Crass

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I Crass sono un gruppo musicale Punk-Rock formatosi nell'Essex in Inghilterra nel 1977, e sono considerati come i fondatori del movimento anarco-punk e dello slogan DIY (Do It Yourself). Prima di assumere il nome Crass, il gruppo aveva scelto di adottare il nome Stormtrooper, in seguito abbandonato poiché riportava troppo ideologie legate al Fascismo.

Storia

I Crass furono uno dei capostipiti dell'anarco-punk

In precedenza attratti da altre band e dal movimento a cui esse appartenevano, cioè il punk inglese (con a capo Sex Pistols e Clash). Ben presto però, i Crass si resero conto di quanto i loro ideali e il loro modo di agire fossero così distanti da quello delle altre band Punk del periodo, e di come il punk fosse chiaramente una semplice moda passeggera:

«Quando, nel 1976, il vomito punk schizzò per la prima volta sulle pagine dei giornali col messaggio do it yourself ("fatelo da soli") noi, che in diversi modi e per diversi anni non avevamo fatto che quello, abbiamo creduto ingenuamente che i vari signori Johnny Rotten, Joe Strummer e compagni intendessero lo stesso. Finalmente non eravamo più soli.»

Ben presto si resero conto che «...i nostri colleghi punk, i vari Pistols, Clash e così via, non erano altro che dei fantocci: a loro faceva piacere illudersi di derubare le grosse case discografiche, ma nella realtà era la gente a essere derubata. Non aiutavano altri se non se stessi, dando vita a un'altra moda facile. Se il 1976 per il punk era stato musicalmente un buon anno, nel '77 ci fu il boom, ma già nel '78 cominciò a indebolirsi. Ma proprio in quel periodo il movimento dovette "decidere" che direzione prendere». L'allontanamento dei Crass dall'illusione punk ebbe un riscontro anche estetico dettato dall'esigenza di distinguersi da quella scomoda e superficiale moda: «Decidemmo di vestirci di nero per protestare contro il pavoneggiarsi narcisistico della moda punk, iniziammo ad utilizzare video e filmati durante i nostri spettacoli, ci dedicammo alla stampa di volantini per spiegare le nostre posizioni e pubblicammo un giornale "International anthem". E per smentire le voci messe in giro dalla stampa, secondo cui non eravamo che degli estremisti di destra e/o di sinistra, decidemmo di attaccare dietro il palco ai nostri concerti, una bandiera col simbolo dell'anarchia...». La stessa vita in una comune rappresentava un esperimento utopico "...che coinvolgeva l'esperienza nella sua globalità compreso lo stile di vita e il vivere all'interno di ciò che il teorico anarchico Murray Bookchin definisce un "gruppo di affinità ". Ma che soprattutto rappresentava al meglio il tentativo concreto di «...colmare il divario fra teoria e prassi, un risultato raramente conseguito nella storia del pensiero e dei movimenti anarchici».

I Crass, con il loro fondatore Penny Rimbaud hanno mosso dure critiche ad una certa parte del movimento punk, a gruppi come Sex Pistols e Clash, accusati di essere niente altro che burattini e promotori del business della musica. I Crass si propongono quindi come una valida alternativa all'interno del movimento punk a gruppi, che hanno fatto, da una parte, dell'autodistruzione, del nichilismo e della violenza uno stile di vita, e che, dall'altro, spesso hanno venduto il loro prodotto musicale ai migliori offerenti, del mercato di quel mondo che cercavano così assiduamente di distruggere.

Essi contribuirono anche alla diffusione dell'Anarcho punk in Italia, durante una storica discesa al centro sociale Virus di Milano nei primi anni 80. Il loro rifiuto per l'ideologia "no future" dei Chaos Punk/Street Punk, figlia della prima ondata punk londinese, per un approccio più politicizzato e comunitario del "vivere Punk" fece breccia nelle menti di molti Punks milanesi. Facendo così diventare il movimento Anarcho punk italiano, un movimento forte e critico rispetto al visione nichilista degli Street Punks.

Crass: l'esempio

Crass in concerto a Bristol (Settembre 1981)

