Herman Gorter

Herman Gorter (Wormerveer, 26 novembre 1864 – Bruxelles, 15 settembre 1927) è stato un poeta, un marxista vicino al consiliarismo e uno dei fondatori del Partito Socialista Olandese.

Herman Gorter

Biografia

Nato in Olanda a a Wormerveer il 26 ottobre 1864, suo padre era un pastore mennonita che morì quando Herman aveva 11 anni. Per poter vivere sua madre aprì una pensione. Gorter fu un membro importante dei Tachtigers, il "Movimento degli Ottanta", un gruppo di scrittori olandesi che lavoravano insieme ad Amsterdam negli anni '80 dell'800 e che avevano come proprio organo di espressione la rivista De Nieuwe Gids.

Gorter nel 1889 aveva pubblicato un racconto in versi Mei (Maggio), che lo rese celebre nel campo della poesia e che è considerato il vertice della letteratura impressionista olandese, a cui fece seguito Juni (Giugno) continuazione del poema, e un libro di poesie brevi intitolato Verzen (Versi, 1890). Opere poetiche fortemente improntate da un panteismo lirico profondo che porta una ventata innovativa nel panorama asfittico della poesia olandese caratterizzato da retorica e religiosità angusta. L'esaltazione pagana dei sensi e della natura da parte dell'individualità del poeta, paradigma autentico dell'uomo in armonia con l'intero universo, richiamano alla mente la filosofia di Spinoza, il filosofo panteista ebraico di origini portoghese e di cui Herman Gorter tradurrà nel 1895 la sua Etica. Gorter studiò greco e latino ad Amsterdam conseguendo il dottorato, ma non si adattò mai all'insegnamento.

 
Offener Brief an Lenin (Prima edizione di Lettera aperta al compagno Lenin, 1920)

Nel 1897 Gorter attratto dal pensiero marxista aveva aderito allo SDAP (Partito Socialdemocratico dei Lavoratori: "Sociaal-Democratische Arbeiderspartij"), fondato nel 1894, diventandone un ardente propagandista. L'anno seguente entrò a far parte della redazione di De Niewwe Tijd, una rivista di studi indipendenti di orientamento socialista di cui divenne la voce più autorevole e il rappresentante dell'opposizione marxista, finché quest'ultima non si raccolse intorno al settimanale De Tribune. La lotta di Gorter, fiancheggiato da notevoli figure come Henriette Roland-Holst, Pannekoek, Wynkoop, Van Ravenstyn, e altri, in questo periodo fu rivolta contro i revisionisti olandesi che avevano in Troelstra il loro principale leader.

L'adesione di Gorter ad una concezione del marxismo critico e libertario si concretizzano inoltre, oltre che nella lotta interna al partito ufficiale prima e a quello nuovo sorto dopo la scissione del 1909, nella produzione di opuscoli di divulgazione teorica del marxismo autentico con titoli come: Le basi della socialdemocrazia (1906); Marxismo e revisionismo (1907; Anarchismo e socialismo, Il Materialismo storico (1911); L'imperialismo; La Pace mondiale e la socialdemocrazia; Morale di classe; La Rivoluzione mondiale; testi diventati oramai classici.

I "tribunisti" si scissero infatti dal SDAP nel 1909 e fondarono il SDP (Partito Socialdemocratico Neerlandese, Sociaal-Democratische Partij), considerato da molti ricercatori storici dei moderni movimenti radicali come il primo partito comunista marxista del mondo. Questa svolta intellettuale non fu senza conseguenze sulla produzione poetica di Gorter, che abbandono il lirismo individuale per legare la propria individualità con il movimento delle masse. Een Klein Heldendicht [Un piccolo poema eroico], (1906) e Pan (1916) rappresentano i primi risultati di questo mutamento, in cui l'autore vuole cantare le lotte dei lavoratori intendendole come liberazione dell'intera umanità e avvento di un nuovo uomo.

Il movimento socialista olandese proprio perché aveva espresso tendenze contrarie al parlamentarismo puro sin da prima della Grande Guerra 14-18, ed a cui avevano aderito molte note figure di intellettuali, tra cui Anton Pannekoek, Henriette Roland-Holst, oltre allo stesso Gorter e molti altro ancora; seppero porsi alla testa del dibattito politico e teorico in ogni momento di crisi e suscitare risposte e iniziative concrete al contrario dei settori collaborazionisti partitici e sindacali.

Questo ha fatto sì che le organizzazioni autenticamente antisistema della II Internazionale trovassero in esso un prezioso alleato nonché delle figure importanti che collaborarono a criticare ogni forma di degenerazioni teorica o politica da qualunque parte provenissero in un aspirazione di natura profondamente antipartitico e antisindacalista, di denuncia cioè di ogni oppressione burocratica.

