naturismo

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Émile Armand, naturista anarchico ante-litteram

Secondo la definizione della Federazione Naturista Internazionale «il naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di sé stessi, degli altri e dell'ambiente».

Cos'è il naturismo

Il Naturismo è uno stile di vita in concerto con la natura, contraddistinto dalla pratica della nudità integrale, al fine di promuovere il rispetto di ciascuno nei confronti di sé stesso, degli altri e dell'ambiente. Il naturista, sostenendo il ritorno ad uno stile di vita maggiormente in armonia con l'ambiente, oltre a stare nudo in determinati ambienti, porta avanti una filosofia di vita che include spesso l'ecologismo, la promozione di stili di vita etico-salutistici come la permacultura, il vegetarismo/veganismo e così via. Esiste inoltre una specializzazione medica chiamata naturopatia, che è un metodologia medica che cerca di mantenere o ristabilire la salute attraverso mezzi naturali, senza ricorrere a rimedi d'origine artificiale.

Il naturismo non è ovviamente una pratica strettamente legata all'anarchismo, tuttavia diversi libertari l'hanno apertamente sostenuta (e diversi la sostengono ancora) poiché considerano questa come una filosofia rivoluzionaria ed emancipatrice che aiuta a vivere in armonia con la natura e a ribellarsi al conformismo e alla morale comune imposta dalle istituzioni dominanti (Chiesa e Stato).

Vista la complessità del naturismo e la sua articolazione sotto diversissimi punti, il termine naturismo è preferibilmente utilizzabile rispetto a quello di "nudismo", un tempo maggiormente in voga, perché come visto questa filosofia va al di là del semplice «star senza vestiti».

Etica e filosofia naturista

Molti(e) naturisti(e) fondano la propria etica sul principio chiamato leave no trace («non lasciare traccia»), nel senso che desiderano che le loro libere e responsabili pratiche abbiano un impatto minimo sulla comunità e l'ambiente circostante.

Altre correnti di pensiero professano la nudità corporale come mezzo d'emancipazione e rigenerazione del corpo e della mente. Tra queste vi è la teoria del nudismo rivoluzionario, che come hanno sostenuto molti anarchici e molte anarchiche, tra cui Émile Armand, bisogna difendere la nudità per mostrarsi nudo davanti al mondo. Il naturismo è anche un modo per mostrare le persone per come sono e non per come appaiono, in questo modo è possibile sviluppare rapporti interpersonali migliori e più sinceri.

In diverse occasioni, le associazioni naturiste hanno più volte ribadito l'estraneità alla loro filosofia dell'esibizionismo o dell'erotismo spinto. Il nudismo è visto come un modo per portare avanti una filosofia in sintonia non solo con la natura, ma anche per avere maggiore comprensione di sé stessi e vivere in armonia con gli altri membri della comunità.

Storia

I pionieri del naturismo

Adamiti che ballano nudi in strada

È ben difficile stabilire quando effettivamente il naturismo si sia sviluppato, perché la nudità era già largamente praticata nelle antiche culture, come ad esempio in quella Greca, Romana, come anche in quella Giapponese e Hawaiiana. Intorno al IV secolo d.c si diffuse l'eresia cristiana degli adamiti, i quali proclamavano il ritorno all'originaria innocenza di Adamo che, fino a quando non conobbe il peccato, viveva completamente nudo. Gli adamiti affermavano che il corpo era un'opera di Dio e in quanto tale la nudità non poteva essere peccaminosa.

In epoca meno remota (seconda metà del XIX secolo) i primi riferimenti risalgono agli scritti e alle parole dell'anarchico Élisée Reclus, il quale proponeva un nuovo modo di rivitalizzazione corporea e un rapporto fisico differente da quello ipocrita dei tabù di quell'epoca. L'anarchico francese proponeva una concezione del corpo, della sessualità e del rapporto con la società, in misura maggiormente conviviale, più naturale e quindi più rispettoso dell'ambiente.

Si può dire che Reclus considerasse la nudità come un modo di sviluppo della socializzazione tra gli individui, rilevandone i vantaggi fisici, psicologici e anche igienici. Egli, da buon geografo qual era, inserisce le proprie considerazioni nell'ambito dello sviluppo storico e culturale, entrambi indissolubilmente legati agli aspetti geografi.

Verso la fine del XIX secolo una corrente di pensiero prossima al naturismo compare in Germania sotto l'impero di Guglielmo II. In quest'epoca sesso e nudità sono un tabù, anche se in realtà la nudità era tollerata all'interno delle saune (diffusissime dal nord Germania sino alla Svezia), tuttavia comincia, seppur in ambienti molto “esclusivi”, a sentirsi l'esigenza di una vita meno alienante di quella che si stava prospettando con l'industrializzazione forzata. Il naturismo nasce quindi come una risposta all'omologazione della civiltà industriale.

