Les Automatistes

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Il gruppo de Les Automatistes intorno a un'opera di Maurice Perron. Da sinistra a destra: Claude Gauvreau, Mme Gauvreau, Pierre Gauvreau, Marcel Barbeau, Madeleine Arbour, Paul-Émile Borduas, Madeleine Lalonde, Bruno Cormier, Jean-Paul Mousseau.

Les Automatistes è stato un gruppo artistico formato, a partire dal 1942, nel Québec (regione canadese francofona) da dissidenti di Montreal, caratterizzato da un profondo spirito contestatorio e libertario. Fu attivo soprattutto tra il 1945 e il 1954.

Genesi e sviluppo del movimento automatista

Il movimento fu fondato nel 1942 dal pittore Paul-Émile Borduas, un insegnante della scuola pubblica che sviluppò una pedagogia d'insegnamento fortemente anticonservatrice e libertaria. Il surrealismo e la psicanalisi, oltre al marxismo e l'anarchismo, furono gli elementi che più ispirarono questo movimento artistico.

L'esperienza dei surrealisti permise a Les Automatistes di preconizzare un approccio intuitivo, sperimentale e non rappresentativo, che conducesse ad un rinnovamento in profondità del linguaggio artistico. I primi risultati di quest'esperienza fu l'espressionismo astratto.

Ciò che caratterizzò Les Automatistes, fu il desiderio di rompere con i valori conservatori della società québechese, auspicandone un cambiamento radicale verso valori maggiormente libertari. L'esposizione di quarantacinque quadri di Paul-Émile Borduas, nell'aprile del 1942, al Foyer dell'Ermitage di Montréal, è considerato il punto di partenza del "movimento automatista". Durante quell'esposizione Borduas rincontrò Pierre Gauvreau, brillante studente della Scuola delle Belle Arti, il quale a sua volta gli fece conoscere Fernand Leduc, Francoise Sullivan e le sorelle Renaud. Successivamente altri artisti, entusiasti del sorgere di questo nuovo movimento, si congiunsero al nucleo storico adottando le idee e lo stile di quello che divenne il movimento de Les Automatistes.

Inizialmente il movimento prese piede soprattutto nell'ambito delle arti figurative, successivamente si diffuse rapidamente entro altre discipline artistiche, come la poesia, la letteratura, la danza e il teatro.

La prima manifestazione pubblica degli automatisti ebbe luogo nel marzo 1946 in una boutique occupata della Rue Amherst, a Montreal.

L'origine del nome

Il giornalista Tancrède Marcil Jr fu il primo a chiamare il gruppo d'artisti Les Automatistes: egli li definì così in un articolo di critica alla loro seconda esposizione di Montréal (febbraio-marzo 1947), pubblicato nel giornale degli studenti («Le Quartier Latin») dell'Università di Montréal.

Questo nome derivò dalle discussioni estetiche degli espositori, in particolar modo di Paul-Émile Borduas e del poeta Claude Gauvreau, che esaltavano l'automatismo (concezione fortemente influenzata dal surrealismo e dal pensiero freudiano, in cui l'artista abbandona una concezione ragionata dell'opera esaltando la spontaneità e l'intuizione).

Il manifesto dei surrealisti, la repressione e lo scioglimento de Les Automatistes

Copertina del manifesto Refus Global, pubblicato nel 1948.

Il testo di Borduas La trasformazione continua (1948) rappresentò il primo abbozzo di quello che, il 9 agosto 1948, data della pubblicazione, divenne il Manifesto del gruppo: Refus Global.

Il manifesto, firmato da 14 artisti, richiedeva l'abbandono dell'"accademismo" (forma d'espressione artistica rigida che mira a riprodurre fedelmente la realtà, negando o limitando la creatività dell'artista), l'esaltazione di una forma d'arte che privilegiasse l'esplorazione del sensibile, dei sentimenti, dei desideri e dell'immaginario. Il manifesto ebbe anche una forte connotazione politica, preconizzando l'avvento di un nuovo ordine sociale, principalmente attraverso la lotta di classe e l'esaltazione dello spirito libertario degli individui.

