Dichiarazione degli anarchici al processo di Lione (1883)

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In seguito al lancio di una bomba al Teatro Bellecour di Lione (ottobre 1882), attribuita ad un gruppo di anarchici (tra cui Kropotkin, Emile Gautier, Felix Tressaud e altri), gli imputati, durante il processo (il "Processo dei sessantasei" [1]) iniziato l'8 gennaio 1883, diffondono un manifesto dove spiegano l'essenza delle loro idee libertarie.

Dichiarazione al processo dell'8 gennaio 1883

Che cos'è l'anarchia, che cosa sono gli anarchici, stiamo per dirvelo. Gli anarchici signori, sono dei cittadini che, in un secolo nel quale si predica ovunque la libertà delle opinioni, hanno ritenuto loro dovere di invocare la testimonianza della libertà illimitata. Sì, signori, noi siamo, secondo l'opinione della gente, qualche migliaio, qualche milione forse – perché non abbiamo altro merito che di dire ad alta voce ciò che la folla pensa a bassa voce – siamo qualche milione di lavoratori che rivendicano la libertà assoluta, nient'altro che la libertà, tutta la libertà!

Vogliamo la libertà, cioè reclamiamo per ogni essere umano il diritto e i mezzi per fare tutto ciò che gli piace e di non fare ciò che non gli piace; di soddisfare integralmente tutti i suoi bisogni, senza limiti che le impossibilità naturali e i bisogni dei nostri vicini ugualmente rispettabili. Vogliamo la libertà e crediamo la sua esistenza incompatibile con l'esercizio di qualsiasi potere, quali che siano la sua origine e la sua forma, che esso sia eletto o imposto, monarchico o repubblicano, che si ispiri al diritto divino al diritto popolare, alla Santa Ampolla [2] o al suffragio universale. Il fatto è che la storia è lì per insegnarci che tutti i governi si assomigliano e si equivalgono. I migliori sono i peggiori. C'è più cinismo negli uni e più ipocrisia negli altri. Nel fondo, sempre le stesse parole, sembra la stessa intolleranza. Non c'è alcuno, anche dei più liberali, in apparenza, che non abbia in riserva, sotto la polvere degli arsenali legislativi, qualche buona leggina contro l'Internazionale da usare contro le opposizioni fastidiose.

Il male, in altri termini, agli occhi degli anarchici, non risiede in questa forma di governo piuttosto che in quella. Esso è nell'idea stessa di governo, è nel principio di autorità. La sostituzione, in una parola, nei rapporti umani, del libero contratto, perpetuamente rivedibile e annullabile, alla tutela amministrativa e legale, alla disciplina imposta: ecco il nostro ideale. Gli anarchici si propongono dunque di insegnare al popolo di fare a meno del governo come comincia a imparare a fare ameno di Dio.

Imparerà anche a fare ameno dei proprietari. Il peggiore dei tiranni, infatti, non è colui che vi imprigiona, è colui che vi affama; non è colui che vi afferra per il collo, è colui che vi prende per il ventre. Nessuna libertà in una società dove il capitale è monopolizzato nelle mani di una minoranza che diminuisce di numero ogni giorno e dove nulla è equamente ripartito, neppure l'istruzione pubblica, sebbene pagata coi soldi di tutti.

Crediamo noi, che il capitale, patrimonio comune dell'umanità, dal momento che è il frutto della collaborazione delle generazioni passate e delle generazioni presenti, deve essere a disposizione di tutti, in modo tale che nessuno possa esserne escluso e nessuno, in cambio, possa accaparrarne una parte a detrimento degli altri.

Vogliamo in una parola, l'Uguaglianza: l'uguaglianza di fatto come corollario o piuttosto come condizione primordiale di libertà. A ciascuno secondo le sue facoltà, a ciascuno secondo i suoi bisogni: ecco quello che vogliamo sinceramente, energicamente; ecco ciò che sarà, poiché non c'è prescrizione che possa prevalere su rivendicazioni insieme legittime e necessarie. Ecco perché si vuole offrire tutte le ignominie.

Scellerati che noi siamo! Noi reclamiamo il pane per tutti, il sapere per tutti, il lavoro per tutti, per tutti pure l'indipendenza e la giustizia. (Storia e storiografia, di Antonio Desideri: estratto da Documents d'Histoire, Paris, 1964)

Note

  1. Il cosiddetto "Processo dei sessantasei" non dev'essere confuso con il "Processo dei trenta" che ebbe inizio il 6 agosto 1894, a Parigi, in seguito alla promulgazione delle leggi anti-anarchici (Leggi scellerate) e che vedrà coinvolti Emile Pouget, Constant Martin, Louis Duprat, Alexander Cohen, Paul Reclus e altri.
  2. È l'ampolla che conteneva l'olio sacro col quale si consacravano i re di Francia


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