Epistemologia

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L'epistemologia (episteme: «scienza», «conoscenza certa» e logos «discorso») è quella filosfia che ha come oggetto di studio la conoscenza. Essa si occupa delle condizioni (storiche, psicologiche e sociologiche) sotto le quali si può avere conoscenza scientifica. Più semplicemente, l'epistemologia è il discorso che ha come oggetto il come si realizza e in cosa consiste la corretta conoscenza.

Essa, in pratica, studia in maniera critica la struttura formale della scienza, cioè la riflessione filosofica sul linguaggio, sui metodi, sull'organizzazione interna e sui risultati delle varie scienze per definire la natura e il valore del sapere scientifico.

Nell'ambito della cultura anglosassone il termine epistemologia (epistemology) viene invece usato come sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza, la disciplina che si occupa dello studio della conoscenza in generale.

Storia

L'Epistemologia trova le sue origini nell'antica Grecia, principalmente nel pensiero dei filosofi come Parmenide e Platone. In Grecia, il la conoscenza chiamata episteme si oppone alla conoscenza chiamata doxa, che è la conoscenza umana volgare o comune, non sottoposta quindi a rigorosa riflessione critica. L'episteme invece viene sviluppata con rigore scientifico.

L'epistemologia vera e propria inizia nel Rinascimento. La conoscenza scientifica appare in questa fase come conoscenza, analisi e sintesi dei fenomeni, vale a dire, l'apparenza o manifestazione della realtà nell'esperienza umana. I momenti più importanti della maturazione di questa metodologia della scienza come critica razionale dei fenomeni dell'esperienza sono rappresentati dal pensiero di Keplero (1571-1631) e Galileo Galilei (1564-1642), Francis Bacon (1561-1626), René Descartes (1596-1650), Isaac Newton (1642-1727), Locke (1632-1704), Leibniz (1646-1716) e Kant.

Il concetto di episteme in Foucault

Michel Foucault introduce il concetto di "episteme" nel suo Le parole e le cose, intendendo con questo termine quella infrastruttura mentale caratteristica di una certa epoca, che è alla base delle consapevolezze e delle teorizzazioni degli esseri umani di quella determinata epoca, che sono indipendenti dalla volontà degli individui. Questo concetto non è dissimile da quello marxista di «struttura e sovrastruttura», Foucault però pone orizzontalmente quello che Marx poneva in un ordine piramidale.

A partire da questi principi è possibile, secondo Foucault, che solo alcune “verità”, rispetto ad altre, abbiano luogo. Egli distingue tre diverse strutture di questo tipo: quella “rinascimentale”, quella “classica”, (XVII e XVIII secolo), e quella "moderna" (nata nel XVIII secolo).

La sua l'archeologia delle scienze umane vuole quindi ricercare le motivazioni che hanno reso possibile lo sviluppo di determinate conoscenze e teorie, cercando di stabilire inoltre su quale base il sapere (scientifico e filosofico) si è costituito.

Epistemologia e politica

Exquisite-kfind.png Vedi Anarchismo epistemologico.

Anche se per sua natura l'epistemologia dovrebbe essere indipendente dalla politica, la scienza ed il suo studio sono comunque creazioni umane, per cui le idee politiche dei filosofi sono influenti. In tempi recenti è interessante una contrapposizione tra il liberale Karl Popper e l'anarchico Paul Feyerabend, aventi due approcci molto diversi all'epistemologia.

Bibliografia

  • Paul Feyerabend, I limiti della ragione, Il Saggiatore, 1983
  • Paul Feyerabend, La scienza come arte, Laterza, 1984
  • Luigi Lentini, Il paradigma del sapere. Conoscenza e teoria della conoscenza nella epistemologia contemporanea. Milano, Franco Angeli, 1990
  • Donald Gillies e Giulio Giorello, La filosofia della scienza nel XX secolo. Roma, Laterza, 1995

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