Madeleine Vernet

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Madeleine Vernet

Madeleine Eugénie Cavelier, detta Madeleine Vernet, (Le Houlme, Farncia, 3 settembre 18785 ottobre 1949) è stata un'educatrice, scrittrice e militante anarco-pacifista francese.

Biografia

Nata il 3 settembre 1878 a Houlme, vicino a Rouen, in una famiglia di piccoli commercianti ferventi repubblicani e seguaci del libero pensiero, Madeleine Vernet (il suo vero nome è Madeleine Cavelier) ha ventidue anni quando sua madre resta vedova e decide di accogliere nella sua casa quattro bambini orfani. Quest'esperienza le farà toccare con mano la realtà dell'infanzia abbandonata e degli orfani, contribuendo a far nascere in lei una sensibilità libertaria verso i problemi delle classi più emarginate. Comincia così ad interessarsi all'educazione e istruzione popolare, pubblicando a tal proposito nella rivista di Charles Guieysse, «Pages Libres», tutta una serie di articoli di denuncia sulle miserie e sofferenze dei figli del proletariato in gran parte ignorate dalle istituzioni.

Il trasferimento a Parigi. L'educazione libertaria

Dopo aver inutilmente provato a fondare un orfanotrofio operaio gestito dalle cooperative dei lavoratori della regione, nel 1904 si trasferisce a Parigi. Nella capitale francese trova lavoro come contabile e inizia a frequentare gli ambienti sindacalisti e anarchici, stringendo rapporti in particolare con Georges Yvetot, Marcel Sembat e Albert Thomas. Collabora attivamente con le riviste «Libertaire», «L'Anarchie», «La Paix», «La Paix Organisée», «La Voix Libertaire» e «Temps nouveaux», in cui Madeleine Vernet sviluppa dure critiche alle concezioni neo-malthusiane, allora prevalenti all'interno del movimento anarchico, poiché esse potrebbero, se applicate radicalmente, addirittura portare all'elimininazione di ogni nascita. In L'amour libre (Poligny, 1905), La paternité (Poligny, 1906) e Le problème de l'alcoolisme prende posizione in favore della maternità cosciente e della libera scelta. Malgrado le divergenze, organizza conferenze con femministe neomalthusiane come Nelly Roussel, Louise Bodin, Hélène Brion e Marie Bonnevial.

Nel frattempo continua a coltivare il suo interesse verso l'educazione libertaria e l'istruzione popolare, rivolta soprattutto verso i figli delle classi più povere ed emarginate. In questa sua battaglia, non si pone problemi nel cercare convergenze con le organizzazioni dei lavoratori, i sindacati e il movimento anarchico:

«L'ho già detto, è alla classe operaia stessa che spetta allevare i propri orfani, affinché questi diventino individui capaci di ingrossare il nucleo di militanti coscienti che formano, in questo momento, nel proletariato che pensa, la minoranza agente e riflessiva sulla quale pesa l'avvenire del proletariato intero. Lasciare agli avversari l'educazione di una quantità molto importante di bambini è un grave errore.»(L'Avenir social. Cinq années d'expérience éducative, Epone, 1911)

L'Avenir Social

Il Primo maggio 1906 a Neully-Plaisance inaugura L'Avenir Social, la scuola da lei stessa fondata e destinata ad accogliere orfani e bambini abbandonati. Insieme alla sorella e a Louis Tribier, che diverrà il suo compagno tre anni dopo, propone un'esperienza educativa ispirata a Paul Robin e Francisco Ferrer y Guardia.

«Il nostro programma consiste nel dare al fanciullo un'educazione più razionale possibile, fondata sulle leggi naturali che governano l'essere umano e non, come è più sovente l'educazione, in contraddizione diretta con queste leggi. Ciò che vogliamo è che il fanciullo si elevi da sé; è sviluppare in lui delle idee sane, una ragione cosciente, l'energia della volontà. È, in una parola, farne un essere forte e buono tutto in una volta. Ciò che ancora vogliamo, è insegnargli a lavorare, non con uno spirito di routine, ma sviluppandogli l'iniziativa personale... Non contenti di farne un cervello liberato dagli errori, noi ci sforzeremo di farne un lavoratore indipendente...Non abbiamo per scopo di servire una scuola, non siamo gli apostoli di un «ismo» qualunque, noi eliminiamo dal nostro insegnamento, dalla nostra educazione, tutto ciò che può donare loro una forma settaria. Non vogliam emancipare il bambino inculcandogli l'idea preconcetta che sarà questo piuttosto di quello; vogliamo farne un individuo cosciente di lui stesso, giustamente equilibrato nello spirito come nel fisico. Sono convinta che se noi perseguiremo questo scopo, il fanciullo mano a mano che cresce saprà trovare da sé la sua via senza che noi gliela abbiamo determinata».

Inizialmente la sua scuola, sostenuta economicamente da donazioni private, è frequentata da dieci ragazzi, ma in meno di un anno diventano già trenta (17 maschi e 13 femmine, dai tre ai dodici anni). All'incremento del numero degli alunni, l'orfanotrofio deve però fronteggiare anche un maggior numero di problemi: la ristrettezza degli spazi, la maggiore esposizione economica e le precarie condizioni di salute della madre di Madeleine. Così, nel gel giro di un anno, i problemi finanziari diventeranno quasi insostenibili.