Il gruppo punk inglese Crass rappresenta il precedente storico più significativo per il movimento DiY. Il suo particolare modo di agire e autogestire le proprie espressioni culturali e musicali gettò le basi e l'esempio per la creazione e strutturazione di quella che col tempo si autodefinirà "cultura DIY". Quello che contraddistinse sin dal loro primo apparire i Crass fu l'essere un gruppo anarchico e pacifista, dedito ad un'ampia propaganda politico-sociale che nettamente si distingueva dall'attitudine marcatamente nichilista, violenta e superficiale dei gruppi punk di quel periodo. «I Crass erano un collettivo radicale anarco-pacifista, anarco-femminista e vegetariano. Inoltre l'anarchia cui facevano riferimento non era quella dei Sex Pistols (Anarchy in the UK comincia con una spaventosa risata gutturale di Johnny Rotten e finisce con un Get Pissed, Destroy! che sembra quasi tratto da un fumetto), ma si presenterà come una visione del mondo e uno stile di vita scaturiti da una miscela d'idealismo hippy, resistenza, energia punk e faccia tosta con l'aggiunta di alcune strategie culturali ispirate ai situazionisti.». La nascita di un gruppo simile, di cui alcuni elementi furono anche organizzatori dei primi festival di Stonehenge, può essere spiegata da alcuni importanti avvenimenti politici in corso quegli anni in Inghilterra: «Ciò che accadde tra il '76 e il '78, fu determinante per la radicalizzazione estrema del punk hc degli anni '80 (Crass, Conflict, Poison Girls e via dicendo). Nel 1975 in Inghilterra c'era una recessione fortissima: il 60 % dei 50.000 occupanti abusivi, si trovava a Londra. L'occupazione unita al sussidio di disoccupazione, era una scelta politica, che consentì l'accesso del Punk a Londra. D'altra parte diversi protagonisti d'allora erano occupanti abusivi. Il National Front e la Thatcher cominciavano a farsi sentire, i disoccupati erano più di 1500000, più del 5 % della forza lavoro di tutto il paese. Nel 1977 il National Front era il terzo partito, e a metà agosto quei bastardi sfilarono nell'area di Lewisham (a Londra) ad alta maggioranza nera. Ci furono degli incidenti al seguito dei quali nacquero l'Anti Nazi League e Rock Against Racism." I Crass non furono un semplice gruppo musicale anarchico ma anche" un collettivo e una comune, destinato a sopravvivere e prosperare come organizzazione underground radicale nei giorni bui della Thatcher, all'inizio degli anni Ottanta (La loro parabola creativa andò da circa il 1978 al 1984). Nel corso del tempo, avrebbero prodotto un corpus vario e consistente di testi culturali, con vendite di dischi dell'ordine delle decine di migliaia di copie.»

I Crass e il Punk

Attratti in principio dai gruppi e dal movimento punk ben presto i Crass si resero conto di quanto le loro idee e il loro modo di agire fossero così distanti dalle loro e come il punk fosse chiaramente una semplice moda passeggera: «Quando, nel 1976, il vomito punk schizzò per la prima volta sulle pagine dei giornali col messaggio do it yourself ("fatelo da soli") noi, che in diversi modi e per diversi anni non avevamo fatto che quello, abbiamo creduto ingenuamente che i vari signori Johnny Rotten, Joe Strummer e compagni intendessero lo stesso. Finalmente non eravamo più soli.». Ben presto si resero conto che i «nostri colleghi punk, i vari Pistols, Clash e così via, non erano altro che dei fantocci: a loro faceva piacere illudersi di derubare le grosse case discografiche, ma nella realtà era la gente a essere derubata. Non aiutavano altri se non se stessi, dando vita a un'altra moda facile. Se il 1976 per il punk era stato musicalmente un buon anno, nel '77 ci fu il boom, ma già nel '78 cominciò a indebolirsi. Ma proprio in quel periodo il movimento dovette "decidere" che direzione prendere.». L'allontanamento dei Crass dall'illusione punk ebbe un riscontro anche estetico dettato dall'esigenza di distinguersi da quella scomoda e superficiale moda: «Decidemmo di vestirci di nero per protestare contro il pavoneggiarsi narcisistico della moda punk, iniziammo ad utilizzare video e filmati durante i nostri spettacoli, ci dedicammo alla stampa di volantini per spiegare le nostre posizioni e pubblicammo un giornale "International anthem". E per smentire le voci messe in giro dalla stampa, secondo cui non eravamo che degli estremisti di destra e/o di sinistra, decidemmo di attaccare dietro il palco ai nostri concerti, una bandiera col simbolo dell'anarchia». La stessa vita in una comune rappresentava un esperimento utopico «che coinvolgeva l'esperienza nella sua globalità compreso lo stile di vita e il vivere all'interno di ciò che il teorico anarchico Murray Bookchin definisce un gruppo di affinità». Ma che soprattutto rappresentava al meglio il tentativo concreto di colmare il divario fra teoria e prassi, un risultato raramente conseguito nella storia del pensiero e dei movimenti anarchici.

