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'''Jean Allemane''' ([[Sauveterre-de-Comminges]], [[Haute Garonne]], [[Francia]], [[25 agosto]] [[1843]] - [[Herblay]], [[Seine-et-Oise]], [[6 giugno]] [[1935]], fu socialista, [[comunardo]] e fondatore nel [[1890]] del Partito operaio socialista rivoluzionario francese (P.O.S.R.), abbastanza vicino alle posizioni anarchiche. | '''Jean Allemane''' ([[Sauveterre-de-Comminges]], [[Haute Garonne]], [[Francia]], [[25 agosto]] [[1843]] - [[Herblay]], [[Seine-et-Oise]], [[6 giugno]] [[1935]], fu socialista, [[comunardo]] e fondatore nel [[1890]] del Partito operaio [[socialista rivoluzionario]] francese (P.O.S.R.), abbastanza vicino alle posizioni anarchiche. | ||
== Biografia == | == Biografia == | ||
Nato nel villaggio di Boucou, presso Sauveterre, dove frequentò le scuole elementari, nel [[1853]] si trasferì a | Nato nel villaggio di Boucou, presso Sauveterre, dove frequentò le scuole elementari, nel [[1853]] si trasferì a Parigi con i genitori che aprirono una bottega di vini, mentre Jean andò a lavorare come operaio in una tipografia. Nel [[1862]], a 19 anni, Jean Allemane venne gettato in [[carcere]] per aver preso parte a un grande [[sciopero]] dei tipografi parigini. | ||
La legislazione imperiale non riconosceva infatti il diritto di [[sciopero]] e di associazione, del resto | La legislazione imperiale non riconosceva infatti il diritto di [[sciopero]] e di associazione, del resto già vietati nella II Repubblica borghese che aveva massacrato nel giugno del [[1848]] gli operai parigini. Ipocritamente, di fronte all'estendersi degli scioperi, con la legge del [[25 marzo]] [[1864]] il governo di Napoleone III riconobbe il diritto di [[sciopero]] e di associazione, ma ponendovi limiti tali da rendere estremamente difficile organizzare uno sciopero e, qualora questo fosse proclamato, da perseguitare gli operai con il pretesto di essersi illegalmente organizzati. <ref>Gli articoli 291 e 292 del Codice penale vincolavano la costituzione delle associazioni a un'autorizzazione governativa ed erano permesse soltanto se prevedevano « incontri occasionali e sporadici » dei loro membri, vietandole se comportavano « un'organizzazione permanente e indeterminata ». Gli articoli 414, 415 e 416 del Codice penale punivano « chiunque per mezzo di violenze, vie di fatto o manovre fraudolente avrà provocato o sostenuto una premeditata cessazione del lavoro, allo scopo di forzare il rialzo o il calo dei salari e di attentare al libero esercizio dell'industria e del lavoro ». Cfr. ''La Comune del 1871'', a cura di J. Bruhat, J. Dautry, E. Tersen, Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 48.</ref> L'imperatore demagogo e paternalista graziò gli operai incarcerati e Allemane tornò libero. | ||
Lavorò qualche tempo come commesso in una maglieria e poi, alla morte del padre, nel negozio di vini dei genitori, in rue Maître-Albert 14, nel V ''arrondissement'', dove abitava con la madre e la giovane moglie, che morì nel [[1869]] dando alla luce il figlio Charles. Da un'altra donna, Marie Quénot, ebbe presto altri due figli. | Lavorò qualche tempo come commesso in una maglieria e poi, alla morte del padre, nel negozio di vini dei genitori, in rue Maître-Albert 14, nel V ''arrondissement'', dove abitava con la madre e la giovane moglie, che morì nel [[1869]] dando alla luce il figlio Charles. Da un'altra donna, Marie Quénot, ebbe presto altri due figli. | ||
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Con la costituzione della [[La Comune di Parigi (1871)|Comune]], il [[18 marzo]] 1871 venne delegato al municipio del V ''arrondissement'' e prese parte ai combattimenti contro le truppe del governo di Versailles in difesa del Quartiere latino, assumendo una funzione di comando insieme a [[Maxime Lisbonne]] e a [[Eugène Varlin]]. Fu arrestato alla caduta della Comune, il [[28 maggio]] [[1871]]. | Con la costituzione della [[La Comune di Parigi (1871)|Comune]], il [[18 marzo]] 1871 venne delegato al municipio del V ''arrondissement'' e prese parte ai combattimenti contro le truppe del governo di Versailles in difesa del Quartiere latino, assumendo una funzione di comando insieme a [[Maxime Lisbonne]] e a [[Eugène Varlin]]. Fu arrestato alla caduta della Comune, il [[28 maggio]] [[1871]]. | ||