Nel tentativo di risolvere le questioni più impellenti, il 15 aprile 1908 Madeleine Vernet si trasferisce in una vasta proprietà di campagna, a Epone nella Seine-et-Oise, ma purtroppo L'Avenir Social non deve far fronte solo alle difficoltà economiche, bensì anche alle ostilità dell'amministrazione locale conservatrice, di quella scolastica e del clero che mal tolleravano i principi educativi libertari. Infatti, nel 1909, col pretesto della coeducazione dei sessi, che all'epoca era fortemente osteggiata dalle autorità scolastiche, a L'Avenir Social viene tolta l'autorizzazione all'insegnamento. I ragazzi sono così costretti a frequentare nuovamente la scuola comunale, ma nonostante tutto l'esistenza dell'orfanotrofio non viene del tutto definitivamente compromessa, anche se nel tempo perderà le caratteristiche prettamente libertarie.

Proprio per non far terminare la sua esperienza pedagogica, Madeleine Vernet si appella a tutto il variegato mondo socialista (movimento operaio, organizzazioni cooperative e sindacali, socialiste e anarchiche), chiedendo loro solidarietà. Giornali socialisti come La Guerre Sociale di Gustave Hervé e L'Humanité di Jaurés organizzeranno una sottoscrizione in favore dell'orfanotrofio. Nel 1911 Madeleine Vernet pubblica un nuovo opuscolo sull'argomento intitolato Les Sans-Famille du prolétariat organisé. Dal maggio 1914 L'Avenir Social, recependo una legge del 1901, si costituisce ufficialmente come associazione regia e diviene l'orfanotrofio ufficiale del movimento operaio francese.

Attività antimilitarista e pacifista durante la I Guerra Mondiale

Con lo scoppio della prima guerra mondiale la Vernet partecipa alle attività antimilitariste e pacifiste, collaborando tra l'altro col giornale anarchico «Ce qu'il faut dire» di Sébastien Faure e fondando un foglio antimilitarista (due soli numeri pubblicati) dal titolo «Les voix qu'on étrangle».

Durante la guerra tutti i pacifisti venivano perseguitati, specialmente le donne, tra queste la femminista Hélène Brion, condannata a tre anni di carcere per «propaganda disfattista». Lei stessa viene accusata di disfattismo dalle autorità e solo la fine della guerra mette fine alle persecuzioni nei suoi confronti. La fine del conflitto però non placa il suo attivismo contro il militarismo e tutti gli eserciti, concretizzatosi, nel maggio del 1921, nella nascita della Lega delle donne contro la guerra, che lancerà slogan molto pungenti come «Niente serve piangerli dopo, bisogna difenderli prima!... Madri, prima di dare un fucile ai vostri figli, pensate a tutto il male che i fucili fanno alle madri!».

L'arroganza comunista contro la Vernet

Nel 1922 i comunisti assumono il controllo del consiglio di amministrazione de L'Avenir Social e decidono di estrometterla da quella scuola che lei stessa aveva fondato. La sua colpa è quella di non aver voluto abiurare le idee anarchiche e di non essersi iscritta al Partito Comunista Francese. L'arroganza è tale che quando nel 1923 l'orfanotrofio si trasferisce a Mitry-Mory addirittura agli studenti viene impedito di salutarla. I comunisti cambieranno anche il nome della scuola in «L'Orphelinat Ouvrier», sino a quando il governo di Vichy ne imporrà la chiusura il 26 settembre 1939.

Dopo essere stata allontanata dalla scuola, viene estromessa per le stesse ragioni politiche anche dalla Lega delle donne contro la guerra. A questo punto decide di dedicare la sua vita ai due figli e all'attività redazionale della sua rivista di educazione popolare e libertaria intitolata «La Mére éducatrice» (ottobre 1917). Collabora attivamente con l'anarchico Sébastien Faure alla redazione dell'Enciclopedia Anarchica e al settimanale «La Voix libertaire». Sempre attenta alle questioni educative, pubblica racconti per bambini e con l'aiuto del suo compagno edita un altro periodico, «La Volonté de paix» (marzo 1928-gennaio 1936).

Col passare degli anni Madeleine Vernet diventa una pacifista intransigente, abbracciando le idee di Lev Tolstoj ed ospitando, durante la seconda guerra mondiale, numerosi partigiani antifascisti. Nonostante l'età continuerà ad attivarsi in favore della pace. Muore nella Senna francese il 5 ottobre 1949.

Opere

  • La paternité (1906);
  • Le problème de l'alcoolisme (1906);
  • L'Avenir social. Société philanthropique d'éducation mixte et laïque (1906);
  • L'Avenir social. Cinq années d'expérience éducative (1906-1911) (1911);
  • Les sans-famille du prolétariat organisé (1911);
  • Une belle conscience et une sombre affaire (1917);
  • L'amour libre (1920), Anthologie populaire. Choix de poésies sociales et philosophiques des auteurs classiques, modernes et contemporains présentées par Madeleine Vernet. Volume 1. Pages contre la guerre (1921);
  • La fille du diable et autres légendes (1921);
  • Chanson de l'année (1921);
  • Tous les métiers (1921);
  • Le rameau d'olivier. Contes pour la paix (1929);
  • De l'objection de conscience au désarmement. Les thèses de la volonté de paix (1930);
  • La nouvelle équipe. Roman de la guerre et de la paix (1931);
  • L'arc-en-ciel. Contes pour la réconciliation (1933);
  • Maître Calvet. Roman du terroir normand (1937);
  • Agar et Ismaël (1939), Poèmes de l'éternelle amante (1946);
  • Célestin Planchout (1947);

Voci correlate