Nel 1893 il sociologo Heinrich Pudor pubblicò il saggio Cultura del nudo, che può essere considerato uno dei primi scritti favorevoli alla nudità. Egli sosteneva che il mancato rapporto diretto con il proprio corpo, a causa dei tabù moralistici, comportava effetti deleteri sul piano fisico e psicologico. Criticò duramente le donne che utilizzavano i corsetti tanto in voga all'epoca, poiché secondo lui avevano effetti deleteri sul fisico delle stesse.

All'inizio del XX secolo il movimento giovanile tedesco dei Wandervogel, cominciò a propagandare il ritorno alla natura e alla nudità. Questi presero l'abitudine di compiere lunghe escursioni naturali che spesso terminavano con un bagno (ovviamente erano completamente nudi) rinfrescante al lago o in un fiume. La loro filosofia era ben più che semplice nudità: questi giovani uomini e donne cercarono di fuggire dall'inferno delle città, dal suo inquinamento e dai suoi eccessi, sognando di vivere in maniera più sana e con una maggiore consapevolezza della propria fisicità, che si esplicitava con lo sport e la danza in libertà.

Gli spazi dedicati alle pratiche nudiste si svilupparono considerevolmente. In questi centri i naturalisti dormivano in semplici tende o capanne, le regole da rispettarono erano le seguenti: scelta alimentare naturale, esercizi fisici, rifiuto del tabacco e dell'alcool, separazione della nudità dalla sessualità (che deve rimanere un fatto privato) per cui gli uomini e le donne vivono spazi separati nella vita comune.

È in Germania (1918) che si sente parlare, per la prima volta, di Frei-Korper-Kultur ("Cultura del corpo nudo"). Questo movimento si diffonde a partire dai paesi germanici (Austria, Svizzera, Paesi scandinavi, Paesi Bassi), dopodiché si diffonde, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, in Francia (nel 1920 nasce il primo club nudista e nel 1930 il primo villaggio turistico per naturisti), infine nel Nord America (anni 50).

Attualità

Durante gli anni sessanta e settanta tutto il mondo occidentale fu attraversato dall'ondata controculturale del movimento hippy, tra i cui membri il naturismo prese a diffondersi rapidamente. Specialmente in questa fase, il naturismo si legò alle istanze di libertà di espressione e di vitalità corporea.

Negli anni sessanta il naturismo, portato dai tedeschi, si diffuse anche in Jugoslavia. In Istria nacquero due grandi villaggi, il Koversada nel 1961 e il Valalta nel 1968. In Italia i primi gruppi di naturisti si videro per la prima volta in alcune spiagge italiane (es. l'isola di Ponza) alla fine degli anni '50, mentre la prima associazione si costituì nel 1964 (Unione naturisti italiani).

Oggi, in Francia, Germania e Croazia, ci sono le tre maggiori spiagge nudiste d'Europa, oltre al più alto numero di campeggi, su un totale di 800 sparsi in tutto il mondo.

Naturismo in Italia

Non esiste storiografia approfondita sul fenomeno del naturismo italiano, ciò sottolineerebbe quanto il fenomeno sia di importazione estera. Le immagini che ritraggono, negli "anni 20", Gabriele D'Annunzio nudo, sulle spiagge di Francavilla, possono farlo annoverare come uno dei precursori del naturismo italiano.

Secondo le testimonianze di Bruno Zuculin, forse il primo naturista italiano, attività naturiste sono conosciute, dagli anni cinquanta sull'Isola di Ponza e sulle spiagge di Focene, in provincia di Roma, anche se questo era un fenomeno agli albori e per lo più condannato, dalla morale comune. Nel 1964 nasce una associazione naturista italiana e nel 1972 viene costituita la FENAIT (Federazione Naturista Italiana). Nel 2005, alcune associazioni danno vita alla CO.NA.IT ("Confederazione Naturista Italiana") allo scopo di rinnovare il panorama del naturismo associativo.

Bibliografia

  • Nico Valerio, Guida al nudo, Sugarco, 1980.
  • Ada Coppi Ranieri, Naturismo, CIDS, 1988.
  • Daniele Agnoli, Storia del naturismo in Italia, UNI, 2000.
  • Giovanni Chimirri, Guida illustrata al nudismo, Positive Press, 2000.
  • Paolo Di Orazio e Riccardo Zanello, Guida al naturismo, Mare Nero, 2001.
  • Daniele Agnoli, L'idea naturista in Francia, UNI, 2002.
  • Nicolò Spinicchia, Il naturismo, Xenia, 2003.
  • Jean Pascal Marcacci, La spiaggia delle libertà , ANER, 2003.
  • Jean Pascal Marcacci, Love & Peace & Naturism, ANER, 2006.
  • Monia D'Ambrosio, Il corpo nudo, Sylvia, 2008.

Voci correlate

Collegamenti esterni