Economia e anarchia: differenze tra le versioni

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{{citazione|In altri termini, Proudhon, per sorreggere un disegno fondamentalmente libertario ed egualitario (il federalismo pluralista), ha concepito l'economia mutualistica come la sola in grado di rendere operante tale impianto strutturale.
{{citazione|In altri termini, Proudhon, per sorreggere un disegno fondamentalmente libertario ed egualitario (il federalismo pluralista), ha concepito l'economia mutualistica come la sola in grado di rendere operante tale impianto strutturale.
E l'economia mutualistica porterà Proudhon a difendere, in campo economico, la teoria della creazione del valore attraverso lo scambio, mediante il lavoro in esso impiegato, attirandosi le critiche ferocissime di Marx, il quale asseriva che una simile teoria era tipica di un economista "piccolo-borghese", simpatizzante col bottegaio e l'artigiano che commercia nei propri prodotti.
E l'economia mutualistica porterà Proudhon a difendere, in campo economico, la teoria della creazione del valore attraverso lo scambio, mediante il lavoro in esso impiegato, attirandosi le critiche ferocissime di Marx, il quale asseriva che una simile teoria era tipica di un economista "piccolo-borghese", simpatizzante col bottegaio e l'artigiano che commercia nei propri prodotti.
Ma soprattutto la sua concezione lo porterà a teorizzare il meccanismo stesso della rigenerazione permanente della disuguaglianza. Infatti se il salario-valore dipende dalla quantità di lavoro prodotto, lo scambio non avviene secondo i bisogni, bensì secondo l'eguaglianza dei valori. Proudhon in questo modo finiva col difendere l'economia monetaria e la piccola proprietà: difendendo l'autonomia e la creatività dei lavoratori ne esaltava contemporaneamente le diverse capacità: il suo modo di produzione doveva servire proprio a liberarle dal peso opprimente e parassitario dello Stato e del monopolio economico.|[[Mirko Roberti]], Lettura di [[Proudhon]] <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=25&pag=25_04.htm| da A Rivista Anarchica]</ref>}}
Ma soprattutto la sua concezione lo porterà a teorizzare il meccanismo stesso della rigenerazione permanente della disuguaglianza. Infatti se il salario-valore dipende dalla quantità di lavoro prodotto, lo scambio non avviene secondo i bisogni, bensì secondo l'eguaglianza dei valori. Proudhon in questo modo finiva col difendere l'economia monetaria e la piccola proprietà: difendendo l'autonomia e la creatività dei lavoratori ne esaltava contemporaneamente le diverse capacità: il suo modo di produzione doveva servire proprio a liberarle dal peso opprimente e parassitario dello Stato e del monopolio economico.|[[Mirko Roberti]], Lettura di [[Proudhon]] <ref>[http://www.arivista.org/index.php?nr=25&pag=25_04.htm| da [[A - Rivista Anarchica]]]</ref>}}


Integrato in questo modello economico ci sono le [[Mutua assicuratrice|mutue assicuratrici]] che rilascerebbero prestiti ai produttori alla stessa tassa di interesse sufficiente per coprire i costi di amministrazione. Il mutualismo è basato generalmente nella [[teoria del lavoro socialmente necessario]] che sostiene che quando il lavoro o ciò che viene prodotto è venduto, nello scambio, questo deve ricevere beni e servizi che rispecchi “la quantità di lavoro necessario per produrre un articolo molto simile e con la stessa utilità”. Riceve meno si considererebbe sfruttamento, furto del lavoro o [[usura]].
Integrato in questo modello economico ci sono le [[Mutua assicuratrice|mutue assicuratrici]] che rilascerebbero prestiti ai produttori alla stessa tassa di interesse sufficiente per coprire i costi di amministrazione. Il mutualismo è basato generalmente nella [[teoria del lavoro socialmente necessario]] che sostiene che quando il lavoro o ciò che viene prodotto è venduto, nello scambio, questo deve ricevere beni e servizi che rispecchi “la quantità di lavoro necessario per produrre un articolo molto simile e con la stessa utilità”. Riceve meno si considererebbe sfruttamento, furto del lavoro o [[usura]].
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