Il rapporto con l'industria musicale

Negli anni dell'esplosione del fenomeno punk (1976 e successivi) si formarono molte etichette indipendenti che si offrirono di produrre dischi, spesso in formato 7" (più famoso come 45 giri), ai gruppi che altrimenti non avrebbero avuto un aiuto dalle grosse case discografiche (questo almeno prima che si accorgessero delle sue possibilità commerciali). I Crass non fecero eccezione: la piccola etichetta Small Wonder, dopo averne sentito il demotape, li contattò (era il 1978) per proporre loro la stampa di quello che diverrà il loro primo disco: The feeding of the 5000. Ancora prima della sua uscita il disco creò loro dei problemi: «Quando, nella primavera del 1979, riuscimmo a pubblicare The feeding of the 5000, il primo brano della prima facciata era fatto di silenzio ed intitolato The sound of freee speech (il suono delle parole libere). Lo stabilimento di stampa del disco decise che Asylum, primo brano della prima facciata, era troppo blasfemo per i loro, e quindi i vostri, gusti. Ecco la vera faccia della censura nel cosiddetto mondo libero!». Le scottanti tematiche affrontate negli altri brani del disco provocarono la reazione disgustata dei mass media che attaccarono ideologicamente il collettivo e ne stroncarono il prodotto musicale. «La critica dei Crass aveva una serie di bersagli preferiti, che spesso mescolava assieme in una sorta di grandiosa teoria della cospirazione ordita dal "sistema". La chiesa, la disoccupazione, il patriarcato, i valori della famiglia, lo Stato, la guerra, le armi nucleari, lo sfruttamento del Terzo mondo, l'ambiente, il commercio della carne, erano i bersagli preferiti, come pure i gruppi e gli scrittori punk che non vivevano secondo gli standard rigorosi dei Crass». Nonostante le recensioni negative i Crass ottennero sin dall'inizio un discreto successo commerciale di vendite tanto che «i mass media (che) fin dall'inizio hanno fatto di tutto per ignorarci si sono dovuti arrendere all'evidenza dei fatti e sono stati costretti a darci, pur se riluttanti, un po' di credito. È tutto molto semplice: se non stai al loro gioco, che è lo sfruttamento commerciale, non accetteranno il tuo.». I Crass si scagliarono non solo contro la stampa ma anche contro «l'industria musicale (che) non solo compera i gruppi, ma paga anche la stampa. I truffatori sono molto più diffusi e potenti di quanto possiamo immaginare. Comunque, visto che costituivamo una minaccia al suo controllo, fu il nemico a compiere il primo passo verso di noi.». Durante tutta la loro carriera ricevettero numerose offerte da parte delle major, offerte che vennero tutte fermamente respinte: «anni fa c'è stato offerto un contratto da una grossa casa discografica: quello stronzo che la dirigeva ebbe sul serio il coraggio di dirci che noi potevamo vendere la rivoluzione. Voleva che noi fossimo solo un altro prodotto a basso prezzo per la testa dei consumatori. Disse che avrebbe trasformato la nostra rabbia in una fonte di guadagno». I Crass si spinsero oltre e giunsero alla fondazione di una propria etichetta discografica: la Crass Records. Tale scelta derivò anche dal fatto che «Pete, della Small Wonder cominciava già da tempo a risentire negativamente delle continue attenzioni che la polizia dedicava al suo negozio di dischi per causa nostra, quindi cercammo del denaro in prestito per pubblicare Stations of the Crass per conto nostro». Grazie al successo di Stations of the Crass, il loro secondo album, il collettivo poté ricomprare «i diritti di The Feeding of the 5000 da Small Wonder, visto che Pete e Mary avevano deciso di chiudere con la loro label. è stato allora che abbiamo ripubblicato il nostro disco d'esordio sulla nostra label, e con Asylum come primo brano, com'era nel nostro iniziale progetto». Nonostante la scelta di rimanere marginali i Crass hanno usato efficacemente valide tecniche di vendita e promozione in modo da poter diffondere più facilmente le proprie idee. Tutti i loro dischi erano contenuti in copertine apribili a poster riempite di immagini, slogan, testi e via dicendo. La quantità di informazioni riportate sui loro dischi, supportate di un incisivo e innovativo lavoro grafico in bianco e nero, era tale che «non è esagerato dire che i dischi dei Crass non solo si potevano ascoltare ma anche leggere». Tale opera di diffusione fu promossa anche attraverso l'imposizione del prezzo in copertina tenuto rigorosamente vicino ai costi di produzione: «Hanno dato grande rilievo ai costi limitati dei loro dischi autoprodotti: il primo singolo riportava in copertina la scritta: Non pagare più di 45p (i singoli in quel periodo costavano 80-90 pence)». L'attività della Crass Records non si limitò ai dischi e libri dei Crass:

«Con l'andare del tempo, pubblicarono i lavori di più di venti gruppi anarchici e punk, divenendo un simbolo di organizzazione e longevità. Per i gruppi anarchici, l'etichetta da cui era pubblicato il disco era importante quanto la stessa musica. Questo insistente interesse per gli elementi extramusicali era essenziale per l'autonomia tanto ostentata dai Crass: la Crass Records e il gruppo erano aspetti collegati della stessa attività politico-musicale».

