Jean Meslier

Jean Meslier (Mazerny, 15 giugno 1664 - Étrépigny, 30 giugno 1729) è stato un filosofo e presbitero francese, curato in un piccolo paese di campagna, ma precursore dell'illuminismo radicale, materialista e ateo ed anche anticipatore di alcune tematiche socialiste ed anarchiche.

Jean Meslier

« Io vorrei, e questo sia l'ultimo ed il più ardente dei miei desideri, io vorrei che l'ultimo dei re fosse strangolato con le budella dell'ultimo dei preti. »

~ Jean Meslier

Biografia

Jean Meslier (o Mellier) nasce nel 1664 a Mazerny da una famiglia di mercanti. Studia nella scuola parrocchiale locale. La famiglia lo manda poi, a 20 anni, in seminario a Reims, su suggerimento del parroco. Il giovane Meslier aveva probabilmente già sviluppato il suo ateismo all'epoca degli studi e non aveva dunque alcuna vocazione ma, in base al carattere tranquillo, accetta di buon grado di essere avviato alla carriera ecclesiastica. Non erano rari i materialisti, sotto mentite spoglie, nel clero francese: basti pensare a Pierre Gassendi il secolo precedente, o, successivamente, all'illuminista Étienne Bonnot de Condillac, ma fino ad allora nessuno aveva avuto l'impatto dirompente che avrà Meslier.

Nel 1689, a 25 anni, è ordinato sacerdote e nominato curato presso le parrocchie di Étrépigny e Balaives, nelle Ardenne, dove rimarrà tutta la vita, trascorsa senza eventi importanti. [1]

Nel 1724 Meslier comincia a lavorare al testamento: ne redigerà tre copie manoscritte, che affiderà al suo successore, il quale, sconcertato, lo leggerà agli altri curati della zona, e che il vicario, costretto dallo scandalo, di cui la corte del re Luigi XV e gli ambienti culturali erano venuti a conoscenza, consegnerà agli uffici giudiziari. L'autorità li conserverà, essendo un documento giuridico contenente le ultime volontà di un defunto, impedendo così il rogo del libro, fino a che uno di questi manoscritti, che nelle intenzioni della Chiesa avrebbero dovuto essere occultati, nel 1733 finì nelle mani di Voltaire, che nel 1762 ne pubblicherà alcuni estratti, eliminando le parti atee e aggiungendo riferimenti deisti in mezzo al testamento anticlericale. Seguiranno pubblicazioni complete dell'intero testo, di ben 1.200 pagine nella prima stampa.

Meslier morì nel 1729, probabilmente il 30 giugno, a 65 anni, e venne sepolto nel parco del castello locale, ben prima dello scoppio dello scandalo dovuto al testamento.

Il testamento [2]

Il titolo completo del testamento di Jean Meslier è: Memoria dei pensieri e delle opinioni di Jean Meslier, prete, curato di Étrépigny e di Balaives, su una parte degli errori e degli abusi del comportamento e del governo degli uomini da cui si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanità e le falsità di tutte le divinità e di tutte le religioni del mondo, affinché sia diretto ai suoi parrocchiani dopo la sua morte e per essere usata da loro e da tutti i loro simili quale testimonianza di verità.

La critica di Meslier, diversamente da altre, oltre a contrapporre al Vangelo il confronto con altre fonti storiche ed i reperti archeologici del tempo, si svolge tutta nei confronti dei testi biblici ed, in particolare, si focalizza sui Vangeli e sulla verità storica del testo, non entrando nel merito teologico e non toccando altri libri della Bibbia. Ma vengono anche teorizzati il comunismo e il materialismo ateo.

Meslier, con citazioni precise, tratte dalla traduzione ufficiale della Bibbia proposta dalle comunità cristiane, evidenzia contraddizioni interne ai passi evangelici. Esse riguardano, tra l'altro, il numero e i nomi degli apostoli, il racconto della nascita ed infanzia di Gesù secondo Matteo e Luca, l'esistenza di una persecuzione da parte di re Erode, la durata della predicazione di Gesù, giorni e luogo dell'Ascensione; dunque eventi fondamentali della vita del Messia.

Il testamento di Jean Meslier si articola in otto parti fondamentali:

  • Le religioni sono soltanto invenzioni umane, piene di errori e di sciocchezze.
  • La fede, "credenza cieca", è solo un principio di errore e di impostura.
  • Falsità delle presunte visioni e rivelazioni divine.
  • Vanità e falsità delle presunte profezie dell'Antico Testamento.
  • Errori della dottrina e della morale della religione cristiana.
  • La religione cristiana autorizza le prepotenze e la tirannia dei grandi.
  • Falsità della presunta esistenza della divinità.
  • Falsità dell'idea della spiritualità e dell'immortalità dell'anima.

Oltre che la Chiesa, la religione, Dio e la figura di Gesù, nel mirino del testamento di Meslier ci sono la monarchia, l'aristocrazia, l'Ancien Régime, l'ingiustizia sociale e la morale cristiana del dolore: [3] in esso si professa una sorta di comunismo anarchico ante litteram ed una filosofia materialista. Vi sono inoltre due capitoli in difesa degli animali e dei loro diritti; le tesi di Meslier in favore del mondo animale, insieme ad altre parti del libro, furono apprezzate da Voltaire.