Il [[22 settembre]] ebbe una prima condanna da un tribunale civile a 15 mesi di carcere per « usurpazione di funzioni ». Fu poi processato da un tribunale militare per « partecipazione ad attentato contro il governo, aver operato arresti illegali e aver eretto barricate ». Nella sua difesa scritta, Allemane vantò la sua partecipazione alla guerra contro i prussiani e affermò di essersi indignato nell'apprendere la resa di Parigi ai nemici assedianti senza che si fosse realmente combattuto. Tutto il suo operato successivo fu da lui svolto – affermò – con l'intenzione di difendere la Repubblica, poiché credette che il [[18 marzo]] vi fosse stato un colpo di [[Stato]] monarchico. Sostenne di aver amministrato onestamente il V ''arrondissement'' e di aver agito con moderazione, impedendo anche l'arresto di ufficiali controrivoluzionari.<ref>''Allemane Jean'', in ''Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier francais''.</ref> | Il [[22 settembre]] ebbe una prima condanna da un tribunale civile a 15 mesi di carcere per « usurpazione di funzioni ». Fu poi processato da un tribunale militare per « partecipazione ad attentato contro il governo, aver operato arresti illegali e aver eretto barricate ». Nella sua difesa scritta, Allemane vantò la sua partecipazione alla guerra contro i prussiani e affermò di essersi indignato nell'apprendere la resa di Parigi ai nemici assedianti senza che si fosse realmente combattuto. Tutto il suo operato successivo fu da lui svolto – affermò – con l'intenzione di difendere la Repubblica, poiché credette che il [[18 marzo]] vi fosse stato un colpo di [[Stato]] monarchico. Sostenne di aver amministrato onestamente il V ''arrondissement'' e di aver agito con moderazione, impedendo anche l'arresto di ufficiali controrivoluzionari. <ref>''Allemane Jean'', in ''Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier francais''.</ref> | ||
Così, senza rinnegare l'esperienza della Comune, per evitare una possibile condanna a morte evitò di dare di sé un'immagine di fervente rivoluzionario, presentandosi piuttosto come un onesto democratico e un buon patriota: un comportamento così moderato tenuto di fronte ai giudici militari bastò a salvargli la vita, ma non lo sottrasse alla condanna ai lavori forzati a vita, pronunciata il [[3 aprile]] [[1872]]. Anche il fratello François fu condannato alla deportazione a vita. | Così, senza rinnegare l'esperienza della Comune, per evitare una possibile condanna a morte evitò di dare di sé un'immagine di fervente rivoluzionario, presentandosi piuttosto come un onesto democratico e un buon patriota: un comportamento così moderato tenuto di fronte ai giudici militari bastò a salvargli la vita, ma non lo sottrasse alla condanna ai lavori forzati a vita, pronunciata il [[3 aprile]] [[1872]]. Anche il fratello François fu condannato alla deportazione a vita. | ||
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=== La deportazione === | === La deportazione === | ||
[[File:Loyalty Islands map.png|thumb|right|210px|Le isole della Nuova Caledonia]] | [[File:Loyalty Islands map.png|thumb|right|210px|Le isole della Nuova Caledonia]] | ||
Allemane arrivò in Nuova Caledonia il [[23 aprile]] [[1873]]. Tre anni dopo, | Allemane arrivò in Nuova Caledonia il [[23 aprile]] [[1873]]. Tre anni dopo, il [[23 novembre]] [[1876]], insieme con [[Alexis Louis Trinquet|Alexis Trinquet]] tentò di fuggire dall'isola di Nouméa, dove scontava la pena, ma entrambi furono ripresi e condannati, il [[22 dicembre]], Allemane a cinque anni e Trinquet a tre anni di doppia catena. | ||