Questo particolare modo di autogestire le proprie espressioni musicali, diffondendole ad un prezzo molto vicino al suo costo di produzione (da cui la spesso citata espressione No profit), unito ad una forte politicizzazione, sarà di grande esempio per quello che con gli anni diverrà un immenso network di autoproduzioni completamente indipendente ed autonomo: il DiY (Do It Yourself).

Denunce e perquisizioni

Il desiderio di autonomia dei Crass non trovò vita facile. Fu proprio il primo disco a firma Crass Records (1979) a provocare le prime perquisizioni poliziesche: «Poco dopo l'uscita di The feeding of the 5000 per Small Wonder riuscimmo a trovare uno stabilimento disposto a stampare Asylum: riregistrammo il pezzo e lo pubblicammo assieme a Shaved women stampando in casa le copertine ed imponendo un prezzo di vendita di 45 pence. Questo nostro lavoro venne premiato da una visita a casa nostra di una sezione della buon costume di Scotland Yard e da numerose denuncie per vilipendio alla religione e oscenità che portarono a ispezioni della polizia in tutti i negozi di dischi del paese». Recitato dalla voce di Eve Libertine su una base fatta di effetti sonori, il testo di Asylum è un duro attacco al patriarcato occidentale attraverso il discorso guida del cristianesimo, collocato in un contesto più ampio di militarismo e misoginia. La pubblicazione del singolo Reality Asylum oltre alle già citate denunce per oscenità e perquisizioni poliziesche provocò anche un ammonimento da parte della sezione buoncostume di Scoltand Yard che li avvisò del fatto che per quanto fossero formalmente "liberi", non sarebbe stato consigliabile ripetere un'avventura simile. Ma «la natura stessa della nostra libertà ci ha invece imposto di ritentare: si mise così in moto quella continua serie di vessazioni da parte della polizia nei nostri confronti che dura a tutt'oggi». Oltre ad essere fortemente osteggiati da mass media ed autorità, i Crass ebbero problemi col circuito del music business in generale: «È stato all'incirca in quel periodo che per la prima ed unica volta sono state trasmesse delle nostre canzoni per la radio nazionale da John Peel: da allora la nostra reputazione di bestemmiatori e blasfemi ci ha precluso qualsiasi possibilità di intervento e partecipazione nelle trasmissioni radiofoniche inglesi. Sembrava infatti che il dissentire pubblicamente su un argomento come la guerra nelle Falklands fosse inaccettabile da un pubblico che intasava il centralino della BBC con telefonate di protesta.»

Un attacco femminista

Reality Asylum non sarà l'unico brano ad affrontare tematiche connesse alla discriminazione sessuale. Mossi dal desiderio di «sferrare un attacco femminista» al fine di spingere le persone a imparare a rifiutare i ruoli che ci sono imposti dall'alto, tipo il «maschio dominatore» contro la «femmina remissiva», ruoli finora accettati passivamente" nel 1980 i Crass pubblicarono l'album Penis Envy (invidia del pene). Curato esclusivamente dalla parte femminile del collettivo, l'album affrontava, secondo un punto di vista esclusivamente femminile ma che esulava dai tradizionali schemi "femministi", il ruolo della donna nella società patriarcale, la sua sessualità e le discriminazioni presenti nella religione cattolica. Penis Envy provocò numerose reazioni sconcertate evidenziando numerosi pregiudizi radicati non solo nei mass media, ma anche negli stessi punks. L'album provocò anche le reazioni della stampa generalmente di sinistra che li accusò di ambiguità e di anti-femminismo, «però tali critiche non hanno senso di esistere a una ragionata lettura dei testi di queste canzoni, continuamente in bilico tra racconti personali e considerazioni politiche». L'ultimo brano di Penis Envy, intitolato Our Wedding (Il nostro matrimonio), venne usato per colpire direttamente la rivista «Loving», rivista rosa per adolescenti «specializzata nello sfruttamento della solitudine giovanile». Proposta sotto lo pseudonimo di Creative Recording and Sound Service, la canzone in questione era una parodia di una canzone d'amore ispirata al matrimonio. Stampata in formato 7" flexi venne allegata alla rivista «Loving» che la propose alle proprie lettrici come "un must per il felice giorno del matrimonio". Apparentemente tale, Our Wedding si rivelò in realtà come una feroce critica all'istituzione stessa. «Non appena l'inganno venne scoperto l'intera Fleet Street venne scossa, e molte teste caddero nella redazione di "Loving"».

