Entomologia anarchica - Anarchia e insetti

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Con quest'articolo l'utente Nessuno, prendendo come fonte d'ispirazione Murray Bookchin, intende confutare le tesi pseudo-scientifiche secondo cui il mondo naturale, e quello degli insetti in particolare, sarebbe strutturato gerarchicamente.

Entomologia anarchica - Anarchia e insetti

L'anarchia evoca, comunemente, disordine, caos e sopraffazione. I fautori dell'ordine costituito sostengono che l'unica alternativa a questo “pericolo” sia l'organizzazione sociale, intendendo però per questa solo, ed esclusivamente, quella sotto l'egida di un'autorità più o meno illuminata. Il mondo naturale, preso spesso a esempio come modello di organizzazione in cui vigono regole e addirittura gerarchie e autorità, ci dimostra che non solo l'organizzazione sociale e individuale è possibile anche senza governi di qualsiasi tipo, ma anche, al contrario di quel che si pensa, che è proprio l'autorità istituzionale che determina il caos e la sopraffazione che tanto spaventa gli esseri umani.

Una delle forme organizzative più complesse e funzionalmente più efficaci che esistono in natura è quella degli insetti. Alcuni sono organizzati in società stabili, altri hanno invece tendenze individualistiche, aggregandosi solo in determinate condizioni (Es. per sfuggire al freddo oppure per formare masse gregarie durante gli spostamenti migratori ecc.). Gli entomologi definiscono l'organizzazione individualista come una NON-organizzazione sociale, quasi che trovare delle alleanze di volta in volta sia più primitivo rispetto alla stabilizzazione sociale. Infatti vengono considerati insetti “evoluti” quelli che sono organizzati in società, come gli Imenotteri (Vespe, Api e Formiche) e gli Isotteri (Termiti), mentre sono considerati “primitivi” la maggior parte di quelli che vivono in aggregazioni instabili.

La distorsione di questo pensiero è tale da descrivere le organizzazioni sociali degli insetti, come strutturate su un modello gerarchico e autoritario. Nascono quindi da questa fantasiosa concezione termini altrettanto fantasiosi, riferiti agli insetti, come “Re”, ”Regina”, ”casta sociale”, “gerarchia” ecc. Infatti quella che viene chiamata impropriamente “Regina” altro non è che un insetto fertile con funzioni riproduttive e non certo un individuo dispotico e privilegiato, viceversa sono gli “operai”, contrariamente a quello che dovrebbe comportare una gerarchia, che svolgono la vera gestione della società (difesa, mansioni varie, cura della prole ecc.).

In alcuni testi entomologici si scrive che «una delle grandi conquiste delle società degli insetti è la divisione del lavoro», considerando questo come uno spartiacque tra le cosiddette società “primitive” e quelle “evolute”. Innanzi tutto sarebbe appropriato parlare di “divisione dei compiti”, anziché di “divisione del lavoro” perché questo evoca la timbratura del cartellino, la catena di montaggio, l'orario lavorativo ecc., tutti concetti chiaramente estranei alla “mentalità” degli insetti.

Questa divisione delle mansioni determinerebbe, sempre secondo gli scienziati, la suddivisione in vere e proprie caste sociali, dimenticandosi però che lo svolgimento di un compito non determina né privilegio né prestigio rispetto alle altre mansioni e ciò è evidenziato essenzialmente dal fatto che tutti gli insetti godono delle stesse possibilità di usufruire del cibo.

Le differenze comportamentali poi, a seconda del tempo, dell'età e del luogo fisico possono variare sino a stravolgere il loro ruolo entro l'organizzazione in cui sono collocati. Per esempio le femmine sterili delle Api (chiamate operaie) svolgono compiti diversi in funzione dell'età (svolgono nell'ordine cronologico i seguenti compiti: pulizia delle cellette, alimentazione delle larve, costruzione dei favi, difesa dei favi, raccoglitrice di nettare e polline e infine adibita di nuovo alla cura del favo...). Inoltre è molto difficile separare i “sociali” dagli “individuali”, infatti i maschi degli Imenotteri sociali (Api, Vespe, Formiche) sono solitari e quindi non partecipano alla vita comunitaria (se non in particolari fasi della loro vita); in quelli definibili “sociali”, ve ne sono alcuni classificabili come “individualisti”, per esempio quelli comunemente detti “Bombi” vivono in colonie annuali di 150-400 individui, al contrario dell'ape che forma colonie durature.