Intanto, in Francia, si cercava di ottenere l'amnistia per tutti i comunardi. La madre di Allemane, pochi mesi prima di morire, si era appellata invano, il [[30 marzo]] [[1876]], in favore dei due figli a [[Patrice de Mac-Mahon|Mac-Mahon]], il maresciallo che fu tanto inetto contro i prussiani quanto feroce contro i parigini, guadagnandosi così la carica di presidente della III Repubblica. | Intanto, in Francia, si cercava di ottenere l'amnistia per tutti i comunardi. La madre di Allemane, pochi mesi prima di morire, si era appellata invano, il [[30 marzo]] [[1876]], in favore dei due figli a [[Patrice de Mac-Mahon|Mac-Mahon]], il maresciallo che fu tanto inetto contro i prussiani quanto feroce contro i parigini, guadagnandosi così la carica di presidente della III Repubblica. | ||
Anche la compagna di Allemane, la sarta Marie Quénot, appoggiata da [[Victor Hugo]], nel [[1878]] chiese più volte la sua grazia al presidente e ai ministri della Giustizia e della Guerra, così come fece il figlio Charles, l'[[8 luglio]] [[1879]], dall'orfanotrofio dove era stato accolto alla morte della nonna. | Anche la compagna di Allemane, la sarta Marie Quénot, appoggiata da [[Victor Hugo]], nel [[1878]] chiese più volte la sua grazia al presidente e ai ministri della Giustizia e della Guerra, così come fece il figlio Charles, l'[[8 luglio]] [[1879]], dall'orfanotrofio dove era stato accolto alla morte della nonna. Già dal [[5 giugno]], tuttavia, la pena del padre era stata commutata in quella dell'esilio e Jean Allemane si trovava a Parigi per un permesso. Nella capitale, Allemane fu raggiunto, l'[[8 maggio]] [[1880]], dalla notizia dell'amnistia e la settimana dopo sposò Marie Quénot. | ||
=== La ripresa dell' | === La ripresa dell'attività politica === | ||
Jean Allemane ottenne di lavorare nella tipografia del quotidiano ''L'Intransigeant'', appena fondato da un altro comunardo, [[Henri Roquefort]], deportato anch'egli nei bagni penali della Nuova Caledonia, da dove nel [[1874]] era riusciuto a evadere con altri cinque compagni,<ref>Tra i quali Paschal Grousset e Francis Jourde.</ref> poi Allemane aprì una sua propria, piccola tipografia, ed entrò nella « Fédération du parti des travailleurs socialistes de France » (F.P.T.S.F.). Allemane restò in questa federazione anche dopo due scissioni, la prima, provocata nel [[1881]] dal [[Auguste Blanqui|blanquista]] [[Édouard Vaillant]], che fondò il « Comité révolutionnaire central » (C.R.C.), e la seconda, nel [[1882]], nel Congresso di [[Saint-Étienne]], che segnò la nascita del «Parti ouvrier » (dal [[1893]] « Parti ouvrier français » o P.O.F.), d'ispirazione marxista, i cui principali esponenti erano [[Jules Guesde]] e [[Paul Lafargue]]. | Jean Allemane ottenne di lavorare nella tipografia del quotidiano ''L'Intransigeant'', appena fondato da un altro comunardo, [[Henri Roquefort]], deportato anch'egli nei bagni penali della Nuova Caledonia, da dove nel [[1874]] era riusciuto a evadere con altri cinque compagni, <ref>Tra i quali Paschal Grousset e Francis Jourde.</ref> poi Allemane aprì una sua propria, piccola tipografia, ed entrò nella « Fédération du parti des travailleurs socialistes de France » (F.P.T.S.F.). Allemane restò in questa federazione anche dopo due scissioni, la prima, provocata nel [[1881]] dal [[Auguste Blanqui|blanquista]] [[Édouard Vaillant]], che fondò il « Comité révolutionnaire central » (C.R.C.), e la seconda, nel [[1882]], nel Congresso di [[Saint-Étienne]], che segnò la nascita del «Parti ouvrier » (dal [[1893]] « Parti ouvrier français » o P.O.F.), d'ispirazione marxista, i cui principali esponenti erano [[Jules Guesde]] e [[Paul Lafargue]]. | ||
Della F.P.T.S.F. faceva parte [[Jean-Baptiste Clément]], il comunardo autore della famosa canzone ''Le temps des cerises'', e suo capo era [[Paul Brousse]], favorevole alla partecipazione alle elezioni, quale primo passo per la conquista del potere. Come tutta la sinistra, la Federazione si oppose al tentativo reazionario del generale [[Georges Boulanger|Boulanger]], col quale invece simpatizzò Henri Roquefort, avviato a un triste declino politico. Per combattere il ''boulangismo'' Allemane partecipò alla creazione della ''Société des Droits de l'Homme'' e della ''Société fraternelle des anciens combattants de la Commune'', mentre l'[[8 aprile]] [[1888]] fondò il quotidiano ''Le Parti ouvrier''. | Della F.P.T.S.F. faceva parte [[Jean-Baptiste Clément]], il [[comunardo]] autore della famosa canzone ''Le temps des cerises'', e suo capo era [[Paul Brousse]], favorevole alla partecipazione alle elezioni, quale primo passo per la conquista del potere. Come tutta la sinistra, la Federazione si oppose al tentativo reazionario del generale [[Georges Boulanger|Boulanger]], col quale invece simpatizzò Henri Roquefort, avviato a un triste declino politico. Per combattere il ''boulangismo'' Allemane partecipò alla creazione della ''Société des Droits de l'Homme'' e della ''Société fraternelle des anciens combattants de la Commune'', mentre l'[[8 aprile]] [[1888]] fondò il quotidiano ''Le Parti ouvrier''. | ||