Contro l'Oi! e gli Skinheads

Un punk che fronteggia dei poliziotti in schieramento anti-sommossa

Nella radicalizzazione del loro pensiero politico i Crass ritennero opportuno criticare duramente un altro fenomeno che andava formandosi in quegli stessi anni: il genere musicale Oi! ascoltato prevalentemente dagli skinheads. Propagandato da Garry Burshell, giornalista della autorevole rivista musicale inglese "Sounds", come «l'unico, il vero punk. Proprio mentre il punk è nato per distruggere le discriminazioni, l'Oi! Music e lo Skunk sono così ciechi che le rafforzano.». Le critiche mosse nei confronti degli skinheads riguardano principalmente i gravi disordini, spesso a sfondo razziale, provocate ai concerti e non solo. I Crass spingeranno ancora avanti la loro critica denunciando la strumentalizzazione politica del movimento sulla base di una falsa mitologia della classe operaia. «Affermare che il punk appartiene alla classe operaia significa solo strapparlo dalle sue vere radici, che sono nel rock interclassista rivoluzionario». [1]

I concerti

I Crass incontrarono numerosi problemi anche nel circuito dei locali: «Fummo cacciati, boicottati, persino banditi dall'allora leggendario Roxy Club: ci dissero che volevano solo ragazzi a posto». In reazione a questa situazione, e con l'intento di diffondere il più possibile le proprie idee, cominciarono a suonare «in posti dove nessun altro gruppo aveva mai suonato prima. Circoli di quartiere, tendoni, centri sociali, qualsiasi posto che non fosse stato un club privato, una discoteca o appartenesse al circuito universitario. Centinaia di persone sarebbero state disposte a seguirci in capo al mondo durante i nostri tours per celebrare il reciproco senso di libertà. Abbiamo diviso la nostra musica, film, letteratura, conversazioni, cibo e tè». Tal esigenza di esprimersi in luoghi non convenzionali portò all'idea di occupare un posto per potervi organizzare dei concerti alla portata di tutti. Dopo un primo tentativo al Rainbow Club «occupammo lo Zig Zag Club, anch'esso allora sfitto. La notizia di questa seconda occupazione si diffuse per la città in un baleno, anche perché si era sparsa voce dei pestaggi della polizia al Rainbow. A mezzogiorno parecchie centinaia di persone si erano raccolte dentro e tutt'intorno allo Zig Zag occupato, e nel pomeriggio ebbe inizio un grande concerto collettivo gratuito. Con cibo gratis e birra rubata abbiamo celebrato ancora la nostra indipendenza, stavolta assieme a tanti gruppi musicali, il meglio di quello che si poteva davvero chiamare punk. Insieme abbiamo dato vita a un'esplosione di energia durata ventiquattr'ore che ha ispirato decine e decine di eventi simili in tutto il mondo. Avevamo imparato la lezione: lo slogan do it yourself (fatelo da soli) non è mai stato così vero come in quel giorno allo Zig Zag Club». I concerti dei Crass si distinsero per il loro impatto e per la totale assenza di diversità fra musicista e spettatore: «Quella prima volta a Norwich i Crass furono sbalorditivi ci colpì la loro spontaneità: prima di suonare, gironzolarono per la sala mezza vuota e dopo ci aspettarono affinché potessimo parlare con loro sorseggiando tè. La musica per i Crass era roba vera e si vedeva, si può dire che non abbiano ridotto il concerto alla sua componente materiale ma lo abbiano ampliato in maniera indefinita, così da includere il prima e il dopo concerto, il montaggio dell'impianto casereccio rubacchiato, l'allestimento di striscioni e bandiere e la conseguente trasformazione del capannone, l'indossare inquietanti abiti neri paramilitari con fasce rosse, le donne attraenti ma in modo asessuato. Ero intimorito ma nello stesso tempo profondamente attratto. Per la gente del Norfolk era come se fosse sbarcato un gruppo di alieni nella loro contea, proveniente da un universo in cui vigevano regole diverse, che traspirava autenticità». Capaci di sconvolgere anche i punk, i Crass «stimolavano il dubbio» e aggiungevano «un tassello nuovo, un qualcosa di serio». Lo stesso Penny Rimbaud definirà i concerti del suo gruppo in questo modo: «Era ben altro che ambiguità, era una contraddizione assoluta, tra il calore, l'apertura mentale eccetera. Di tutti i gruppi punk eravamo i più meccanici, disumani, terrorizzanti. Eravamo un gran buco nero da cui fuoriusciva una cascata di immagini orribili. Un bombardamento a tappeto, in completo contrasto con il dopo concerto in cui giravamo per la sala mangiando tramezzini e sorseggiando tazze di tè. Era proprio questa confusione che metteva in discussione le persone e le invitava a decidere». Decidere di reagire a tutto ciò che gli veniva fatto vedere organizzando proteste, manifestazioni, occupando e via dicendo. Di grande impatto, autogestiti, con un prezzo d'ingresso nettamente inferiore a quello dei concerti offerti dal music business ed organizzati in posti inusuali o addirittura illegali, simili eventi si distinsero anche per la donazione dei profitti a varie cause affini all'ideale anarchico-pacifista. «Nella primavera del 1980 abbiamo partecipato a una serie di concerti a sostegno del fondo di difesa per alcuni anarchici detenuti, definiti paradossalmente Persons unknown (sconosciuti)». Assieme ai soldi ricavati dalla pubblicazione di un disco split 7" col gruppo Poison Girls, i Crass contribuirono anche all'apertura di un circolo anarchico. «La facilità relativa con cui eravamo stati in grado di raccogliere i fondi per il centro anarchico ci fece capire il nostro potere non solo di dare vita a nuove idee, ma anche di riuscire in qualche modo a realizzarle. Veniva davvero molta gente ai nostri concerti, quindi il modo migliore di sfruttare la situazione era il decidere che avremmo esclusivamente suonato in concerto a sostegno di qualche cosa. In tutti gli anni della nostra attività siamo riusciti a raccogliere fondi per una grande quantità di cause differenti». Non solo: «I soldi ricavati dallo spettacolo precedente sono andati sia a qualche campagna politica marginale (salute mentale e diritti degli animali) sia alla promozione di altri eventi musicali come i free festival (Saranno proprio alcuni dei membri del collettivo dei Crass a partecipare all'organizzazione dei primi festival di Stonehenge). Opposizione e antagonismo attraverso l'attivismo, e attraverso la musica.».