L'appello per la giustizia sociale

Per capire bene in che cosa consista il pensiero filosofico di Meslier è necessaria un'analisi attenta dei passi dove la pars destruens, la lotta al cristianesimo e all'aristocrazia si fa pars construens e propositiva di un nuovo modello sociale, basato sul riscatto delle classi umili contro i soprusi di due classi dominanti e parassite, l'aristocrazia e il clero.

Fu spesso tacciato di essere un pensatore rozzo, sprovvisto di basi teoriche notevoli, che non avrebbero superato la conoscenza della Bibbia e di Padri della Chiesa come Agostino d'Ippona. La sua cultura filosofica non era eccelsa, ma aveva una buona conoscenza di pensatori e scrittori come Platone, Aristotele, Epicuro, Tito Livio, Tacito, Seneca, Flavio Giuseppe, Giulio Cesare Vanini, Fénelon, Michel de Montaigne, Pascal, Pierre Bayle, Tommaso d'Aquino, Nicolas Malebranche e Cartesio, appresi sia durante i suoi studi in seminario sia negli studi personali (non sappiamo se lesse opere di Spinoza, anche se sembra conoscere la sua filosofia e lo cita); quasi tutti libri di questi autori erano nella sua biblioteca. Pur essendo un pensatore isolato ed autodidatta, per quanto riguarda il razionalismo, i suoi apporti per un nuovo orizzonte materialistico ed ateo sono comunque importanti. La tesi centrale di Meslier è che la religione nasce dalla paura e i tiranni se ne servono per imporre il proprio potere: idealizzando la sofferenza, la povertà e il dolore e condannando il piacere, la religione - in particolare quella cristiana - disarma gli uomini e li lascia alla mercé dei soprusi del potere. Invece, in natura tutti gli uomini sono uguali ed a loro appartengono i beni e la terra che lavorano. Monarchi, nobili e sacerdoti sono parassiti che il popolo deve abbattere per riappropriarsi della terra. [4] Inoltre, tutto quanto avviene nella storia non può né deve essere attribuito a Dio, in quanto solo la natura, eterna e già di per sé perfettamente regolata, basta a spiegare i mutamenti.

« La vostra salvezza è nelle vostre mani, la vostra liberazione dipenderebbe solo da voi, se riusciste a mettervi d'accordo; avete tutti i mezzi e le forze necessarie per liberarvi e per rendere schiavi i vostri stessi tiranni. I vostri tiranni, infatti, per quanto potenti e terribili possano essere, non avrebbero alcun potere su di voi senza voi stessi; tutta la loro potenza, tutte le loro ricchezze, tutta la loro forza, viene solo da voi: sono i vostri figli, i vostri congiunti, i vostri alleati, i vostri amici che li servono, sia in guerra sia nei vari incarichi che essi assegnano loro: essi non saprebbero far niente senza di loro e senza di voi. Essi utilizzano la vostra stessa forza contro voi stessi, per ridurvi tutti quanti in schiavitù [...]. Ciò non succederebbe davvero se tutti i popoli, tutte le città e tutte le province si coalizzassero e cospirassero insieme per liberarsi dalla comune schiavitù. I tiranni sarebbero subito schiacciati e annientati. Unitevi dunque uomini, se siete saggi, unitevi tutti se avete coraggio, per liberarvi dalle vostre comuni miserie. »

~ Jean Meslier

Meslier inveisce anche contro l'appropriazione individuale dei beni e delle ricchezze della terra, auspicando il comunismo sociale. Il curato arriva anche a immaginare lo sciopero dei lavoratori e dei produttori, in modo da indurre le autorità politiche e religiose e i loro servitori a ravvedersi, privandoli del necessario.

« Trattenete con le vostre mani tutte queste ricchezze e tutti i beni che producete in abbondanza col sudore del corpo, teneteveli per voi e per i vostri simili, non date niente a questi superbi e inutili fannulloni, che non fanno nulla di utile, e non date niente di tutto ciò a tutti questi monaci e questi ecclesiastici che vivono inutilmente sulla terra, non date niente a questi nobili fieri e orgogliosi che vi disprezzano e vi calpestano [...]. Unitevi tutti nella stessa volontà di liberarvi da questo odioso e detestabile giogo del loro tirannico dominio, nonché dalle vane e superstiziose pratiche delle loro false religioni. E così non vi sia tra di voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell'onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d'animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell'abolire completamente la tirannide e il culto superstizioso degli dèi e dei loro idoli, nel mantenere viva la giustizia e l'equità ovunque, nel lavorare in pace e nel vivere tutti in una società ordinata, nel mantenere la libertà e, infine, nell'amarvi l'un l'altro e nel salvaguardare da ogni pericolo la pace e la concordia tra di voi [...]. »

~ Jean Meslier

Solitario e clandestino, Meslier appare retrospettivamente un libertario. Chiuso a redigere in segreto, nel silenzio del suo presbiterio di campagna, il Testamento, certamente si sentì un precursore e credeva, nonostante la visione pessimistica del genere umano, in un'influenza postuma delle sue idee, come prova l'avvertimento scarabocchiato sulla carta che avvolgeva il manoscritto, riportato da Voltaire:

«Ho visto e riconosciuto gli errori, gli abusi, le vanità, le follie e le cattiverie degli uomini; le ho odiate e detestate. Non ho osato dirlo nel corso della mia vita, ma almeno lo dirò mentre sto per morire e dopo la mia morte; ed è affinché si sappia, che io scrivo la qui presente memoria, affinché possa servire da testimonianza di verità a tutti coloro che la vedranno e, se ne avranno voglia, la leggeranno».