Una nuova rottura si verificò nella Federazione e questa volta fu Allemane a provocarla. Accusando il gruppo di Paul Brousse di essere degli « elettoralisti » pronti al compromesso con le forze borghesi, trascurando la lotta realmente rivoluzionaria, Allemane favorì la scissione che avvenne al Congresso di Châtellerault, tenuto dal [[9 ottobre|9]] al [[14 ottobre]] [[1890]]: nacque così il « Parti ouvrier socialiste révolutionnaire » (P.O.S.R.), chiamato anche ''allemanista''. Il nuovo partito non escludeva però la partecipazione alle elezioni, giudicando utile far sentire in Parlamento e nelle | Una nuova rottura si verificò nella Federazione e questa volta fu Allemane a provocarla. Accusando il gruppo di Paul Brousse di essere degli « elettoralisti » pronti al compromesso con le forze borghesi, trascurando la lotta realmente rivoluzionaria, Allemane favorì la scissione che avvenne al Congresso di Châtellerault, tenuto dal [[9 ottobre|9]] al [[14 ottobre]] [[1890]]: nacque così il « Parti ouvrier socialiste révolutionnaire » (P.O.S.R.), chiamato anche ''allemanista''. Il nuovo partito non escludeva però la partecipazione alle elezioni, giudicando utile far sentire in Parlamento e nelle municipalità la propria voce: lo stesso Allemane si presentò più volte candidato alle elezioni comunali di Parigi, senza però essere mai eletto, e a quelle politiche, venendo eletto due volte e sedendo in Parlamento dal 1901 al 1902, e dal 1906 al 1910. Allemane privilegiava però la partecipazione diretta delle masse e vedeva nello sciopero generale un mezzo potente di azione sia politica che sindacale, secondo la teoria sviluppata da [[Georges Sorel]]. Nel [[1895]] partecipò a Limoges al congresso fondativo della [[Confédération Général du Travail]] (C.G.T.) e pubblicò ''Il Capitale'' di [[Marx]]. | ||
In quel partito che portava, seppure non ufficialmente, il suo nome, Allemane non assunse alcun incarico di rilievo, mantenendosi al livello di un semplice militante, per quanto autorevole e ascoltato, continuando ad occuparsi della sua tipografia – che trasformò nella cooperativa sociale « La Productrice » – e del giornale di partito, sul quale prese posizione contro il complotto ordito ai danni del maggiore [[Alfred Dreyfus|Dreyfus]], denunciando l'ideologia reazionaria e l'antisemitismo che allignava nell'esercito e nella | In quel partito che portava, seppure non ufficialmente, il suo nome, Allemane non assunse alcun incarico di rilievo, mantenendosi al livello di un semplice militante, per quanto autorevole e ascoltato, continuando ad occuparsi della sua tipografia – che trasformò nella cooperativa sociale « La Productrice » – e del giornale di partito, sul quale prese posizione contro il complotto ordito ai danni del maggiore [[Alfred Dreyfus|Dreyfus]], denunciando l'ideologia reazionaria e l'antisemitismo che allignava nell'esercito e nella società francese. | ||
Con il tempo, fu favorevole a riunire tutte le forze socialiste in un unico partito: partecipò al Congresso, tenuto a Parigi dal [[3 dicembre|3]] all'[[8 dicembre]] [[1899]] delle organizzazioni socialiste francesi, replicato nel settembre del [[1900]], dove con [[Aristide Briand]] e Jean Jaurès egli presentò la proposta, che fu respinta, di uno [[sciopero generale]]. Contro Jaurès ebbe una dura polemica, nel luglio del [[1901]], a seguito della comunione della figlia di questi, Madeleine, rimproverando l'incoerenza del dirigente socialista, [[anticlericalismo|anticlericale]] a parole e conformista nei fatti. | Con il tempo, fu favorevole a riunire tutte le forze socialiste in un unico partito: partecipò al Congresso, tenuto a Parigi dal [[3 dicembre|3]] all'[[8 dicembre]] [[1899]] delle organizzazioni socialiste francesi, replicato nel settembre del [[1900]], dove con [[Aristide Briand]] e Jean Jaurès egli presentò la proposta, che fu respinta, di uno [[sciopero generale]]. Contro Jaurès ebbe una dura polemica, nel luglio del [[1901]], a seguito della comunione della figlia di questi, Madeleine, rimproverando l'incoerenza del dirigente socialista, [[anticlericalismo|anticlericale]] a parole e conformista nei fatti. | ||