Una particolare forma di Anarchismo

La "A" cerchiata, uno dei simboli del movimento anarchico

L'esperienza del circolo anarchico sottolineò un'altra caratteristica peculiare dell'ideologia crassiana. Il centro infatti chiuse a seguito degli attriti fra i "tradizionalisti" del gruppo di Persons Unknown e gli anarcopunks. Il contrasto si svolse prevalentemente su base ideologica: l'anarco-pacifismo proposto dai Crass è rivolto ad una ricerca concreta di autonomia agendo sulla propria vita reale (vivere in una comune, le occupazioni, le autoproduzioni e via dicendo) senza nemmeno fare riferimento alla tradizione storica anarchica, anzi ignorandola: «Nonostante il casino, ci si divertiva enormemente. Nessuno che venisse a seccarti con storie assurde, nessuno che voleva sapere come mai anarchia e pace potessero coesistere, nessuno che venisse a romperci i coglioni con lunghi monologhi su Bakunin, che a quel tempo noi si immaginava probabilmente fosse una marca di vodka». Ispirati profondamente dal concetto di azione diretta e nonviolenta, utilizzarono questo modo di agire per risolvere gran parte dei loro problemi nonché per organizzare festival, manifestazioni e sabotaggi. Scopo dei Crass era costruire una "estetica della rabbia" anziché "adottare la strategia degli attivisti anarchici inglesi della generazione precedente, quelli delle Angry Brigade, con le loro cellule terroristiche, le bombe e le rivendicazioni. Pur cercando di rappresentare la rabbia nei loro prodotti culturali, i Crass evitarono le grandi contrapposizioni della politica sottoculturale giovanile del periodo: la destra (il British Movement, il National Front, gli Skrewdriver - e parte dell'Oi!, musica strumentalizzata dalla propaganda neofascista e dai media) e la sinistra (il Socialist Workers Party, Rock Against Racism, i Clash). Pensavano che non prendendo posizione «sarebbero riusciti a provocare il pubblico senza inquadrarlo, si può dire perciò che i Crass valorizzavano al massimo la loro autonomia». Nonostante il loro immaginario catastrofico e pieno di immagini di alienazione e dominio, il collettivo manteneva un atteggiamento propositivo: «Il futuro per i Crass è un incubo, ma non lo è il futuro che essi auspicano. Attraverso queste composizioni culturali dispotiche viene rappresentata un'utopia politica». Per quanto il loro modo di comunicare fosse di così forte impatto essi specificheranno che «non c'è aggressività nelle nostre performance, è solo disperazione». Disperazione per le ingiustizie e le discriminazioni del mondo occidentale, disperazione che nasce dall'amore per la vita: «Alcuni membri del gruppo realizzarono Acts of love (atti d'amore), una raccolta di cinquanta poesie che costituiva un tentativo di dimostrare che l'origine della nostra rabbia era l'amore e non l'odio, e che la nostra idea di individualismo più che da un egocentrismo sociale bigotto, derivava da una nostra filosofia dell'essere.». Lo stesso amore per la vita li porterà ad interessarsi dello sfruttamento animale.