Anche l'antistatalismo, conseguentemente, era fortemente sentito dai settori socialisti olandesi di estrema sinistra e diede luogo alla teorizzazione e alla prassi di valorizzare in funzione antiburocratica forme di azione diretta di lotta delle classi lavoratrici, soprattutto a dare un notevole rilievo all'istituto del consiglio dei lavoratori come strumento di affermazione della volontà politica dei lavoratori.

Tutti questi elementi libertari, insiti nel marxismo, a cui le organizzazioni maggioritarie della II Internazionale avevano finito con il trascurare e criticare ai tempi del cosiddetto revisionismo, furono sempre al centro degli interessi teorici e politici di questi settori antisistema e libertari marxisti ed hanno attraversato l'intero XX secolo in molti modi fortunosi riuscendo a giungere sino ai nostri giorni, grazie al rigore morale e alla valenza teorica delle sue principali figure, di cui Herman Gorter fu una delle più intransigenti e coerenti.

La Prima guerra mondiale e la rivoluzione in Russia

 
Het imperialisme, de wereldoorlog en de sociaal-democratie (L'imperialismo la guerra mondiale e la socialdemocrazia)

Nel 1914, fervente internazionalista e quindi conseguentemente e deciso oppositore della guerra, Gorter fu espulso dall'Olanda e andò a vivere e occuparsi di politica attivamente in Germania, dove si avvicinò alla spartachismo, poi al Partito Comunista di Germania (KPD), poi all'organizzazione sorta dalla scissione di quest'ultimo, la KAPD (Partito comunista operaio di Germania).

Dopo essersi entusiasmato per la rivoluzione bolscevica Gorter si disilluse ben presto circa la sua autentica natura socialista e marxista, e soprattutto anticapitalistica, fedele com'era allo spirito critico del marxismo. Entrò quindi ben presto in rottura con i comunisti sia tedeschi sia olandesi e lo stesso Lenin. Il piccolo SDP olandese si era trasformato sin dal 1917 nel Partito comunista olandese (Cpn), nel 1918 conquistò soltanto due seggi in parlamento, mentre nel 1919 aderì al Comintern. L'eccessiva sottomissione a Mosca però provocò l'uscita sia di Anton Pannekoek sia di Herman Gorter che non ammettevano compromessi o cedimenti nei confronti del comunismo dei consigli che essi opponevano alla nuova ortodossia leninista.

Gorter diede una grandissima testimonianza di questo stato di cose nella celebre Lettera aperta al compagno Lenin nel 1920, la sua risposta precisa e puntuale in cui fa a pezzi tutti gli argomenti del capo del bolscevismo mondiale verso i cosiddetti "estremisti" contenuti nel suo libro L'Estremisno, malattia infantile del comunismo. Le sue critiche alla dittatura di partito di Lenin contribuirono all'uscita dei comunisti consiliari dalla KPD olandese ed alla nascita della KAPN.

Come tanti marxisti libertari tedeschi e olandesi, Gorter dava grande risalto e valore all'autonomia delle classi lavoratrici che egli e i consiliaristi contrapponevano al burocratismo e collaborazionismo dei partiti ufficiali socialisti. Critica che Gorter estendeva quindi al parlamentarismo come tattica politica di queste organizzazioni filosistema e anche ai sindacati. Ritrovare nell'esperienza rivoluzionaria russa la distruzione dei soviet da parte di chi si diceva loro rappresentante lo portò a schierarsi contro Lenin e tutto il bolscevismo in generale e a fare dell'antileninismo un punto critico e teorico irremovibile così come della denuncia della reale natura dell'URSS, concepita da Gorter come dai consiliaristi, come un regime totalitario definito capitalismo di Stato, un assunto politico ideologico definitivo e irremovibile.

Negli ultimi anni di vita Gorter si ritirò progressivamente dalla politica, riprendendo la sua attività letteraria e tenendosi molto in disparte dalla vita pubblica. Morì a Bruxelles nel 1927.

Bibliografia

  • Necrologio scritto da Augustin Habaru per "L'Humanité" del 28 settembre 1927
  • Enciclopedia della sinistra europea nel XX secolo, a cura di Aldo Agosti; Voci: Herman Gorter; Paesi Bassi
  • George Douglas Howard Cole, Storia del pensiero socialista. La Seconda Internazionale, Vol. III t. 2, cap. XVII Olanda, pp. 161-174; Laterza, Bari, 1976
  • Storia del socialismo, a cura di Jacques Droz, Vol. II, dal 1875 al 1918, I partiti socialisti di modello tedesco fino alla Prima guerra mondiale. Il socialismo olandese, pp. 150-155; Editori Riuniti, Roma, 1974

Voci correlate

Collegamenti esterni