[[File:Arthur Groussier 1914.jpg|thumb|left|200px|24 maggio 1914: manifestazione al Père-Lachaise in ricordo dei comunardi assassinati. Al centro, Arthur Groussier]] | [[File:Arthur Groussier 1914.jpg|thumb|left|200px|24 maggio 1914: manifestazione al Père-Lachaise in ricordo dei [[comunardi]] assassinati. Al centro, Arthur Groussier]] | ||
Coerente anticlericale fu invece Allemane, che vide nella [[Chiesa cattolica]] quello che essa è, un'[[Gerarchia|organizzazione gerarchica]], autoritaria e intollerante, sempre alleata ai potenti di turno, dai quali si attende la difesa dei suoi privilegi, in cambio predicando agli sfruttati la rinuncia alla ribellione e una morale di rassegnazione alle ingiustizie. Massone, iniziato alla loggia ''Les Rénovateurs'' di [[Clichy]] del Grande Oriente di Francia,<ref>Daniel Ligou, ''Dictionnaire de la franc-maçonnerie'', Paris, Presses universitaires de France, 1991, p. 37.</ref> Allemane fu anche iscritto fin dalla sua fondazione, nel [[1902]], all'Associazione nazionale dei liberi pensatori francesi e partecipò ai congressi nazionali e internazionali dell'Associazione: rappresentò i francesi al Congresso mondiale dei liberi pensatori, tenuto a Roma il [[20 settembre]] [[1904]]. | Coerente anticlericale fu invece Allemane, che vide nella [[Chiesa cattolica]] quello che essa è, un'[[Gerarchia|organizzazione gerarchica]], autoritaria e intollerante, sempre alleata ai potenti di turno, dai quali si attende la difesa dei suoi privilegi, in cambio predicando agli sfruttati la rinuncia alla ribellione e una morale di rassegnazione alle ingiustizie. Massone, iniziato alla loggia ''Les Rénovateurs'' di [[Clichy]] del Grande Oriente di Francia, <ref>Daniel Ligou, ''Dictionnaire de la franc-maçonnerie'', Paris, Presses universitaires de France, 1991, p. 37.</ref> Allemane fu anche iscritto fin dalla sua fondazione, nel [[1902]], all'Associazione nazionale dei liberi pensatori francesi e partecipò ai congressi nazionali e internazionali dell'Associazione: rappresentò i francesi al Congresso mondiale dei liberi pensatori, tenuto a Roma il [[20 settembre]] [[1904]]. | ||
Al Congresso di [[Tours]] del marzo 1902 fu fondato il « Parti socialiste français » (P.S.F.) riunendo la « Fédération des travailleurs socialistes de France » di Paul Brousse, il P.O.S.R. di Allemane e altri socialisti indipendenti. Nello stesso anno il « Parti ouvrier français » (P.O.F.) del marxista Jules Guesde, il « Parti socialiste révolutionnaire » (P.S.R.), del blanquista Édouard Vaillant, e l'« Alliance communiste révolutionnaire » di [[Arthur Groussier]] si erano uniti a formare il « Parti socialiste de France » (P.S.d.F.) che, nel Congresso di Parigi del [[1905]] si univa a sua volta al P.S.F. di Jaurès e Allemane dando vita alla S.F.I.O., quale sezione francese della II Internazionale socialista. | Al Congresso di [[Tours]] del marzo 1902 fu fondato il « Parti socialiste français » (P.S.F.) riunendo la « Fédération des travailleurs socialistes de France » di Paul Brousse, il P.O.S.R. di Allemane e altri socialisti indipendenti. Nello stesso anno il « Parti ouvrier français » (P.O.F.) del marxista Jules Guesde, il « Parti socialiste révolutionnaire » (P.S.R.), del blanquista Édouard Vaillant, e l'« Alliance communiste révolutionnaire » di [[Arthur Groussier]] si erano uniti a formare il « Parti socialiste de France » (P.S.d.F.) che, nel Congresso di Parigi del [[1905]] si univa a sua volta al P.S.F. di Jaurès e Allemane dando vita alla S.F.I.O., quale sezione francese della II Internazionale socialista. |