«L'opporsi al massacro degli animali perpetrato dall'uomo può restare per alcuni solo un obiettivo che si realizza nella pratica delle azioni dimostrative di una stretta cerchia di obiettori. Chi si sente coinvolto in questi argomenti, sa invece che il problema è molto più complicato di quanto sembri». Una dieta vegetariana, azioni di protesta, boicottaggio e veri e propri sabotaggi ai laboratori di vivisezione, azioni di disturbo durante le partite di caccia, atti di vandalismo nelle macellerie e altre azioni simili sono solo alcune delle pratiche adottate e organizzate dai Crass ed ispirate all'azione diretta. Il collettivo riuscì «a fare dell'anarchia un movimento popolare di milioni di persone», la cui influenza continua ancor oggi: «A quel tempo La A cerchiata era un simbolo che era raramente visto al di fuori di una stretta cerchia di persone interessante a una letteratura anarchica precisa e generalmente noiosa: di lì a pochi mesi la A cerchiata era dappertutto, distintivi, muri di tutta la nazione. In pochi anni quel simbolo si è diffuso in tutto il mondo. Johnny Rotten potrà aver dichiarato di esser un anarchico, ma siamo stati noi quelli che da soli siamo riusciti a fare dell'anarchia un movimento popolare di milioni di persone.». Contemporaneamente decisero di affiancare all'ideale anarchico una marcata attitudine pacifista: «In quel periodo essendoci resi conto che il CND (Campaign for Nuclear Disarmament - Campagna per il disarmo nucleare) esisteva ancora, sebbene in maniera frustrata ed autocastrata, decidemmo allora di sostenere la sua causa, cosa che il CND era incapace di fare da solo. Da allora, nonostante la derisione della stampa musicale, ai nostri concerti abbiamo sempre appeso la bandiera pacifista». L'impatto di questa nuova forma di anarchismo fu enorme, tanto da creare nuovi e radicali stili di vita. Di facile acquisizione, grazie soprattutto alla sua indifferenza nei confronti dei testi accademici, e di rilevante concretezza, l'anarco pacifismo dei Crass sarà l'esempio portante per la strutturazione e l'evoluzione della cultura DIY. «Un settore sociale nuovo e sino a quel momento inconsapevole veniva così a contatto con una forma di pensiero radicale, per raggiungere poi il culmine nelle grandi manifestazioni popolari, marce per la pace e raduni che continuano tuttora. Per questo l'effetto reale dei nostri lavori non va ricercato entro i confini del rock'n'roll, ma nelle menti radicali di migliaia di giovani in tutto il mondo. Dalle reti di Greenham al muro di Berlino, dalle iniziative di Stop The City ai concerti underground in Polonia, il nostro speciale genere di anarcopacifismo, ormai quasi un sinonimo di punk, si è fatto conoscere».

«Quasi un sinonimo di punk» afferma Penny Rimbaud. Col tempo il termine punk, che comunque connota anche un fenomeno ben superficiale e commerciale, allora come oggi, cederà il posto ad un termine che descrive meglio questo movimento: do it yourself o, come accade più spesso recentemente, "cultura DIY".

Thatchergate

Coerentemente al loro ideale pacifista i Crass si scagliarono sin dagli inizi contro la guerra, argomento presente sin dalle loro prime produzioni. L'esercito ed il nucleare rientravano tra i loro "bersagli" preferiti. Ad un certo punto la loro propaganda si acutizzò in seguito ad un evento sconvolgente ed inaspettato:

«Durante il 1981 abbiamo registrato Christ The Album, però, la nostra gioia venne annientata da una grande tragedia: la gran Bretagna andava in guerra. Delle stupidaggini avvenute su un'isola chiamata South Georgia, un posto del quale nessuno aveva mai sentito parlare, portarono a gravi scontri su di un gruppo di isole chiamate Falkland, un posto del quale pure nessuno aveva mai sentito parlare, mentre centinaia di ragazzi morivano, le nostre canzoni, i nostri volantini, parole e idee immediatamente sembrava avessero perso significato.». In un contesto dove «le proteste contro la guerra erano virtualmente inesistenti (e) il dissenso veniva zittito» i Crass pubblicarono un singolo flexi contenente una canzone contro la guerra nelle Falkland. Definiti dalla stampa come "traditori" ricevettero dalla Camera dei Comuni un ammonimento che li invitava a «badare a quanto stavamo facendo». Così come accadde precedentemente per il singolo Reality Asylum, essi decisero di continuare la loro opera di controinformazione e nel 1982, non appena terminata la guerra, pubblicarono un altro singolo contenente la canzone How does it feel to be the mother of a thousand dead? (>Come ci si sente ad essere la madre di mille morti?). La canzone era un diretto attacco a Margaret Thatcher ritenuta responsabile di avere «voluto la guerra per pubblicizzare la propria immagine e quella del proprio partito in vista delle imminenti elezioni». In seguito alla loro propaganda i Crass, oltre a ulteriori denunce, ricevettero grande attenzione da parte dei mass media. Nonostante la situazione fosse già assai critica, realizzarono segretamente un nastro e lo spedirono anonimamente alle principali testate giornalistiche mondiali. Il nastro provocò un vero e proprio caso giornalistico definito thatchergate. «Si trattava di un nastro veramente ben realizzato, studiato in forma di conversazione tra Reagan e la Thatcher durante la quale veniva ammessa la sua responsabilità diretta nell'affondamento della Belgrado, argomento sul quale la Thatcher aveva imposto il no comment e la conseguente conferma del bombardamento della Sheffield da parte dell'Invincibile, notizia tenuta sino a quel momento segreta. E, visto che c'eravamo, abbiamo inserito una dichiarazione di Reagan nella quale veniva presa in considerazione l'idea di un conflitto nucleare in Europa nel caso fosse messa in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti. Un'ipotesi che probabilmente non è poi così assurda. Furono usate informazioni non di pubblico dominio, fornite ai Crass da un marinaio che era stato nelle Falkland, compresa l'accusa che la Sheffield (colpita da un missile Exocet) fosse stata effettivamente sacrificata dagli alti gradi della Marina per proteggere la portaerei vicina su cui prestava servizio il principe Andrea.». Scoperta da un giornalista la loro responsabilità, i Crass divennero oggetto di numerose interviste da parte di tutto il mondo, interviste alle quali risposero dando sempre opinioni secondo un punto di vista anarchico. Tale attenzione nei loro confronti cominciò a far desiderare, tra i membri del collettivo, l'idea di sciogliere il gruppo: «Avevamo finalmente raggiunto una specie di potere politico, eravamo trattati con considerazione e rispetto. Era davvero ciò che volevamo? "Dopo sette anni di attività eravamo diventati proprio quello che all'inizio volevamo combattere. Avevamo si trovato una base solida per le nostre idee, ma qualcosa di quelle stesse idee si era come perso per strada. Eravamo divenuti amari proprio dove una volta eravamo gioiosi, pessimisti proprio quando era l'ottimismo la nostra causa.».

Nel 1984, stanchi delle continue denuncie, perquisizioni, processi e non più convinti che avesse un senso continuare col gruppo in quanto «i nostri concerti erano diventati praticamente un'occasione d'intrattenimento qualsiasi», i Crass decisero di sciogliersi. In realtà sin dai primissimi dischi il collettivo era uso riportare una specie di codice cifrato che altro non rappresentava che un conto alla rovescia con scadenza finale proprio l'anno 1984 in chiaro omaggio al famoso romanzo di George Orwell. Ma la realtà dei fatti venne vissuta come ancora più dolorosa dal collettivo: «Era arrivato il 1984, in maniera ancora peggiore di quella profetizzata da Orwell: disoccupazione, sfratti, povertà, fame. Lo stato di polizia era divenuto una realtà: se ne sarebbero accorti ben presto i minatori in sciopero. La "morte accidentale" provocata dalla polizia, trasformata ormai in esercito personale della Thatcher, era divenuta un fatto normale, accettato da tutti. L'equilibrio di un'intera società era appeso al filo di una dittatura egoista e malvagia. La nostra situazione non era delle migliori: siamo stati trascinati in tribunale ancora una volta per una denuncia per oscenità, un processo che ci ha quasi distrutto. Abbiamo i mezzi per non farvi più parlare, ci hanno detto. Fu durante l'estate di quell'anno che si tenne il nostro ultimo concerto, una serata agitatissima a sostegno dei minatori del Galles in sciopero. Sul palco dichiarammo ancora una volta la nostra ferma intenzione di continuare a combattere per la libertà ma, nel ritornare a casa, quella sera, ci si rese conto che non potevamo più andare avanti così. Il cammino che avevamo intrapreso sembrava giunto a un punto morto. Avevamo bisogno di nuove strade per raggiungere i nostri obiettivi». Formando altri gruppi, mantenendo sempre vivo l'impegno politico-sociale e sostenendo altri gruppi attraverso la Crass Records i membri del collettivo cercarono nuove strade per esprimersi.

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Note

  1. Commenti di alcuni utenti: «Non vi è spazio in questa sede per approfondire il movimento skinhead... Tengo comunque a precisare a quanti non lo conoscano come al suo interno non vi sia solo la corrente nazista di merda - che tra l'altro è rinnegata dagli stessi skinheads antirazzisti - o apolitica, ma anche quella redskin - comunisti - e anarcoskin - anarchici, per l'appunto»

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