Il Refus Global risultò essere uno dei documenti maggiormente influenti e importanti della storia del Québec. Soprattutto dopo la pubblicazione (tiratura di circa 400 copie), il movimento vide crescere la propria fama, particolarmente nel Québec, ed oggi è considerato l'elemento scatenante della Rivoluzione tranquilla degli anni '60. Il manifesto determinò però, nello stesso tempo, la loro messa al bando, mediante una campagna repressiva volta a screditare le loro idee e le loro azioni. La repressione colpì in particolar modo Borduas, che il 2 settembre fu sospeso dall'insegnamento per «condotta e scritti incompatibili con la funzione di un professore di un istituto pubblico della provincia del Québec».

Ciò che lo Stato canadese non perdonò a Borduas fu essenzialmente la sua vicinanza all'anarchismo e, in particolar modo, il suo fervente anticlericalismo. Alcuni giornalisti, tra cui Robert Cliche, dileggiarono il movimento, accusandolo assurdamente di essere fortemente intriso di uno spirito fascista.

La repressione e le campagne denigratorie mediatiche ne determinarono l'isolamento in seno alla società québechese, favorendo di conseguenza lo scioglimento del gruppo. Cosa che effettivamente accadde. Anche senza rompere totalmente i loro rapporti, Les Automatistes interruppero le loro attività comuni nel 1954, dopo l'esposizione La matière chante. La partenza della maggior parte di loro verso l'estero, particolarmente quella di Borduas verso New York (1953) e veso Parigi (1956), agevolò lo scioglimento del movimento. Nonostante ciò Les Automatistes mantennero forti legami tra loro per parecchio tempo, proseguendo in questa maniera le loro ricerche artistiche.

Gli esponenti automatisti

Il movimento raggruppò soprattutto esponenti delle arti figurative come Marcel Barbeau, Roger Fauteux, Jean-Paul Riopelle, Pierre Gauvreau, Fernand Leduc, Jean-Paul Mousseau, e Marcelle Ferron, scrittori come Claude Gauvreau e Thérèse Renaud, ballerini e coreografi come Françoise Sullivan, Françoise Riopelle e Jeanne Renaud, la disegnatrice Madeleine Arbour e la fotografa Maurice Perron. Il movimento si circondò inoltre di giovani intellettuali come lo psichiatra e psicanalista Bruno Cormier.

Les Automatistes e l'anarchismo

André Breton influenzò le tesi "automatiste".

Come tutti i surrealisti francesi, il gruppo automatista sviluppò legami con differenti correnti politiche rivoluzionarie.

Sin dall'inizio il movimento fu fortemente influenzato dalle tesi surrealiste di André Breton, secondo cui il surrealismo doveva denigrare il mondo borghese, denunciandone i suoi pseudo-valori (lavoro, dio, patria, famiglia), e scompigliare le sue semplificazioni catalogatorie (alto/basso, buono/cattivo, ragione/sentimento ecc.) Tuttavia, almeno inizialmente, i principali legami furono con il Partito Comunista Francese (allora chiamato "Partito Operaio Progressista"). Alcuni automatisti approfondirono i legami con il partito, mentre altri furono maggiormente reticenti. Tra questi ultimi Borduas: «La lotta di classe... è inconcepibile senza la più grande passione per la libertà, senza la possibilità di una speranza per le classi oppresse».

Lentamente gli automatisti (o meglio, alcuni suoi membri) svilupparono affinità via via più consistenti con il pensiero anarchico. Il pittore Jean-Paul Mousseau portò e diffuse, di ritorno da un suo viaggio in Francia, alcuni libri anarchici introvabili nel Québec, dichiarando la propria affinità con uno scrittore anarchico russo.

Uno dei maggiori esponenti automatisti, Claude Grauveau, sottolineò esplicitamente l'allontanamento dal marxismo per indirizzarsi verso ambiti maggiormente libertari: «Di tutte queste correnti di pensiero economico-sociali, è senza dubbio l'anarchismo che mi appare il più respirabile... ».

Con lo scioglimento del gruppo, Borduas sviluppò una certa amarezza di fronte al periodo appena vissuto, finendo per mettere in dubbio la giustezza dei suoi scritti automatisti. Uno dei pochi a conservare la forza rivoluzionaria, dopo lo scioglimento del movimento, fu senza dubbio Claude Gauvreau, unico bagliore di luce nella grande oscurità degli anni '50 del Québec.

Voci correlate

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