Federazione anarchica pisana

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La Federazione anarchica pisana o FAP è stato un gruppo storico dell'anarchismo pisano, attivo sin dal secondo dopoguerra, che raccolse l'eredità della lunga e combattiva tradizione anarchica cittadina.

Storia della FAP

Nel 1965, gli anarchici della FAP, durante il "Congresso Di Carrara" (31 ottobre - 4 novembre) [1] della Federazione Anarchica Italiana, avevano promosso la formazione dei Gruppi di iniziativa anarchica in opposizione alla politica accentratrice della Federazione Anarchica Italiana (per esempio la FAI istituisce norme fortemente vincolanti per gli associati). Nomi importanti che contribuirono a questa frattura furono Pio Turroni, Aurelio Chessa ed altri.

Proprio dalla metà degli anni Sessanta, la sede (posta nella centralissima Via di San Martino) divenne punto di riferimento per le iniziative del gruppo spontaneista Potere operaio pisano [2] e dell'antifascismo pisano in generale [3], del nascente movimento studentesco e per tutti i gruppi della vivace scena dell'estrema sinistra cittadina.

Negli anni Settanta, la FAP è attiva soprattutto nel campo della controinformazione (pubblicano «Iniziativa anarchica» e «Seme anarchico») e dell'antifascismo.

Nel 1983 cambiano il loro nome in Gruppo comunista anarchico "Ugo Rindi". Nel 1985, il nome viene nuovamente modificato in Federazione comunista anarchica pisana. La Federazione decide di rientrare definitivamente nella FAI nel 1988, anche se molti anarchici pisani preferiranno restarne fuori e proseguire da soli ad animare il giornale «Seme Anarchico».

Per queste ragioni si può dire che la Federazione Anarchica Pisana in realtà non ha mai fatto parte della Federazione Anarchica Italiana, solo alcuni anarchici pisani vi sono entrati. Nella città toscana operano attualmente altri gruppi Anarchici.

Tra gli attivisti più importanti della FAP si ricordano Italo Garinei, Unico Pieroni, Cafiero Ciuti e Foresto Ciuti.

Voci correlate

Note

  1. Congresso di Carrara (1965)
  2. Gruppi rivoluzionari del periodo: Trotskisti (e le organizzazioni derivate da scissioni, anche post-'68) [Gruppi Comunisti Rivoluzionari (1948); FalceMartello (1966); Lega Socialista Rivoluzionaria (1975); Lega Comunista (1976)]; Partito Comunista Internazionalista (1942-43) [e le organizzazioni derivate da scissioni, anche post-'68: «Battaglia Comunista (1951-52); «il programma comunista» (1952); «La Rivoluzione Comunista» (novembre 1964); «Il Partito comunista»; Gruppo Comunista Internazionalista Autonomo]; Anarchici FAI (settembre 1945); FAGI (1960); Gruppi di Iniziativa Anarchica (1965); Gruppi Anarchici Federati (1967)]; GAAP (1949);Azione Comunista (1954); Lotta Comunista (1965); Democrazia Diretta (Gianfranco Faina: Genova 1961); Quaderni Rossi (1961-62); Classe Operaia (gennaio 1964); Gruppo di Unità Proletaria (Cremona); Circolo Rosa Luxemburg di Genova (1966); Istituto Ernesto De Martino; Quaderni paicentini. Fonte: Archivio Primo Moroni
  3. Gruppi della sinistra non istituzionale


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