Delo Truda

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Delo Truda

Delo TrudaCausa Operaia») è stato un giornale anarco-comunista fondato dai veterani anarchici della rivoluzione russa e ucraina esiliati a Parigi e riunitisi nel "Gruppo degli Anarchici in Esilio". Di questo gruppo, che veniva anche chiamato con il nome del giornale pubblicato, facevano parte Nestor Makhno, Petr Arshinov, Gregori Maximoff, Ida Mett, Maria Goldsmith, Nicholas Lazarévitch ed altri esiliati di Kronstadt e d'Ucraina.

Storia

Il giornale fu inizialmente concepito come bimensile e vide la luce per la prima volta nel 1925. L'anno seguente pubblicò un opuscolo intitolato Piattaforma d'organizzazione dell'Unione generale degli Anarchici (Progetto), in cui veniva progettata una strutturazione e unità della militanza anarchica come soluzione alla sconfitta dell'anarchismo nella rivoluzione russa. [1] Il progetto non fu ben accolto da alcuni anarchici - Errico Malatesta, Max Nettlau, Sébastien Faure, Alexander Berkman e Voline (autore della Risposta alla Piattaforma, fondatore del gruppo Synthèse anarchiste, «Sintesi anarchica», in cui veniva sviluppata la teoria del sintetismo anarchico) - che gli imputavano la volontà di introdurre germi d'autoritarismo nell'anarchismo.

Dopo la conferenza del 5 febbraio 1927 e un successivo articolo nel 1929 contro le critiche ricevute, il giornale cambiò sede da Parigi a Chicago, su pressione delle autorità francesi. La rivista pubblicò con il nome Delo Truda fino al 1939, quando, dopo la fusione con una rivista anarco-sindacalista, assunse la denominazione Dielo Trouda-Probuzhdenie. Questa nuova testata pubblicò sino al 1950 per merito soprattutto di Gregori Maximoff.

Principi del progetto piattaformista

Il gruppo Delo Truda espose i suoi principi organizzativi nel Progetto e durante la conferenza parigina del 1927:

  • unità teorica;
  • unità tattica, o metodo collettivo d'azione;
  • federalismo;
  • autogestione delle masse dei mezzi di produzione;
  • creazione di comunità libertarie;
  • soppressione dello Stato sotto tutte le forme possibili;
  • creazione di un fondo d'approvvigionamento globale mettendo in comune i beni prodotti.

Ripercussioni

Note

  1. Petr Arshinov, Dielo Truda n° 30 (maggio 1928)
  2. «È evidente che per conseguire i loro scopi le organizzazioni anarchiche devono essere, nella loro costituzione e nel loro funzionamento, in armonia coi principi dell'anarchismo, e cioè non siano in nessun modo inquinate da spirito autoritario, che sappiano conciliare la libera azione, che servano a sviluppare la coscienza e la capacità di iniziativa dei loro membri, e siano un mezzo educativo per l'ambiente in cui operano ed una preparazione morale e materiale per l'avvenire che desideriamo. [...] Un'organizzazione anarchica deve essere fondata su basi ben diverse da quelle che si propongono i compagni russi. Piena autonomia, piena indipendenza, e quindi piena responsabilità degli individui e dei gruppi [...] dovere morale di mantenere gli impegni presi e di non far nulla che contraddica il programma accettato. Su queste basi poi si adottano le forme pratiche, gli strumenti adatti per dar vita reale all'organizzazione [...] ma tutto questo deve essere fatto liberamente, in modo da non inceppare il pensiero e l'iniziativa dei singoli, e solo per dare maggiore portata agli sforzi che, isolati, sarebbero impossibili e di poca efficacia. [...] [I congressi anarchici] sono esenti da ogni autoritarismo perché non fanno la legge, non impongono agli altri le proprie deliberazioni. Essi servono a mantenere ed aumentare i rapporti personali fra i compagni più attivi, a riassumere e fomentare gli studi programmatici sulle vie e sui mezzi di azione, a far conoscere a tutti le situazioni delle diverse regioni, a formulare le varie opinioni correnti fra gli anarchici e a farne una specie di statistica; e le loro decisioni non sono regole obbligatorie, ma suggerimenti, consigli, proposte da sottoporre a tutti gli interessati, e non diventano impegnative ed esecutive se non per quelli che le accettano e finché le accettano. [...] In un'organizzazione anarchica i singoli membri possono professare tutte le opininoni e usare tutte le tattiche che non sono in contraddizione coi principi accettati e non nuocciono all'attività degli altri. In tutti i casi una data organizzazione dura fino a che le ragioni di unione sono superiori a quelle di dissenso: altrimenti si scioglie e lascia luogo ad altri aggruppamenti più omogenei» (Errico Malatesta, Il Risveglio Anarchico (Ginevra, ottobre 1927).
  3. Juan Gómez Casas, Historia de la FAI, Fundación Anselmo Lorenzo, p. 295

Voci correlate

Collegamenti esterni