Il limite principale degli studiosi è l'incapacità di cogliere gli aspetti cooperativi che s'instaurano in natura, in generale, e nello specifico tra gli insetti. Queste peculiarità sono state invece pienamente colte da Kropotkin e più recentemente da Murray Bookchin. Un esempio molto interessante di cooperazione è la cosiddetta “trofallassi” che è un «curioso scambio oro-orale e retto-orale di sostanze (ormoni, feromoni che servono per il riconoscimento della colonia d'appartenenza e alimenti liquidi)». Un altro esempio di cooperazione è quello che s'instaura tra le termiti: i “soldati” che sono dotati di mandibole eccessivamente sviluppate per poter mangiare liberamente, vengono imboccati dalle “operaie”.

Vi sono casi molto belli di collaborazione intrafamiliari che riguardano le Termiti e le Formiche, in cui società formate da individui piccoli (oppure deboli) costruiscono il proprio nido vicino, o compenetrato, a quelli di società appartenenti alla stessa famiglia, ma di dimensioni maggiori (oppure più forti). Secondo gli entomologi questo modo d'agire, delle più piccole (o deboli) nei confronti delle più grandi (o forti), sarebbe una sorta di “banditismo” o di “usurpazione” ai loro danni. È evidente invece, che si tratta di pura e semplice cooperazione tra due “comunità” diverse, ma simili, altrimenti non si spiegherebbe perché gli individui più grossi (o forti) non scaccino quelle più piccole (o deboli).

Un altro abbaglio viene preso quando viene definito “parassitismo” la collaborazione tra imenotteri sociali (formiche, api, vespe) in cui una “regina” essendo da sola incapace di costruire una nuova società, viene adottata da un'altra “regina” (e da tutta la “sua” società). Può accadere che la “regina” adottante venga uccisa da quella “adottata”, ma non viene spiegato (evidentemente non sanno spiegarlo, perché in natura non esistono regole o leggi) per quale motivo e nemmeno perché ciò non accada sempre. I dotti scienziati provano a spiegare che si tratta di “regicidio” e di usurpazione delle ricchezze altrui, ma ciò è risibile poiché le “operaie” della specie adottante non vengono uccise. Gli stessi, con una comica trasposizione della realtà umana, sostengono allora che ciò non accade perché quelle “operaie” devono essere schiavizzate, il che è assurdo poiché queste nuove “operaie” non vengono minimamente discriminate dalle altre (uguale possibilità di usufruire del cibo), per cui risulta difficile, se non impossibile, in base al ruolo svolto distinguere le “adottanti” dalle “adottate”.

Non è quindi azzardato sostenere che gli insetti sono organizzati non tanto su un modello gerarchico (come lascerebbero supporre i termini incautamente utilizzati dagli scienziati), quanto su una spontanea e istintiva autogestione e cooperazione reciproca, strutturata orizzontalmente. Inoltre tra gli insetti sono presenti varie forme d'organizzazione di cui nessuna è migliore di altre, in quanto ognuna si adatta alle diverse e intrinseche caratteristiche dei vari individui. È bene sottolineare come questi modelli organizzativi, che possiamo definire perfetti e in cui vi sono commistioni reciproche, abbiano notevoli similitudini con le “sfumature” del pensiero anarchico che chiamiamo Individualismo e Socialismo/Comunismo. In tutte le correnti, sotto correnti e tendenze varie in cui l'anarchismo è suddiviso, sono evidenti, a mio parere, le compenetrazioni vicendevoli degli uni nelle altre, esattamente come accade in natura, in generale, e, nello specifico, nel "mondo" degli insetti.

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