Portavoce dell'ateismo

Molte delle tesi di Meslier verranno riprese in primis dal barone d'Holbach. [5] Durante la Rivoluzione, le sue idee verranno fatte proprie dagli Enragés (anche se il loro leader, il prete costituzionale Jacques Roux, non era ateo) e da Jacques-René Hébert.

Nel suo Trattato di ateologia, il filosofo francese Michel Onfray considera Meslier il primo filosofo ateo della storia. L'autore pone l'accento sulla differenza fra il pensiero del curato e quello di altri filosofi considerati, a torto, atei quali Epicuro o Baruch Spinoza: mentre questi ultimi affermano l'esistenza di una o più entità divine, anche se composte da atomi o perfettamente coincidente con la Natura, Meslier confuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi divinità o essere trascendente, e a ciò accompagna la critica di tutte religioni in generale e del cristianesimo in particolare. Secondo Onfray, dunque, è dall'apertura del Testamento che si può iniziare a parlare di ateismo filosofico senza possibilità di contestazione. [6]

Note

  1. Solamente due episodi di rilievo restano agli annali della sua esistenza: alcuni parrocchiani lo criticano, appena arrivato, per aver assunto una perpetua di soli 18 anni, contro i 40 minimi previsti dal diritto canonico; l'arcivescovo Charles-Maurice Le Tellier interviene, ma Meslier non allontana la ragazza, facendola passare per sua cugina o per una sua familiare. Il secondo episodio accade nel 1716: è un litigio con un nobile locale, Antoine de Touly, signorotto di Étrépigny, che Meslier considera uno spietato sfruttatore dei poveri e dei braccianti del luogo. De Touly, ritenendosi offeso dai rimproveri del prete, chiede l'intervento dell'arcivescovo, monsignor De Mailly, che commina a Meslier una sanzione leggera, ma non lo rimuove dall'incarico.
  2. Jean Meslier sul sito Alateus
  3. Meslier prende di mira tanto l'autorità religiosa quanto il potere politico. Nella sua visione, la religione e la politica si spalleggiano a vicenda: «Esse si capiscono al volo, come una copia di tagliaborse [...]. La religione sostiene il governo politico, non importa quanto corrotto sia; il governo politico sostiene la religione, non importa quanto sciocca e inutile possa essere».
  4. Meslier contava sull'assassinio politico per liberare il popolo, sofferente sotto il giogo dei governanti: «Dove sono oggi i generosi assassini di tiranni che abbiamo visto nei secoli passati? Dove sono finiti i Bruti e i Cassi? Dove sono oggi i generosi assassini di un Caligola e di tanti altri mostri come lui? [...] Dove sono oggi i Jacques Clément e i Ravallac della vecchia Francia? Che rivivano nuovamente nella nostra epoca [...] per ammazzare o pugnalare tutti quegli orribili mostri e nemici del genere umano e liberare così i popoli della terra dalla loro tirannica dominazione».
  5. Il passo seguente viene ripreso in maniera molto simile da d'Holbach in uno dei suoi libri anonimi, Il buon senso: «I selvaggi, come tutti gli ignoranti, attribuiscono a qualche "spirito" tutti gli effetti dei quali, per la loro inesperienza, non riescono a rintracciare le vere cause. Chiedete a un selvaggio che cosa fa muovere il vostro orologio: vi risponderà: "Uno spirito". Chiedete ai nostri savi che cosa fa muovere l'universo: vi risponderanno: "Uno spirito"».
  6. Michel Onfray, Traité d'athéologie, éditions Grasset, 2005, p. 55

Bibliografia

Opere di Meslier

  • Œuvres complètes, a cura di Jean Deprun, Roland Desné et Albert Soboul, Parigi, Anthropos, 1970-1972, 3 volumi.
  • Il Testamento, a cura di I. Tosi Gallo, Rimini-Firenze, Guaraldi 1972.

Opere su Meslier

  • M.Dommanget, Le curé Meslier, athée, comuniste et revolutionaire, Actes du Colloque International de Reims (1974), Reims 1980
  • Paul Henri Thiry d'Holbach, Il buon senso
  • Paul Henri Thiry d'Holbach, Le Bon Sens du curé Jean Meslier suivi de son testament
  • Michel Onfray, Trattato di ateologia, Roma, Fazi Editore, 2005

Voci correlate

I precursori dell'anarchismo