Espropriazione

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Horst Fantazzini, espropriatore italiano
Severino Di Giovanni, famoso espropriatore anarchico italo-argentino

L'Espropriazione (nel senso anarchico del termine) è l'azione diretta perpetrata contro la borghesia dal proletariato, o da persone che agiscono in loro nome, per acquisire beni utili per la vita quotidiana o per un fine rivoluzionario.

Dal punto di vista capitalistico l'espropriazione è definita Furto o Rapina.

Concetto

L'anarchismo ha una lunga tradizione espropriatrice, che va da Ravachol fino a Durruti, passando per Di Giovanni, Alexandre Marius Jacob, Horst Fantazzini e il navarro Lucio Urtubia, che è ancora in vita.

L'espropriazione contemplata dai principi autogestionari anarchici ha un carattere di azione straordinaria e circostanziale, tendendo o a voler riparare un'ingiustizia o a procurarsi mezzi utili per uno scopo rivoluzionario (espropriazioni di autofinanziamento) contro il capitale e le ingiustizie che genera. Quando un gruppo anarchico, sempre con decisioni consensuali e non imposte autoritariamente, decide di effettuare un'espropriazione lo fa in questo determinato contesto e gli interessi personali di lucro sono sempre esclusi dalle motivazioni. Questo cambia, invece, quando l'azione ha un carattere prettamente anarco-individualista.

Dal punto di vista del capitale danneggiato, l'espropriazione è un furto, un attacco contro il concetto stesso di proprietà privata su cui si basa il capitalismo. Gli anarchici, ma anche i rivoluzionari in genere, vedono come una profonda ingiustizia sociale la proprietà privata e\o l'accumulo di beni a vantaggio di pochi individui che essa determina.

Tipi di Espropriazione

Dopo lunghi dibattiti anarchici incentrati sull'etica all'interno del movimento e la sua relazione con l'espropriazione, sostanzialmente si è arrivati a distinguere due tipologie di espropri:

Banda Bonnot, famosa banda di rapinatori anarchici

Espropriazione illegalista

Questa è una tipologia espropriatrice legata all'anarco-individualismo e all'illegalismo. Tende ad essere uno stile di vita per gli anarchici che portano avanti questi espropri (es. Horst Fantazzini, la Banda Bonnot, Severino Di Giovanni, Alexandre Marius Jacob, ecc.). Solitamente il fine è il supporto economico dello stesso espropriatore. Questi però tende ad avere una certa etica a cui non transige: egli, infatti, non colpisce proletari o persone che lottano contro il capitalismo, bensì solo le strutture che sono direttamente o indirettamente alleate col capitalismo e le istituzioni.

Il caso del francese Ravachol è esemplificativo di questa tendenza. Ravachol, nato e cresciuto nella povertà , scelse di vivere la sua vita aggressivamente e illegalmente, prendendo dove era possibile prendere, cioè direttamente a casa di ricchi borghesi. Anche la celeberrima banda Bonnot appartiene alla categoria dell'illegalismo.

Espropriazione dell'anarchismo sociale

Questa tendenza è maggiormente legata all'anarchismo socialista (specialmente all'anarco-sindacalismo dell'inizio del primo Novecento). L'espropriazione non è considerato da questa tendenza uno stile di vita, ma risponde alle esigenze di organizzazioni (sindacati in particolare). Solitamente, l'espropriatore fa parte di queste organizzazioni e non ricava nulla di personale dalle sue azioni.

Un esempio storicamente conosciuto di queste azioni, è quello del gruppo anarchico spagnolo che fu relazionato con la CNT e la FAI prima della rivoluzione del '36: "Los Solidarios". Di questo gruppo facevano parte Buenaventura Durruti, Francisco Ascaso, Gregorio Jover e molti altri, i loro espropri erano finalizzati a reperire fondi necessari per difendere i sindacalisti e gli anarchici, minacciati dai pistoleros al servizio della borghesia, e per gettare le basi per la rivoluzione sociale.

Bibliografia

  • Emilio Quadrelli, Andare ai resti, Edizioni DeriveApprodi
  • Diego Farina, Alexandre Marius Jacob. La vera storia di Arsenio Lupin, Bevivino editore.
  • Pino Cacucci, In ogni caso nessun rimorso, Feltrinelli, 1994 (romanzo ispirato alla vita di Jules Bonnot).
  • Bernard Thomas, La banda Bonnot, Milano, Forum Editoriale, 1968

Voci correlate

Collegamenti esterni